Labous, il ritratto di un’atleta serena e in crescita costante

09.08.2023
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Tra le francesi che ieri pomeriggio hanno conquistato l’argento mondiale nel mixed relay c’è anche una ragazza che sta alzando la propria asticella ogni stagione che passa. Juliette Labous è arrivata a Glasgow reduce prima dal secondo posto nella generale del Giro Donne e poi dal quinto al Tour Femmes.

La scalatrice del Team DSM-Firmenich è ancora giovane – farà 25 anni a novembre – e molto costante, ma finora in carriera ha raccolto meno di quello che avrebbe potuto. Quest’anno è una delle poche atlete ad essere riuscita a fare classifica sia in Italia che in Francia, riaprendo il tema sulla fattibilità ad alto livello di entrambe le corse. Fatte le debite proporzioni e vista come si è sviluppata la corsa degli uomini, Labous domenica per la prova in linea femminile è una da tenere sotto osservazione.

Labous ai mondiali di Glasgow ha conquistato l’argento nel mixed relay. Ora correrà sia la crono che la prova in linea
Labous ai mondiali di Glasgow ha conquistato l’argento nel mixed relay. Ora correrà sia la crono che la prova in linea

Prodotto della Borgogna

Juliette è nata nel 1998 in Borgogna a Roche lez Beaupré sulle colline attorno a Besançon e bagnate dal fiume Doubs. Nel suo paese si producono vini etichettati come “Franca Contea” (che è l’altra parte del nome completo della sua regione), ma quella annata è indicata dagli esperti vignaioli solo come “molto buona”. Labous vuole scalare i gradi diventando come un vino da annata eccezionale. Chissà se da giovanissima, quando faceva ginnastica ed altri sport a Besançon, uno spunto per diventare ciclista glielo abbia dato “la boucle”, il meandro disegnato dal fiume attorno alla parte vecchia della città. Ovvero lo stesso appellativo del Tour de France.

«Da piccola ho praticato anche tennis tavolo – spiega Juliette, scherzando inizialmente – ma la ginnastica mi è tornata utile nel ciclismo in termini di equilibrio e perché mi permette di atterrare abbastanza bene in una caduta. Da bambina ho anche vinto dei concorsi di disegno però le mie abilità non sono migliorate tanto rispetto a quando avevo otto anni. Insomma, il ciclismo non era nei miei programmi benché fossi influenzata da amici dei miei genitori. Uno di loro è stato un buon corridore di BMX. Poco per volta ho iniziato con quella disciplina, aggiungendo anche la Mtb, fino al ciclocross in cui non corro più da inizio 2019. Ancora adesso amo prendere la mountain bike e fare alcuni percorsi a stagione finita col mio fidanzato Clément (il 26enne Berthet della AG2R Citroen ed ex biker fino al 2020, ndr)».

Il compagno di Labous è Clement Berthet, ex biker che corre con la AG2R Citroen (foto Jacquemet)
Il compagno di Labous è Clement Berthet, ex biker che corre con la AG2R Citroen (foto Jacquemet)

Italia nel destino

Nel 2015 Labous si fa conoscere a Cittiglio al Piccolo Trofeo Binda da primo anno junior, arrivando seconda dietro a Bertizzolo (quell’anno campionessa europea in carica) in uno sprint a due. Curiosamente qualche mese dopo all’europeo paga ancora dazio in volata contro le italiane Quagliotto e Barbieri, chiudendo quarta. L’anno successivo centra le prime medaglie internazionali con i bronzi nelle crono europea e mondiale avendo già in tasca il contratto con la sua attuale squadra, all’epoca Sunweb.

Nel 2018 l’Italia riappare nel suo destino. Vince la cronosquadre d’apertura al Giro Donne mentre dodici mesi dopo conquista la maglia bianca. Il cerchio con la corsa rosa si chiude l’anno scorso quando si mette in proprio trionfando sul Passo Maniva al termine di una lunga fuga. E’ il suo sesto centro in carriera (ed anche l’ultimo ottenuto finora). Un altro passo in avanti è poi arrivato col podio finale nella recente edizione.

Da un Giro all’altro

«Avevo già vinto nel WT con la generale della Vuelta a Burgos – commentò Juliette in quel 7 luglio del 2022 – ma il giorno più bello l’ho vissuto qui al Giro Donne. Non solo per la vittoria, ma per come è stata pensata e voluta. Ero delusa dalla mia prestazione nella tappa di Cesena in cui ho accusato il gran caldo ed un grosso distacco (oltre undici minuti, ndr), perdendo le speranze di entrare nelle prime cinque. Volevo riscattarmi ed insieme alla squadra avevamo pianificato un attacco in una delle frazioni di montagna. Sapevamo che una fuga poteva arrivare e ho temuto di non farcela quando il gruppo ha iniziato a guadagnare, riprendendo tutte le mie ex compagne di avventura. Ho rischiato, ho resistito e ho rilanciato nei pezzi più duri. Avevo ancora gambe buone. E’ stato come giocare al computer ma è stata la vittoria di tutte noi. Una gioia per la nostra squadra».

«Sono molto contenta di questo secondo posto nella generale – ha dichiarato invece orgogliosamente Juliette a Olbia lo scorso 10 luglio – se me lo avessero detto prima della partenza, sarei rimasta sorpresa perché avevo dubbi sulla mia condizione, anche se nessuno all’interno del team aveva dubitato su di me. Non è solo un piazzamento mio, ma di tutta la squadra, che ha fatto un lavoro davvero fantastico. Ringrazio tutti per questo risultato, anche le persone che solitamente stanno al nostro quartier generale».

Vista da Francesca e Eleonora

Malgrado abbia sofferto nuovamente il caldo nella prima tappa, al Tour Femmes Labous ha saputo recuperare il terreno perso, soprattutto nelle ultime due giornate. Ha chiuso al quinto posto nella generale (il podio le è sfuggito per quarantanove secondi), dopo il quarto registrato nel 2022. Risultati che la certificano come leader per classiche e gare a tappe. Una leader a cui tutti vogliono bene come testimoniano al telefono le sue compagne Francesca Barale ed Eleonora Ciabocco.

«Juliette ed io – ci racconta Barale, alla DSM dall’anno scorso – abbiamo iniziato ad essere un po’ più vicine da questa stagione. Sapendo che avrei fatto diversi ritiri con lei a Tenerife, hanno iniziato a metterci in camera assieme, cosa che non era mai capitata prima. Ho iniziato a vedere com’è da più vicino. Lei mi è sempre piaciuta tanto perché è una molto tranquilla. Se hai bisogno le puoi chiedere qualsiasi cosa. Considerando i risultati che ha fatto, non ho mai avuto paura a farle domande perché è sempre stata estremamente disponibile.

Ogni giorno la sua routine

«Ha un bel carattere – prosegue Barale – personalmente la rispetto tanto anche per questo suo bel modo di porsi. Credo che nella nostra squadra pensino la stessa cosa. Juliette è molto metodica. Tutti i giorni ha la sua routine, con il suo ordine. In testa ha sempre ben presente tutto quello che deve fare. E se qualcosa va un po’ storto, lo gradisce poco (sorride, ndr). Anche in corsa valgono le stesse cose più o meno. Ti sa guidare bene o quando ha bisogno ti chiama con calma e senza agitarsi. In gara non è stressata e sa tenere le posizioni. Soprattutto sa quando muoversi e legge molto bene la corsa. La ammiro tanto per queste caratteristiche che spero di avere anch’io un giorno».

«Con Juliette ho un bel rapporto – dice Ciabocco – come con tutte le compagne. Lei in gara è un ottimo capitano. Non è una che ha pressioni. Ti trasmette molta tranquillità e grazie a questo anche noi possiamo correre bene. Fuori dalla bici è una ragazza con cui si sta bene. E’ la prima che scherza o che canta se capita l’occasione. Sono stata in camera con lei due volte, di cui una alla Freccia Vallone. La sera prima, ad esempio, ci siamo ritrovate a guardare dei programmi leggeri. Per farvi capire quanto sia serena e rilassata prima delle gare. Oppure alle Strade Bianche ricordo che Juliette mi aveva scritto scusandosi perché non si era sentita bene e avrebbe voluto fare di più. Questo invece per capire la sua umiltà.

Barale e Ciabocco hanno un bel rapporto con Labous, sempre disponibile a dare consigli in gara e brava a fare gruppo
Barale e Ciabocco hanno un bel rapporto con Labous, sempre disponibile a dare consigli in gara e brava a fare gruppo

Leader alla DSM

«Al primo ritiro – ricorda Ciabocco e conclude – arrivai con un giorno di ritardo perché mi avevano cancellato il volo e Juliette fu la prima che venne a parlarmi. Mi tranquillizzò riguardo all’inglese e mi introdusse alle altre compagne. Anzi, quando era uscita la notizia del mio ingaggio alla DSM mi avevano scritto subito sia Charlotte (Kool, ndr) che lei dicendosi felici del mio arrivo. Pur avendo solo 24 anni, è una delle più grandi della squadra. E’ sempre la prima che ti fa i complimenti se hai fatto bene il tuo lavoro. Per ora non mi ha mai criticato nulla, né in gara né fuori, ma è una ragazza che è sempre pronta a darti consigli. Dopo i meeting pre-gara non ci mette ansia. Se non riusciamo a darle una mano in corsa, preferisce che glielo si dica e fa da sola. E’ bravissima, fantastica».