Roberto Ruini è il fondatore di Pulse Media Group che con la sua PMG Sport/Starlight ha portato ieri fino all’ultimo traguardo di Cormons il Giro d’Italia Donne. Non si trattava di una sfida scontata, avendo ricevuto l’assegnazione a febbraio, quando il gruppo di Giuseppe Rivolta aveva già disegnato il percorso e tempo per intervenire ce n’era indubbiamente poco. Eppure, al netto di alcune imperfezioni tipiche di ogni prima volta, la macchina ha funzionato e si possono ora gettare le basi per la prossima edizione.
Ruini non ha voluto dire nulla fino a che tutto non si fosse concluso, per cui questa chiacchierata si è svolta ieri dopo la tappa finale, mentre la carovana riguadagnava la strada di casa, con il fruscio dell’autostrada che annunciava la partita dell’Italia a Wembley.
Soddisfatto di come è andata?
Sono contento perché tante cose che abbiamo cercato di inserire e trasformare alla fine si sono ben incastrate e hanno dato un buon prodotto finale. Sono contento anche perché le ragazze dei team hanno espresso il desiderio di tornare e questo è stato la conferma che potremo costruire ancora una buona gara.
Avete ereditato un percorso già fatto…
Un percorso con alcune eccellenze, come ad esempio la tappa di Milano (il Giro è partito da Piazza Affari, è transitato in Duomo e ha percorso vie iconografiche, ndr), che è stata faticosa, ma ci ha dato tanto prestigio, incassando anche l’apprezzamento dei Presidenti di Giuria. Ma certo non ci fermiamo qui. Vorrei migliorare le possibilità di crescita, creando le possibilità di avere logistica e accoglienza adeguate a un evento come questo, che aiutino a dargli la visibilità che merita. Abbiamo esigenze che vanno oltre il dato tecnico, vogliamo costruire attorno alla corsa un evento che porti pubblico, televisione, la possibilità di accogliere ospiti…
Siamo bravi a organizzare gare, un po’ meno a proporle?
Saper comunicare è fondamentale. Questo Giro d’Italia Donne è stato distribuito in 160 Paesi del mondo, vogliamo dimostrare di poter fare meglio. Ribadisco: creare un evento attorno alla gara. Le ragazze si sono impegnate al massimo, hanno dato tutto, meritano un evento all’altezza del loro impegno. Dobbiamo pensare in questi termini, non vedo alternative.
Finora il vostro impegno si era limitato alla produzione televisiva, perché questo scatto ulteriore?
Negli ultimi cinque anni abbiamo prodotto immagini di gara per quasi 10.000 ore, ma il desiderio di spostarci sul fronte organizzativo nasce dalla volontà di integrare comunicazione e corsa, che penso sia quello che serve per dare un prodotto finale migliore.
Fra quanto metterete mano all’edizione 2022?
Già in questi giorni nella mia testa frullavano parecchie idee, ma diciamo che voglio mettere a verifica un primo percorso per i primi di settembre. Per verificare i territori, le Istituzioni, i rapporti. L’idea è quella di portare una gara che abbia attorno qualcosa di importante da offrire. E’ un’impostazione obbligata, per ottenere supporto e smuovere interessi diversi.
Tanti sindaci presenti ogni giorno: per la loro foto, le ragazze sono spesso restate troppo a lungo al sole La ripaertura post Covid ha fatto sì che ci sia stato sempre tanto pubblico
Dal prossimo anno il Giro donne torna nel WorldTour?
Ne era stato escluso per l’assenza della diretta e per altri piccoli motivi, ma già nel prossimo calendario è tornato al posto che gli compete. Mancava la verifica di questa esperienza, ma credo che alla fine rafforzerà la decisione. Sul fronte televisivo, il prossimo anno ci sarà qualche sorpresa anche più grande. Mi riservo qualche cartuccia per l’autunno per il prodotto televisivo che ho in mente di costruire.
Nello staff abbiamo riconosciuto parecchi volti del gruppo di Rivolta: andrete avanti unendo le forze?
In alcuni ruoli che comportano delle responsabilità chiave, abbiamo selezionato una squadra con delle professionalità necessarie ai compiti che hanno dovuto svolgere. I volontari sono una risorsa importante, credo nella storia di queste persone che hanno messo in moto il progetto quando nessuno ci credeva. Vanno rispettati.
Nei giorni scorsi sono venuti in visita i francesi che dal 2022 dovranno organizzare il Tour de France Donne.
Uno scambio di grande rispetto. Siamo società ovviamente molto diverse. Loro sono venuti qua e hanno invitato me da loro. Per ora non c’è altro. Torno a casa soddisfatto per il gradimento espresso dalle atlete. E con tante idee da mettere in moto. E se avete qualche osservazione, tiratela pure fuori. Sono aperto alle correzioni e non sono permaloso…