In questo primo grosso scorcio di stagione del ciclocross al Nord c’è anche un pizzico d’Italia. E c’è per merito di Francesca Baroni. La toscana sta di fatto disputando l’intero “inverno del fango” in Belgio. I suoi impegni principali sono infatti la Coppa del mondo e il Superprestige.
Anche domenica in Coppa è giunta 16ª e il giorno prima aveva corso il Superprestige di Merksplas, in cui aveva colto un buon 12° posto. Solo in questa stagione il tabellino di Francesca segna due vittorie, Tarvisio e Dusseldorf, e altri tre podi.
A casa di Van Aert
Ma certo la Coppa e il Superprestige sono un’altra cosa. Combattente, determinata, mai doma, Baroni si sta difendendo alla grande in mezzo a leonesse del calibro Pieterse, Alvarado, Brand e un livello medio molto alto.
«Ho preso una casa a Oevel – racconta Francesca – a una decina di chilometri da Herentals, non lontano da Van Aert, ma non l’ho mai incontrato. Mi piacerebbe molto, così gli chiederei di fare almeno una foto!
«Ho scelto quella zona perché è davvero comoda: in un’ora, massimo due, di auto sei davvero dappertutto. E questo mi consente di fare tutto in giornata. Senza contare che posso allenarmi a Lichtaart: il vero paradiso del ciclocross. Lì ci sono dei percorsi veramente molto belli e tecnici».
Non è facile a 24 anni stare da sola. Cucinare, lavare e soprattutto stare per molte ore in solitudine appunto. In più Francesca, al contrario di tante atlete, non fa la spola con l’Italia: resta fissa in Belgio anche nel mezzo della settimana.
«Sono arrivata a settembre – prosegue – e ci starò fino a febbraio, quindi farò la stagione totale. Ad ottobre sono tornata a casa una settimana, in quanto qui non c’erano gare. Ne ho approfittato per respirare un po’ di aria toscana!
«Rientrerò in Italia per la classica di Fae’ Di Oderzo (il cross Del Ponte, ndr) e per la prova di Coppa del mondo in Val di Sole. Poi tornerò di nuovo qui e scenderò per il campionato italiano di Cremona».
Rendimento costante
Una lunga serie di piazzamenti ha costellato la stagione dell’atleta della Hubo-Remotive. Oltre a quelli citati, Francesca ha ottenuto diverse top cinque e top dieci. E anche nelle giornate in cui noi l’abbiamo vista in azione, Niel e Dendermonde, non è andata male. Specialmente a Niel. Ma quel che più conta è che mediamente i distacchi dalle vincitrici sono molto più ridotti rispetto allo scorso anno. Ricordiamo che Francesca è alla terza stagione fra le elite.
«In generale la stagione è iniziata benino – spiega Baroni – meglio dello scorso anno sicuramente, però non sono ancora dove vorrei essere. Devo lavorare tanto per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata. Nel complesso sono soddisfatta dai!».
Francesca preferisce non rivelare i suoi obiettivi. Ce lo ha detto in modo esplicito e ci può anche stare: un po’ è scaramanzia e un po’ è il non voler scoprire le carte, ma è chiaro che uno di questi obiettivi ha lo sfondo tricolore. Francesca vorrebbe tornare a vestire quella maglia di campionessa italiana che indossò da U23.
«Voglio fare il meglio ad ogni gara cui partecipo – spiega Baroni – e cercare di ottenere i risultati migliori possibili. Purtroppo non sono brava in partenza. Resto dietro e mi ritrovo a dover rimontare ogni volta. Poi recupero ma non è facile».
Partenze e testa
Ma su questo aspetto sta lavorando. Prima del via è una delle atlete che più si riscalda. E’ sempre concentratissima. Si vede che è consapevole di questo problema con lo start.
«Niel, per esempio, è stata una gara particolare – spiega Baroni – durissima, con un fango pesante. C’era tanto da spingere e tanto anche da fare a piedi. Fortunatamente ho colto una buona top 10. Su un percorso come quello, se hai una buona gamba riesci a recuperare, ma non sempre è così. In ogni caso la cosa principale resta la testa. Se non ha quella non vai da nessuna parte».
E la testa di Baroni sembra esserci, eccome. Quella che abbiamo visto in Belgio è senza dubbio una ragazza più matura. Super attenta per esempio all’integrazione pre e post gara, al riscaldamento, alla ricognizione. E anche con il suo team si vede che ha fatto un bel salto di qualità.
«Vorrei davvero ringraziare il mio team per il supporto top che mi dà ad ogni gara. Ho dei meccanici bravissimi e qui contano molto. In generale questa squadra non mi fa mai mancare nulla e il capo, Kris Alaerts, mi è sempre vicino, specialmente nei momenti più difficili».