Amadori: U23 da rivedere, ma Buratti poteva vincere

27.09.2022
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Due giorni dopo il mondiale degli under 23, nella notte più buia e umida vista a Bowral durante la nostra permanenza, nell’immensa stanza dei meccanici Marino Amadori vigilava affinché tutto il materiale degli under 23 venisse inscatolato a dovere. Era la classica serata da rompete le righe. Il mattino successivo, domenica, mentre i professionisti sarebbero usciti alle 7,30 per la loro corsa, tutti gli altri sarebbero andati in aeroporto per rientrare in Italia. E l’albergo si sarebbe svuotato.

Amadori certo: con la Vuelta Fedorov ha avuto un vantaggio, ma si vede che ci teneva
Amadori certo: con la Vuelta Fedorov ha avuto un vantaggio, ma si vede che ci teneva

Dritto dalla Vuelta

La corsa degli under 23 l’aveva vinta con forza da cavallo uno che di dilettante non ha più nulla. Evgenj Fedorov, kazako di 22 anni, che in tutto l’anno ha sempre corso nel WorldTour con l’Astana Qazaqstan Team e il mondiale l’ha preparato correndo la Vuelta. Si capisce che se questo è il livello in arrivo sulla categoria, il sistema italiano dei dilettanti inizia a scricchiolare. Non si tratta più di una distinzione di status professionale, ma di suddivisione per fasce di età. E’ così da anni ormai e da anni ogni volta si scatenano discussioni infinite, che nascondono quella che per ora è la verità dei fatti. I dilettanti all’italiana restano un valore aggiunto, ma rischiano di restare sempre più ai margini della scena internazionale. Ce li abbiamo solo noi, facciamone un pregiato vivaio.

«Se andiamo un po’ indietro – annuisce Amadori – c’era la regola per cui chi aveva fatto gare WorldTour non poteva fare il campionato del mondo U23. Invece da un po’ hanno tolto anche quello e comanda l’età. Ne abbiamo parlato un po’ anche con Amadio e col presidente, per capire anche noi come ci dobbiamo orientare».

Buratti, l’azzurro più brillante (per Amadori poteva vincere), tra Marcellusi e Parisini, in difficoltà per tutta la gara
Buratti, l’azzurro più brillante, tra Marcellusi e Parisini, in difficoltà per tutta la gara
Diciamo che con gli uomini giusti e la giusta programmazione si può lottare ancora?

Nel 2019 abbiamo vinto con Battistella, che era in una continental. Nel 2021 Baroncini, continental anche lui. Però il problema è che ogni anno la forbice si allarga, ne vengono sempre di più dal mondo dei pro’. Non c’era solo Fedorov ad aver fatto la Vuelta, anche altri della Spagna. Lo sapete che gamba dà una corsa di tre settimane, in confronto a noi che abbiamo fatto il Giro delle Puglie? C’è un po’ di differenza (sorride, ndr). Preparando in questo modo un avvenimento del genere, è normale che Fedorov sia stato così superiore. Ha fatto qualcosa di grande, perché se guardiamo la corsa, negli ultimi 4-5 giri andava in tutte le fughe. Saltava da una all’altra, da solo. Ha fatto delle azioni, da cui si vedeva che aveva un’altra gamba, un altro livello. 

La strada è segnata?

Il livello sta crescendo, ci sono sempre più difficoltà. In tutto questo però, facciamo una premessa: non è che portiamo un WorldTour e vinciamo il mondiale. Non è così, perché ad esempio Kooij che per me era il favoritissimo ha fatto un bel quinto posto, ma lì si è fermato. 

In Italia ci sono corridori U23 nel WorldTour…

Devi trovare chi è motivato e chi sente l’avvenimento, perché se devi portare uno tirandolo per la giacchetta, perché faccia il Tour de l’Avenir e poi il mondiale, allora non serve. Io ammiro questo ragazzo kazako, si vede che lo sentiva proprio tanto.

E se non li troviamo, cosa si fa?

Io ritengo se hai un’annata di corridori buoni e programmi e prepari il mondiale, puoi lo stesso fare risultato. Certo se adesso cominciano ad arrivare quelli che fanno la Vuelta, che finisce una decina di giorni prima, escono veramente con una grossa condizione. Se però trovi il corridore talentuoso e programmi bene, come abbiamo fatto ad esempio con Baroncini, te la cavi lo stesso. E non solo lui, perché abbiamo fatto quarti con Gazzoli e settimi con Colnaghi. Avevamo dei corridori di un certo livello e anche quelli che avevamo quest’anno potevano fare bene.

Cosa è successo invece?

Purtroppo siamo incappati in una giornata particolare. Come meteo, una delle più brutte di questo mondiale. E poi un insieme di cose, comprese la prova non eccelsa di alcuni. Abbiamo un po’ sofferto, però credo che si possa fare bene e andare avanti ancora con i corridori delle continental. Con i dilettanti si farà sempre più fatica, quello sicuramente.

Perché?

Perché purtroppo già nelle continental non fanno una grossa attività internazionale. Però con la nazionale, bene o male, abbiamo sempre dato una mano. Corse di professionisti, attività all’estero e Coppa delle Nazioni. E aggiungo una cosa di cui ho già parlato sia con il Presidente sia con Roberto Amadio. Come nazionale, più che le gare con i professionisti, vorrei cominciare a fare un’attività internazionale under 23. Andare su in Belgio, in Francia, in Olanda a fare quelle corse a tappe che fanno un po’ tutte le altre squadre. Vorrei cominciare a fare un programma diverso, cioè un calendario diverso anche con la nazionale under 23, proprio per dare un sostegno alle continental che fanno fatica a fare certe corse. Questo è un progetto che abbiamo messo in essere, vediamo un po’ se ci riusciamo.

Milesi ha corso la crono, ma su strada è andato anche meglio. Amadori sottolinea la sua prova
Milesi ha corso la crono, ma su strada è andato anche meglio. Amadori sottolinea la sua prova
Cosa si può dire della squadra di Wollongong?

I ragazzi non sono delle macchine, non è che uno si sveglia la mattina, mette in moto e va. Alcuni hanno sofferto, probabilmente la giornata, il clima e l’andatura. Siamo partiti fortissimo, nei primi due giri viaggiavamo ai 44 di media. Quindi per me hanno sofferto la partenza molto agguerrita della Germania che voleva portare via la fuga.

Ne avevi già parlato, dei tedeschi…

Infatti avevo messo due corridori per curare la Germania, ma purtroppo non sono riusciti ad andarci. Mentre tornavamo in hotel, questa cosa mi ha infastidito e gli ho chiesto come mai non fossero entrati. E mi hanno risposto, semplicemente allargando le braccia, dicendo che non avevano avuto le gambe per farlo. Capita, purtroppo. Alcuni invece non hanno reso per il loro valore. Posso dire che Milesi ha fatto una bellissima gara, anche se lui è istintivo e senza radioline corre come gli viene.

Ecco il momento in cui Buratti alza la mano per segnalare di aver bucato: rientrare sarà molto faticoso
Ecco il momento in cui Buratti alza la mano per segnalare di aver bucato: rientrare sarà molto faticoso
Invece Buratti?

Purtroppo Buratti ha avuto un grosso problema con una ruota, ha inseguito per un giro. Ha bucato, abbiamo messo sotto la ruota, ma ha avuto un altro problema. Si è fermato ancora e ha cambiato la bicicletta, poi ha inseguito per un giro tra le ammiraglie. Queste sono energie che non ti dà più indietro nessuno. I 200 metri che gli son mancati sull’ultima salita sono stati per tutto quell’inseguire. Perché sennò scommetto che sarebbe arrivato davanti e se la giocava. E se ha questi problemi il tuo uomo di punta, quello che ha la condizione migliore, è chiaro che il risultato non arriva.

Gli altri?

Anche De Pretto ha fatto una bellissima gara, mentre i due che sono stati un po’ al di sotto sono Parisini e Marcellusi. Anche loro si aspettavano di più, sono i primi ad esserne usciti delusi e questo dice che sono bravi ragazzi. Pensate che avevamo studiato di fare come la Van Vleuten. Quell’azione l’avevamo progettata a tavolino, ci eravamo detti che se fossimo arrivati in 20-30 corridori e dentro c’era un paio dei nostri, avremmo fatto quell’azione. Ho detto ai ragazzi di approfittare dello sciacquone prima dell’ultimo chilometro oppure di uno strappo. Uno parte, gli altri si allargano e si va all’arrivo

Tiberi ha corso la Vuelta, ma la Trek non avrebbe risposto alla chiamata di Amadori
Tiberi ha corso la Vuelta, ma la Trek non avrebbe risposto alla chiamata di Amadori
Tornando alle WorldTour, perché non portare Tiberi?

Alla Coppi e Bartali eravamo in albergo con quelli della Trek-Segafredo. C’erano lì Baffi e Slongo. Gli ho detto che avevo pensato a Tiberi per il Tour de l’Avenir e il mondiale. Mi hanno risposto che avevano pensato di fargli fare la Vuelta, quindi l’Avenir non si poteva. A quel punto non ho neanche più pensato di proporgli il mondiale, perché avevo percepito che anche come squadra non fossero troppo interessati. Faccio fatica a coinvolgere i professional, figurarsi con le WorldTour. Quest’anno ho provato con Zambanini, per portarlo anche al Tour de l’Avenir, come pure ho parlato con Milan, però ho visto subito che non c’era interesse.

Porta chiusa?

Mi auguro che la vittoria di Fedorov faccia riflettere le squadre WorldTour. Per i loro ragazzi più giovani è la possibilità di fare un’esperienza importante. Perché un mondiale è sempre un mondiale, un’esperienza che vivi. Respiri questo clima che ti può essere utile un domani che vai nella nazionale maggiore. Ai ragazzi ho detto che questo è un passaggio, ma il loro fine è arrivare tra i professionisti. E a maggior ragione, se a un ragazzo si propone di fare un’esperienza del genere, vivere 7-8 giorni qua con dei professionisti, penso sia una cosa positiva.