Poche ore al via della cronometro thrilling che deciderà il Giro d’Italia. Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart partono alla pari. Appena 86 centesimi li dividono. Un nulla. L’approccio può essere decisivo. E ne parliamo con Marco Velo, che alle 9 stamattina era già sul percorso di gara per verificarne la sicurezza e che tutto fosse a posto.
Marco, ci siamo…
Alle 10:45 è scattata la prova percorso che durerà fino alle 12:30. Pertanto bisognava controllare tutti i 15,7 chilometri da Cernusco a Piazza Duomo, Milano.
Che percorso sarà?
Sarà molto veloce. Ci sono poche curve e solo negli ultimissimi metri, 200 non di più, ci sarà un tratto di lastricato. E’ una crono da Filippo Ganna. A parte il fatto che di questi tempi sono tutte crono da Ganna! Immagino una media tra i 55 e i 57 orari. Si potranno spingere rapporti lunghi.
Come vive un corridori questi momenti?
Ci sono due modi: chi punta alla tappa e chi alla generale. L’approccio è lo stesso: spingere al massimo. Semmai cambia la pressione. Per chi punta ad andare forte lo schema è questo. Ricognizione, pranzo, riscaldamento e gara. Il pranzo avviene tre ore e mezza, forse anche quattro, prima del via. Oggi è fondamentale partire con lo stomaco completamente sgombro. Con uno sforzo così intenso e violento dei essere pronto. Durerà circa 17′: deve essere tutto subito al massimo. Per questo ritengo che la fase più importante sia il riscaldamento.
Cosa succede in quella fase?
Proprio perché bisogna essere super pronti, sarà più lungo e intenso rispetto ad una cronometro lunga. Quindi faranno 30-40 minuti con delle puntate alla soglia. I battiti non saliranno molto, perché a fine Giro si hanno 10-15 pulsazioni in meno a parità di sforzo. Faranno affidamento ai wattaggi. Tra il riscaldamento e il via assumeranno degli zuccheri, un gel, e non credo portino la borraccia. Semmai solo un po’ d’acqua. Ma in 17′ di sforzo e con temperature buone non hanno bisogno di acqua, né andranno incontro a rischio disidratazione.
Sfida tesissima tra Hindley e Geoghegan Hart: chi vince?
Chi ha più condizione. L’essere portati a questa specialità conta fino ad un certo punto. Spesso a fine Giro ci sono state crono a sorpresa. Guardiamo quello che è successo al Tour. Doveva vincere Roglic eppure Pogacar ha fatto l’impresa. Su carta Tao è favorito. Ma questa incertezza è il bello del ciclismo e di questo Giro.
La sulla rampa di lancio la pressione sarà altissima: è la chiave di questa crono?
Conta moltissimo. E questi ragazzi oggi, rispetto a molti anni fa, con i social che amplificano tutto, rischiano di avere molta pressione. Devono essere bravi loro a restare tranquilli e concentrati, ma anche chi li gestisce deve aiutarli.
Beh detta così Tao ha già vinto. La Ineos è una corazzata su tutto ed è abituata a queste situazioni. Tu che li hai visti dalla moto per 20 tappe che giudizio dai di loro due?
Mi sembrano equivalenti. Hindley, soprattutto dopo ieri, mi sembra meno sicuro di Tao. Ieri per esempio io ci avrei provato con più convinzione. Tao invece mi sembra più deciso, forse è merito della sua squadra e anche della presenza di Dennis. Entrambi se ci si pensa, hanno una storia simile in questo Giro. Tao era per qui per Thomas e se ci fosse stato lui non sarebbe stato a giocarsi la maglia rosa, né avrebbe vinto due tappe. E lo stesso vale per Jai con il suo capitano Kelderman che si è “perso”. Non dico che si giocano la carriera ma una bella fetta sì.
Tao potrà avere dei feedback importanti da specialisti come Ganna e Dennis: saranno utili o possono essere fuorvianti proprio perché sono “troppo” cronoman?
No, no… I feedback di Gente come Ganna saranno importantissimi. Se non fondamentali. Pippo dovrebbe attestarsi sui 490 watt di crociera, me lo ha detto ieri sera Cioni. Quando hai uno che fa la crono così, che affronta le curve e i vari segmenti con quelle velocità può aiutarti tantissimo. Senza contare che i direttori sportivi che li seguiranno in ammiraglia saranno gli stessi che saranno con Tao. Ogni loro errore o imprecisione magari amplificato, fatte le debite proporzioni, può aiutare Geoghegan Hart. Anche io ai tempi della Mercatone davo delle dritte a Pantani.