Savini è cresciuto e adesso vuole vincere

Giada Gambino
23.03.2021
5 min
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«Nella carriera di uno sportivo ci sono tanti momenti bui ed è importante avere la famiglia o, come nel mio caso, la mia ragazza, pronti a tendermi la mano per rialzarmi».

Così, ci aveva detto Daniel Savini qualche giorno prima di dover affrontare proprio uno di quei momenti difficili. Infatti, a causa di una caduta in allenamento pre Milano-Sanremo, l’emiliano ha accusato un problema al ginocchio che non gli ha consentito di prendere il via. Daniel, però, oltre ad avere il sostegno delle persone che ama, è sempre stato forte e determinato e, soprattutto, ha sempre fatto del ciclismo la sua vita. Compirà 24 anni a settembre, è nato a Reggio Emilia come la famiglia Reverberi ma vive a Massa, è professionista dal 2018 e non ricorda neppure come abbia iniziato ad andare in bici, dal momento che è salito in sella da piccolissimo. 

La 4ª stagione da pro’ di Daniel Savini è iniziata a Benidorm
La 4ª stagione da pro’ di Daniel Savini è iniziata a Benidorm
La vittoria nelle categorie giovanili più bella ? 

La “Liberazione città di Massa” nel 2014. Era la gara di casa, quella che vedevo quando ero bambino e ammiravo. E’ stata la mia prima vittoria da junior, la più emozionante, mi ha sicuramente dato la giusta carica per gli anni a venire. 

Com’era il percorso? 

Mosso, non c’era chissà quale salita. Essendo junior comunque era abbastanza duro. Nulla a che vedere, però, con i duri percorsi che ho fatto una volta diventato professionista. 

Quando hai capito che la salita fosse il tuo terreno?

Sinceramente… devo ancora capirlo (ride, ndr). Sono tantissimi anni che vado in bici e mi sto ancora scoprendo, anno dopo anno noto nuovi aspetti di me. La salita è ciò che mi ha dato più soddisfazione, sicuramente non sono un velocista. 

Nel 2014, Savini vince da junior la Liberazione Città di Massa
Nel 2014, Savini vince da junior la Liberazione Città di Massa
Un passista? 

Probabile! Nelle categorie giovanili venivo considerato tale: attaccavo da lontano quando ancora mancavano tanti chilometri, andavo bene in salita e anche in discesa. Le salite che però si adattano maggiormente a me sono quelle più corte ed esplosive. 

Una volta diventato professionista cosa hai notato di diverso? 

C’è più tatticismo rispetto alle categorie giovanili, è veramente un lavoro di squadra. Ricordo quando feci la prima gara tra i professionisti. Il gruppo andava a tutta, spingevo tantissimo, invece improvvisamente sentii un cambio repentino di ritmo. Inizialmente non avevo ben capito cosa fosse successo, poi mi è stato più chiaro… Stavano facendo andare via la fuga e per farlo avevano rallentato davvero tanto, è stata una strana sensazione. 

Rendi in gara tanto quanto negli allenamenti? 

Rendo più quando ho motivazione, quando sono in gara, quando ho tanta adrenalina che mi scorre nelle vene. La gente a bordo strada fa la sua parte, ti carica, è tutto più bello. 

Savini è passato professionista nel 2018 alla Bardiani dalla Maltinti
Savini è passato professionista alla Bardiani dalla Maltinti
Dal 2018 con la Bardiani…

Mi ha dato tanto questo team. Sono passato professionista con loro quando ero molto giovane, mi hanno lasciato il tempo di maturare e questo è stato molto importante. Sono sempre stato seguito e hanno sempre creduto in me. Mi hanno fatto fare gare di un certo livello, un’esperienza molto importante. Sono contento di essere ancora con loro, è un ambiente familiare e molto tranquillo. Quest’anno poi… con corridori d’esperienza come Visconti e Battaglin ricevo giornalmente aiuti e consigli preziosi, serviva davvero avere in squadra due figure del genere. 

Giovanni Visconti…

L’ho conosciuto in questi ultimi quattro mesi, siamo stati anche compagni di camera. E’ uno dei corridori più determinati che conosca: non trova mai scuse, ha sempre qualcosa da dare in più. E’ un grande esempio da seguire. E’ molto preso dal fatto di seguirci, farci crescere, aiutarci e consigliarci. Mi sarebbe piaciuto averlo in squadra già da qualche anno. L’ho sempre ammirato, è una persona vera e umile. Lo definirei la “mamma chioccia” (ride, ndr).

I buoni risultati della Bardiani all’Istrian Spring Trophy.  

Oltre alla vittoria e al podio finale di Zana, questa gara ha dimostrato che lavorando bene e uniti possiamo ottenere grandi cose. Eravamo tutti disposti a sacrificarci per il compagno di turno. Sicuramente ci servirà per affrontare con il giusto morale anche le prossime gare. E’ molto importante saper correre uniti, questa è la vera essenza di una squadra e se continuiamo così potremo solo eccellere. 

Un Savini spesso in fuga. Qui alla Tirreno 2020
Un Savini spesso in fuga. Qui alla Tirreno 2020
La classifica di miglior scalatore… 

Non era qualcosa a cui miravo. Il primo giorno mi sono ritrovato in fuga quasi involontariamente e una volta che ero lì ho provato a fare la mia corsa. Mi sono accorto che la gamba girava bene e mi ha consentito di vincere il Gpm che mi ha fatto avere quella maglia verde, che ho poi perso il giorno dopo e riconquistato l’ultimo giorno per un punto, più per orgoglio! La sentivo mia e la volevo, è stata inaspettata e piacevole

L’obiettivo principale di questa stagione? 

Portare a casa una vittoria, che sia una tappa o una gara di un giorno. Naturalmente c’è anche il sogno di partecipare al Giro d’Italia e vincere una tappa.