Neanche il tempo di prendere il via alla Vuelta che già su tutti i media compariva la notizia del nuovo cambio di casacca per Wilco Kelderman (in apertura accanto a Hindley), che dopo neanche due stagioni passate alla Bora Hansgrohe approda alla Jumbo Visma di Roglic e Vingegaard. Per il 31enne olandese si tratta del settimo cambio di squadra e considerando il roster della formazione olandese, potrebbe anche significare un cambio nel suo ruolo, non più come punta ma come luogotenente di lusso.
Suonano quasi beffarde a questo punto le dichiarazioni rilasciate da Kelderman alla vigilia della Vuelta: «Siamo una squadra con 3 capitani (oltre a lui il vincitore del Giro Hindley e Higuita, ndr), si deciderà alla fine chi comanda, chi starà meglio nella terza settimana. Io di regola sono sempre andato in crescendo, so di essere bravo e mi sento pienamente a posto in bici, poi dipenderà dalla gara».
Top 5 in tutti i grandi Giri
La storia di Kelderman è per certi versi singolare. Ha corso ben 13 grandi Giri e il suo bilancio non è neanche malvagio: 6 presenze nella top 10 con il 3° posto al Giro d’Italia 2020 come miglior risultato, ma è entrato nei primi 5 anche nelle altre due prove, in quanti possono dire la stessa cosa? Eppure la sua figura è associata a quella di un’eterna promessa mai sbocciata. Un buon piazzato, sì, ma mai realmente candidato alla vittoria. Eppure le caratteristiche ci sono tutte, considerando le sue capacità a cronometro e la sua tenuta su qualsiasi tipo di salita.
Curiosamente, proprio quel podio conquistato al Giro è stato una sorta di crocevia per l’olandese. In quell’edizione della corsa rosa, Kelderman era il capitano della Sunweb, ma assistette alla crescita esponenziale di Hindley, arrivato a giocarsi la corsa all’ultima tappa con Tao Geoghegan Hart. Quanto avvenne però al Sestriere ha lasciato sempre molte perplessità: Kelderman era partito in rosa, con Hart (Ineos) e Hindley a 15”. Dietro i continui attacchi della formazione rivale, la Sunweb decise di appoggiare più Hindley, lasciando che Kelderman venisse staccato.
Un nemico in casa?
Hindley si ritrovò alla sera a pari merito con Geoghegan Hart, ma la cronometro finale gli era contraria a differenza di Kelderman, che infatti il giorno dopo avrebbe fatto meglio del britannico. Molti sussurrarono che la Sunweb avrebbe deciso di appoggiare Hindley sapendo già dell’addio imminente di Kelderman, visto quasi come un ospite indesiderato. Certamente però quell’episodio segnò l’evoluzione della carriera dell’olandese, che un anno dopo si sarebbe ritrovato in compagnia proprio di Hindley.
Al Giro d’Italia di quest’anno troppa è stata la differenza di rendimento fra i due, Kelderman molto presto si è dovuto piegare alle esigenze della squadra e supportare il compagno, ma almeno questa volta non ci sono state polemiche. Ora però Wilco corre nuovamente a parità di grado con l’australiano, ma con in tasca il passaporto per un altro team: la Bora-Hansgrohe gestirà la cosa in maniera diversa?
Luogotenente di lusso
E’ anche vero che l’olandese vuole monetizzare il più possibile l’ultima parte di carriera, sapendo forse che contro i super talenti di oggi difficilmente troverà posto sul gradino più alto del podio. La Jumbo Visma aveva bisogno di una figura di riferimento in appoggio ai suoi big, Kelderman può ricoprire il ruolo anche se non gli è propriamente calzante. D’altronde tanti sono stati nella storia i corridori che, dopo lunghi tentativi di emergere in un grande Giro hanno trovato la loro più adatta collocazione al fianco di un altro capitano, ultimo esempio Rafal Majka con Pogacar.
Kelderman però a questo epilogo non vuole ancora piegarsi, conta di dare un ultimo colpo alla botte. Si è preparato con scrupolo dopo la corsa rosa e il Delfinato, una breve pausa e poi tre settimane per ricaricare le batterie a Park City nello Utah, con la sua famiglia. Una famiglia di ciclisti considerando che la moglie, Rebecca Talen era stata professionista fino al 2014 alla Rabobank prima di dedicarsi alla crescita del figlio. Si è allenato cercando di riannusare le sensazioni di gioventù, tornando addirittura con i suoi team delle categorie minori, WV Eenland e UWTC De Volharding. I ragazzi erano al settimo cielo ritrovandolo fra loro, per Wilco è stato un utile recupero di vecchie sensazioni, avvicinandosi a una Vuelta dai significati più profondi che mai.
E se chiudesse col botto?
«Ho imparato che in 3 settimane può succedere di tutto – ha dichiarato a Cyclingtips – devi affrontare ogni giorno, ogni ora, ogni chilometro senza essere nervoso. Puoi anche perdere alla fine 15 secondi, ma quel che conta è risparmiare energie e colpire quando conta davvero. Ogni grande Giro ti accresce e ti migliora, ti insegna qualcosa del tuo corpo, come mangiare, come bere, come coprirti. Bisogna però saperlo ascoltare.
«Io non mi sono mai arreso, neanche di fronte agli infortuni peggiori (si è rotto clavicole, vertebre, dita, ndr), ma se non avessi avuto passione, se avessi pensato che era solo un lavoro non sarei qui ora. So solo che quel che verrà sarà meglio». Lo sperano soprattutto quelli della Jumbo Visma, oggi avversari, domani datori di lavoro.