Intervista sul Garda, parlando del Giro con Fabbro

20.04.2023
5 min
Salva

Lennard Kamna ha vinto la terza tappa del Tour of the Alps, un’azione coordinata, della Bora Hansgrohe, in maniera perfetta, che ha portato ad una doppietta visto il secondo posto di Vlasov. Tra i corridori che si sono spesi per portare a casa questa vittoria di tappa c’è Matteo Fabbro. Il friulano ha aperto le danze alzando il ritmo quando di chilometri al traguardo ne mancavano ancora sei. Dopo l’arrivo chiede al massaggiatore chi abbia vinto, quando gli viene detto il nome di Kamna va via contento. 

Quattro parole in hotel

Con Fabbro siamo rimasti d’accordo che ci saremmo visti poco dopo in hotel, l’aria in cima al traguardo di San Valentino si stava facendo fredda. Meglio ripararsi e schizzare ai pullman per una doccia calda e rinviare l’intervista al tardo pomeriggio. La discesa che porta all’hotel Angelini, ad Arco, ad un certo punto apre uno scorcio sul Lago di Garda, azzurro ed illuminato dai pochi, ma caldi raggi di sole. 

«Per fortuna abbiamo vinto – dice con una risata il corridore della Bora – ne avevamo bisogno. E’ un successo importante, sia per noi come squadra che per i capitani, un modo per ricostruire un buon feeling in vista del Giro. Ora vedremo cosa succederà da qui alla fine, anche se le tappe più dure dovrebbero essere alle spalle. Kamna e Vlasov saranno i due capitani designati per il Giro d’Italia e ci siamo preparati duramente a Sierra Nevada. Siamo appena scesi dopo un paio di settimane di lavoro intenso, precedentemente, a fine febbraio, eravamo al Teide. Insomma, negli ultimi mesi ci siamo dati da fare».

Dopo il traguardo Fabbro si copre prima di scendere ai bus, l’aria in cima a San Valentino Brentonico è frizzante
Dopo il traguardo Fabbro si copre prima di scendere ai bus, l’aria in cima a San Valentino Brentonico è frizzante

Tanti occhi addosso

L’anno scorso la Bora-Hansgrohe ha vinto la corsa rosa in sordina, senza i favori del pronostico. In questa edizione non saranno di certo sottovalutati, questo i corridori lo sanno bene. 

«Vincere non è facile, ripetersi è ancora più difficile – afferma Fabbro – partiamo con due capitani designati: Kamna e Vlasov. Nel 2022 erano in tre, alla fine è uscito Jay Hindley, che se vogliamo era l’ultimo dei capitani. Quest’anno sarà un Giro diverso, con tanti chilometri a cronometro, staremo un po’ a vedere. Nella prima settimana potremmo trovarci indietro, perché i nostri avversari, Roglic ed Evenepoel in primis, vanno forte nelle prove contro il tempo.

«Sarà l’ultima settimana quella davvero decisiva, e non farà sconti a nessuno. Sarà ancora più dura rispetto al 2020, e già quella era molto impegnativa. La cronoscalata alla penultima tappa potrebbe ribaltare ogni verdetto, anche un minuto di vantaggio rischia di non bastare. La salita che porta a Monte Lussari non l’ho ancora provata quest’anno, però essendo vicino a casa mia, in Friuli, ho avuto modo di farla qualche volta».

Il friulano si è messo a lavorare a metà salita, è in cerca della miglior condizione, ieri le sensazioni erano positive
Il friulano si è messo a lavorare a metà salita, è in cerca della miglior condizione

Prendere le misure

Già sull’arrivo di San Valentino Brentonico la Bora ha agito in forze per fare la corsa. Si sono messi a misurare la febbre ai propri avversari e anche a se stessi, per vedere a che punto fosse la condizione dopo il periodo di lavoro a Sierra Nevada. 

«Dal canto mio – racconta il friulano seduto nella hall dell’hotel – sono in un momento un po’ particolare. Nell’ultimo mese sto soffrendo di un’allergia che mi sta facendo faticare più del dovuto, ce l’ho da sempre, ma quest’anno mi è uscita particolarmente forte. La scorsa settimana sono stato al centro Redbull a Salisburgo per fare una serie di test. Oggi, finalmente stavo bene, ho deciso io di iniziare a lavorare presto perché non ero sicuro di quanto riuscissi a resistere in gruppo.

«Non sono ancora al massimo, spero di migliorare e di avere le risposte che cerco, anche dai test fatti. Al Giro mancano ancora due settimane, venerdì finiamo di correre e faremo degli allenamenti di rifinitura per presentarci al meglio il 6 maggio alla partenza da Fossacesia».

Fabbro ha definito Gasparotto un artista in ammiraglia: quali tattiche starà preparando il diesse in vista del Giro?
Fabbro ha definito Gasparotto un artista in ammiraglia: quali tattiche starà preparando il diesse in vista del Giro?

Tattiche e spunti

Nel 2022 la Bora iniziò a lavorare ai fianchi il gruppo dalla tappa di Torino: non fu un attacco evidente, ma efficace. Un modo per scalfire piano piano le certezze degli avversari, fin da lontano. 

«In queste due settimane tra il termine del Tour of the Alps ed il Giro d’Italia – conclude Fabbro – andremo a vedere qualche tappa. Probabilmente vedremo quelle nella zona di Brunico, ma potremmo fare la ricognizione in macchina. Nei mesi scorsi siamo stati a visionare la cronometro di Cesena e le Tre Cime di Lavaredo. Non abbiamo ancora deciso quale tappa potrà essere quella da battezzare. Anche perché in ammiraglia abbiamo un’artista come “Gaspa” (Enrico Gasparotto, ndr). Lui si sveglia la mattina e decide la tattica da fare. Sicuramente studieranno qualcosa, anche per attaccare gli squadroni come Soudal-Quick Step e Jumbo-Visma che si presenteranno agguerriti. Hanno dimostrato già dal Catalunya di essere forti, hanno letteralmente dominato la corsa spagnola.

«Noi arriviamo al Giro con due corridori, Vlasov e Kamna, che si difendono a cronometro e in salita sanno andare forte. L’anno scorso partivamo sfavoriti e abbiamo vinto, quest’anno staremo a vedere. Non saremo la squadra che tutti guardano, ma siamo attrezzati per fare bene. Per quanto riguarda il mio ruolo, posso dire che se starò bene farò il rifinitore, colui che starà con i capitani fino all’ultimo in salita, con il focus di arrivare il più fresco possibile all’ultima settimana».