De Marchi, come riesci ogni volta… a rialzarti?

16.09.2021
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Rialzarsi e ripartire ogni volta non è facile. E’ qualcosa che spetta solo ai grandi, a coloro che sono forti di carattere. Spetta a gente come Alessandro De Marchi. Dalle “rovine” del Giro d’Italia al titolo europeo nel team relay, al secondo posto di ieri al Giro di Toscana.
Il “Rosso di Buja” più volte nella sua carriera è stato costretto a ripartire dopo brutti incidenti. Ricordiamo per esempio quello del Tour 2019 e l’ultimo quello dopo la conquista della maglia rosa al Giro. In quel momento sembrava tutto rose e fiori per il Dema, invece è bastato un attimo, una caduta, e tutto è andato in frantumi. Risultato: ossa rotte e addio a Giro ed Olimpiadi.

Giro d’Italia 2021, Alessandro De Marchi è stato due giorni in rosa: il coronamento di un sogno
Giro d’Italia 2021, Alessandro de Marchi
Alessandro, ma come fai ogni volta a rialzarti?

Eh – sospira – alla base fondamentalmente c’è la passione. Senza di quella non ce la faresti. Passione e le persone giuste intorno.

Chi sono queste persone?

La famiglia, certo, ma ormai ho uno staff collaudato di due o tre figure, osteopati e fisioterapisti, che mi seguono da tempo e che mi danno una grossa mano.

Non una volta sola ti sei dovuto rialzare…

Esatto, quest’anno come nel 2019. Ormai ho un mio “protocollo” di recupero dalle botte. E so quello che serve per tornare in bici. Stavolta ho cercato di tornare subito alle corse anche se non ero al 100% perché la cosa che fa più male è stare proprio lontano dalle gare, per questo motivo sono voluto ripartire subito.

Le Olimpiadi e i mondiali soprattutto sono stati la tua spinta maggiore? I tuoi obiettivi?

In realtà tutto ciò avvenuto dopo, non avevo obiettivi così precisi. Semmai sapevo che c’era l’opportunità di poter prendere parte al team relay agli europei. Ecco, forse quello è stato l’obiettivo un po’ più concreto. L’obiettivo principale era tornare a stare bene in bicicletta.

Come hai progettato il tuo ritorno?

E’ stato fondamentale tirare giù un giusto programma di corse e credo che non andare alla Vuelta sia stata la scelta giusta. Forse sarebbe stato troppo. E’ una scelta che abbiamo preso in accordo con lo staff di tutta la squadra (La Israel Start-Up Nation, ndr).

Alessandro, sappiamo che eri uno tra i più papabili per andare a Tokyo. Come è stato vedere le Olimpiadi dalla TV?

Non è stato facile, ma per fortuna ero a correre e così non sono stato troppo impegnato con la testa. Ma è inutile pensarci. E poi è un qualcosa che non era sotto il mio controllo. A quel punto ci potevo fare ben poco.

Ieri al Toscana De Marchi è arrivato 2° dietro a Valgren (primo anche oggi alla Sabatini), ma azzeccando un bell’attacco nel finale
Ieri al Toscana De Marchi è arrivato 2° dietro a Valgren (primo anche oggi alla Sabatini), ma azzeccando un bell’attacco nel finale
Nuova maglia della squadra, poi quella rosa e adesso quella azzurra: è l’anno delle maglie?

Tra quella rosa e quella azzurra c’è differenza. Quella rosa è stato un riconoscimento, quella azzurra è più una responsabilità, un onore. In ogni caso sono dei simboli per quello che rappresentano. E per me hanno un significato particolare.

Sei ripartito, sei anche già andato forte come ieri al Giro di Toscana, ma non hai paura di poter cadere, di finire di nuovo nei guai?

Un po’ sì e cerco di non focalizzarmi troppo su questo pensiero. Così mi concentro su altro.

A proposito del Giro di Toscana che hai chiuso al secondo posto, cosa ci dici di ieri? Sei più soddisfatto o arrabbiato?

No, no… soddisfatto! Anche perché in salita non ero con i primi, sono riuscito a rientrare con Moscon. Ho azzeccato il momento nel finale e sono contento per aver preso la decisione giusta per fare quell’attacco. E’ importante infatti provarci sempre, mantenere il feeling con queste azioni a prescindere poi dal risultato finale.

Beh, riuscire a scappare via è sempre una bella sensazione…

Esatto, è importante “starci dentro” a queste cose. Come ho detto, non bisogna perdere il feeling con certe azioni e riuscire ad azzeccare il momento giusto.