BENIDORM (Spagna) – Occhiale con montatura dorata, una tranquillità quasi sudamericana cucita addosso, anche se europeo lo è fino in fondo, e una grinta che c’è, ma non si vede. Joao Almeida lo incontriamo a Benidorm, durante il media day della UAE Emirates e bastano poche frasi per capire che il 2026 può essere il suo anno. Una delle prime cose che ci dice il portoghese è che sarà lui il leader della squadra al prossimo Giro d’Italia. E’ quindi il suo il primo nome tra i big che puntano alla maglia rosa.
Almeida ormai è un atleta di vertice assoluto. Tolti due o tre fuoriclasse fuori scala, è lì, stabilmente, nel gruppo ristretto dei corridori da Grandi Giri. E soprattutto è in crescita. Una crescita lenta e costante, tipica di chi costruisce tutto con il lavoro. Non è il talento a cui arriva tutto dall’alto. Il podio alla Vuelta gli ha dato consapevolezza e fiducia. Ogni stagione ha aggiunto qualcosa. E al Giro che può giocarsi la sua grande occasione.


Verso il Giro
Almeida è uno molto concreto e soprattutto consapevole. Non si nasconde dietro frasi fatte quando parla del proprio livello rispetto a fenomeni come Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard o Remco Evenepoel. Sa dove si colloca e sa bene che il Giro d’Italia rappresenta uno snodo fondamentale della sua carriera.
«Il Giro sarà il mio grande obiettivo – racconta – sono contento di tornare. E’ una scelta che abbiamo preso con la squadra. Lo affronterò con l’idea di lottare per la corsa e provare a vincere. Poi parlare è facile, farlo è un’altra cosa. So che dovrò lavorare tantissimo e rimanere concentrato fino all’ultimo giorno».
Il suo programma stagionale è fitto ma equilibrato: Valenciana, Algarve, Parigi-Nizza, Catalunya, Giro d’Italia, Burgos e Vuelta. Una costruzione pensata appunto insieme alla squadra, che ha condiviso con lui la scelta di tornare al Giro dopo due Tour consecutivi. La corsa rosa gli ha dato tanto, è qui che si è rivelato al grande pubblico nel 2020 indossando la maglia rosa per 15 giorni. E sempre qui ha agguantato il suo primo podio in un grande Giro nel 2023.


Una squadra forte
Poi c’è il tema squadra, centrale come non mai. In conferenza qualcuno prova ad estorcergli una dichiarazione sul fatto che il non essere stato portato al Tour possa bruciargli. Almeida non è di questo parere. Davvero ha una grande occasione, soprattutto è leader riconosciuto anche dall’interno di una corazzata come la UAE.
Il rapporto con Pogacar, la condivisione dei programmi e il ruolo che Almeida ha saputo ritagliarsi all’interno della UAE hanno fatto crescere le sue quotazioni. Dopo il podio alla Vuelta e il lavoro da gregario al Tour, il suo status è cambiato. Insomma, Joao non è più soltanto un lusso di squadra, ma una garanzia.
La vittoria sull’Angliru, battendo Vingegaard, resta uno snodo cruciale in ottica futura. Ha aperto una breccia… anche nella mente. Non solo per il valore simbolico di quella salita, ma per il messaggio che ha mandato. E’ stata una breccia ben più ampia dei pochi secondi inflitti in cima. L’Angliru di Almeida è la dimostrazione che anche il danese, seppur con grande difficoltà, è battibile. E questo lo sanno anche i compagni.
Al Giro Almeida arriverà con una formazione di altissimo livello, come dicevamo. Al suo fianco ci saranno uomini come Adam Yates, Jay Vine e il connazionale Antonio Morgado, giusto per citarne tre. Una squadra “monster”, costruita per proteggerlo in pianura, sostenerlo in salita e offrirgli soluzioni tattiche in ogni fase della corsa. E’ una fiducia che pesa, ma che allo stesso tempo lo responsabilizza.


Un grande tra i grandissimi
Almeida non ha mai nascosto quanto questa sia un’epoca ciclistica complicata. «E’ un periodo molto difficile – spiega – il livello è altissimo. Quando si parla di Pogacar, Vingegaard o Evenepoel sono più realistico che sognatore. Non rinnega le ambizioni, ma non mi illudo. Attualmente, vincere il Tour contro di loro è quasi impossibile, ma sono felice di essere parte di questa generazione. Sono gli anni migliori della mia vita».
Una frase che racconta molto del suo approccio: la vittoria non è l’unico metro di giudizio. Conta anche come si corre, come si cresce, come si resta competitivi.
Il portoghese è convinto che non sempre vinca il più forte e che le corse si decidano su dettagli, gestione e lucidità. E’ per questo che punta su gare come il Giro, dove la costanza può fare la differenza. «Un Grande Giro sono tre settimane in cui non serve un’esplosività devastante, ma la capacità di non crollare mai. Un terreno che sento mio e mi consente di esprimere al massimo la mia idea di ciclismo».


Almeida e la salita
Nel suo percorso ci sono anche ricordi che definisce: «Belli e tristi allo stesso tempo». L’oggetto in questione è la salita di Piancavallo. La montagna friulana sarà il giudice definitivo della prossima corsa rosa. Lassù nel 2020 si trovò in mezzo agli attacchi di Hindley, Kelderman e Geoghegan Hart. «Tornare lassù per una rivincita? E’ una salita normale… ma spero di andare forte», sorride.
Almeida insiste molto sull’aspetto mentale e scientifico della preparazione che si lega molto alla sua tattica. Lui di solito è uno che sulle salite lunghe rientra (quasi) sempre. Sembra stia sempre per staccarsi e poi te lo ritrovi davanti. «Alla fine il ciclismo è scienza – ha detto al poadcast di Sigma – scienza applicata allo sport. Con i test e le sensazioni sai esattamente quanti watt puoi spingere per un certo tempo. Potrei seguire subito certi attacchi, ma non lo faccio perché so che quei corridori a quel ritmo crolleranno entro un paio di chilometri. Nella mia mente mi dico: ti riprendo. Chiaro che non posso sempre fare questo ragionamento anche contro Pogacar, Vingegaard o Evenepoel».
Stavolta però Vingegaard al Giro potrebbe esserci. Almeida lo sa. E sa anche che dovrà arrivare al massimo, magari sfruttando tappe intermedie, gestione e intelligenza di gara. Perché il Giro, più di ogni altra corsa, spesso premia chi sa aspettare il momento giusto e chi lo conosce (Joao ha già quattro partecipazioni). E tante volte ha punito la superstar di turno. Lo sanno bene Wiggins, Thomas, Evenepoel…