ExtraGiro, officina 2.0 di progetti ciclistici

20.04.2021
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La mission moderna di ExtraGiro è in continua evoluzione. L’obiettivo di migliorarsi come gruppo organizzativo – alzando ulteriormente un’asticella già molto alta – va di pari passo con quello di tracciare una linea ben precisa (non solo verso i competitor e le istituzioni) per allestire corse sempre più valide sotto ogni punto di vista. Insomma, vogliono essere una società organizzatrice da cui prendere spunto e perché no, a cui chiedere consigli o assistenza

Questo spirito piuttosto rivoluzionario esce dal mix tra Marco Selleri – nativo di Mordano, presidente della Nuova Ciclistica Placci 2013 – e Marco Pavarini – parmigiano, manager di una agenzia di comunicazione, marketing ed eventi – che si sono conosciuti nel 2016 riportando in auge il Giro d’Italia U23 (in apertura Pavarini con Pidcock, ultima maglia rosa). Entrambi sono direttori generali di ExtraGiro, officina 2.0 di progetti ciclistici nata nel 2020.

Il Giro d’Italia U23 del 2020 partiva da Urbino: grande cornice (foto Isola)
Il Giro d’Italia U23 del 2020 partiva da Urbino: grande cornice (foto Isola)

Coppia pefetta

La loro sintonia è perfetta: Selleri, già deus ex machina del Giro delle Pesche Nettarine, si occupa della parte tecnica delle gare, mentre Pavarini, che alle spalle ha esperienze in grandi aziende, di quella manageriale.

Le loro creature sono tutte votate al ciclismo giovanile: «Sì – spiega subito Selleri – quella è la spina dorsale di tutto il movimento. Per diventare professionisti bisogna prima essere passati dalle categorie inferiori e averci gareggiato. E quindi aver avuto gente che ti organizzava le gare».

GIlberto Cani è una grande risorsa per le attività di ExtraGiro (foto Isola)
GIlberto Cani è una grande risorsa per le attività di ExtraGiro (foto Isola)
Selleri da dove iniziamo a spiegare come nascono le vostre corse?

Partiamo dal presupposto che tutto il ciclismo, anche quello dei giovani, si è globalizzato. Il livello qualitativo dei corridori si è alzato e pertanto bisogna fare gare all’altezza, senza tralasciare nulla. Ormai non te lo puoi più permettere perché hai sempre più obblighi e forti rigidità da parte di Prefetture e Questure. Talvolta abbiamo bisogno letteralmente di un esercito. Vi faccio un esempio pratico: per la prima tappa a Riccione del Giro di Romagna (22-25 aprile, ndr) dobbiamo coinvolgere 51 persone in 3,6 chilometri di trasferimento. Figuratevi per un percorso di gara. Sono un paladino della sicurezza, ma così rischiamo di pagare dazio se non cambiano un po’ di cose.

Cosa intendi?

Dobbiamo formare le persone e avere più supporto dalla Federazione, che potrebbe chiedere aiuto a sua volta al Coni e alle istituzioni governative. E’ tanto tempo che suggerisco alla Fci che noi organizzatori dobbiamo trovarci ad un tavolo e trovare un’intesa perché andando avanti si rischia che non bastino più le Amministrazioni comunali, gli sponsor e i volontari, che in ogni caso ci costano e che comunque vanno istruiti e aggiornati a dovere.

Le mele e in genere la frutta sono una presenza fissa nei villaggi ExtraGiro (foto Isola)
Le mele e in genere la frutta sono una presenza fissa nei villaggi ExtraGiro (foto Isola)
In pratica voi di ExtraGiro vi fate portavoce anche per conto delle altre società organizzatrici.

Esattamente, vogliamo che cambi qualcosa. Non solo che salga il livello delle gare giovanili in Italia, ma che possa essere snellita anche un po’ di burocrazia. A tal proposito voglio ringraziare Gilberto Cani, un nostro collaboratore che si occupa di viabilità e dei rapporti istituzionali che gode di grande pazienza, ma che sta rischiando di andare in tilt.

Le soddisfazioni però ci sono, non ultima lo scorso mondiale di Imola organizzato in tempo-zero.

Ti dirò che a me non interessa avere la palma del miglior organizzatore. Quelli della rassegna iridata sono stati 21 giorni vissuti tutti d’un fiato. Basti pensare che Pavarini, che si occupava di altre problematiche, l’ho sentito solo una volta al telefono, per dire quanto siamo ben rodati. La mia soddisfazione più grande è sempre alla fine di una gara quando so per certo che non ci sono stati problemi e che nessuno, corridori, staff o addetti alla gara, si sia fatto male.

Marco, stavi per aggiungere qualcosa d’altro?

Sì. Hanno appena completato una pista ciclabile da Mordano a Castel del Rio lunga ben 43 chilometri che costeggia il Santerno e che prevede alcuni guadi tutti in sicurezza. Bene la sera del 7 agosto ci occuperemo della inaugurazione organizzando la Alé-Pedalata delle stelle, visto che sarà periodo di stelle cadenti, dotando le bici di luci. Ma vi darò maggiori dettagli più avanti.

Alessia Piccolo e la sua Alé sono grande supporto per Selleri e Pavarini (foto Isola)
Alessia Piccolo e la sua Alé sono grande supporto per Selleri e Pavarini (foto Isola)
Cambiamo interlocutore, ecco Pavarini, che prima è stato chiamato in causa proprio da Selleri. Cosa ne pensi di questa avventura nel ciclismo? 

In questi cinque anni abbiamo fatto cose straordinarie, il recente albo d’oro del Giro d’Italia U23 e delle altre nostre gare lo testimonia. L’anno scorso poi, dopo il lockdown, abbiamo preso il coraggio a quattro mani e abbiamo allestito le gare all’autodromo di Imola. In questo lasso di tempo abbiamo bruciato le tappe, abbiamo aumentato lo spettacolo e la sicurezza, però non basta.

Cosa c’è da fare ancora?

Ciò che ha detto Selleri, la Federciclismo deve interessarsi a fare formazione del personale, perché il volontariato ne risente se c’è sempre più complessità dietro ad una gara. Bisogna abbassare certi costi. Purtroppo il ciclismo, a parte i grandissimi eventi come il Giro d’Italia o qualche altro rarissimo esempio, non si è mai dotato di professionalità, perché è ancora uno sport povero che vive di sponsor amici o locali. Non sempre basta scendere dalla bici per essere professionista anche nell’organizzazione delle gare.

Obiettivi da condividere?

La nostra missione è stimolare anche gli altri organizzatori, che bisogna avere una visione un po’ più imprenditoriale. Ad esempio ci fa piacere che Pozzato, col suo staff, abbia preso un po’ spunto da noi per organizzare lo scorso campionato italiano e le loro prossime nuove gare. Così come noi ci guardiamo attorno per migliorarci, non bisogna essere gelosi o invidiosi degli altri perché ne guadagneremmo tutti.

Sembra che ci stiate riuscendo, ma non pare facile. Cosa ti ha portato ad entrare in questo mondo?

Me lo hanno chiesto 5/6 anni fa, mi piaceva lo spirito e questo senso di comunità. Dal punto di vista lavorativo ci ho sempre visto delle potenzialità inespresse. Andava svecchiata la comunicazione del ciclismo, che è un veicolo favoloso per il marketing digitale e per la promozione del territorio.

Davide Cassani è per Marco Selleri una grande ispirazione (foto Isola)
Davide Cassani è per Marco Selleri una grande ispirazione (foto Isola)
A tal proposito avete anche creato delle iniziative e delle app dedicate.

Sì, ad esempio abbiamo ideato la MDD, ovvero il Museo Digitale Diffuso del Ciclismo Italiano che in pratica è una guida interattiva che ti descrive, mentre ti trovi in giro per il nostro Paese, se in quel posto o zona c’è stato un avvenimento di ciclismo. Il sito e la app sono divisi per protagonisti, squadre, decadi o luoghi del ciclismo. Ed è in continuo sviluppo.

Quindi le soddisfazioni ci sono.

Certo, ovvio che ci sia il lato positivo delle cose anche se dobbiamo iniziare a divertirci di più organizzando gare. La nostra soddisfazione è trasmettere energia positiva, che gli altri ci vengano a chiedere suggerimenti o aiuti. Noi siamo disponibili.