Silvia Zanardi ha un rapporto conflittuale con questo periodo dell’anno. Una sliding door climatica che soffre più del dovuto e che le condiziona prestazioni e pensieri. Il termine dell’inverno, o se preferite l’equinozio di primavera, giunto ieri può essere un segnale incoraggiante per la 23enne della BePink (in apertura foto Ossola), anche per scrollarsi di dosso un po’ di malanni e malumori di stagione.
«Domenica al Trofeo Binda – ci racconta Zanardi – non stavo ancora bene. Ho un gran raffreddore e ho fatto fatica. Probabilmente può essere una conseguenza degli sbalzi termici degli ultimi giorni e del virus gastrointestinale che ho avuto al Trofeo Ponente in Rosa quasi due settimane fa. In Liguria dopo la cronosquadre inaugurale, ho sfruttato il giorno successivo in cui è saltata la tappa per vedere se stavo meglio ma il giorno dopo ancora mi sono dovuta fermare a metà corsa».
Un deja-vù da allontanare
E’ una situazione di alti e bassi ricorrente quella che vive Silvia da qualche anno. Le sessioni in pista, i ritiri al caldo della Spagna seguiti dalle prime gare nella zona di Valencia. Ha aperto le ultime due stagioni con buoni risultati tra estero e Italia. Poi quando ricompare il brutto tempo, la forma stenta a restare alta.
«Dal 2021 ad oggi – prosegue Zanardi – mi ritrovo sempre giù di tono in questo periodo. Non so perché. In autunno e inverno mi sono dedicata molto alla pista. Ho disputato la prima prova di Nations Cup a Giakarta (23-26 febbraio, ndr) correndo madison, omnium e inseguimento a squadre. Forse ho accusato più del previsto anche i tanti viaggi aerei e non ho recuperato a dovere. E per la verità ho ancora anche qualche chilo da smaltire. Ma sia chiaro, non voglio trovare scuse o giustificazioni.
«E’ colpa mia che non riesco a gestire bene questa mia stanchezza fisiologica. Quando vedo che inizio a non stare come vorrei, tendo a deprimermi, faccio fatica a spronarmi e perdo la costanza. So che bisogna essere al 100 per cento in questi dettagli. Adesso però è il caso di rimettersi in sesto».
Diesel Zanardi
L’attuale stagione della velocista della BePink non sarà priva di traguardi intermedi. Conosciamo Silvia e sappiamo che non ama sbilanciarsi troppo, specie se la sua condizione psico-fisica non è ottimale. Alcuni argomenti poi, come l’eventuale passaggio nelle Fiamme Azzurre o il salto nel WorldTour nel 2024, restano momentaneamente tabù e preferisce non dirne nulla. Tuttavia è consapevole che non può sottrarsi agli appuntamenti più importanti col suo club e con la maglia azzurra.
«Gli obiettivi – va avanti Zanardi, che finora ha raccolto quattro top ten – sono gli stessi di sempre o comunque quelli già prefissati. Nel breve voglio fare bene, anzi il meglio possibile, nelle prossime gare, che siano open o internazionali. Ad esempio il Liberazione è una corsa che mi piace. A giugno tornerò a lavorare in pista per preparare i campionati italiani che quest’anno si terranno a casa mia, a Fiorenzuola d’Arda. Quelle corse torneranno utili in previsione dei mondiali anche se di questo ne dobbiamo ancora discutere con Marco e Walter (rispettivamente il cittì della pista Villa e il suo team manager Zini, ndr)».
«Non nascondo che mi piacerebbe fare ancora i mondiali su strada come nel 2022 – conclude Silvia, quasi al termine di un piccolo sfogo – ma so che bisogna meritarsi la chiamata. Di sicuro vorrei fare bella figura al Giro Donne. L’anno scorso non avevo potuto finirlo perché ero dovuta partire con la nazionale per gli europei U23 che si accavallavano. Per tutto ciò che concerne il prossimo anno ne riparleremo più avanti. Ci sono verità che tengo per me, che conosciamo solo io e pochissime altre persone. Adesso posso solo dirvi che col caldo uscirà la vera “Zanna”. Ci metto un po’ a carburare ma so che posso ripetere vittorie e prestazioni di un anno fa».