Viviani 2022

Intanto Viviani in Ungheria prepara un grande europeo

14.05.2022
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Alla vigilia della partenza del Giro d’Italia, con Tosatto si era discusso della mancanza di Elia Viviani dal team Ineos Grenadiers al via della corsa rosa. In questi giorni il campione olimpico di Rio 2016 è in Ungheria, proprio da dove il Giro è partito, ma sta gareggiando nella corsa a tappe del Paese magiaro, dove ha sfiorato il successo nella prima tappa.

Con lui abbiamo parlato non solo della sua prestazione al Giro d’Ungheria, ma gettato lo sguardo anche al di là, verso una seconda parte di stagione promettente e verso un Giro che lo vede spettatore quanto mai interessato. Ma partiamo dalle vicende ungheresi: «Nella prima tappa ci sono andato davvero vicino, nella seconda ero con il 54 e quando è stato il momento di cambiare mi è saltata la catena. Nella terza… beh, lasciamo perdere. Devo dire però che la condizione è buona, sono molto contento di come sto andando e di come mi sento».

Viviani Ungheria 2022
Lo sprint della prima tappa al Giro d’Ungheria, con il veneto beffato di un nulla da Kooij
Viviani Ungheria 2022
Lo sprint della prima tappa al Giro d’Ungheria, con il veneto beffato di un nulla da Kooij
Che corsa stai affrontando?

C’ero già stato in Ungheria, ma mi pare che si tratti di una prova di livello più elevato che in passato. Ci sono ben 12 squadre del WorldTour, nelle fughe entrano tutti corridori forti, si vede che i team ci tengono, anche se hanno qui la seconda squadra con i big chi al Giro chi in preparazione per il Tour. Ma per emergere c’è da faticare.

Non ti ha fatto un certo effetto arrivare in Ungheria subito dopo la partenza del Giro d’Italia?

Beh, quando sono arrivato tutto, già dall’aeroporto, parlava del Giro, sembrava tutto rosa… Ma non mi ha fatto un particolare effetto, sapevo già da tempo che non sarei stato al Giro, ero e sono concentrato per vincere, penso solo a star bene e continuare su questa linea che mi pare positiva, seguo i programmi che avevamo stabilito e basta.

Dopo la conclusione di domenica che cosa prevede il tuo programma?

Già da lunedì sarò a Livigno per un altro periodo di allenamenti in altura e vi resterò fino a fine mese, per poi affrontare un giugno impegnativo, partendo da una classica alla quale tengo come la Brussels Classic per arrivare a un’altra prova a tappe, il Giro di Occitania con altre gare nel mezzo. Tutto pensando al campionato italiano che sarà il culmine di quest’altra fascia, a luglio sarò più tranquillo, ma nel frattempo spero di avere chiarezza sugli obiettivi estivi…

Viviani Glasgow 2022
Viviani in Coppa del Mondo a Glasgow dove ha dominato nell’eliminazione
Viviani Glasgow 2022
Viviani in Coppa del Mondo a Glasgow dove ha dominato nell’eliminazione
In che senso?

Devo parlare con Bennati sulla possibilità di affrontare gli europei su strada, vorrei andarci con ambizioni, perché il percorso di Monaco è molto adatto alle mie possibilità. Sono però convinto che uno le proprie aspettative se le debba guadagnare sul campo, per questo voglio parlare col cittì avendo dalla mia risultati. Devo dimostrare di poter essere competitivo.

Quindi a Monaco ti vedremo su strada e non su pista.

L’unificazione degli europei viene a mio svantaggio e non mi piace molto. So che è stato fatto perché il ciclismo fa parte di questa nuova manifestazione polisportiva (gli europei di ciclismo saranno condivisi nello stesso periodo con una decina di altre discipline sportive a cominciare dall’atletica, per andare a formare una piccola sorta di Olimpiade, ndr) ma sinceramente non è qualcosa che mi piace.

Hai 33 anni, hai vinto tanto e hai accumulato una enorme esperienza tenendo sempre un certo equilibrio fra strada e pista: non è che con l’età questo equilibrio pende sempre più a favore della seconda?

Per me è uguale, non è che durante la stagione corra di più su pista. Ho fatto la prima tappa di Coppa del Mondo a Glasgow per poi concentrarmi sulla strada, tornerò alla pista per i mondiali. Il fatto è che la gente giudica in base ai risultati: su pista vinco, su strada faccio secondo, terzo, quarto… Ma non è cambiato niente.

Viviani Europei 2019
Un bel ricordo per Viviani, il titolo europeo 2019 vinto battendo Lampaert
Viviani Europei 2019
Un bel ricordo per Viviani, il titolo europeo 2019 vinto battendo Lampaert
Parlavi di piazzamenti, l’impressione è però che li accogli con un altro spirito…

Sto meglio rispetto agli ultimissimi anni, questo è certo, Io sono contento di come vado, poi non va dimenticato che sono in una squadra senza un vero treno, il che significa che ogni volata va inventata, quindi ne puoi disputare meno. Nella prima tappa c’ero e ho fatto secondo, nelle altre due non c’è stata una reale possibilità di farla. In queste condizioni, quando perdi l’occasione sai che dovrai aspettare per averne un’altra. Con un treno è diverso, ma questo non è un problema solo mio: qui in Ungheria c’è solo la Quick Step che ha un vero treno e Jakobsen domina, ma uno come Groenewegen ad esempio non ha ancora fatto uno sprint.

Sembra quasi un ritorno al passato, quando i treni per i velocisti non c’erano o erano pochissimi. E’ un bene questo?

Non direi, perché ogni volata diventa una guerra. Al Giro in questo momento il più in forma è Gaviria, ma non ha un treno a disposizione, gli sprint si sviluppano nel caos più completo e si sta innervosendo perché non riesce a dimostrarlo. Ci sono Cavendish e Demare che hanno la squadra a disposizione, ma dietro è un disastro. Ho sentito in settimana Consonni che mi ha raccontato di tanto nervosismo nel gruppo. Il lato positivo semmai è un altro.

Demare Gaviria Giro 2022
Demare e Gaviria: due vittorie per il primo, ma Viviani vede il secondo più in forma
Demare Gaviria Giro 2022
Demare e Gaviria: due vittorie per il primo, ma Viviani vede il secondo più in forma
Quale?

Ci sono finalmente squadre che vanno ai grandi giri costruite esclusivamente per i velocisti, proprio come Quick Step e Groupama FDJ al Giro. Questo non avveniva da tempo: le squadre hanno iniziato a capire che non puoi puntare a tutto, devi fare una scelta preventiva su quello che deve essere l’obiettivo, se la classifica o le tappe in fuga o le volate. In questo senso è meglio.

Tu in Ungheria sei senza treno, come interpreti le volate?

Ho Amador che grazie alle sue qualità fa un po’ da jolly della squadra, mi aiuta nelle fasi di avvicinamento a quella finale, poi c’è Turner che cerca di mettermi nella posizione migliore per l’ultimo chilometro, lì devo fare da solo. Ben è bravissimo, lo avete visto nelle classiche, ma è un primo anno e non è certo un ultimo uomo. Sta lavorando benissimo, come tutto il team e vorrei ripagarli con un bel risultato.