Il rientro in corsa di Ballerini: ce ne parla il fisioterapista

13.05.2024
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Davide Ballerini è tornato a correre e di quanto questo gli fosse mancato ne abbiamo già parlato. La prima corsa in maglia Astana Qazaqstan è stata il Giro di Turchia, dopo il quale è arrivata la convocazione al Giro d’Italia. Una ripresa che gli è costata tanta fatica e delle rinunce importanti, come la partecipazione alle Classiche del Nord. La sofferenza nel riprendere in mano la bici e riallacciare il filo della sua carriera è stata tanta. Una grande mano gliel’ha data Martino Donati, fisioterapista responsabile del Centro Rehability Lugano

«Davide è arrivato da noi – racconta Martino Donati – l’11 gennaio per un problema al ginocchio sinistro, ma con un dolore difficile da classificare. Aveva un danno alla cartilagine che portava scompenso alla pedalata che a sua volta causava l’infiammazione ai tendini sottorotuleo e sovrarotuleo, i quali agivano per proteggere la parte danneggiata. Il danno era causato da tre traumi consecutivi: il primo avvenuto a marzo 2023 in occasione del Fiandre, il secondo ad aprile alla Roubaix e il terzo a fine luglio. Quello più importante è l’ultimo, avvenuto al Giro del Belgio che ha portato al trauma rotuleo e ad una conseguente perdita di potenza e fluidità nella pedalata».

Davide Ballerini e Vincenzo Nibali: al centro Martino Donati fisioterapista che ha lavorato con entrambi
Davide Ballerini e Vincenzo Nibali: al centro Martino Donati fisioterapista che ha lavorato con entrambi

Riposo

Ballerini stesso ci aveva raccontato che il trauma rotuleo fosse stato in qualche modo sottovalutato ed aveva continuato a pedalarci sopra. 

«Continuando l’attività – spiega il fisioterapista – il dolore non si è mai riassorbito. Davide aveva giorni in cui soffriva parecchio e altri in cui poteva allenarsi tranquillamente. Questo era dovuto al fatto che se la cartilagine viene lasciata a riposo, il dolore diminuisce. Il problema è che nel gesto della pedalata la rotula sfrega contro il femore e se si ha un’infiammazione alla rotula continuare ad allenarsi non aiuta».

Quindi in primo luogo cosa avete fatto?

La prima visita l’abbiamo fatta su richiesta del dottor Magni, medico dell’Astana che ha chiesto un nostro parere. Con lui abbiamo già collaborato ai tempi di Nibali e Pozzovivo. Ballerini è arrivato l’11 gennaio e abbiamo fatto subito un quadro anamnestico per capire la storia medico-clinica. Questa operazione l’hanno fatta il dottor Jeanclaude Sedran, massimo esperto per l’articolazione femoro-rotulea e il dottor Magni. Hanno effettuato una risonanza con contrasto che ha evidenziato un danno cartilagineo non riparato. 

Cosa si è fatto poi?

La guarigione, non ancora totalmente avvenuta, è stata portata avanti in tre fasi che hanno occupato altrettanti mesi di lavoro. 

La prima parte di lavoro è stata effettuata in palestra con lavori a secco
La prima parte di lavoro è stata effettuata in palestra con lavori a secco
In cosa consisteva la prima parte?

E’ quella che si chiama infiammatoria o fase acuta, dove il dolore è forte e insistente. Per prima cosa abbiamo subito tolto la bici e si è lavorato per ridurre l’edema osseo. Cosa che abbiamo fatto attraverso la magnetoterapia, camera iperbarica e terapia di rinforzo. Si è fatta anche un’infiltrazione con liquido PRP e Acido Ialuronico. Per accelerare la riparazione del danno alla rotula abbiamo sottratto del sangue e usato la parte corpuscolare, ricca di cellule staminali, per far ripartire il processo di infiammazione. Una tecnica che ha permesso un recupero molto più rapido. 

Poi è stato il momento della seconda fase?

Sì, quella subacuta dove il dolore è lieve e c’è stato un processo di riparazione tissutale. E’ iniziata così la fase di recupero della massa muscolare persa, sia sui rulli che in palestra. Per prima cosa abbiamo fatto una visita biomeccanica e corretto la posizione in bici dando un assetto neutro all’atleta. Il rinforzo vero e proprio è partito dalla palestra, con dei lavori a secco con stacchi, affondi e squat. Da un test effettuato era emerso che Ballerini aveva un deficit del 23 per cento sulla gamba sinistra. Dai dati si vedeva come la gamba destra compensasse in fase di spinta e frenata. 

Ballerini ha sempre curato la forza per recuperare il deficit del 23 per cento tra la gamba sinistra e quella destra
Ballerini curato tanto la forza per recuperare il deficit del 23 per cento tra gamba sinistra e destra
Avete usato tecniche particolari?

Per accelerare il recupero è stata utilizzata la tecnica BFR (Blood Flow Restriction). In poche parole si tratta di una fascia che nel caso di Ballerini è stata applicata nella zona dell’anca. Funziona come un laccio emostatico, la gamba lavora senza ossigeno e si può così caricare sul muscolo senza stressare l’articolazione. E’ come lavorare con un bilanciere da 200 chili ma senza nessun peso addosso. 

Sui rulli che cosa si è fatto?

Questa fase è stata curata dal suo preparatore Vasilis Anastopoulos. Le sessioni di allenamento erano brevi, di quaranta minuti massimo, e tutte in Z2. Il lavoro da fare era di mantenimento. 

La rimessa in sella ha comportato innanzitutto una seduto biomeccanica per riequilibrare l’asetto
La rimessa in sella ha comportato innanzitutto una seduto biomeccanica per riequilibrare l’asetto
Terza e ultima fase?

La riatletizzazione, avvenuta nell’ultimo mese. Ballerini è tornato in bici e si è messo a fare blocchi di lavoro di tre giorni in maniera progressiva. Siamo partiti con un’ora e mezza di allenamento due giorni consecutivi per poi riposare nel terzo. Se il corridore non lamentava dolori si aumentava di 30 minuti, così ogni blocco fino ad arrivare a cinque ore di pedalata. Anche in questo caso solo fondo, niente lavori specifici. Il giorno di riposo però non era fermo, ma caricava tanto in palestra. 

Venivano fatti altri controlli?

Solo per monitorare vari dolori da assestamento come ai glutei, schiena o gamba destra. Infine abbiamo sistemato nuovamente la posizione in bici e il 29 marzo Davide è partito per il Teide con la squadra. 

Il miglior piazzamento di tappa in questo Giro, fino ad ora, è il sesto posto ad Andora
Il miglior piazzamento di tappa in questo Giro, fino ad ora, è il sesto posto ad Andora
Lavoro finito per voi?

No. A distanza, mentre era in ritiro, il nostro preparatore Tommaso Doro che lo ha seguito in tutte le fasi, gli indicava comunque dei lavori di forza in palestra. Sessioni meno intense, ma volte a rinforzare sempre la gamba sinistra, anche perché il recupero era avvenuto, ma non ancora in maniera totale.

In che senso?

Che Ballerini è arrivato ad avere un deficit tra gamba sinistra e destra del 6 per cento. Ancora compensa con l’altra gamba nella fase di spinta, ma è normale. Ora con il ritorno in corsa avrà modo di recuperare definitivamente.

Ballerini ci ha detto che ancora deve tenere sotto controllo la gamba infortunata.

Sì, a fine Giro andremo avanti con il lavoro per recuperare al massimo e lo porteremo, compatibilmente con le gare, fino a fine stagione. La cosa importante sarà lavorare bene fin dal prossimo inverno per ripianare completamente tutto. Fino a fine stagione migliorerà, poi ci sarà una ricostruzione da fare che partirà dal prossimo inverno.