Con prof Pinotti le tre crono rosa ai “raggi X”

29.04.2023
7 min
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Pochi giorni alla partenza del Giro d’Italia. La corsa rosa 2023 è stata ribattezzata da qualcuno anche come il Giro delle crono. Saranno ben tre: la prima tappa, la nona e la penultima, per un totale di 73,2 chilometri. Pertanto c’è da giurare che avranno un peso importante nell’economia della gara.

Marco Pinotti è un tecnico in forza alla Jayco-AlUla, ma soprattutto è un esperto di cronometro e di materiali. L’ex tricolore contro il tempo ci porta dunque in sella a scoprire nel dettaglio i chilometri di queste tre, fondamentali, tappe.

Marco Pinotti (classe 1976) è uno dei tecnici della Jayco-AluLa
Marco Pinotti (classe 1976) è uno dei tecnici della Jayco-AluLa
Marco, tre crono ma c’è chi dice che siano due, perché l’ultima è un po’ particolare?

Ma è anche la più affascinante secondo me! Ieri De Marchi è andato a vederla: me ne ha parlato e mi ha mandato il video. Ritengo sia la più bella e proporrà una grande sfida.

Ma partiamo dalla prima cronometro: quella con partenza da Pescara…

E’ una versione estesa di quella di Budapest (nella foto di apertura) dello scorso anno. E non tanto perché sia relativamente tortuosa, quanto per la gestione dello sforzo. C’è una parte tutta piatta sulla ciclabile lungo il mare ed è parecchio esposta. E poi c’è la parte di salita verso Ortona. Non è dura. E’ pedalabile e prevede tre tornanti nei quali bisogna rilanciare. E qui serve la gamba per spingere ancora di più.

Ma sono sempre i cronomen i favoriti: è così?

Sì, sì, però quello strappo nel finale spezza il ritmo e può fare la differenza per coloro che sono i più forti in pianura.

1ª tappa: crono Fossacesia Marina – Ortona, Costa dei Trabocchi: km 18,4
1ª tappa: crono Fossacesia Marina – Ortona, Costa dei Trabocchi: km 18,4
Visto che ne hai parlato, riguardo alla gestione dello sforzo come si fa? Si va al “100 per cento” sin da subito, o si arriva all’imbocco della salita al “99 per cento”?

Io andrei al 99 per cento. O meglio, partirei a 100, poi probabilmente cercherei di respirare. Diciamo che un chilometro prima della salita “recupererei” un pochino. Prenderei quel tanto di fiato che basta per quello sforzo di quel chilometro e 200 metri di salita.

Quanto dura lo strappo?

Un paio di minuti, due minuti e 20”. Quindi forse andrei anche al 98 per cento prima. Il discorso è questo: se vai al “risparmio” al 98-99 per cento magari perdi 1” al chilometro, mentre solo su quello strappo puoi perdere 10”.

A livello di materiali, si farà con una bici da crono chiaramente…

Sì, sì… bici da crono assolutamente. Bisogna azzeccare il rapporto che ti consenta di fare la salita con la corona grande. Penso ad un 56 o anche ad un 58 e un rapporto adeguato dietro. Poi credo che in tal senso conterà anche il vento. Per quel che ho monitorato fino adesso, in quel punto il vento arriva dal mare e può spingere un po’ il corridore. Più raramente è trasversale da Nord o da Sud.

9ª tappa: crono Savignano sul Rubicone-Cesena (Technogym Village): km 35
9ª tappa: crono Savignano sul Rubicone-Cesena (Technogym Village): km 35
Passiamo alla seconda crono. A Cesena è proprio crono pura! Se ci fossero stati 10 chilometri in più sarebbe stata una prova contro il tempo stile anni ’90…

Eh sì, una decina di minuti di sforzo in più e sarebbe stata proprio una crono anni ’90. Si tratta di una prova piatta. Ci sono due, tre cavalcavia e un sottopassaggio. Se proprio vogliamo spaccare il cappello in due possiamo dire che i primi 13 chilometri, fino a Cesena, sono in leggerissima, impercettibile discesa. Mentre andando verso l’interno, verso gli Appennini, tende a tirare, appena, appena…

In questi casi secondo te queste pendenze sono talmente impercettibili che si va con lo stesso rapporto oppure c’è un dente di differenza?

Secondo un dente di differenza c’è. Alla fine si sentono queste “pendenze” se si spinge a tutta. Quindi se nel tratto a scendere si gira il 56×12, nel tratto opposto si andrà di 56X13. E per me conta anche la distribuzione dello sforzo. Watt e cadenza vanno a braccetto. Magari nel tratto che “scende” qualche watt e qualche rpm in meno, il contrario quando si “sale”. Anche per questo è molto importante riuscire a fare una distribuzione dello sforzo negativa.

Cioè più watt nella seconda parte…

Esatto. E non è facile. Sono 35 minuti, quasi 40, di fatica e non sono pochi da fare a tutta.

Vista la zona, più ampia tra mare e montagne rispetto alla prima crono in Abruzzo, qui il vento può anche essere da Nord/Sud o comanda ancora quello che spira dal mare?

Con precisione ancora non lo so, ma di base la mattina viene da Nord-Est e il pomeriggio da Sud-Est. Saranno interessanti gli orari di partenza dei favoriti per la crono e per la generale, anche se questi ultimi dopo la frazione di Campo Imperatore dovrebbero essere tutti vicini. La classifica sarà già abbastanza assestata. Mentre il cronoman magari potrebbe risparmiare qualcosa per questa frazione nei giorni precedenti.

20ª tappa: crono Tarvisio-Monte Lussari: km 18,6
20ª tappa: crono Tarvisio-Monte Lussari: km 18,6
Arriviamo così all’ultima crono, quella del Monte Lussari. Una cronometro che solitamente “fanno in venti”: vale a dire specialisti e uomini di classifica.

Quella del Lussari è una frazione contro il tempo davvero difficile da gestire: è una cronoscalata, ma prima ci sono 11 chilometri di pianura. Poi si gira a sinistra e si sale. La parte centrale di questa salita è molto dura: 5 chilometri micidiali e su sfondo particolare che molto ricorda quello di Plan de Corones di qualche anno fa, ma dovrebbe essere un po’ più scorrevole. Il finale molla un po’ ed è abbastanza veloce: intorno al 4 per cento.

Il cambio bici è “obbligatorio” dunque?

Si cambierà sicuro. Non so ancora bene quale sarà la logistica perché da terra non si può sostituire la bici ma non so come gestiranno le ammiraglie al seguito: non so se possano salire. Io credo che i corridori salteranno sulla bici da strada 100-200 metri dopo l’inizio della salita, quando la velocità è bassa e si perde meno tempo.


Come ci si adatta ad una bici così tanto diversa? Secondo te i big si sono allenati a questo cambio?

Non lo so, ma spero di no, perché i miei di big ci sono allenati!


C’è qualche accorgimento sulla bici tradizionale per questa scalata finale? Non so, spostare tutta la sella in avanti, montare un’attacco manubrio corto… Insomma un’assetto da pura salita.

Le posizioni oggi sono già tutte abbastanza estreme, soprattutto per gli scalatori. Io non cambierei tanto perché alla fine sono già efficienti nella loro posizione abituale. Sì, da un da un punto di vista biomeccanico portare la sella avanti di 2 centimetri avrebbe senso, ma c’è il rischio (elevato) che poi il corridore non riesca ad essere efficiente, tanto più dopo tanti giorni di gara consecutivi. E poi bisogna considerare che ci deve stare un bel po’. Parliamo di mezz’ora almeno, non di una manciata di minuti.

La Planche des Belles Filles fu fatale per Roglic (in foto) al Tour 2020. Quella del Lussari è simile. Primoz magari ci avrà preso le misure
La Planche des Belles Filles fu fatale per Roglic (in foto) al Tour 2020. Quella del Lussari è simile. Primoz magari ci avrà preso le misure

Caspita! In effetti calcolando distanza e pendenze la durata della salita è quella…

Potenzialmente questa è la crono più lunga delle tre. Anzi, sicuramente è la più lunga come durata: 40′ ipotizzo. Ha il potenziale della crono che tre anni fa stravolse il Tour de France, quella della Planche di Belles Filles, tanto cara a Pogacar. Questa è un po’ più corta come chilometraggio, ma se vai in crisi… sei da solo. Non ti puoi inventare molto.


Se verso Ortona si andava al 98-99 per cento prima dello strappo, qui a quanto si deve andare prima del Lussari?

A non più del 90 per cento. Devi arrivare ai piedi della salita col serbatoio pieno. Consideriamo che il primo tratto dura poco più di una decina di minuti. In quel tratto cerchi di fare velocità sfruttando la bici da crono. Un Ganna che spinge a tutta può guadagnare anche un minuto e mezzo in quella porzione, ma poi ne perde almeno quattro in salita. Non è facile. E’ una crono che può cambiare le carte in tavola e può stravolgere il Giro. Io mi aspetto differenze di un minuto e mezzo anche tra i big.

Come hai detto tu: sei lì da solo…

Ripeto, penso alla crono delle Belles Filles. Quella durava 55′ minuti e prevedeva più pianura, qui c’è più salita. Ma il concetto è quello.

Quindi i favoriti sono?

Nella seconda crono c’è “già scritto” Ganna! Nella prima Ganna o Kung. Nella terza vedo un uomo di classifica.