Davide Cimolai, compagna Alessia

Un bimbo in arrivo e poi Froome: Cimolai, al lavoro!

21.11.2020
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La vita di Cimolai sta per cambiare. Alla Israel Start-Up Nation bussa già Froome e soprattutto il prossimo anno Davide diventerà papà.

L’inverno che bussa alle porte, insomma, è di quelli importanti. Per lui, che appena un anno fa aveva vissuto un’esperienza dolorosa proprio durante il Giro, e per Alessia che gli darà presto un figlio.

Così siamo arrivati per farci spiegare in che modo Davide viva questo momento e come lavori (e come mangi) nella settimana tipo di allenamento.

Per inquadrare il discorso, “Cimo” ha 31 anni, è alto 1,85 e pesa 66 chili. E’ un atleta molto veloce, ma non un velocista in senso stretto, dato che nei giorni buoni se la cava anche su percorsi selettivi. Non gli piace stare fermo e piuttosto che annoiarsi e guardare la tivù, si trova qualcosa da fare. Stamattina ad esempio raccoglieva le foglie dal giardino…

«La vita a volte cambia in modo incredibile – dice – a metà maggio sarò papà. Quanto a Froome, lo conosco abbastanza bene e credo che tornerà forte, non so se come prima. Ma penso che al pari di Valverde sia fra quei pochi campioni capaci di risorgere da incidenti terribili. La squadra ha fatto un grosso investimento perché ci crede, ma proprio la squadra è la grossa incognita. Non so come si stiano muovendo su mercato, ottimo l’arrivo di De Marchi, ma certo il gruppo Tour cui era abituato lui alla Ineos sarà difficile ricrearlo».

Blocchi di giorni

Seguendo l’orientamento tipico di quasi tutti i preparatori, anche Cimolai suddivide il lavoro in blocchi di 3 giorni intervallati da un riposo, che nei mesi di stacco fa coincidere (almeno ci prova) con il sabato o la domenica. E’ il preparatore (che si chiama Enrico Licini e assieme ad Alessio Camilli ha creato lo studio 4 Performance) a disegnare tabelle e strategie di lavoro, anche se dopo 11 anni di professionismo – fa notare – sarebbe in grado di gestire da solo l’ordinaria amministrazione.

«I miei blocchi di lavoro sono di tre tipi – dice Cimolai – e li adotto in funzione degli obiettivi e delle mie condizioni. C’è la combinazione che prevede i lavori di forza al primo giorno, l’anaerobico e l’intensità il secondo e la distanza il terzo. Oppure inverto il secondo e il terzo, con la distanza prima dell’intensità. Altrimenti nei tre giorni faccio forza, distanza e palestra. Il richiamo in palestra c’è sempre, anche durante la stagione per un paio di volte a settimana. Mio compito, oltre a pedalare, è quello di inviare feedback quotidiani all’allenatore, per variare il lavoro dei giorni successivi».

Davide Cimolai, preparazione invernale 2020
La preparazione invernale 2020 è iniziata: il prossimo sarà un anno importante
Davide Cimolai, preparazione invernale 2020
La preparazione invernale è iniziata

La forza

Ci tiene a dire che la forza per lui non sono le solite ripetute al medio a 50 pedalate al minuto.

«Per il tipo di corridore che sono – spiega Cimolai – lavoro con wattaggi superiori e frequenza di pedalata maggiore. Ovviamente in avvio di stagione è tutto più graduale. A queste Sfr abbino partenze da fermo e volate. Quando è il giorno delle volate, di solito faccio da solo. Se invece è previsto che si lavori dietro moto, mi aiuta l’assistente di sempre. Mio padre. Abbiamo uno scooter X-Max con il Garmin e il rullo dietro. Può capitare che faccia così l’ultima ora dopo una distanza, oppure che debba inserire dei lavori di velocizzazione. E in quel caso faccio due o tre ore da solo e poi dietro moto a ritmo gara».

I lavori di forza gli capita di farli anche in pista, ma a partire dalla primavera quando viene riaperto il velodromo di Pordenone, e ovviamente in palestra.

La palestra

La forza non si costruisce più soltanto su strada. Nei ritiri di inizio stagione e poi durante l’anno, quasi tutti hanno la loro tabella da seguire in palestra, ma gli atleti veloci di più.

«Da un anno ho la palestra in casa – dice – ed è molto comodo, anche perché adesso le hanno chiuse e avrei un problema. Faccio un’ora e 15′ filati, con lavori in circuito seguendo una tabella. Lavoro su tutto il corpo, ma in particolare sulle gambe e con carichi alti, rispetto a uno scalatore, quasi massimali. Ad esempio alla pressa, che faccio una gamba per volta, carico dai 130 ai 150 chili. Fatti questi esercizi, una volta uscivo per velocizzare. Adesso invece faccio coincidere la palestra con il massaggio. Ne faccio almeno due a settimana, con l’amico Giancarlo che trovo a 10 minuti di macchina da casa. Un bel massaggio, in modo che il giorno dopo non ci sia troppa pesantezza».

Davide Cimolai, allenamenti in pista
Quando la pista riapre, qualche seduta di forza e velocizzazione non manca mai
Davide Cimolai, allenamenti in pista
Lavoro in pista per forza e velocità

La distanza

Quando parli con un professionista, si ragiona in termini di ore e mai di chilometri. Del resto se il dislivello di un allenamento supera i 2.000 metri ha poco senso parlare di lunghezza.

«E il dislivello – dice – lo prevedo sempre, perché sennò non mi passa. Se lavoro bene nei giorni precedenti, quando faccio distanza non supero mai il medio e al massimo metto dentro qualche richiamo di forza. Per le uscite più lunghe ho un gruppo fra professionisti e dilettanti, in modo che la giornata passi meglio. In tasca non metto mai il necessario per riparare le gomme, perché ho i tubolari e non buco tanto spesso. E se succede, prendo il telefono e trovo qualcuno che venga a prendermi. Durante la stagione scorsa ho bucato solo due volte e poi il tubolare, a meno che non prendi il vetro che fa un taglio grosso, scende lentamente e dà il tempo di arrivare da un meccanico. Quello che non manca mai in tasca è qualche euro per la sosta al bar. Caffè e cornetto e si riparte. Nella distanza non guardo media né watt».

L’anaerobico

Qua invece i watt si guardano eccome. Sono lavori brevi ma intensi. I classici 30×20 o 40×20 o il minuto spinto.

«Sto fuori 3-4 ore – dice Cimolai – sono i giorni più pesanti. I battiti salgono. I watt salgono. Hai la tabella in testa e la esegui. Può capitare di non stare bene e riprogrammare, ma di sicuro la sera di questi lavori sei abbastanza spremuto. Rientrano nel discorso anche le volate e il lavoro dietro moto».

Se piove il primo giorno, si anticipa il riposo. Se viene giù il secondo giorno, si anticipa la palestra. E se continua anche il terzo giorno…

«Da noi – sorride – non piove mai per più di due giorni. Ma se accade, si prende l’acqua. E poi resta il giorno di riposo, il quarto della serie, il più bello. Se non sono morto per il lavoro dei giorni prima, faccio un giretto, prendo il caffè e mi riposo».