De Lie e Germani, le corse e il lavoro a casa: scelte diverse

01.05.2024
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L’intervista di Lorenzo Germani pubblicata qualche giorno fa è emerso un particolare interessante. Il giovane frusinate alla domanda se avesse aumentato i carichi di lavoro a casa ha risposto così: «Nella fase invernale sì. Quando sono iniziate le corse e il virus preso al Provenza ha scombussolato un po’ i piani facendomi perdere qualche giorno di allenamento. Poi, visto il fitto calendario, il grosso del lavoro è stato fatto in corsa».

Un discorso simile è stato fatto dalla Lotto-Dstny con De Lie. Visto che la sua condizione è stata ritenuta inadeguata dopo la Gand-Wevelgem, il giovane belga è stato fermato perché tornasse ad allenarsi. Rientrato in gruppo domenica scorsa alla Lotto Famenne Ardenne Classic, che ha vinto (foto di apertura), Ardnaud ha ripreso il suo percorso verso il Tour de France, con una raccomandazione da parte dei suoi tecnici: correrà e osserverà dei periodi di allenamento, non ci arriverà di certo cercando la condizione di corsa in corsa.

Germani si è trovato a rincorrere la condizione a causa delle tante corse fatte (foto Getty/Instagram)
Germani si è trovato a rincorrere la condizione a causa delle tante corse fatte (foto Getty/Instagram)

Tutto al limite

La domanda che ci è saltata in mente è stata: può un virus, preso nella parte iniziale della stagione scombussolare tanto i piani? Quel che si capisce continuando a leggere l’intervista di Germani è che può, eccome. Nel ciclismo sempre più attento al dettaglio tutto pesa e se non sei uno dei top pesa anche di più. Il nostro spunto è passato direttamente a Claudio Cucinotta, preparatore dell’Astana. Non per parlare del caso Germani e di De Lie, non avrebbe senso visto che non sono suoi corridori, ma per ampliare il discorso. Quanto è importante curare l’allenamento a casa in un ciclismo che non permette più di allenarsi in gara?

«Dipende da tante cose – dice Cucinotta – perché le variabili da tenere in considerazione sono diverse. Sicuramente in gara non si può più arrivare al 70 per cento, questo però vale in particolare per i capitani. Loro possono rinunciare ad un appuntamento se non sono al massimo della condizione e la squadra viene loro incontro: guardate De Lie. I gregari, invece, se devono tappare un buco lo fanno anche se la condizione non è sufficiente. Insomma, se sei uno dei tanti, vai a correre in qualsiasi condizione». 

Dopo una gara di un giorno di media lunghezza il recupero è di un paio di giorni
Dopo una gara di un giorno di media lunghezza il recupero è di un paio di giorni
Con il rischio, come successo a Germani, di rincorrere lo stato di forma ideale. 

Spesso corridori di seconda fascia oppure giovani si sacrificano in corsa e lo fanno anche in queste situazioni. La squadra sa che non è al massimo, ma ti fa correre comunque, perché magari si rischia di partire con un uomo in meno. Poi se è una corsa di un giorno ancora si può fare, stringi i denti, lavori all’inizio e ti ritiri. Ma in una gara a tappe devi anche sforzarti per finirla o comunque arrivare il più avanti possibile. 

Al di là dell’esempio di Germani, curare l’allenamento a casa però è fondamentale, soprattutto tra una gara e l’altra.

Vero, la prima cosa che bisogna fare è recuperare bene. Le variabili delle quali tener conto sono davvero molte, a partire da quanto impegno ha richiesto tale gara. Se si è trattato di una corsa di un giorno o una gara a tappe e poi si valuta in base all’impegno successivo.

Una corsa a tappe come la Tirreno richiede un recupero più lungo: tra i 3 e 4 giorni
Una corsa a tappe come la Tirreno richiede un recupero più lungo: tra i 3 e 4 giorni
Facciamo un esempio: trittico delle Ardenne e poi Giro, come si fa?

Buon esempio, in tanti hanno fatto questo binomio. Il grosso della preparazione viene fatta prima delle Ardenne, magari con dell’altura. Poi si scende e si va a correre per una settimana, ma con sole tre gare. Una volta tornati a casa, il recupero è indicativamente di tre giorni, dal quarto si torna ad allenarsi.

E cosa si fa?

In una gara singola si corre ad un’intensità più elevata rispetto ad una gara a tappe. Il corridore quindi non avrà bisogno di fare sforzi brevi, ma lavori di fondo oppure di forza. Si inseriranno salite a lunga percorrenza fatte in Z2 o Z3. Dopo qualche giorno ci sarà solo un richiamo di intensità con lavori brevi sui 2 minuti massimo. Come ultimo allenamento si mette un’altra uscita lunga con tante ore ma senza lavori specifici. 

Al contrario se si esce da una corsa a tappe?

Dipende dov’è collocata, ma va fatto l’opposto. Una corsa a tappe, anche una di categoria 1.2, chiede un recupero più lungo, di quattro giorni magari. Si ritorna ad allenarsi dal quinto e si fanno tanti lavori specifici per allenare l’intensità. Comunque dopo cinque o sei giorni di gara, se non di più, il fondo lo diamo per assodato. 

A casa si sfrutta il tempo lavorando su aspetti che in corsa si sono trascurati
A casa si sfrutta il tempo lavorando su aspetti che in corsa si sono trascurati
Facciamo un altro esempio: un corridore che esce dalla Tirreno. 

Se ha come obiettivo il Giro allora potrebbe già avere una condizione buona e finita la gara recupera e torna a prepararsi per il grande obiettivo. Si va in altura e tutto procede secondo i piani. Se, al contrario, ha come obiettivo il Tour de France magari ha una condizione minore. La Tirreno è solo un passaggio per mettere gare nelle gambe ma senza cercare risultati. Guarda a corse del genere ma collocate più avanti nel calendario: Giro di Svizzera o Delfinato. 

Non c’è una ricetta vera e propria.

Concretamente no. Ogni preparatore segue corridori con obiettivi diversi e deve tenere conto di tante variabili. Certo è che se uno disputa una corsa a tappe a casa dovrà poi fare lavori ad alta intensità. Al contrario se un corridore esce da una serie di gare di un giorno andrà a curare più il fondo. 

Ad esempio dopo una serie di corse di un giorno si curano il fondo e la forza (foto Instagram Fortunato)
Ad esempio dopo una serie di corse di un giorno si curano il fondo e la forza (foto Instagram Fortunato)
Le gare di passaggio esistono ancora?

No. Ormai anche corse come Giro di Ungheria o Giro di Turchia hanno un livello alto. E’ praticamente impossibile mettersi nell’ottica che si va per migliorare, si deve già essere ad un buon livello. 

Se si hanno intoppi che impediscono di allenarsi a casa meglio rinunciare a correre?

Il ragionamento è giusto, ma in pratica se lo possono permettere solo i campioni. Sono loro che devono portare a casa i risultati quindi le squadre sanno che non possono farli rincorrere la condizione. Questo crea un circolo virtuoso: i gregari fanno quel che possono, mentre i capitani sono sempre, o quasi, al meglio della forma.

Questa la sintesi: Germani ha continuato a correre e stringere i denti. De Lie è stato fermato, ha recuperato e al rientro ha vinto.