Cioni traccia la rotta della caccia a Evenepoel

07.09.2023
7 min
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Due crono a distanza di neanche un mese: quella del mondiale e quella di martedì alla Vuelta. La prima vinta da Evenepoel con 12″ di vantaggio su Ganna. L’altra nell’ordine inverso, con 16″ di differenza. Cos’ha di tanto speciale il belga? E come si può contrastarlo se davvero, come si è detto ai mondiali, fisicamente Ganna ha raggiunto il massimo? Proviamo a rispondere con Dario Cioni, responsabile dell’area performance per quanto riguarda Ganna e anche Tarling, il secondo e il terzo del mondiale.

Partiamo dal nemico: perché Remco è così pericoloso per Filippo? 

Perché va forte e ha un’ottima posizione in bici: a crono e su strada. Anzi, su strada fa ancora più differenza, perché se scappa di mano, poi diventa difficile andare a prenderlo. Sicuramente poi, essendo più compatto, ha un miglior coefficiente aerodinamico che, unito ai tanti watt, ne fa una bella gatta da pelare.

Dopo il mondiale è parso che Pippo abbia alzato bandiera bianca: ho fatto il massimo, di più non posso…

Penso che si riferisse alla parte fisica. Magari sul mondiale ci può essere una differenza di lettura dei valori dovuta al fatto che ha usato un power meter diverso rispetto a quello della Vuelta. Potrebbe esserci uno scostamento del 2 per cento, ma anche se così fosse, quest’anno Filippo ha sempre fatto delle prestazioni su un range altissimo. Ai livelli del 2020, quando vinceva sempre, solo che nel frattempo gli avversari sono cresciuti e Remco ha raggiunto uno standard superiore.

Si può fare qualcosa per riprendere vantaggio?

Si sta parlando di livelli di eccellenza, non di mediocrità. E’ chiaro che magari fisicamente con l’età e continuando a fare grandi Giri qualcosa si possa acquistare. E poi ci sono alcune cosine da mettere a posto, prima di tutto sui materiali. Nell’ultimo anno non siamo avanzati così tanto ed è tempo di iniziare a spingere. Su alcune cose non abbiamo fatto innovazione, su altre invece abbiamo continuato a migliorare. Per esempio Pinarello ha fatto il manubrio nuovo, che comunque andava cambiato perché c’è stata l’introduzione della regola dei 14 centimetri.

Secondo te Filippo ha avuto grossi vantaggi da queste nuove regole?

Non quanto pensavamo.

E allora dove si trovano i 12 secondi di Stirling?

Finora con i materiali siamo sempre stati innovatori. Adesso però gli altri hanno visto quello che facevamo e si sono allineati. Perciò va trovato qualcosa di nuovo. La cosa confortante è che con la prestazione di martedì Filippo ha dimostrato che Evenepoel è battibile, anche se la crono della Vuelta non è equiparabile al mondiale. Però Remco sta bene, voleva vincere ed è stato battuto.

Si rischiava che diventasse una bestia nera?

Secondo me è diventato uno stimolo. Alla fine, quando hai fatto tutto il possibile e perdi, c’è comunque il rispetto. Neanche a Pippo piace arrivare secondo, quindi questa rivalità è sicuramente uno stimolo per entrambi. E’ chiaro che difficilmente troverai il modo di migliorare di un 10 per cento, perché tante cose sono state già esplorate. Però ci sono particolari o nuove cose che si troveranno, che magari ci faranno guadagnare l’uno o il due per cento. Sommando tutto, si diventa più veloci.

La radio sul petto di Evenepoel ai mondiali è qualcosa da imitare?

Secondo me era molto borderline. Il fatto che alla Vuelta non l’abbia più usata fa pensare che qualcosa sia successo. Noi siamo per il rispetto dei regolamenti e forse al mondiale non sono intervenuti per non incidere sulla vittoria. Però sarebbe bene che ci fosse chiarezza sui regolamenti, come per la storia dei calzini troppo alti. Si stanno mettendo mille regole, ma se poi non si fanno rispettare, tanto vale non metterle.

A chi spetta nel vostro team il compito di seguire queste innovazioni?

Dipende dai settori. Ad esempio Luca Oggiano è l’aerodinamico, quindi è quello che studia le innovazioni da questo punto di vista. Collabora con chi fa i caschi e il body, con Kask e con Bioracer, mentre prima aveva lavorato a stretto contatto con Castelli. In galleria del vento dirige in prima persona la sessione e qui Ganna deve intervenire per forza. Poi c’è l’aspetto dei materiali, come i copertoncini da usare e quale modello, allora Pippo non serve. E in questo caso entra in gioco Bigham.

Poi c’è l’area della performance, giusto?

Performance e tattica e quello è il terreno di Cioni, il mio. La strategia non è più come una volta, che si partiva, si vedeva come stavi e si decideva il wattaggio da tenere. Adesso parti con un piano ben preciso, con dei wattaggi-obiettivo su ciascun segmento del percorso. Parti da lontano, con lo studio del percorso su VeloViewer. Poi con i modelli meteo, vedi quale saranno le condizioni, in particolar modo la direzione e l’intensità del vento. E poi parti con le simulazioni su quello che può essere il tempo previsto di gara. Questo ti permette di avere una potenza-obiettivo. E in base a questa, distribuirai la potenza nei settori in cui hai diviso il percorso. A Valladolid erano 8, ai mondiali su un percorso più complicato erano 15.

I modelli così elaborati rispondono alla realtà?

Diciamo che fissi dei valori per la salita, per la pianura, per i tratti con il vento in un certo modo… Filippo ha capito il concetto, per cui lui ha la libertà di scegliere il target. E se lo trova limitante, ha la possibilità di alzare il livello. Per me è più importante che capisca il concetto e quali sono i punti dove può spingere di più e quali quelli dove invece deve risparmiarsi.

Nella crono di apertura del Giro a Ortona, il primo colpo subito da parte di Evenepoel e per giunta in casa
Nella crono di apertura del Giro, il primo colpo subito da parte di Evenepoel e per giunta in casa
Qual è un riferimento che difficilmente cambia?

La media finale, che però si basa molto sul suo feedback. Se quella che abbiamo stimato è troppo alta, si fa una tabella più bassa di 10 watt, in modo che possa muoversi in quel range, sapendo che comunque otterrà un certo tipo di prestazione.

Pensando alle Olimpiadi, la preparazione per la crono sarà la stessa?

Non cambierei rispetto a quanto si è fatto. Dopo il mondiale è stato ancora a Macugnaga e la cosa ha avuto nuovamente un effetto positivo. Lassù sono 2.800 metri e ci è arrivato avendo già fatto un blocco di altura ad Andorra, quindi aveva già un adattamento. E’ una formula che con lui sembra funzionare, perché tutte le volte è venuto giù ed è andato forte. Sicuramente la cosa che cambierei l’anno prossimo è non dovere ritirarsi dal Giro e non aver fatto di riflesso il Giro di Svizzera. Secondo me la prima parte della stagione è andata bene, ma non benissimo. 

Dopo la Vuelta ci saranno gli europei?

Deve ancora decidere cosa fare, ci sta pensando, comunque non farebbe la crono, che c’è di mercoledì ed è troppo vicina alla fine della Vuelta. Bennati lo vorrebbe su strada e per come stanno andando le cose, lo vedo sempre più probabile, con un punto di domanda sul Team Mixed Relay.

Il Ganna visto ieri alla Vuelta sull’arrivo di Laguna Negra farebbe davvero comodo a Bennati agli europei
Il Ganna visto ieri alla Vuelta sull’arrivo di Laguna Negra farebbe davvero comodo a Bennati agli europei
Il prossimo inverno sarà in linea con l’ultimo?

E’ ancora presto, anche perché c’è un punto interrogativo sulla Vuelta a San Juan. Però penso a un bello stacco e se lo merita anche. Se uno finisce bene l’anno, ha già un bel vantaggio per ripartire. Per questo l’idea di venire alla Vuelta, una volta ritirato dal Giro, era un must in vista dell’anno prossimo. Non farla sarebbe stato un errore: un grande Giro a stagione deve farlo, forse anche due. Vediamo i percorsi del prossimo anno, il Tour probabilmente non va bene per il programma della pista, ma c’è tutto il tempo per parlarne…