«Voglio andare sempre più forte», parole di Remco Evenepoel. Il campione della Soudal-Quick Step è davvero sul pezzo. Oltre che scrupoloso nella preparazione, affamato in corsa, è anche molto attento a ciò che concerne i materiali. Per il belga il dogma è: “performance first”.
E di questo suo rapporto con i materiali parliamo con Specialized, che in pratica fornisce la maggior parte dei materiali, dai caschi alle ruote, dalla bici alle scarpe, e Castelli, che fornisce il vestiario, elemento sempre più importante ai fini dell’aerodinamica.
Sa ascoltare
Remco è puntiglioso, ma molto meno “rompiscatole” di tanti altri campioni: è quel che ci dicono da Specialized.
«Evenepoel – spiegano dal brand americano – ascolta ciò che gli viene detto. E questo è un vantaggio. Se gli vengono suggeriti dei materiali che secondo noi sul quel percorso, con quel meteo, sono più performanti lui li usa.
«Accoglie i suggerimenti. Al mondiale, per esempio, gli abbiamo suggerito di utilizzare una ruota più leggera nonostante siano poi usciti 42,5 chilometri di media oraria. Secondo noi era meglio per le accelerazioni sugli strappi. E Remco ci ha seguito».
«Per noi tutto ciò ha una doppia valenza. Oltre al fatto che l’atleta, numeri alla mano, rende di più essendo lui un leader influenza nella giusta direzione gli altri compagni. Se uno come Remco inizia a dire che quel “copertoncino X” non ha tenuta o è poco scorrevole in base ad una sua sensazione, alla fine andrà a compromettere il giudizio anche degli altri. E succede…».
Non solo Remco
La ricerca del dettaglio però non riguarda solo Evenepoel, è una tendenza che si nota dappertutto. Guardiamo il cambio epocale della UAE Emirates rispetto allo scorso anno. Hanno cambiato gruppi, ruote e per farlo hanno rinunciato a sponsorizzazioni importanti. Un po’ quello che fece la Ineos-Grenadiers quando acquistava le ruote Lightweight ma aveva Shimano. O la stessa cosa che ha fatto la Jumbo-Visma nel passaggio da Shimano a Sram.
«E questo ormai riguarda anche squadre un po’ più piccole. Per esempio alla Omloop la Lotto-Dstny ha sperimentato un monocorona con Campenaerts. Allo stesso tempo non nascondiamo che su un certo tipo di percorsi Remco ha utilizzato una ruota che non era nostra… e parliamo di un vantaggio millesimale».
Crono al millesimo
Lo scorso anno dopo i test in galleria del vento a Morgan Hill, nella sede del brand americano, Remco non era soddisfatto del tutto, in quanto Cattaneo, che era con lui, aveva ottenuto una percentuale maggiore di miglioramento. Al belga poco importava di partire da una base migliore rispetto all’italiano. E’ Remco! Come dicevamo, famelico anche sotto questo punto di vista.
«Cura sempre i dettagli e cerca di tirare fuori il massimo dai materiali – vanno avanti da Specialized – Ma anche lui ha qualche richiesta a volte e noi, se questa può essere valida, cerchiamo di accontentarlo. Per esempio ci sta chiedendo la corona da 60 denti per le crono. L’abbiamo montata e per farlo abbiamo operato un piccolo adattamento del deragliatore sulla bici».
«Sulla crono è davvero attento. Per esempio il casco che abbiamo sviluppato è stato fatto sulla sua testa e su quella di Asgreen. Anche il danese ha una posizione estrema. Questo casco è stato sviluppato in ottica non solo aero, ma anche di visibilità. Quando sono in posizione adesso possono vedere fino a 100 metri, prima ne vedevano 20-30. Era come se andassero al buio. Per guardare avanti erano costretti a perdere la posizione ottimale per quell’istante».
«Ma per fare tutto ciò serve tempo. E non sempre il corridore, anche se vuole, può venire in galleria del vento. Così abbiamo fatto un calco in 3D della conformazione della sua testa. E ci abbiamo lavorato. Così facendo abbiamo limato anche altrove. Per esempio si poteva dare un po’ più di libertà alle gambe e siamo riusciti ad accorciare le pedivelle di qualche millimetro».
«Solo alla Vuelta dello scorso anno in un paio di occasioni, Remco ha operato delle scelte non totalmente finalizzate alla prestazione. Aveva paura di soffrire il caldo e ha optato per un casco più aereato e un filo meno aerodinamico, Ma questo denota la sua attenzione per tutti i particolari».
Vestiario più veloce
E parlando di crono e di caldo si legano bene le parole di Alvin Nordell, tecnico di Castelli che cura i rapporti con i team.
«L’abbigliamento – spiega Nordell – deve essere comodo e funzionale. Abbiamo trovato alcune configurazioni veloci ma poco pratiche quando si tratta di una gara di 5 ore o di una cronomentro di 40 chilometri, ma con una temperatura di 40 gradi. Le prestazioni e il comfort devono completarsi a vicenda per rendere il ciclista il più veloce possibile».
«I vestiti e i test che facciamo aiutano Remco a ottenere quell’ultima percentuale di guadagno per vincere le gare. Testiamo e proviamo sempre i nostri completi tecnici per renderli più veloci».
«E’ vero – prosegue Nordell – Remco è attento a tutto: dal casco alla lunghezza delle maniche, dai calzini ai copriscarpe. Vuole davvero vedere cosa funziona (e cosa non funziona) per renderlo poi il più veloce possibile».
«Per noi di Castelli è una buona collaborazione. Portiamo la nostra conoscenza e la nostra esperienza e le integriamo con le sue, per trovare quanti più vantaggi possibili. Anche per questo ho apprezzato la sua disponibilità a provare cose nuove, solo per vedere se funzionano o meno. Alcuni hanno questa curiosità, altri no».