Abbiamo già avuto modo di trattare l’argomento dell’alimentazione in corsa, ma che cosa cambia quando c’è da affrontare un arrivo in salita? Anche in epoca recente ci sono stati casi di atleti costretti ad alzare bandiera bianca proprio a causa di problemi gastrici e quando ci si trova di fronte alle tappe più impegnative, i rischi in tal senso sono maggiori. Domenico Pozzovivo, uomo di grande esperienza, ha qualche piccola regola da seguire nella sua alimentazione.
«Io solitamente faccio fatica a ingerire cibi solidi naturali quando si tratta di ascese impegnative, cerco quindi di utilizzare le barrette, mangiandone una almeno 15’ prima che la salita inizi. Quando però la salita durerà oltre 30’, è necessario ingerirne una seconda ad almeno 20 minuti di distanza dalla prima».
In base ai tempi, sembra di capire che preferisci non mangiare quando la strada si rizza sotto le ruote…
E’ quasi impossibile farlo, anche il gel va preso al momento giusto, controllando la situazione perché se sei fortemente impegnato, è controproducente. Va considerato poi che quando sei oltre i 1.600 metri di altezza e hai il fiato corto, ingerire qualcosa di pastoso è difficile. Bisogna cercare un momento in cui la salita spiana, per questo è meglio provvedere prima.
L’alimentazione in salita non può diventare una discriminante tattica, osservando gli avversari, quel che fanno, se sono alle porte di una crisi di fame?
Difficile dirlo – risponde il corridore della Qhubeka Assos – non sapendo quel che c’è nelle borracce, molti usano maltodestrine e fruttosio a concentrazione elevata. Certo se vedi che negli ultimi 5 chilometri ingerisce del gel, significa che qualcosa non va. A me comunque la borraccia molto zuccherata non piace, preferisco altre soluzioni.
Il clima influisce?
Molto. Con il caldo non ci sono grandi problemi, bastano i gel isotonici, col freddo si consuma di più e hai problemi anche nella manualità: io ad esempio con temperature molto basse perdo sensibilità alle dita – afferma Pozzovivo – e diventa arduo anche prendere la barretta dalle tasche… L’ultimo caso di Thomas, caduto al Romandia proprio perché non aveva più sensibilità nelle mani è esemplare. Per questo molti danno al rifornimento le borracce con il gel attaccato.
Veniamo a Pozzovivo: come arrivi a questo Giro?
Se avessi dovuto rispondere a inizio maggio sarei stato pessimista, ma negli ultimi giorni prima della partenza ho risentito le gambe girare al punto giusto, gli ultimi allenamenti sull’Etna mi hanno dato coraggio. Le mie carte voglio giocarmele tutte…