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Felt Breed, gravel con la velocità nel Dna (anche sul tecnico)

16.05.2022
7 min
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Pierer Mobility AG, gruppo austriaco che ha assorbito Felt, ci ha invitato al lancio di una nuova gamma di prodotti, tra cui la nuova Felt Breed, una gravel in carbonio di altissima fascia.

Il brand californiano è leader nel settore della pista e nel triathlon produce bici per i più forti campioni e (ha presentato anche la nuova e rivoluzionaria IA 2.0), in questo caso però ha creato una vera perla anche per quel che riguarda il settore gravel.

Dopo la presentazione ufficiale da parte di ingegneri e responsabili marketing, abbiamo avuto modo di provarla per bene sul campo, su un terreno impervio e reso ancora più tecnico dal bagnato.

Ma andiamo con ordine. Per capire bene una bici bisogna prima vedere come è fatta.

La Felt Breed Carbon, geometria massiccia e aereo al tempo stesso
La Felt Breed Carbon, geometria massiccia e aereo al tempo stesso. Si possono montare tre portaborracce: 2 sull’obliquo, 1 sul piantone

Velocità nel Dna

Partiamo dalla velocità: è questo uno dei filoni dello sviluppo della Breed. In Felt addirittura parlano di “ossessione”.

Velocità in una bici gravel? E’ lecito porsi questa domanda. Ma la risposta è: perché no? In fin dei conti Felt il concetto di velocità, come accennato, ce lo ha nel sangue tra pista, triathlon e strada e poi ricordiamoci che il gravel “made in Usa” è molto spinto: gare di 300 chilometri da fare “a tutta” e una bici maneggevole, veloce e, guarda un po’, anche aerodinamica ci sta tutta.

La Breed Carbon è progettata appositamente per lo sterrato chiaramente, quello è il suo primo terreno. Si tratta di un telaio full carbon con una modernissima disposizione delle fibre.

Ogni “pezzo” di carbonio è stato posto con un determinato criterio al fine di rendere la bici stessa rigida, ma anche comoda, con l’obiettivo (riuscito) di limitare al massimo fastidiosi rimbalzi.

Geometria gravel

Perno di tutto, nel vero senso della parola, è la scatola del movimento centrale. Si parte da una collaudata T47, che però è stata rivista e resa asimmetrica con due cuffie laterali di differente spessore. La sua larghezza totale è di 77 millimetri (76,75 per la precisione). Una scatola di tale misura agevola la rigidità di tutta la struttura, ma soprattutto consente l’alloggio di gomme da mtb in pratica.

E infatti la Breed offre l’alloggio per il classico cerchio da 700 cc da strada, su cui porre le gomme da gravel. Ma vi si può montare anche un cerchio da 27,5” (cioè un 650b) e persino quello da 29”. Rispettivamente quindi si possono montare per assurdo velocissimi copertoni da 28 millimetri, nel caso si voglia farne un uso su asfalto, fino ai 50 millimetri, pensando al cerchio da strada, il 700. Mentre si può arrivare fino a sezioni da 2.0 con il cerchio da 29” e da 2,1 con la 27,5. In pratica ci si ritrova una mtb rigida! E questo amplia a dismisura il range di utilizzo della Breed.

Per quanto riguarda gli angoli, senza dubbio si tratta di geometrie gravel, ma molto meno esasperate di quel che ci si poteva aspettare. E questo giudizio si è rafforzato dopo averla provata sul campo e averne saggiato la reattività.

Il tubo piantone va dai 74° della misura più piccola (Xs, cioè una 47) ai 72° di quella più grande (Xxl cioè una 61). Il tubo di sterzo, invece, va dai 70° della misura più piccola ai 71,5° di quella più grande.

Da segnalare il rake della forcella di 50 millimetri, qualcosa che abbiamo avuto modo di apprezzare.

Scelte tecniche

La super adattabilità della Breed passa anche per il suo reggisella. In Felt hanno studiato un attacco particolare, che consente di montare due sezioni differenti: quello con diametro da 27,2 millimetri e quello più racing da 30,9. In pratica c’è una sorta di spessore che riprende la forma del reggisella che va ad inserirsi all’interno del tubo piantone, nel caso si opti per il diametro più piccolo.

Da quel che abbiamo visto la Breed quindi può davvero essere la bici unica. Con pochi passaggi, si può trasformare in una “normale” bici da strada, oppure diventare una belva inarrestabile per lo sterrato. Sta a voi decidere come settarla. Magari bastano due tipi di ruote e due reggisella diversi per cambiarle i “connotati”.

E non a caso c’è anche la possibilità di scegliere se averla con il monocorona o con la doppia. Quello dipende moltissimo dall’utilizzo che se ne intende fare e dai percorsi che si battono solitamente. 

E ancora una volta stupisce l’adattabilità: col monocorona si può montare fino ad un 52 mentre con la doppia la corona interna può essere addirittura un 44. Altro dettaglio che ci è piaciuto non poco è che se si opta per il monocorona, sul telaio dove dovrebbe essere fissato il deragliatore, non resta uno spazio vuoto. Quell’incavatura è coperta da una placca di alluminio, leggerissima e che rifinisce la bici con eleganza. Ogni cosa quindi non è lasciata al caso.

Sulla Breed si possono installare trasmissioni elettroniche e meccaniche. Il passaggio dei cavi è quasi del tutto integrato, così che la bici oltre ad essere pulita ed aero, limita ulteriormente eventuali contatti con rovi, rami…

Test sul campo

Dalla conferenza di presentazione ai sentieri. Pronti via e subito radici, per di più bagnate. Un battesimo di fuoco! Ma la Breed è rimasta fedele ai nostri comandi. Eh sì che va svelato un aneddoto.

Nei giorni dei test non era previsto brutto tempo, quindi i tecnici di Felt (Pierer Mobility AG) avevano settato, giustamente, le bici riservate alla stampa con delle gomme piuttosto scorrevoli, le Vittoria Terreno Dry. Delle frecce sull’asfalto e sullo sterrato compatto, ma di certo non il massimo per i sassi e il sottosbosco bagnati.

Però alla fine tutto ciò non ha fatto altro che esaltare la bontà della Breed, il suo equilibrio.

E la trasmissione con i foderi asimmetrici a nostro avviso ha inciso moltissimo. La trazione è sempre stata costante. Alla fine il piede a terra lo abbiamo messo solo al termine di salite lunghe, sterrate, smosse, piene di foglie e con pendenze ben a di sopra del 30%. E in certe situazioni conta anche la preparazione atletica del ciclista (e la nostra non era certo ottimale!).

Una cosa che ci ha stupito è stata una discesa affrontata nel finale. Una discesa con poche curve, ma tanti sassi, quindi veloce: la Breed non ribalzava. Chiaro, qualche balzello c’è stato (non ci sono sospensioni), ma non ha mai dato scossoni violenti. Non ci aspettavamo un comportamento simile da gravel full carbon e con ruote a profilo medio come le Zipp 303s.

Il posteriore è rimasto sempre attaccato al terreno, merito, lo ripetiamo, di una scatola oversize e di foderi asimmetrici. Abbiamo mantenuto sempre una certa padronanza della guida anche all’anteriore. Con la Breed si riesce sempre a dare direzione.

La Breed si è mostrata davvero una bici equilibrata, divertente e con cui è facile trovare il feeling
La Breed si è mostrata davvero una bici equilibrata, divertente e con cui è facile trovare il feeling

Allestimenti 2023

Un’ultima considerazione. A nostro avviso, con un telescopico, stile Mohoric alla Sanremo, la Breed diventerebbe inarrestabile. Metterebbe in crisi una mtb front, con la differenza che nei tratti veloci o asfaltati sarebbe molto più veloce. E a proposito di sospensione: vi si può montare una forcella ammortizzata.

Tornando poi al discorso della padronanza di guida all’anteriore, merita un cenno il rake della forcella da 50 millimetri. Una misura consueta nelle gravel, ma con steli affatto piccoli (e di un’ottimo composito), la bici ha mantenuto quella stabilità e quella guidabilità di cui vi parlavamo. Non solo, ma si è mostrata veloce su asfalto e “leggera su braccia e polsi” nei tratti da fare in piedi, cosa non così scontata con un anteriore tanto aperto.

Ci ha perdonato più di qualche errore, come per esempio un ingresso in un tratto erboso estremamente morbido in cui la ruota anteriore è affondata un bel po’. Eravamo parecchio sbilanciati in avanti, ma la bici non si è impuntata, come sarebbe stato lecito attendersi. E ritorniamo al discorso fatto appena sopra che potrebbe mettere in crisi una mtb.

Felt propone quattro versioni della Breed: tre in carbonio e una in alluminio. Le tre in carbonio sono allestite rispettivamente con lo Sram Force (6.599 euro), con lo Shimano Grx 810 (4.699 euro) e con il Grx 600 (2.999 euro). Quello in alluminio, che mira a mantenere il prezzo al di sotto dei 2.000 euro, solo con lo Shimano Grx 600.

Felt Bikes