Tosello e Ibai Jimenez

Strade Bianche, insolita vigilia tra i meccanici

06.03.2021
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Strade Bianche, storia giovane ma già nel mito del grande ciclismo. La classica toscana è molto dura non solo per i suoi 184 chilometri, i circa 3.000 metri di dislivello, gli 11 settori e 63 chilometri di sterrato, ma anche per l’insolita logistica che richiede. Gli staff, in particolar modo quello dei meccanici, è chiamato ad un super lavoro. Persino sul bus e sulle ammiraglie. 

Polvere e bus

Alla vigilia della gara, siamo andati dall’Astana PremierTech e una delle prime scene in cui ci siamo imbattuti è stata quella di vedere Federico Borselli, storico autista del bus turchese, lavare il motore del suo bestione.

«Con la polvere alzata per raggiungere il nostro hotel la polvere si è infilata ovunque. Anche nel motore. E si è acceso persino il sensore del sistema antincendio – dice Borselli – Meglio quindi dare una spruzzata d’acqua per toglierne un po’. Bisogna anche dare una bella lavata al radiatore. E’ importante tenerlo pulito».

Mentre Borselli sparava l’acqua con la lancia sul bus, alle sue spalle c’è chi aspirava le ammiraglie, prima di lavarle per bene. Dopo il sopralluogo del mattino anche le vetture sono “imbiancate”. Ma se questa operazione si fa quasi sempre, quella di doverle aspirare è un’operazione un po’ meno frequente.

Fuglsang a colloquio con il meccanico Gabriele Tosello in vista della gara
Fuglsang a colloquio con il meccanico Gabriele Tosello

I dubbi del corridore

Si passa poi dai meccanici veri e propri, quelli che coccolano le specialissime dei corridori. C’è sempre qualcuno che ha piccole richieste. Per esempio Boaro aveva cambiato la sella e stava controllando alcuni serraggi. Ma soprattutto capitan Jakob Fuglsang passava in rassegna le sue bici. Aveva avvertito delle differenze insolite tra la sua bici di allenamento e quella da gara che aveva trovato a Siena. Si confrontava quindi con il capo dei meccanici, Gabriele Tosello, per risolvere i suoi dubbi. 

Alla fine si trattava di sensazioni, visto che numeri (millimetri) alla mano le due bici erano perfettamente uguali. Ma ci sta, essere campioni e sentire la corsa vuol dire anche questo. E il danese questa corsa la sente non poco.

Ma torniamo al lavoro dei meccanici. Posto che tutte le bici andavano lavate come da prassi, prima della Strade Bianche particolare attenzione viene data al discorso della lubrifricazione. Lubrificazione che si fonde e confonde con “protezione”. Le catene infatti vengono pulite e ingrassate nel pomeriggio e una ripassata veloce viene data anche a ridosso del via. Ma soprattutto si passa un grasso particolare in tutti i ruotismi, le parti soggette al movimento. Rotelline del bilanciere, perni del parallelogramma del cambio e del deragliatore. I vicini colleghi della Jumbo Visma questo “grasso” (che grasso non è) biancastro lo avevano messo persino nella parte anteriore della serie sterzo, tra telaio e “ghiera” per non far penetrare la polvere all’interno. Magari l’esterno si sporca anche di più, ma il meccanismo resta intatto.

Gomme e carta vetrata

Finito? Ma anche no! L’Astana utilizza gomme Vittoria da 28 millimetri. Gabriele Tosello e Jose Rodriguez Gil hanno preparato, solo per la Strade Bianche ben 24 paia di ruote. Le pressioni dovrebbero attestarsi sui 5,5 bar più o meno per tutti, confida “Toso”.

E per fortuna che i ragazzi di Vinokourov non sono troppo esigenti. Per tutti Corima Ws da 47 millimetri, solo Boaro ha scelto quelle 32 millimetri. E lo stesso vale per i rapporti: 11-32 per tutti, ma lo stesso Boaro, Felline e Aranburu anziché il 39 hanno chiesto di avere il 36.

La carta vetrata è, infine, il segreto per tenere ferme le borracce. Tosello ne ha sagomati dei pezzetti all’interno del portaborracce affinché non saltino, almeno non così facilmente. E lo stesso ha fatto con i reggisella dei corridori più alti (che hanno più fuorisella): ha messo della carta vetrata sul cannotto per agevolare il serraggio. Ultimo lavoro: il controllo di tutte le viti, rigorosamente con la chiave dinamometrica.