E dopo aver parlato in lungo e in largo del vincitore del Giro d’Italia adesso tocca alla sua bici. Come è stata gestita la Pinarello F12 di Egan Bernal durante la corsa rosa? Quali sono le sue particolarità? E che “fissazioni” ha il colombiano?
Innanzi tutto la sua bici è una Pinarello F12 Xlight “di serie”, cioè un telaio di quelli che si trovano in commercio: stesse geometrie, stesso peso, stessa struttura. Grossi interventi lo staff tecnico della Ineos-Greandiers non ne ha effettuati durante la corsa rosa, tuttavia ci sono dei piccoli cambiamenti e adattamenti che meritano attenzione.
53 mon amour
Bernal, come tutti i corridori della Ineos, sia quelli presenti al Giro che gli altri, utilizzano di base l’11-30 di Shimano, chiaramente Dura Ace. E lo utilizzano sia sulle bici da gara che da allenamento, da crono e da strada. E’ così nel 99% dei casi, una scelta ponderata che li aiuta ad abituarsi a quella determinata cassetta.
Bernal durante il Giro, nonostante vada “duro” come si addice ad uno scalatore puro, a volte ha utilizzato la corona da 36 denti. E’ stato così nelle frazioni più impegnative di alta montagna.
«Nel giorno dello Zoncolan – spiega Matteo Cornacchione, meccanico del team inglese – ha scelto il 32 al posteriore. Per questa sua richiesta, ponderata con lo staff dei preparatori, con l’atleta e il responsabile dei materiali, abbiamo anche utilizzato il cambio e la cassetta posteriore Ultegra. Perché con il 32 serve il cambio a gabbia lunga che nella versione Dura Ace non c’è. Sappiamo che funziona bene lo stesso, ma per evitare rischi abbiamo seguito i suggerimenti del costruttore giapponese. Quindi abbiamo optato per questo set che pesa in tutto 140-150 grammi in più (30-40 grammi il cambio e un etto abbondante la cassetta). E’ il nostro protocollo di sicurezza».
Egan poi ha sempre usato il 53, mai il 54 come ormai si usa fare da molti in tappe di pianura. Chiaramente nelle altre frazioni in cui non aveva il 36 la corona piccola era il 39.
Peso (quasi) al limite
In generale Bernal non ha grosse fissazioni, ma sul peso e come vedremo sulle pressioni (soprattutto) è molto attento. E infatti Cornacchione ha sempre garantito un peso prossimo al limite dei 6,8 chili. Pensate che in Ineos hanno acquistato la stessa bilancia che utilizza l’Uci per ovviare ad inconvenienti e differenze di tarature. La bici di Egan era sempre sui 6,840 chili, computerino escluso, si tenevano quei 40-50 grammi di margine per stare tranquilli, anche perché poi ci sono alcuni giudici che pesano le bici con il Garmin e altri senza. Anche riguardo al device di Velon, per limare dei grammi avevano tolto il supporto in gomma con cui è fornito ed era fissato “a nudo” con delle normali fascette. «La bici di Egan durante il Giro ha oscillato tra i 6,840 e 6,860 grammi», spiega il meccanico.
Dura Ace da 60, una garanzia
Riguardo alle ruote invece il colombiano solitamente utilizzava le Shimano Dura Ace da 60 millimetri, il cui mozzo, sempre secondo Cornacchione è una vera garanzia di scorrimento e tenuta. Ma nelle tappe di montagna per avere una ruota più leggera ancora Egan optava per le Lightweight (le Meilenstein, il cui profilo è da 48 millimetri), ma…
«Ma nella tappa di Cortina d’Ampezzo ha scelto lo stesso le ruote Shimano da 60 millimetri – rivela Cornacchione – questo set infatti garantise una frenata più lineare e sicura anche con il bagnato, mentre la Lightweight è ben più complessa da utilizzare in quelle condizioni. Non volevamo rischiare. Poi nella planata dal Giau, Caruso e Bardet soprattutto sono scesi forte, ma noi in quel momento tenevamo sott’occhio maggiormente il distacco da Yates».
“Pressionemania”
Ecco poi il capitolo delle gomme e delle pressioni. La copertura di Bernal è sempre stata il tubolare Continental Alx da 25 millimetri, nella versione più leggera. E’ una gomma con la quale Bernal ha ormai un certo feeling, tuttavia quando vede già solo una nuvola all’orizzonte, specie se la tappa è mossa, Egan va in allerta con la pressione.
«Lui si fida ciecamente di noi meccanici. Per esempio sulla posizione, una volta trovata quella ad inizio stagione non la cambia più. Neanche quest’anno con tutto quel discorso dello spessore tra scarpa e tacchetta (che a proposito è di 1,5 centimetri), ma sulla pressione vuole sempre verificare. Leggero com’è lui di solito le mette a 6,5 bar. Una mattina prima di una tappa ha visto una remota possibilità di pioggia e me l’ha fatta mettere a 6,4. Un nulla, ma per la sua testa contava molto».
Catene e stickers
Per il resto, avendo cambiato una bici a settimana Bernal non ha sostituito neanche la catena. Dopo aver preso la maglia rosa a Campo Felice di fatto gli è stata consegnata una bici nuova con i colori del primato. E lo stesso è stato fatto prima dell’ultima settimana.
«E poi non è mai caduto, né ha avuto problemi meccanici, quindi tutto è flato via tranquillo. In realtà un cambio di catena lo abbiamo fatto, ma a tutti e non solo a lui, dopo la tappa di Montalcino. Non ce n’era bisogno, ma dopo tutta quella polvere abbiamo preferito fare così.
«Le serigrafie di solito le mettiamo noi meccanici. Ci arrivano degli stickers particolari. E’ un lavoro in più ma si fa con piacere. Nella crono finale, Fausto (Pinarello, ndr) gli ha mandato la bici da crono nuova tutta rosa, ma Egan non l’ha voluta usare per non rischiare nulla. Ha preferito quella già “rodata” a Torino. Ci abbiamo lavorato fino a mezzanotte! Era perfetta…».