La Cinelli Pressure di Baroncini ai raggi X

30.09.2021
6 min
Salva

Appoggiata ai piedi del palco iridato, c’era la bici che aveva appena vinto il mondiale. Quella con il numero 1 di Filippo Baroncini. La sua Cinelli Pressure dominava la scena e anche noi ne siamo stati ammaliati.

A raccontarci qualcosa di più sulla belva del campione del mondo U23 è Stefano Casiraghi, meccanico della Colpack-Ballan. Stefano lavora da due anni nella squadra di Beppe Colleoni e ha imparato a conoscere bene i suoi ragazzi. E’ giovane, ma al tempo stesso esperto. Specialmente per quel che riguarda il settore di gomme e ruote, visto il suo passato in Vittoria.

La Cinelli Pressure di Baroncini sotto al podio di Leuven
La Cinelli Pressure di Baroncini sotto al podio di Leuven

Zero fissazioni

Con lui iniziamo a parlare però prima di Baroncini, delle sue “fissazioni” (che a quanto pare non ha) e del modo di porsi nei confronti della tecnica.

«Filippo – spiega Casiraghi – è un corridore molto tranquillo. All’inizio dell’anno ci siamo parlati poco, ma più che altro perché sono io che sono un chiacchierone! Poi invece si è sciolto e devo dire che ci si lavora molto bene. Ha un modo di porsi molto gentile, chiede le cose col massimo rispetto. L’altro giorno mi ha scritto: il numero della bici del mondiale è tuo! Un gesto che mi ha fatto molto piacere. 

«Filippo è interessato alla tecnica. Non ha fissazioni particolari. Non è di quelli che sta lì due ore a chiederti dell’angolo di una leva, ma magari è più concentrato su tattiche, ristori, percorsi… “Baro” vuol sapere perché usa quella determinata, cosa si ritrova sotto la bici… e per me che sono anche appassionato di tecnica è divertente. Per esempio quando ad inizio anno sono arrivati i tubeless Pirelli è stato tra i pochi interessati che ha cercato di capire realmente cosa stesse usando, come funzionava il tubeless, quali fossero i benefici e quali gli svantaggi».

La scelta della Pressure

Ma veniamo alla bici. Baroncini utilizza una Cinelli Pressure, tuttavia ci è arrivato dopo aver provato anche l’altra bici in dotazione alla Colpack, la Superstar con freni caliper. 

«E’ stata una scelta fatta in parte per esigenze di materiali – dice il meccanico – che in quel momento non avevamo, e in parte perché con la Superstar avevamo più margine d’intervento sul manubrio: potevamo alzarlo un po’ dopo che Filippo si era rotto la spalla. Ma la cosa bella di questo doppio utilizzo è che Filippo ha potuto testare a lungo e le due bici e alla fine ha fatto la sua scelta. Un giorno mi ha detto: okay, lavoriamo con quella a disco. Per dire che è stata una scelta ben ponderata».

Il telaio quindi è il Cinelli Pressure, taglia M che corrisponde a una 55 più o meno. Si tratta di un monoscocca in carbonio ad alto modulo T800. E’ una bici aero, quindi con forme dei tubi allungate e passaggio dei cavi totalmente interno. E per questo si avvale del manubrio Vision 5D Acr (che prevede anche una serie sterzo specifica) che nasconde ogni filo.

Guarnitura Fsa PowerBox, con corona piena da 53 denti
Guarnitura Fsa PowerBox, con corona piena da 53 denti

Componenti misti

Veniamo poi ai componenti. La Colpack è fornita da Shimano. I ragazzi hanno i gruppi completi Ultegra Di2.

«Ma un po’ per motivi logistici – riprende Casiraghi – e un po’ perché Baroncini, va forte si è ritrovato un gruppo misto. Il suo cambio posteriore è un Dura Ace.

«Le pedivelle sono le Fsa PowerBox, quelle con il potenziometro integrato. Anche questa è stata una scelta sua. Nonostante questa guarnitura pesi 100 grammi in più (per il potenziometro) non vi ha voluto rinunciare. La lunghezza? E’ 172,5 millimetri cosa che non deve stupire anche se è così alto perché le 175 millimetri stanno quasi scomparendo. Altra sua scelta è stata la corona a “stella piena” sempre di Fsa. Questa è più rigida e più aero e per uno che scarica a terra anche 1.500 watt credo sia un’ottima soluzione!».

«Per quel che riguarda i rapporti, Filippo usa il 53-39, sempre. Solo per la tappa di Sestola al Giro U23 ha utilizzato un 52-36, giusto per salvare la gamba. Mentre dietro ad inizio stagione era partito con l’11-30, ma poi spesso gli ho montato l’11-32. Ci si si trova bene. Abbiamo scelto il 32 per due motivi: uno, perché spesso nelle gare under 23 non si conosce davvero bene il percorso e quel che s’incontrerà. Due, perché il 32 è quell’ancora di salvezza che se serve c’è. Inoltre questa scala gli consente di sfruttare ancora meglio rapporti come il 53×21-23 e può andare più agile».

Per serrare meglio la sella è stata utilizzata anche un po’ di carta vetrata
Per serrare meglio la sella è stata utilizzata anche un po’ di carta vetrata

Sella Prologo

Un’altra cosa alla quale Baroncini e Casiraghi dedicano attenzione è la sella. Baro utilizza una Scratch M5 Pas.

«Si tratta di una sella corta – riprende Casiraghi – con il grande buco nel mezzo. Ha uno scafo full carbon. Ha scelto una sella corta perché ci si trova bene e non per stare ancora più in avanti. E poi avendo un bel dislivello sella-manubrio riesce a stare un po’ più comodo e ad avere meno pressioni quando è in presa bassa sulla piega. Anche per questo la tiene in bolla, ma con quel mezzo grado di tolleranza verso il basso sulla punta. 

«La sua posizione è abbastanza centrata. L’arretramento (differenza tra punta sella e movimento centrale, ndr) è di 9,7 centimetri».

Il set delle ruote: cerchi Miura 47 Disc e gomme Pirelli Zero TLR
Il set delle ruote: cerchi Miura 47 Disc e gomme Pirelli Zero TLR

Ruote e gomme

Infine arriviamo alla parte bassa della bici. A dominare la scena sono le ruote Ursus e le gomme Pirelli.

«Le ruote – continua Casiraghi – sono le Ursus Miura 47 disc, in pratica ha sempre usato queste. Si tratta di una ruota aero dal peso di 1.670 grammi la coppia.

«Le gomme invece sono le Pirelli Zero tubeless da 26 millimetri. Filippo è molto aperto alle innovazioni. Ha scelto questo set dopo averlo provato. Ci si è trovato bene e anche se pesa qualche grammo in più, anche nelle tappe più dure opta per il tubeless appunto. La pressione che utilizza di solito è di 6,5 bar sia all’anteriore che al posteriore, perché in teoria il peso dovrebbe essere ripartito equamente su entrambe le ruote. Scende un pochino se piove.

«Il peso complessivo della sua bici? Siamo sui 7,9 chili».