Adesso Morgado non ha più paura del pavé…

29.04.2024
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Vincitore del ritrovato Giro di Romagna e poi pochi giorni fa alla Vuelta Asturias, Antonio Morgado continua senza ostacoli la sua crescita nel “mondo dei grandi”. Sembra ieri quando lottava da pari a pari con i migliori della categoria juniores, poi lo scorso anno una veloce capatina fra gli U23 con risultati di peso come l’argento iridato a Glasgow e ora una carriera tra i grandi iniziata subito con i fuochi d’artificio, non solo con le due vittorie sopra citate, ma anche – anzi soprattutto – con il quinto posto al Giro delle Fiandre, sfatando quella che sembrava un’idiosincrasia per il pavé.

E’ su questi temi che il campione portoghese del Uae Team Emirates ha risposto direttamente dalle Asturie, dove ha concluso da poco la sua terza corsa a tappe di questa impegnativa stagione, nata però sotto una bellissima stella e che anche sulle strade spagnole l’ha visto svettare.

Morgado si diceva refrattario al Fiandre. I tecnici della Uae hanno avuto ragione…
Morgado si diceva refrattario al Fiandre. I tecnici della Uae hanno avuto ragione…
Come giudichi questo tuo approccio fra i professionisti?

Penso che buona parte delle gare sia anda bene. Mi sento sempre più a mio agio, ma cerco di non farmi condizionare troppo dai risultati pur positivi, so che ho bisogno di fare molta esperienza, è un cammino che è solo all’inizio.

Con quale stato d’animo ti eri avvicinato alle classiche belghe?

Il mio obiettivo quest’anno è imparare. Le corse in Belgio sono servite soprattutto per questo. Devo dire che nelle mie uscite mi sono divertito molto, cerco di godermi ogni corsa il più possibile. E questo mi aiuta ad essere sempre più a mio agio in qualsiasi situazione.

Per il portoghese alla Vuelta Asturias vittoria nella seconda tappa, battendo in volata Torres e Del Toro sotto la pioggia
Per il portoghese alla Vuelta Asturias vittoria nella seconda tappa, battendo in volata Torres e Del Toro sotto la pioggia
In passato avevi affermato di non essere molto a tuo agio sul pavé, eppure sei arrivato quinto al Fiandre. Quel risultato ti ha sorpreso?

Sì, decisamente. Perché è una delle gare più difficili al mondo e io la guardavo con diffidenza, invece mi sono trovato bene, ho saputo interpretarla. Come detto voglio imparare e quel quinto posto mi ha detto tanto in prospettiva. Certamente non me l’aspettavo, ma sono davvero felice per quel piazzamento, ha un grande valore.

Hai rivisto quindi il tuo giudizio sulle corse belghe e il pavé?

Direi di sì, alcune gare mi piacciono molto, altre un po’ meno. Cerco però di prenderle tutte con più leggerezza e questo spazza via ogni remora che mi portavo dietro.

Sul pavé il portoghese deve ancora crescere. La prima Roubaix non è stata degna di nota
Sul pavé il portoghese deve ancora crescere. La prima Roubaix non è stata degna di nota
Tu hai corso anche la Parigi-Roubaix. Pensi che sul pavé francese puoi ottenere grandi risultati come al Fiandre?

Mmh, è un altro tipo di gara, legata molto di più anche alla fortuna, alla tenuta tecnica del mezzo. La prima esperienza è stata senza squilli, ma almeno l’ho portata a termine (ha chiuso 87° a più di un quarto d’ora da Van Der Poel, ndr) e mi sono portato dietro tante nozioni per il futuro. Mi aspetto che un giorno andrò e sarò tra i migliori anche in questa gara, molto diversa dal Fiandre.

Al Romagna hai vinto per la prima volta in maglia Uae. Fra te e Del Toro chi era il capitano e la strategia era stata stabilita prima del via?

La strategia era semplice: siamo partiti per vincere la gara. Non c’era un capitano, ma l’obiettivo era centrare la fuga giusta per portarla all’arrivo, poi me la sarei giocata allo sprint e così è stato. Devo dire grazie ai compagni, anche a Del Toro che hanno lavorato in copertura, è bello quando un piano viene portato a termine. Non è certamente stato semplice, in Italia non lo è mai. E’ stata una gara dura, molto selettiva. Ma avevo buone gambe, che mi hanno supportato quando è stato il momento di fare la differenza.

Fuga e volata vincente al Giro di Romagna, davanti a Bou (ESP), poi Mattia Bais e Carboni
Fuga e volata vincente al Giro di Romagna, davanti a Bou (ESP), poi Mattia Bais e Carboni
Quella nelle Asturie è la tua terza corsa a tappe quest’anno: in questo tipo di prove pensi di poter anche puntare alla classifica?

No. In questo tipo di gare io lavoro per i miei compagni di squadra, per chi è maggiormente attrezzato per lottare per la classifica. Magari in futuro sarà possibile, ma per ora ci sono corridori più adatti e io devo fare gli interessi del team. Intanto però posso puntare alle tappe.

Il Portogallo ha due posti a disposizione per le Olimpiadi: ci stai pensando o ritieni che i Mondiali a Zurigo siano più adatti a te?

Non posso negare che mi piacerebbe, chi l’avrebbe detto solamente pochi mesi fa che a venti anni poteva esserci quest’eventualità, andare ai Giochi Olimpici? Io mi do da fare per essere sempre sulla breccia, aspettando che arrivi la chiamata, ora è diventato un obiettivo primario nella stagione.

Per il lusitano già una piazza d’onore a Le Samyn, dietro il belga Laurent Rex
Per il lusitano già una piazza d’onore a Le Samyn, dietro il belga Laurent Rex
Questo è il tuo primo anno da professionista, forse presto per un grande Giro: preferiresti esordire subito al Tour o fare esperienza al Giro o alla Vuelta?

Penso che per un grande Giro sia davvero presto. Se dovessi scegliere vorrei esordire al Giro d’Italia e non affrontare subito una corsa difficile come il Tour anche considerando il diverso periodo di effettuazione, il caldo e tutto quanto. Avrei modo per imparare. Ma non devo pensarci quest’anno, c’è già abbastanza carne al fuoco, mi pare…

Che ti aspetti da qui alla fine della stagione?

Con la gara spagnola chiudo la prima parte della stagione. Adesso mi prenderò una pausa, nella quale conto comunque di provare a perdere qualcosa nel peso per essere ancora più scattante, voglio poi allenarmi duramente per essere pronto per quanto tornerò in gara. Voglio ad esempio mettermi alla prova su salite lunghe, vedere se sono migliorato. E’ tutto un work in progress per il futuro, come detto il mio principale obiettivo è imparare, il tempo è dalla mia parte.

Un Fortunato in crescita, in marcia dalle Asturie sull’Italia

30.04.2023
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Il tono di voce non è più quello del ragazzino felice per aver pescato il jolly. Lorenzo Fortunato ha terminato le premiazioni alla Vuelta Asturias e ora sta facendo rotta verso l’albergo. Stasera cenerà con la squadra e poi tornerà a casa.

Mancano sei giorni al Giro d’Italia. Anche nel 2021, il bolognese passò da qui e arrivò tredicesimo, per poi vincere sullo Zoncolan. Questa volta se ne va con una vittoria di tappa e la classifica finale nello zaino e lo stesso avvicinamento alla corsa rosa cambia di sapore. Non è tanto per la vittoria, fa capire Lorenzo, quando semmai per la consapevolezza che il buon lavoro svolto finora sta dando buoni frutti.

«Sono contento – ammette quando gli chiediamo se si senta finalmente più leggero – ma vi dico che prima non mi sentivo così pesante. Vincere è stato un’ottima cosa per me e per la Eolo-Kometa, perché mi dà fiducia. Conferma il fatto che si è lavorato bene. Al Tour of the Alps ci eravamo mossi nel modo giusto. Prima o poi torna tutto ed è da tutto l’anno che stavano facendo bene».

Il duello tra Fortunato ed Einer Rubio ha animato la Vuelta Asturias
Il duello tra Fortunato ed Einer Rubio ha animato la Vuelta Asturias

Vittoria e prudenza

Ieri è ventuta la vittoria di tappa a Cangas del Narcea, con la lucidità di chi vuole alzare le braccia, ma non vuole rischiare un solo grammo più del necessario, per non compromettere il Giro. Sull’Alto de Acebo, Fortunato ha sferrato il primo attacco, prima con Einer Rubio e poi restando da solo. Il margine di 45 secondi era tranquillizzante, ma c’era ancora da fare la discesa verso l’arrivo, con tutte le possibili insidie del caso e in testa la maledetta serie di cadute dello scorso anno. Poco importa perciò che al traguardo i 45 secondi siano diventati 30. Sono bastati per alzare le braccia al cielo e ritrovare la vittoria che mancava dal 16 giugno 2021, quando si prese il Monte Grappa e la classifica finale della Adriatica Ionica Race.

«Sono molto contento – ha detto ieri – sull’ultima salita ho cercato di andare a tavoletta per lasciarmi tutti alle spalle e non dover rischiare in discesa, visto che il Giro è alle porte e voglio fare bene lì. E’ stato incredibile riuscire ad andare da solo e vincere. Ora è il momento di difendere il primato in classifica generale, ma sono molto tranquillo perché tutti i miei compagni e la squadra hanno dimostrato di essere molto forti».

Ieri a Cangas del Narcea, la vittoria di Fortunato e la maglia di leader
Ieri a Cangas del Narcea, la vittoria di Fortunatoe la maglia di leader

Tour of the Alps e Teide

Oggi si è trattato di controllare Einer Rubio per impedirgli di essere troppo minaccioso, con quel sottile piano di vincere la tappa con Vincenzo Albanese, invece anticipato a Oviedo da Pelayo Sanchez della Burgos BH.

«Sono stati tre giorni importanti – prosegue Albanese – e ora in testa abbiamo il Giro. La squadra ha girato bene, abbiamo tirato tutto il giorno. Abbiamo tenuto la fuga vicina, ma purtroppo alla fine siano stati anticipati (Albanese è arrivato secondo a 17”, ndr). Arrivo a Pescara con due vittorie, una tappa e la generale, ma per fare il bilancio di questa primavera aspetterò fine maggio. La differenza di avvicinamento rispetto allo scorso anno è il fatto che quest’anno sono passato attraverso il Tour of the Alps e un blocco di altura in più sul Teide. Sono arrivato a queste corse un po’ più leggero dello scorso anno e questo mi ha facilitato in salita. In tutti gli sport, il livello si è alzato, perciò bisogna cercare di migliorare ogni anno. Non bisogna sentirsi mai arrivati. Io ho cercato di migliorare, sapevo di poterlo fare in alcune cose e l’ho fatto. Ma adesso penserò già a cosa poter migliorare ancora per il futuro».

Einer Rubio sarà al Giro. Il secondo posto finale dà valore alla vittoria di tappa al UAE Tour
Einer Rubio sarà al Giro. Il secondo posto finale dà valore alla vittoria di tappa al UAE Tour

Si punta alle tappe

Quello che forse ci si aspettava, come detto all’inizio, è che la vittoria fosse un momento di sblocco. Invece Fortunato da questo punto di vista resta in equilibrio, senza lasciarsi andare a grossi slanci.

«Lo scorso anno – dice – non è stato difficile come magari si sarebbe potuto pensare da fuori. Vi dico la verità: io sono sempre migliorato. Dal 2021 al 2022 ho fatto un saltino e poi ne ho fatto un altro quest’anno. Magari per la stampa non è stato così. Per me il 2022 è stato un anno buio per le cadute e non per i risultati. Per quelli sono sempre rimasto sereno, perché sapevo che stavo lavorando bene. E con lo stesso spirito vado al Giro. Proverò a partire più tranquillo, dato che saranno decisive la seconda e la terza settimana. Non guardo la classifica, ma guarderò le tappe. Se poi il piazzamento verrà di conseguenza, tanto meglio. Il primo anno ho vinto una tappa e sono arrivato 16°. L’anno scorso guardavo alla classifica e sono arrivato 15°, perciò voglio correre tranquillo. Guarderò le tappe e se nell’ultima settimana sarò lì davanti, allora la imposterò in modo diverso».

Nella tappa finale di Oviedo, Vincenzo Albanese ha colto il secondo posto: il 4° del 2023
Nella tappa finale di Oviedo, Vincenzo Albanese ha colto il secondo posto: il 4° del 2023

Recupero e relax

Da qui alla partenza del Giro, ci sarà da recuperare. Stasera cena con i compagni, poi se ne starà tranquillo con Veronica. Ceneranno a casa, perché di cene al ristorante ne ha fatte e ne farà sin troppe. Le prime tappe a suo dire permettono di ambientarsi in modo graduale.

«Dopo la crono – spiega – ci sono due giornate intermedie, per cui magari quando arriviamo a Pescara facciamo un bell’allenamento con la squadra, ma per muovere le gambe. Ho corso e fatto altura sul Teide, devo solo recuperare. Saremo in Abruzzo da mercoledì e sabato finalmente si parte…».