Con Kreuziger nel regno di Buitrago: dove potrà arrivare?

16.02.2025
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Santiago Buitrago ha iniziato la stagione nel migliore dei modi, anzi nel modo “giustissimo”: due vittorie di tappa e la classifica generale della Volta a la Comunitat Valenciana. Un inizio che pone l’atleta della Bahrain-Victorious sotto i riflettori e alimenta le aspettative. A 26 anni, il colombiano si avvicina al momento della maturità psicofisica: potrebbe essere lui a guidare la schiera degli outsider dietro ai super fenomeni Pogacar, Evenepoel e Vingegaard?

Per capirlo meglio, ne abbiamo parlato con Roman Kreuziger, direttore sportivo della Bahrain-Victorious, che segue Buitrago da quattro anni ed era con lui in ammiraglia durante la corsa spagnola. Margini di crescita, programmi, lavoro… Ecco cosa ci ha detto il tecnico dalla sua Repubblica Ceca in una mattina mentre fuori da casa sua c’erano 6 gradi sotto zero e nevicava. Il momento giusto per rallentare un po’ e riordinare i pensieri.

Buitrago (classe 1999) quest’inverno è rimasto a lungo in Colombia e poi è volato quasi subito sul Teide (foto @bahrainvictorious)
Buitrago (classe 1999) quest’inverno è rimasto a lungo in Colombia e poi è volato quasi subito sul Teide (foto @bahrainvictorious)
Roman, vi aspettavate un Buitrago così competitivo già alla prima corsa?

Sì, perché gli abbiamo lasciato un po’ di libertà a dicembre: non è venuto in ritiro con noi, è rimasto in Colombia nel suo ambiente. A gennaio è stato con la squadra solo per una settimana prima di salire subito su Teide. Santiago è cresciuto molto negli ultimi anni, ha preso responsabilità, anche se da fuori non sembra un leader, ormai lo è. Ora non ha più timore di chiedere le cose e questo è un segnale importante.

Ma poi servono anche le gambe e lui le aveva…

Seguivo i suoi allenamenti e vedevo che era pronto: faceva numeri importanti per essere la prima parte di stagione. Alla Valenciana, inoltre, c’era un contesto stimolante: si è trovato a correre con il nuovo arrivato Lenny Martinez e con un veterano come Pello Bilbao. Quando tre corridori del genere mettono il numero sulla schiena, vogliono sempre fare bene.

Possiamo immaginare…

La corsa è stata anche un test per noi, per capire come avrebbero comunicato e funzionato insieme. Penso che meglio di così non potesse andare. Lenny Martinez magari è rimasto un po’ deluso dal non essere salito sul podio, ma questa competizione interna fa bene. E dà stimolo anche ad Antonio Tiberi, che si unirà al gruppo all’Algarve.

Alla Valenciana per Buitrago due vittorie di tappa e la generale, davanti ad atleti top quali Almeida
Alla Valenciana per Buitrago due vittorie di tappa e la generale, davanti ad atleti top quali Almeida
In cosa vedi che Buitrago è cresciuto rispetto agli anni scorsi?

Fisicamente sta continuando a migliorare, ma il suo vero vantaggio è che non essendo stato un leader da giovane, sta crescendo piano piano, imparando anno dopo anno. La sua fiducia nelle proprie capacità aumenta costantemente e anche come persona sta maturando. Prima era più timido, ora invece, quando si sente bene, non esita a chiamare i compagni alla radio, a tenerseli più vicini durante la corsa. Anche nei meeting pre-gara chiede più cose. Questo è fondamentale, perché un leader deve motivare tutto il gruppo attorno a sé.

Anche quest’anno Buitrago farà il Tour invece del Giro. Come affronta questa sfida? E cosa possiamo attenderci?

Già lo scorso anno ha fatto un primo assaggio del Tour, correndo Parigi-Nizza e poi il Delfinato prima di prendere il via alla Grande Boucle. Ha chiuso il Tour nella top 10, un risultato eccellente per la sua prima esperienza. Quest’anno ripeteremo un programma simile proprio per vedere dove è arrivato, però senza mettergli pressione. I corridori se la mettono già da soli. Lui ha capito che il Tour è una corsa stressante, ma gli piace e voleva tornarci. Questo è un segnale positivo.

E dove può arrivare? Il gap con Pogacar e Vingegaard è colmabile?

Di certo gli avversari non dormono, quindi sarà importante valutare il livello generale nelle prossime gare. La prima vera verifica sarà alla Parigi-Nizza e questa dirà moltissimo su dove siamo e sul resto della stagione. Poi affronterà le Ardenne e il Delfinato. Per ora pensiamo passo dopo passo. Il Tour è una corsa particolare: non è solo una gara a tappe, sono 21 storie diverse, ogni giorno è una sfida a sé. La chiave sarà mantenere la concentrazione e fidarsi dei compagni. Sono sicuro che con lui saremo in lotta per fare belle cose.

Santiago sempre più leader del team. Anche in virtù dei suoi risultati la squadra crede in lui
Santiago sempre più leader del team. Anche in virtù dei suoi risultati la squadra crede in lui
State lavorando anche sulla cronometro?

Santi a cronometro si difende bene. Il Tour di quest’anno ha una crono piatta, non è corta ma neanche lunghissima, e arriva abbastanza presto, quindi non penso che sarà un problema così grande per lui. La seconda crono, invece, potrebbe essere a suo favore perché è una cronoscalata. Sarà complicata, inserita in un blocco con le tappe dei Pirenei, quindi molto dipenderà da chi avrà più energie in quel momento. In ogni caso, sulla crono non sono preoccupato. Certo, non è Tiberi, che può lottare per il podio in una prova contro il tempo, ma tra gli scalatori del Tour può sicuramente essere della partita.

Torniamo un po’ alla domanda precedente: Buitrago è pronto a guidare la schiera degli outsider?

Sì, ma il Tour è una corsa speciale. Non basta dire che è una corsa a tappe: è una sfida continua, tutti i giorni. E non si tratta neanche di una sfida da soli. Santiago, come dicevo, ha iniziato a fidarsi dei compagni e penso che avremo una bella squadra per supportarlo e metterlo nelle giuste condizioni. La Valenciana è stata un primo step fondamentale per la sua fiducia.

A proposito di squadra, con chi ha legato di più?

Molto con Zambanaini, anche alla Valenciana ha diviso la camera con lui, ma Edoardo ama correre in Italia, quindi per la Francia non sarà inserito. Un riferimento importante per Santiago è Jack Haig, atleta che ha già fatto podio alla Vuelta e sa lavorare bene per la squadra. Già lo scorso anno al Tour Santi si è fidato molto di lui, che gli ha salvato diverse giornate difficili. Ma per quest’anno il resto della squadra ha già capito il valore di Santiago e penso che tutti saranno più convinti nel lavorare attorno a lui.

L’esordio di Gasparrini alla Uae, con un record

25.02.2023
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Se non è una prestazione da Guinness dei Primati, poco ci manca… Alla Volta Comunitat Valenciana femminile disputata la scorsa settimana, Eleonora Camilla Gasparrini ha infilato una serie di prestazioni uniche, almeno statisticamente: quattro tappe e quattro quinti posti in sequenza, né più né meno. Se a questo si aggiunge che la ventenne torinese era al suo debutto assoluto con il Uae Team Adq, con il quale è entrata nel WorldTour.

La Gasparrini sul podio della Volta Valenciana, prima nella classifica delle giovani
La Gasparrini sul podio della Volta Valenciana, prima nella classifica delle giovani

Il particolare non le è sfuggito e la fa sorridere: «Se ci provavo direttamente, non ci sarei mai riuscita… Nel complesso posso dirmi soddisfatta, ho avuto sensazioni più che buone. Ci tenevo a far bene non solo per la squadra, ma anche per avere buone indicazioni per il prosieguo della stagione e in particolare le classiche belghe».

Ottenere quattro volte lo stesso piazzamento denota anche una certa poliedricità…

Effettivamente è quello che mi hanno detto i tecnici, ho dimostrato di poter andar forte su svariati terreni. La prima tappa si è conclusa con una volatona di gruppo, la seconda sempre allo sprint dopo che il gruppo si era spaccato. Nella terza c’erano ben 3.000 metri di dislivello, molto dura, ho chiuso seconda nel gruppo delle prime inseguitrici, nella tappa finale la salita conclusiva ha fatto selezione, ma ho fatto comunque la volata del gruppetto inseguitore delle prime due. Alla fine ho dimostrato di cavarmela ovunque.

Per la ventenne un esordio più che positivo nel nuovo team, protagonista in ogni frangente
Per la ventenne un esordio più che positivo nel nuovo team, protagonista in ogni frangente
Che cosa ti ha detto questa prima esperienza stagionale?

Mi ha confermato di essere una ciclista abbastanza polivalente, ma devo ancora scoprire molto su me stessa. Non mi sono ancora testata su un percorso con tanta salita, soprattutto su salite lunghe. Era la prima volta che provavo a stare al passo di atlete con maggiore propensione per i tracciati duri. Ero abituata a gestirmi su certi percorsi, andare un po’ al risparmio energetico, ma questa volta ho corso spesso andando oltre i miei limiti e questo mi conforta.

Era la tua prima esperienza in un team della massima serie. Che cosa è cambiato?

Le gare in fin dei conti sono le stesse che frequentavo lo scorso anno con la Valcar, team al quale devo davvero tanto. Quel che cambia però sono le responsabilità: le aspettative sono molto alte, io le sentivo anche prima, ma la situazione è certamente diversa. Ora si parte sempre per vincere, come team e bisogna farsi trovare sempre pronti. Vincere è quasi un obbligo se corri a questi livelli, la struttura della quale sono entrata a far parte è molto diversa.

Per la torinese due anni di “apprendistato” alla Valcar, team al quale resta molto legata
Per la torinese due anni di “apprendistato” alla Valcar, team al quale resta molto legata
Da quel che si è visto anche in Spagna e considerando anche le tue prove della scorsa stagione, in questo momento la tua propensione pare rivolta alle brevi corse a tappe…

Sì, è un po’ la dimensione ideale per le mie caratteristiche. Ho un buon recupero, spesso nelle ultime tappe vado più forte che all’inizio. Resta il fatto però che devo ancora scoprire del tutto le mie possibilità e per farlo devo ampliare le mie gare, le mie esperienze. Ogni competizione è un test importante per capire. Ho ancora tanta strada da fare, ogni manifestazione è un mattoncino da aggiungere alla casa. Spesso in squadra mi dicono che sono giovane e devo fare legna ed è vero…

A proposito della squadra, come ti trovi?

Molto bene, è davvero un bel gruppo e credo che l’ambiente sia il punto di forza del nostro team. Siamo tutte molto legate e ci si diverte, anche con lo staff.

Anche il cittì azzurro Sangalli ha apprezzato le sue prestazioni spagnole. Futuro in azzurro?
Anche il cittì azzurro Sangalli ha apprezzato le sue prestazioni spagnole. Futuro in azzurro?
Siete una squadra con una forte presenza italiana, addirittura la metà delle tesserate pur essendo un team estero. Quanto incide questo?

Io credo molto, ma noi ci teniamo a fare gruppo tutte insieme, non siamo italiane e straniere, ma un tutt’uno. Per questo ad esempio parliamo inglese, per permettere a tutte di integrarsi. Resta però il fatto che c’è comunque un clima scherzoso, allegro, positivo, insomma tipicamente italiano, forse anche un po’ “casinaro”, che trascina anche le altre.

Che cosa ti aspetta ora?

Siamo in Belgio per due corse importanti, l’Omloop Het Nieuwsblad di oggi e le Samyn di martedì. Sono gare che conosco bene, che ho già affrontato e che mi piacciono molto proprio perché sono dure, devi stare sempre all’erta. Correrò in funzione delle altre, per fare esperienza, continuando a costruire.