Il secondo giorno al Tour of the Alps, a margine della vittoria di Storer si è registrato il ritiro di Antonio Tiberi per problemi allo stomaco. La squadra sta ancora aspettando l’esito delle analisi, tuttavia il dato da tenere sotto osservazione è che il corridore italiano, che da mesi è in rotta sul Giro, ha perso una settimana di importante lavoro di rifinitura. In che modo questo influirà sulla sua prestazione nella corsa di casa?
Lo abbiamo chiesto al suo preparatore Michele Bartoli, che lo ha seguito per il lavoro in altura delle settimane scorse, apprezzando anche l’ottima condizione di Damiano Caruso, che al Giro ne sarà nuovamente l’angelo custode.
Il 2025 di Tiberi è vissuto su Algarve, Tirreno-Adriatico e la prima tappa al Tour of the Alps. In che modo questo può influire sul rendimento al Giro?
Chiaro che per la prima settimana, un minimo di importanza ce l’ha. Mentre per il Giro in generale, la situazione non mi preoccupa. Certo, Antonio ha corso poco, quindi magari una cosa in meno potrebbe incidere. Eravamo andati a fare il Tour of the Alps perché sapevamo che ci avrebbe fatto bene. Vedremo nei prossimi giorni quello che sarà in grado di fare e come lavorerà.
Fino al momento del ritiro, come stavano andando le cose?
Bene, bene. E’ stato in altura con Damiano, che sta andando forte: era da tempo che non si vedeva un Caruso così.
Al Giro ci si può permettere di crescere con i giorni o servirà essere subito pronti?
La cronometro il secondo giorno rende necessario arrivarci bene, ma è un Giro impegnativo sino alla fine. Per cui potrebbe mancare il lavoro della corsa saltata, ma aspettiamo di vedere se va tutto bene e poi gli faremo fare un mezzo Tour of the Alps a casa. Faremo simulazione di gara, ma prima bisogna che stia bene. Oggi (ieri, ndr) è stato ancora fermo in attesa degli esami. Domani (oggi, ndr) spero possa ripartire a pedalare, magari inizialmente con un girettino. Non puoi chiamarlo allenamento, ma nel giro di un paio di giorni avremo i risultati delle analisi e a quel punto potremo iniziare a fare sul serio.
Su cosa ha lavorato in altura?
E’ stata una preparazione mirata a un Grande Giro. Quindi tanto dislivello e tanto lavoro aerobico. Poi è chiaro, la percentuale dei lavori cambia un po’. Prima magari per le gare di un giorno, si fa un po’ più di lavoro anaerobico. Per i Grandi Giri è diverso, ma Antonio ha lavorato con i giusti criteri ed è riuscito a farlo.
Trovi differenze fra il Tiberi di oggi e quello dello scorso Giro?
E’ cresciuto fisicamente e anche come consapevolezza. Parte da un livello di sicurezza diverso e già quello ti aiuta tanto anche a migliorare la prestazione. Perciò aspettiamo l’esito delle analisi e poi vedremo il modo migliore per riprendere il terreno perduto.