No, non confondiamoci con Mads Pedersen, la linea MADSS di Santini è tutt’altra cosa… anche se la velocità è un denominatore comune, tanto più che in Lidl-Trek vestono Santini. Nel ciclismo sappiamo che la resistenza dell’aria è il principale ostacolo alla velocità e lo scriviamo noi stessi sempre più spesso. Per questo Santini da anni investe nella ricerca di capi in grado di ridurre l’attrito e migliorare la performance. L’ultimo progetto prende il nome appunto di MADSS, acronimo di Mega AeroDynamic Speed Shell: una nuova linea di abbigliamento tecnico pensata per chi punta al massimo in termini di efficienza e velocità, senza rinunciare al comfort.
Frutto del lavoro del reparto R&D dell’azienda bergamasca, MADSS include body, calze, copriscarpe e guanti, tutti progettati per la competizione. Ogni elemento è sviluppato per ottimizzare l’aerodinamica e aumentare la resa in gara.
Oltre a quello che si può vedere nella foto di apertura che è total black. E le versioni che seguono…A “quadri sfumata”…E questa a “strisce”. I body sono proposti a 220 euroOltre a quello che si può vedere nella foto di apertura che è total black. E le versioni che seguono…A “quadri sfumata”…E questa a “strisce”. I body sono proposti a 220 euro
Aerodinamica sartoriale
E’ il capo di punta della linea ed esprime il massimo in termini di resa aerodinamica per i ciclisti più evoluti. La parte superiore, in Lycra leggera e traspirante, mantiene una sensazione costante di freschezza, mentre il taglio aderente e il colletto basso assicurano un profilo efficiente contro il vento. Le maniche, realizzate in tessuto a navetta con motivo a righe, stabilizzano la vestibilità e ottimizzano il flusso d’aria grazie all’effetto vortice.
La parte inferiore impiega una Lycra ad alta resistenza con trama a densità elevata, che offre compressione media e supporto muscolare, senza ostacolare il movimento. La parte della gamba è allungata, con taglio vivo e grip in silicone interno sulle cosce per massima stabilità. Il fondello C3 con inserti in gel anti-shock e superficie ergonomica 3D lo rende adatto anche alle lunghe distanze e alle prove più dure. Una tripla tasca posteriore aggiunge funzionalità senza compromessi sul design. Questo capo è disponibile in quattro grafiche, pensate per chi vuole distinguersi anche nello stile.
Un guantino davvero aero e pulito nella linea (c’è anche nero)Questa la parte inferiore che fa presa sul manubrio. Anche il grip è ottimale. Il loro prezzo è di 40 euroUn guantino davvero aero e pulito nella linea (c’è anche nero)Questa la parte inferiore che fa presa sul manubrio. Anche il grip è ottimale. Il loro prezzo è di 40 euro
Guanti, quel tocco in più
I guanti MADSS non sono semplici accessori: sono progettati per chi cerca massima aerodinamicità e velocità. La parte superiore è in un mix di Lycra e poliuretano antivento, che riduce la resistenza dell’aria. Il design compatto e affusolato permette di tagliare il vento con efficacia, migliorando la penetrazione aerodinamica. Il palmo, leggermente imbottito, garantisce comfort e precisione, ideali per cronometro o gare ad alta intensità.
Il copriscarpa aero. Anche in questo caso c’è la versione total black. Il prezzo è di 45 euroInfine il calzino, con tessuti che massimizzano la traspirazione. Scontato dire che c’è anche bianco. Prezzo consigliato: 35 euroIl copriscarpa aero. Anche in questo caso c’è la versione total black. Il prezzo è di 45 euroInfine il calzino, con tessuti che massimizzano la traspirazione. Scontato dire che c’è anche bianco. Prezzo consigliato: 35 euro
Copriscarpe e calzini
I copriscarpe MADSS sono pensati per chi vuole ogni vantaggio possibile in termini di velocità. Si adattano come una seconda pelle, riducendo al minimo la turbolenza attorno al piede. La loro costruzione avanzata li rende più di un accessorio tecnico: sono un alleato prezioso nelle gare dove ogni watt conta.
I calzini MADSS offrono il giusto equilibrio tra prestazioni, comfort e funzionalità. Il tessuto elastico e traspirante garantisce una termoregolazione efficace e una calzata precisa. La zona piede è in Q-Skin, materiale che controlla l’umidità e mantiene i piedi asciutti. Il polsino con grip interno in silicone a tre strisce assicura stabilità anche sotto sforzo.
Dai professionisti agli amatori, da Santini lavorano così. I campioni come modelli, ma gli amatori stanno alzando il livello. E il fatturato si fa con loro
TESSENDERLO (Belgio) – Già la sola accoglienza, ordinata, con gli spazi appositi per le auto elettriche e le siepi curate, racconta quanto in Bioracer si dia importanza ai particolari… e la porta deve ancora aprirsi. Poi il livello si alzerà ulteriormente. E non di poco.
Ad accoglierci c’è Jelmer Jacobs, Performance Manager del brand belga. Una gigantografia di Remco Evenepoel che festeggia la vittoria olimpica sotto la Tour Eiffel ci introduce nel mondo Bioracer. «Guardate – dice con orgoglio Jacobs – in questa foto si vede bene il nostro logo (sul pantaloncino di Remco, ndr) e lui è nella stessa posizione». Una posa che richiama l’uomo vitruviano di Leonardo. «Uno spot perfetto per noi», conclude.
L’ingresso, minimal e moderno, nel centro del brand belgaAppena entrati c’è questa foto di Evenepoel ai Giochi di Parigi. Jacobs ci mostra il logo di Bioracer (sulla coscia destra) e la posizione di Remco simile al logo stessoL’ingresso, minimal e moderno, nel centro del brand belgaAppena entrati c’è questa foto di Evenepoel ai Giochi di Parigi. Jacobs ci mostra il logo di Bioracer (sulla coscia destra) e la posizione di Remco simile al logo stesso
Si comincia
Inizia così un viaggio nell’azienda che veste molti dei migliori atleti al mondo, a partire da quelli della nazionale belga (e non solo). In queste stanze sono passati campioni come Evenepoel, ma anche Kopecky, Van Aert, Bigham… e altri che forse neanche si potrebbero nominare. «Remco – dice Jacobs – non è pretenzioso per nulla. E’ un ragazzo davvero tranquillo ed educato. Una volta capito che funziona, si fida»
Ogni angolo di Bioracer è un settore specifico. Il primo che Jelmer ci fa visitare è per certi aspetti il più importante: il cuore di una delle caratteristiche fondanti del marchio belga, l’aerodinamica.
Siamo infatti nella stanza in cui, partendo dalla posizione in sella, si ottengono i feedback necessari per creare il completo perfetto, su misura, per ogni ciclista. Due grandi telecamere laterali, una frontale, una bici centrale e un software che elabora tutto. Ci sono poi 22 marker, ovvero sensori: 10 sul corpo dell’atleta e due sulla bici.
«Questo software – spiega Jacobs – serve per capire come pedala l’atleta. La sua efficienza, quanto si muove e quanto si muove la bici. Come cambia la superficie frontale in base alle posizioni. Da qui otteniamo dati fondamentali per migliorare la stabilità e la postura. Informazioni preziose che possiamo correggere con i nostri plantari e che ci servono per realizzare completi specifici», che siano per bici da crono, strada o pista.
Ed ecco la stanza più importante (Jacobs al computer). La visita inizia da qui, perché è da qui che trae genesi il fitting di Bioracer. Quelle “ali” sul muro sono particolari telecamere…Tramite dei maker e un software specifico sul monitore l’operatore (e l’atleta stesso) possono vedere i dati. A destra numeri relativi all’impatto aerodinamico frontaleQui, Anna Van der Breggen con i marker, i sensori che appunto disegnano quelle linee sul monitor, utili al biomeccanico e a chi dopo dovrà fare vestiario e suoleMentre pedala i marker riproducono il movimento degli arti dell’atleta e anche le micro-oscillazioni della biciEd ecco la stanza più importante (Jacobs al computer). La visita inizia da qui, perché è da qui che trae genesi il fitting di Bioracer. Quelle “ali” sul muro sono particolari telecamere…Tramite dei maker e un software specifico sul monitore l’operatore (e l’atleta stesso) possono vedere i dati. A destra numeri relativi all’impatto aerodinamico frontaleQui, Anna Van der Breggen con i marker, i sensori che appunto disegnano quelle linee sul monitor, utili al biomeccanico e a chi dopo dovrà fare vestiario e suoleMentre pedala i marker riproducono il movimento degli arti dell’atleta e anche le micro-oscillazioni della bici
L’aerodinamica è centrale
Il tema dell’aerodinamica è centrale in Bioracer. Ne è la colonna portante. Proprio qui è nata una parte del Record dell’Ora di Filippo Ganna. «Pippo – riprende il tecnico fiammingo – non è mai venuto, ma Bigham ha svolto qui moltissime ore di lavoro. Un lavoro che poi è stato trasmesso a Ganna, il quale lo ha ottimizzato al Politecnico di Milano».
Per questo dicevamo che la stanza iniziale era importantissima. E’ chiaro poi che un body, una maglia, un calzino aero non sono frutto di un settore solo, ma dell’insieme: materiali, posizione, taglio, calzata… Ma la creazione del capo di abbigliamento con la “personalizzazione attiva” è quel passo in più di Bioracer.
I completi, siano da strada, crono o pista, sono progettati e costruiti sulle forme dell’atleta, in particolare su quelle che assume nello sforzo massimo. Le pieghe che un completo fa su un atleta non sono mai le stesse che fa su un altro. C’è dietro un lavoro minuzioso. E le foto della gallery che segue possono aiutare molto a capire…
Ecco come viene consegnato un body Bioracer… Altro che in posizione eretta!Ogni parte del vestiario è suddiviso in aree di un centimentro quadrato. Ognuna ha una tensione specifica ed è catalogata per eventuali modificheIl concetto di lavorare sulla posizione dello sport si sfrutta anche in altri ambiti, come il pattinaggio di velocitàEcco come viene consegnato un body Bioracer… Altro che in posizione eretta!Ogni parte del vestiario è suddiviso in aree di un centimentro quadrato. Ognuna ha una tensione specifica ed è catalogata per eventuali modificheIl concetto di lavorare sulla posizione dello sport si sfrutta anche in altri ambiti, come il pattinaggio di velocità
Stabilità = efficienza
Un altro principio base di Bioracer è la stabilità. E’ un passaggio tutt’altro che secondario, specie quando il corridore è a tutta. La stabilità influisce sull’efficienza e persino sull’aerodinamica. Come dicevamo nessun settore è indipendente dall’altro.
Da qui nascono le loro solette-plantari speciali, realizzate con materiali specifici che rendono la suola su misura pressoché indeformabile. Aiutano i corridori a stare più fermi, a spingere di più, distribuendo meglio la pressione e migliorando così la prestazione.
Per realizzare quelle particolari suole si parte da questo macchinario. L’atleta si schiaccia verso il basso facendo leva sul manubrioLa sola di Bioracer ricalca la forma esatta del piede…E’ rigidissima e aumenta a dismisura la stabilità dell’atleta, mentre pedala specie quando è a tuttaPer realizzare quelle particolari suole si parte da questo macchinario. L’atleta si schiaccia verso il basso facendo leva sul manubrioLa sola di Bioracer ricalca la forma esatta del piede…E’ rigidissima e aumenta a dismisura la stabilità dell’atleta, mentre pedala specie quando è a tutta
Materiali
La ricerca e lo sviluppo dei materiali è una costante assoluta. Ogni ambiente, ogni funzione ha un proprio ufficio, una “stanza” dedicata. La riduzione delle pieghe nei completi è uno degli obiettivi primari, spesso minimizzate fino a sparire. Il tessuto, passateci il termine, è compressivo su tutto il corpo, ma in modo personalizzato da atleta ad atleta. Le cuciture sono ridotte al minimo, le zip sono a scomparsa.
Non è un caso che qui vengano anche i pattinatori di velocità su ghiaccio. «Noi spesso – aggiunge Jacobs – sfruttiamo anche la galleria del vento di Ridley, che non è lontana da qui».
Oltre alla parte tecnica c’è poi quella “fashion”. E qui Bioracer sfoggia tutta la sua vasta esperienza nel campo della personalizzazioneAnche sui colori la ricerca non si arresta maiUno dei macchinari per il controllo qualitàOltre alla parte tecnica c’è poi quella “fashion”. E qui Bioracer sfoggia tutta la sua vasta esperienza nel campo della personalizzazioneAnche sui colori la ricerca non si arresta maiUno dei macchinari per il controllo qualità
Colori e personalizzazione
Come in altre aziende del settore, anche in Bioracer si insiste molto sulla personalizzazione grafica, ma anche la resa dei colori è oggetto di test approfonditi. Perché un colore visto su una cartella è una cosa, vederlo sulla Lycra è tutt’altro. Anche il giorno della nostra visita si stavano effettuando test su una tonalità di nero che, se abbiamo ben capito, era destinata a una mantellina.
A proposito di test, non manca quello sulla qualità. Ci sono macchinari specifici che distendono il materiale e ne misurano la reazione, la dilatazione e la tenuta. Ma non solo, ce ne sono anche altri.
L’idea è che davvero ogni cosa sia studiata al massimo e soprattutto sotto diversi punti di vista. Insomma è proprio il classico esempio in cui si può dire che nulla è lasciato al caso. Ci si pongono continuamente domande. E così si va avanti nello sviluppo… seguendo gli atleti di pari passo, ovviamente.
Parliamo con Sara Casasola, tricolore di cross, delle scelte dei suoi colleghi che lasciano la specialità. Calendari, ingaggi, carriera. Perché si lascia?
Una maglia lunga per l’estate. No, non è uno scherzo è la proposta di Assos,marchio di elite nel settore del vestiario per il ciclismo. Il brand svizzero ha ideato la maglia a maniche lunghe ultraleggera Mille GT LS Jersey S11.
Tecnologia, innovazione, intuizione: Assos Mille GT LS Jersey S11 è davvero un prodotto particolare che merita di essere approfondito. Come tra l’altro avevamo già fatto con un altro capo della linea Mille.
Eleganza e stile non mancano nella Mille GT LS Jersey S11Eleganza e stile non mancano nella Mille GT LS Jersey S11
Lunghe distanze
La Assos GT LS Jersey S11 fa parte dell’elegante linea Mille. E’ stata ideata per le uscite più lunghe, specie nelle giornate calde. La tecnologia e la qualità dei tessuti utilizzati consente di ottenere appunto un prodotto altamente specifico.
I tessuti garantiscono una protezione dai raggi UV ad un livello UPF 50+ integrale, in pratica come e più di una buona crema protettiva, ma con la differenza che la traspirazione è decisamente maggiore. Il tessuto è talmente sottile che la stessa Assos dichiara che se si vuole una copertura totale dal sole bisogna comunque mettere la crema solare. Ma questa è una scelta personale.
Si tratta di un tessuto ereditato dalla collezione Racing Series, che punta a ridurre al massimo la grammatura. Nell’insieme i materiali utilizzati sono costituiti da: 75 per cento Polyestere, 15 per cento Elastane e 10 per cento Polyamide.
La maglia Assos GT LS Jersey S11Al posteriore la tecnologia Triple Rump Pocket applicata sui pannelli stessi delle tasche fa sì che queste siano molto stabili, anche a pieno caricoLa maglia Assos GT LS Jersey S11Al posteriore la tecnologia Triple Rump Pocket applicata sui pannelli stessi delle tasche fa sì che queste siano molto stabili, anche a pieno carico
Maglia tecnologica
Il taglio della Mille GT S11 infatti è aerodinamico e comfortFit, il corpo è realizzato con tessuti ultraleggeri e ultratraspiranti. Inoltre la tecnologia Cut Sleevers fa si che non ci siano cuciture di transizione, cioè dal busto alle maniche, per dire, o tra parte anteriore e posteriore.
«Il tessuto principale è l’AirCell – dicono in Assos – un nuovo materiale ultraleggero a maglia circolare con un motivo a esagono aperto che lascia respirare la pelle, tenendola fresca e asciutta».
L’AirCell ha una proprietà molto particolare: la bi-stretch. Cosa significa? Che all’elasticità orizzontale che avvolge il corpo si aggiunge quella verticale che migliora moltissimo il fit dell’intera maglia.
Fit totale, qualità e design. Assos consiglia di abbinare questa maglia al pantaloncino Mille GT Bib Short C2Fit totale, qualità e design. Assos consiglia di abbinare questa maglia al pantaloncino Mille GT Bib Short C2
Maniche lunghe
Sono proprio le maniche uno degli aspetti più interessanti. Sono davvero leggere e aderenti, tanto che sembra quasi di non avere nulla addosso, come se fossero una seconda pelle. Una scelta questa che non è legata solo alla protezione solare o all’estetica, ma anche all’aerodinamica che migliora parecchio.
E a proposito di fit, va ricordato che le tasche posteriori godono di un sostegno ulteriore grazie al Triple Rump Pocket. In pratica la struttura delle tasche è più elastica nella parte alta e più rigida in quella bassa. In questo modo è facile prendere e riporre gli oggetti nelle stesse tasche.
La Assos Mille GT LS Jersey S11 è disponile in quattro colori: oltre a quello in foto anche in bianco, bronzo e nero. Visto il costo dichiarato (155 euro) Assos non solo fornisce un capo di alta qualità ma consente anche una sorta di assicurazione ai danni come in caso di caduta.
Le taglie disponibili? Sono sette dalla XS alla tripla XL.
Eleganza data da uno stile minimal. Grande qualità, che si percepisce già al tatto, semplicemente estraendo i capi dalla confezione: è il completo estivo di DAniello Sportswear.
Come per tutti i capi del brand campano, anche questo è personalizzabile, ma questo abbinamento di nero e rosso, davvero lo rende perfetto per le uscite estive e per non passare inosservati.
«Questo completo estivo – dice Paolo D’Aniello, al vertice dell’azienda, con la sua consueta passione – appartiene alla nostra linea 500, quella top di gamma. E per realizzarlo abbiamo scelto i tessuti migliori disponibili».
Taglio moderno e grande aderenza per i pantaloncini DAnielloSi nota la scritta del brand sull’ampia fascia del pantaloncinoBretelle oversize che disegnano una Y sulla schiena per una massima stabilità dell’intero pantaloncinoTaglio moderno e grande aderenza per i pantaloncini DAnielloSi nota la scritta del brand sull’ampia fascia del pantaloncinoBretelle oversize che disegnano una Y sulla schiena per una massima stabilità dell’intero pantaloncino
Salopette: comfort e prestazione
La prima cosa che abbiamo notato nell’indossare i pantaloncini è la fascia elastica. Qualcosa che si notava anche a vista. Questa fascia, fatta a nido d’ape e posta sull’estremità del pantaloncino stesso è larga ben 6 centimetri. Grazie a questo suo ampio spessore avvolge bene la coscia mantenendo il pantalone stabile ed aderente.
Il tessuto nero lucido rende il pantaloncino elegante, mentre la sua lycra di elevata qualità ne esalta il comfort.
Il fondello (modello Bormio della ditta Dolomiti Pads) è rialzato nella parte anteriore e questo ci ha sorpreso ai fini della comodità con il passare delle ore. Non a caso è un fondello ideato per le ultradistance. Mai un’intorpidimento del soprassella, né la necessità di dover sistemare il pantaloncino stesso. Tutto ciò è forse merito congiunto anche di tessuto, come detto la calzata è ottima, e di bretelle.
Queste infatti sono molto elastiche e restano perfettamente aderenti sia davanti che dietro quando scendono lungo la schiena. La bretella non esercita mai delle pressioni e anche questo contribuisce sia al comfort che alla stabilità.
Stile minimal e grande eleganzaStile minimal e grande eleganza
Maglia alla moda
Passiamo poi alla maglia. La prima cosa da notare è senza dubbio il design. Uno stile davvero alla moda, ossia maniche con taglio vivo e di colore diverso rispetto al resto della maglia, che vanno a richiamare il calzoncino.
Il tessuto della maglia è leggerissimo. Aderisce perfettamente al corpo ed è adattissimo alle temperature del momento. La traforatura è più accentuata sui fianchi per una maggiore areazione del corpo, una chicca davvero apprezzabile e che eleva il comfort a dismisura.
Inoltre bisogna notare la fascia elastica di 4 centimetri nella parte anteriore che rende la maglia ancora più aderente. Nella parte posteriore invece la stessa fascia elastica si riduce a 2 centimetri, così da lasciare più spazio alle tre tasche di cui una, riportante il logo del maglificio, è di colore nero proprio per richiamare le maniche. Tasche che sono davvero capienti (una mantellina ci sta benissimo) e sono facili da raggiungere.
Dettagli al top e calzini alti per questo completo di DAniello SportswearDettagli al top e calzini alti per questo completo di DAniello Sportswear
I dettagli contano
Come ogni completo di alta gamma che si rispetti, DAniello Sportswear non ha dimenticato il calzino, ormai elemento fondante per un total look.
Il suo tessuto ha una doppia tessitura, proprio come la maglia: l’intreccio e la conseguente traforatura è più leggera nella pianta, mentre è più spessa nella parte superiore. Il logo del maglificio è riportato sia a destra che a sinistra, questo oltre all’altezza del calzino stesso (ben 18 centimetri) lo rendono elegante e perfettamente abbinato al resto del completo.
Stagione che vai, vestiario che trovi. Anche se non suona proprio benissimo, questa frase rende l’idea. Ed Elisa Balsamo ci spiega ancora meglio cosa le piace indossare di più, cosa meno, quando fa caldo, fa freddo… Insomma, la campionessa della Lidl-Trek ci apre il suo armadio!
Con Jacopo Mosca, abbiamo visto che agli atleti della squadra americana Santini fornisce una quantità infinita di materiale… Ci sembrava curioso allargare il campo anche alle donne.
Santini e la sua ricchissima fornitura per gli atleti e le atlete della Lidl-TrekSantini e la sua ricchissima fornitura per gli atleti e le atlete della Lidl-Trek
Elisa come cambia il tuo armadio del ciclismo in base alla stagione, ma anche in base alle corse? Come abbiamo visto Santini vi dà quantità importanti di capi…
In effetti quando sono arrivata in questa squadra ho avuto un trauma che è stato quello di dover quasi uscire di casa per far entrare tutto il materiale che ci hanno dato! E’ vero, ho dovuto svuotare un armadio.
Addirittura…
Sì, sì, un armadio intero. A casa ne ho uno dedicato completamente al mio vestiario da bici. Abbiamo di tutto e di più. Abbiamo qualunque cosa che una persona possa immaginare. Non pensavo neanche che esistessero determinati indumenti o accessori.
Partiamo dalla stagione attuale, l’inverno. Cosa indossa Elisa Balsamo?
La cosa bella è che secondo me abbiamo l’enorme possibilità di scegliere ogni giorno un capo diverso a seconda del clima. Uno si sveglia al mattino, vede la temperatura, l’umidità, se l’asfalto è bagnato o meno, se c’è il sole. La gamma è vasta. Per esempio abbiamo due tipologie di calzamaglia: una standard e una da bagnato vero e proprio… che sembra di essere quasi un palombaro! E’ completamente impermeabile e può essere utilizzata anche con temperature estreme. E lo stesso vale per i copriscarpe. Di guanti invernali ne abbiamo 4-5 tipologie.
Vai…
Li abbiamo leggeri e impermeabili, pesanti e impermeabili. Invernali “normali”, che non sono troppo pesanti. E ne abbiamo un paio che sono quasi dei guanti da sci, ideali per il freddo estremo. In tutto ciò, l’idea che mi piace di più è quella proprio di poter scegliere in base alla giornata e anche al luogo.
Elisa in allenamento, a volte opta anche per i puntali anziché per i copriscarpe che non ama troppo (immagine Instagram)Elisa in allenamento, a volte opta anche per i puntali anziché per i copriscarpe che non ama troppo (immagine Instagram)
E per la gara?
Abbiamo tre opzioni: quello che viene definito il vestiario per le classiche. Si tratta di un body oppure un pantaloncino e maglietta, questo dipende dai gusti dell’atleta, che sono più pesanti, leggermente felpati. In questo modo anche se si corre col pantalone e la maglia corta si è più riparati. Oltre al “vestiario classiche” abbiamoil completo normale, sempre body o un completo maglia più pantaloncino. Infine il completo per l’estate, con il body o il completo traforato, che permette proprio al corpo di respirare. E questo lo usiamo al Giro d’Italia e, al Tour de France.
E con questo serve anche la crema, giusto?
Sì, con la crema solare. Anche se in realtà, noi italiani non la usiamo così tanto. Io almeno ho imparato dalle straniere. Sono state loro che mi hanno fatto capire quanto sia importante proteggersi dai raggi del sole. Però fa ridere questa cosa…
Perché?
Perché se poi vai al mare e indossi il costume, hai la fascia laterale delle gambe con tutti i pallini dell’abbronzatura!
Qual è un capo che non ti piace particolarmente?
In generale non mi sono simpaticissime le cose invernali. In particolare i copriscarpe invernali, specie quelli più pesanti, in neoprene. Non tanto per l’ingombro, perché devo dire che comunque sono fascianti, ma per metterli e toglierli. Ammetto che il piede rimane caldo, ma mi risultano scomodi.
Balsamo durante l’ultimo Tour, abbigliamento all’insegna della leggerezzaBalsamo durante l’ultimo Tour, abbigliamento all’insegna della leggerezza
E invece un capo preferito?
Il body da gara estivo – replica Balsamo senza indugio – mi trovo molto bene a correre col pezzo unico e secondo me è anche molto confortevole.
Mediamente in una “normale” giornata d’inverno come ti vesti in allenamento?
Di solito metto un paio di calzini e come detto prima tra quelli a disposizione, scelgo quelli un po’ più pesanti. La calzamaglia non impermeabile, una maglia intima con le maniche lunghe mediamente pesante e quindi il giubbino termico. Ne abbiamo uno bello pesante. In questo modo non abbiamo bisogno di mettere tanti strati che risulterebbero scomodi. Io mi sento sempre libera nei movimenti. Se poi magari faccio qualche salita, e quindi so che in discesa mi devo vestire, porto con me uno smanicato o una mantellina con le maniche lunghe se dovesse fare un po’ freddo. Quindi metto un copricollo, che se fa parecchio freddo si può coprire anche la bocca, e niente sottocasco, giusto una fascia se fa molto freddo, sennò tendenzialmente non metto nulla. Infine copriscarpe non impermeabili e guanti intermedi.
E invece in una giornata “standard” d’estate?
Calzini leggeri, completino estivo perforato, e sotto il top. Tutto qui!
Niente guanti d’estate?
In allenamento no, li uso solo in gara. A meno che non sia in pista: lì li uso se non sono sola. Perché non succede, ma se succede che si cade, i guanti sono anche una protezione per le mani.