Il Giro torna in Valtellina, Gavazzi ci fa da Cicerone

09.03.2025
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Il Giro d’Italia torna in Valtellina anche quest’anno con arrivo di tappa a Bormio e la partenza del giorno successivo da Morbegno. Due momenti chiave per la Corsa Rosa, che sarà da poco entrata nella sua terza e fatidica settimana di fatiche. Nella frazione numero diciassette il gruppo partirà da San Michele all’Alpe e arriverà appunto a Bormio dopo 154 chilometri e tre gran premi della montagna rispettivamente di seconda, prima e terza categoria. 

Dalla provincia di Trento a quella di Sondrio passando da Brescia. La prima difficoltà di giornata sarà il Passo del Tonale e dopo una lunga discesa le biciclette dei corridori torneranno a guardare il cielo per scalare il Passo del Mortirolo. L’ultima difficoltà di giornata sarà rappresentata dal GPM de Le Motte, poi un rapida discesa fino al traguardo. 

L’ultima volta che il Giro è arrivato a Bormio, Landa e Nibali si giocarono la vittoria di tappa in volata, la spuntò il siciliano
L’ultima volta che il Giro è arrivato a Bormio, Landa e Nibali si giocarono la vittoria di tappa in volata, la spuntò il siciliano

La Corsa Rosa torna a Bormio

La voce tecnica per guidarci all’interno delle tappe valtellinesi del Giro è un ex-corridore del calibro di Francesco Gavazzi. Sedici anni da atleta e poi due stagioni vissute accanto ai ragazzi della Polti VisitMalta (ex Eolo-Kometa con la quale ha chiuso la carriera). Valtellinese DOC, nato a Morbegno, che su queste strade ha corso e si è allenato per tanti anni

«Quella che porterà il gruppo a Bormio – racconta Gavazzi – non è una vera e propria tappa di montagna di quelle dure da far paura, ma raccoglie tante insidie. Il profilo è interessante ma l’ultimo GPM impegnativo, che è il Mortirolo, si trova a poco meno di 50 chilometri dal traguardo. Pensare di vedere l’azione decisiva su quelle rampe è difficile, però il fondo valle è complicato. Credo sia la classica tappa con due gare in una, la fuga che si gioca la vittoria e dietro gli uomini di classifica».

La squadra può giocare un ruolo fondamentale nel tratto di fondo valle che porterà il gruppo fino a Bormio
La squadra può giocare un ruolo fondamentale nel tratto di fondo valle che porterà il gruppo fino a Bormio
Pronti via e il gruppo sale verso il Tonale…

Penso sia difficile che una squadra provi a tenere chiusa la corsa gestendo il distacco sulla fuga. Servirebbero corridori molto forti e nonostante tutto si rischierebbe di arrivare corti in cima al Mortirolo, finita la discesa inizia un’altra corsa.

Mortirolo che il gruppo prenderà da Monno, che salita è?

Una signora salita, con gli ultimi tre chilometri davvero impegnativi. Però non nascondiamoci, non è il lato più duro. La prima parte, che misura 8 chilometri, è regolare. Poi spiana per un paio di chilometri e infine arriva il tratto duro. Comunque non penso scollineranno più di 15 corridori. Vedere azioni personali è difficile anche perché in quei 25 chilometri di fondo valle fino a Le Motte e poi i restanti 9 per arrivare Bormio non sono semplici. 

Il Giro affrontò il Mortirolo dal versante di Monno anche nel 2022, in rosa c’era Carapaz
Il Giro affrontò il Mortirolo dal versante di Monno anche nel 2022, in rosa c’era Carapaz
Quali scenari si aprono?

Innanzitutto la differenza vera la faranno le condizioni del vento appena si scende dal Mortirolo. Appena si torna sul fondo valle le situazioni sono due: il vento è favorevole oppure contrario. Di solito nelle mie zone, a Morbegno che si trova una cinquantina di chilometri indietro, il vento la mattina va verso sud mentre al pomeriggio gira e spinge a nord. 

I corridori però scenderanno a Grosio…

Trovandosi già in alta valle le condizioni del vento sono più imprevedibili, basta poco affinché il vento cambi direzione. L’ultimo dubbio le squadre se lo toglieranno alla partenza, da lì capiranno che tattiche potranno mettere in atto. 

Uno dei più attesi quest’anno è Piganzoli, corridore di casa qui scortato da Fabbro proprio sul Mortirolo
Uno dei più attesi quest’anno è Piganzoli, corridore di casa qui scortato da Fabbro proprio sul Mortirolo
Raccontaci di questi chilometri nel fondo valle, come sono?

Tosti. Prima di Bormio c’è uno strappo molto duro, anzi due. Fare velocità è difficile anche perché la strada sale costantemente. Se la fuga rimane numerosa può arrivare al traguardo. Dietro i capitani dovranno stare attenti, avere un uomo al loro fianco sarà importante per non stare al vento a tirare. Saremo solamente all’inizio della terza settimana, buttare via energie inutili non avrebbe senso. 

Sappiamo che stai facendo il corso per il patentino di terzo livello, facciamo un gioco: da tecnico cosa diresti?

Di non attaccare mai sul Mortirolo, ma di seguire le azioni e lo sviluppo della corsa. Il vero trampolino di lancio sarà lo strappo de Le Motte, che misura due chilometri ma è impegnativo. Penso che non essendoci corridori del calibro di Pogacar la classifica sarà corta, quindi ogni secondo conta. Una bella azione può portare a guadagnare parecchio. 

Da Morbegno il Giro partì anche nel 2020, era la diciannovesima tappa, Kelderman era in rosa
Da Morbegno il Giro partì anche nel 2020, era la diciannovesima tappa, Kelderman era in rosa
E’ una tappa dove se qualcuno non sta bene può pagare tanto?

Quei 25 chilometri di fondo valle non perdonano e rischiano di sembrare infiniti. C’è un tratto, nella zona de Le Prese, dove la strada si impenna per un chilometro con punte fino al 16 per cento. Ricordo che anche in allenamento sembrava infinito: la strada è larga, sale e ti sembra di essere fermo. Dopo sedici tappe a qualcuno potrebbe anche arrivare il conto da pagare

Il giorno dopo, per la tappa numero diciotto, si parte da casa tua: Morbegno. 

Quella è una frazione molto più semplice, ma allo stesso tempo impegnativa. Sulla carta potrebbe esserci un arrivo in volata. Però i velocisti dovranno reggere nella parte centrale che è molto mossa ed esigente. Il vero obiettivo sarà capire che ritmo potrà tenere il gruppo perché se la fuga prende margine poi si hanno pochi chilometri per ricucire. Dall’ultima salita al traguardo ci saranno solamente 50 chilometri. Arrivare in volata non sarà scontato. 

La squadra, il Giro, l’economia, la Valtellina: parla il signor Kometa

07.12.2023
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Fra Roma e il lago Balaton, nella cui zona sorge lo stabilimento Kometa in Ungheria, ci sono mille chilometri abbondanti, ma la voce di Giacomo Pedranzini arriva squillante come dalla stanza accanto. L’Amministratore Delegato della società di famiglia sta facendo rientro in Italia, in uno dei tanti viaggi che gli permettono di riconnettersi con la Valtellina e la sua famiglia.

«L’azienda ha sede in Ungheria – spiega – ma è di proprietà della mia famiglia, la famiglia Pedranzini Ernesto, che era nostro padre e ha trascorso la sua vita a Bormio. Siamo agricoltori e allevatori di montagna, così siamo nati e cresciuti e continuiamo ancora oggi questa attività, grazie ai miei fratelli più giovani, a cui sono sempre grato. Continuiamo a fare agricoltura di montagna nell’alpeggio sulla Malga dei Forni, sopra Santa Caterina Valfurva. Il mio collegamento con la Valtellina nasce da lì. Le nostre origini e le nostre attività sono ancora in Valtellina».

Kometa è sin dall’inizio uno dei nomi più fedeli di Basso e Contador. Negli anni il rapporto si è evoluto e dalla continental dei primi tempi, si è arrivati alla collaborazione con Eolo e a breve con Polti. Giacomo Pedranzini è il responsabile dell’azienda, che si dedica all’allevamento e alla trasformazione di carni suine. E data l’attenzione per l’alimentazione sana, l’abbinamento con lo sport e in particolare il ciclismo è stato quasi una conseguenza naturale. Ora che il Giro torna a Livigno e vi rimarrà per tre giorni (arrivo sul Mottolino, giorno di riposo e la ripartenza), farsi raccontare il suo ciclismo e la sua Valtellina ci è parso molto interessante.

Giacomo Pedranzini ha 58 anni ed è l’Amministratore Delegato di Kometa, che dal 1994 opera in Ungheria
Giacomo Pedranzini ha 58 anni ed è l’Amministratore Delegato di Kometa, che dal 1994 opera in Ungheria
Perché il ciclismo?

Perché ha delle sintonie con i valori dell’azienda. E’ una scuola di vita che riteniamo possa essere utile anche per le nuove generazioni. Il contatto con Ivan Basso risale ormai a otto anni fa. Aveva smesso di correre da uno o due anni ed era consapevole che non sarebbe stato facile mettere in piedi una squadra di vertice. Così mi presentò un progetto in cui parlava anche di sport rivolto anche al sociale, soprattutto ai giovani. E a me piacque l’idea di formare giovani uomini oltre che giovani atleti.

La squadra nel frattempo è cresciuta…

Migliora ogni anno. Partecipiamo stabilmente al Giro d’Italia e ad altre competizioni di RCS, quindi gli obiettivi rimangono sempre gli stessi. Però chiaramente ci aspettiamo che oltre alla squadra cresca anche la nostra capacità di comunicare col pubblico. Abbiamo esitato prima di unirci a questo progetto. Quello che ha fatto scoccare la scintilla è stata l’idea di poter trasmettere i valori di Kometa, che sono anche alla base dell’ideale di Honest Food di cui siamo promotori e che oggi è rappresentato da un’Associazione senza scopo di lucro, nata lo scorso settembre a Milano.

Di cosa si occupa?

Riteniamo che il comparto alimentare necessiti di un ripensamento in tutte le sue componenti. E’ necessario ritrovare prima di tutto equilibrio e buon senso all’interno della filiera, per produrre cibo buono e salubre ad un prezzo ragionevole. Sono i tre cardini che si possono raggiungere attraverso la giusta distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare. Oggi soffriamo dell’abbandono delle aree svantaggiate, per esempio nell’agricoltura. E tutto questo ha portato ad alcune distorsioni nei prezzi. Per troppi anni ci siamo focalizzati sulla crescita dei volumi a prezzi sempre più bassi, invece di concentrarci sulla qualità. Questa certamente ha un costo, però il cibo non può essere un lusso.

La partenza del Giro d’Italia da Budapest nel 2022 è stato per Kometa un’operazione molto importante (foto Rcs Sport)
La partenza del Giro d’Italia da Budapest nel 2022 è stato per Kometa un’operazione molto importante (foto Rcs Sport)
La presenza di Basso e Contador è funzionale al messaggio?

La possibilità di comunicare attraverso l’immagine di due grandi campioni come loro è stata il fattore che ci ha fatto prendere la decisione. La grande partenza del Giro dall’Ungheria, con il nostro nome e un atleta ungherese in squadra, è stata una delle azioni che ha dato più risonanza. Siamo presenti alle corse. Facciamo promozione nei nostri punti vendita, in cui il consumatore trova l’oggettistica della squadra. In più per il 2024 ci siamo legati a una nuova agenzia, Luca Vitale e Associati, con cui inizieremo varie azioni di comunicazione.

Che rapporto c’è tra Giacomo Pedranzini e il ciclismo?

Per estrema onestà, devo dire che in famiglia non siamo mai stati dei grandissimi sportivi. Il nostro sport era aiutare il papà e la mamma nell’azienda agricola, il nostro trekking era camminare dietro alle mucche. Però gli sport di fatica ci sono sempre piaciuti, perché richiedono grande persistenza e grande resistenza, anche mentale. 

Crede che il ciclismo sia un valido veicolo promozionale per la sua azienda?

Questa domanda è importante, ma prima di rispondere ne faccio io un’altra. Come mai Lidl, una delle più grandi catene della distribuzione a livello mondiale, è subentrata a Segafredo? Non vogliamo paragonarci a loro né avere la presunzione di tenere in piedi le sorti del ciclismo, però continuiamo perché ci dispiacerebbe che uno sport che ha fatto parte della storia e della cultura del nostro Paese, diventasse l’ultima ruota del carro. Quando mio padre voleva richiamarci all’ordine, diceva sempre un proverbio: «Le parole volano, l’esempio trascina». E allora noi proviamo, in questo caso con Polti, a dare un piccolo esempio di perseveranza e determinazione. Sperando poi che aziende più importanti e più grandi di noi vengano a darci man forte per riportare il ciclismo italiano sul gradino che gli compete nel palcoscenico internazionale.

Anche Polti (nella foto Franco e sua figlia Francesca) è un’azienda di famiglia, con grande esperienza nel ciclismo
Anche Polti (nella foto Franco e sua figlia Francesca) è un’azienda di famiglia, con grande esperienza nel ciclismo
Francesca Polti ci ha raccontato di aver trovato subito delle sintonie aziendali con voi, lo conferma?

Certamente, perché anche Polti è un’azienda di famiglia. Hanno una bella storia. L’affinità è prima di tutto umana e di storia imprenditoriale. Loro sapranno apportare la loro grande esperienza nel mondo del ciclismo. Hanno vinto il Giro d’Italia, sono certo che papà Polti ci darà dei consigli molto preziosi.

Quante volte all’anno torna in Valtellina?

Almeno una al mese, diciamo così. Poi durante l’estate la mia famiglia, che per tutto l’anno è con me in Ungheria, si trasferisce molto volentieri in Italia.

Si ha la sensazione, ascoltandola, di avere davanti un ambasciatore del territorio.

Il collegamento con la Valtellina c’è sempre. Stiamo sperimentando con successo la collaborazione tra pubblico e privato. Il coinvolgimento del territorio, la presenza del Giro d’Italia e tutte le azioni in materia di cicloturismo sono legate al contributo della Provincia di Sondrio. Bisogna riconoscere a Pierluigi Negri la grande abilità di coordinare il privato con i consorzi turistici che rappresenta in Valtellina. L’amministrazione provinciale si muove sempre guardando a tutti gli aspetti. Quindi va bene sostenere lo sport, ma va guardato anche l’interesse economico del territorio. E oggi i dati dicono che le presenze estive hanno pareggiato l’indotto di quelle invernali e questo è un dato veramente importante. Penso che sia sufficiente per capire che grande importanza rivesta la promozione del ciclismo per la Valtellina.

Quanto sarebbe importante essere al via del prossimo Giro, viste le tappe in Valtellina?

Essendo una professional, ci dovremo sudare l’invito. Però siamo molto fiduciosi che quello che abbiamo fatto sui campi di gara, vincendo una tappa anche nell’ultima edizione con Davide Bais a Campo Imperatore, parli per noi. E come è successo in Ungheria, avere al via del Giro un valtellinese come Davide Piganzoli sarebbe motivo di orgoglio.

Piganzoli, valtellinese doc, sarebbe una presenza importante al prossimo Giro d’Italia (foto Instagram)
Piganzoli, valtellinese doc, sarebbe una presenza importante al prossimo Giro d’Italia (foto Instagram)

Parola al Presidente

Al riguardo chiudiamo con poche parole, ma molto chiare di Davide Menegola, Presidente della Provincia di Sondrio con delega al Turismo e Sindaco di Talamona, cui abbiamo chiesto di parlarci della collaborazione fra pubblico e privato.

«Il progetto legato al ciclismo – dice – sta portando grandi frutti a tutti gli operatori della provincia di Sondrio. Proprio il mese scorso abbiamo fatto un incontro che ha coinvolto la Provincia, il Consorzio BIM Adda, le Comunità Montane e il Parco Nazionale dello Stelvio, dove tutti hanno dato via libera al tavolo di lavoro sul cicloturismo. Tuttavia, mentre in precedenza si era ritenuto di approvarlo di anno in anno, questa volta abbiamo ritenuto di allungare il periodo e di sostenerlo per i prossimi tre anni, in modo che tutti possano lavorare con la prospettiva migliore per gli obiettivi che ci siamo prefissati».

Come dire che quando si fa sistema, il ciclismo diventa un potentissimo mezzo di comunicazione. In Valtellina l’hanno capito bene, basta andare a farsi un giro su quelle strade quando la neve si sarà sciolta. Il 10 gennaio il Team Polti-Kometa verrà presentato a Milano, per il ciclismo italiano si tratta di un’ottima notizia.

Gravellina, esperienza indimenticabile in una Valtellina senza tempo

09.11.2023
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Strade sterrate, lastricati, sentieri di media montagna, terrazzamenti e muretti a secco. Gravellina apre le porte ad una Valtellina ricca di storia ed enogastronomia da scoprire in sella alla propria gravel. Un evento pronto ad accompagnare il ciclista su itinerari unici, tracciati per addentrarsi nelle pagine di un’agricoltura antica e una viticoltura eroica. L’appuntamento sarà per il 21 e 22 settembre 2024, i tour si suddivideranno tra più scelte per disegnare la propria esperienza in base alle proprie possibilità. 

A fare da apripista è andata in scena un’anteprima con la presenza di media, opinion leader e aziende del settore invitati a provare gli itinerari. Dal capoluogo Sondrio, in direzione est quasi fino a Tirano, oppure a ovest verso il Lago di Como. Il risultato è stata una pedalata in compagnia con tanti commenti positivi ed entusiasti per percorsi non banali, a tratti impegnativi, ma soprattutto paesaggi che entrano nel cuore.

Voce della terra

I percorsi di Gravellina seguono le strade rurali dove la Valtellina coltiva e produce i suoi prodotti più noti, come i vini e le mele, e più tradizionali, come la segale e il grano saraceno. Le vie oggi come un secolo fa sono il manifesto del rapporto tra uomo e natura, qui in relazione e in equilibrio.

«La Valtellina – spiega Camillo Bertolini di DaysOff, agenzia di outdoor marketing che si occupa dell’organizzazione e della comunicazione di Gravellina – è un punto di riferimento nel cicloturismo. La si conosce per i passi mitici, i percorsi stradali e di MTB più famosi. Il contesto che ospiterà Gravellina invece, comprende la Media Valtellina. Un territorio stupendo dal punto di vista naturalistico. Il progetto è partito grazie ad un contributo di GAL Valtellina Valle dei Sapori che ha consentito la mappatura del territorio già da questa primavera. Questo evento nasce appunto con l’esigenza di dare giustizia a dei luoghi affascinanti e ricchi di tradizioni. La chiave di lettura sono le strade rurali e percorsi che hanno secoli di storia. Da sempre le vie dell’agricoltura, dei vigneti, dei meleti, della segale e del grano saraceno».

Gravel è l’ideale

Non solo mountain bike e conquista in bici da corsa dei grandi passi Alpini. La Valtellina è anche gravel. Con Gravellina si percorrono le secolari strade rurali nel cuore della Provincia di Sondrio ad un ritmo lento e amico dell’ambiente.

«Il gravel si sposa perfettamente – dice Bertolini – con questa tipologia di percorsi. Siamo in territorio alpino, però l’evento si sviluppa tra il fondovalle e la media montagna dove c’è questa rete di strade sterrate. Sono presenti anche tantissimi lastricati che sono poi le antiche vie che connettevano i borghi di media montagna di origine medievale, alcuni dei quali ancora esistono praticamente intatti e con questa atmosfera che ti riporta indietro di secoli di storia».

Le salite si inerpicano tra i vitigni, come la Fracia oppure quella del Vecchio Torchio lungo la Via dei Terrazzamenti. Il centro storico medievale di Ponte in Valtellina, i meleti di Chiuro, i mulini e i palazzi di Teglio. Poi ancora: il Castel Grumello che domina la valle, il monumentale santuario della Santa Casa a Tresivio. La passerella sulla gola delle Cassandre, il Sentiero Valtellina lungo il fiume Adda, le formazioni rocciose delle Piramidi di Postalesio, il quartiere storico di Scarpatetti a Sondrio. Il gravel in Valtellina non è solo ciclismo, ma un viaggio che trasuda storia e tradizione ad ogni pedalata e bellezze naturalistiche ad ogni sguardo.

Momenti di ristoro per assaggiare le tradizioni
Momenti di ristoro per assaggiare le tradizioni

Pedalare per degustare

Accompagnati da vigne e meleti, pedalare su questi territori lega ogni pedalata al desiderio di assaggiare e conoscere i sapori di questi luoghi.

«Abbiamo cercato il coinvolgimento – afferma Bertolini – delle produzioni agricole. La Valtellina ha tra i suoi punti di forza l’enogastronomia. Prima di tutto è sicuramente da citare il il vino che si coltiva su questi terrazzamenti che sono il simbolo della viticoltura eroica. Il loro tratto distintivo sono i muretti a secco, non a caso il logo di Gravellina rappresenta proprio il muretto che sostiene tutte le coltivazioni e le strade che si andranno a percorrere.

«Oltre al vino, le mele sono un’altra eccellenza della Valtellina. Con il coinvolgimento di Coldiretti riprendiamo anche tutta quella che è la produzione dei prodotti locali, come possono essere i pizzoccheri, i formaggi, le castagne e i funghi e tutto quello che la montagna può offrire. Un altro cenno interessante è il coinvolgimento delle strutture delle aziende agricole. In particolare modo chi ha buone pratiche di recupero delle coltivazioni tradizionali. Infatti i ciclisti incontreranno in uno dei punti di ristoro il Mulino Menaglio, proprietà di un’associazione che recupera i grani antichi della segale. Ci sarà l’occasione di assaggiare gli antichi cereali nella zona di Teglio, la patria del pizzocchero, ma anche conoscere associazioni che hanno recuperato tradizioni e prodotti che erano ormai stati abbandonati».

Alloggi e partenza

Gravellina sarà un evento aperto al pubblico nel 2024 e si svolgerà nel weekend del 21-22 settembre. L’evento proporrà diversi percorsi, duri per chi vuole sfidare le salite tra i terrazzamenti della viticoltura eroica, oppure più rilassati con meno dislivello per chi preferisce rimanere più ancorato al fondovalle.

«Abbiamo tre tipologie di tour: lungo, medio e corto. Il lungo misura 118 chilometri e ha come centro la città di Sondrio. I tour medi saranno due e rappresentano i due cerchi dell’otto che forma il giro lungo. Questo per far sì che uno possa fare il giro completo in un giorno, oppure fare il mezzo tour diviso in due giorni. Avremo invece un itinerario molto più facile completamente di fondovalle con pochissimo dislivello. Naturalmente questo per andare a cercare il coinvolgimento di tutti e rendere questa esperienza il più aperta possibile.

«La Valtellina è pronta ad accogliere tutti. Sondrio sarà il capoluogo di questo evento e sarà anche luogo di partenza dei tour in particolare all’interno del Parco Naturale Adda Mallero, dove sarà creato il villaggio di partenza e allestiti gli stand che coinvolgeranno gli agricoltori stessi. In più tra le due estremità dei tour, Ardenno da una parte e Bianzone dall’altra, ci sono molteplici strutture, molte delle quali nuove e moderne, pronte ad ospitare i cicloturisti».

Gravellina

Bike Gourmet: i sapori del territorio attraverso le ciclabili

07.11.2023
4 min
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Il progetto Bike Gourmet abbraccia Valchiavenna, Valtellina e Val Bregaglia e si propone di scoprire i prodotti tipici locali attraverso la bici. Un’idea semplice ma in grado di aprire un’infinità di occasioni ed è così che questo progetto ha preso piede e ancora è in grado di crescere. 

«Si tratta di un’iniziativa di cooperazione internazionale tra Italia e Svizzera – ci spiega Giulia Guanella del Consorzio Turistico Valchiavenna – che vede come capofila il comune di Buglio in Monte, al quale si aggiungono Traona e Ardenno, questi ultimi si trovano entrambi nella bassa Valtellina. L’obiettivo è quello di incrementare l’afflusso cicloturistico, e nel far questo abbiamo individuato il percorso che parte dal Maloja e arriva fino a Buglio in Monte. Si svolge tutto, a parte un piccolo tratto, attraverso le ciclabili della Valtellina e della Valchiavenna, alle quali si aggiunge il sentiero Maloja».

Tra bici e gusto

Il filo conduttore che muove il progetto Bike Gourmet è quello di far scoprire i prodotti tipici locali attraverso la bici. Si tratta di andare a conoscere produttori, artigiani, cantine e botteghe. 

«Quello che ci preme di più – continua Giulia Guanella – è far conoscere il nostro territorio attraverso delle esperienze. Nel far questo le ciclabili ed i sentieri fanno da fil rouge. Infatti, ci siamo messi in contatto con le attività che si trovano nei pressi delle ciclabili, rendendole partecipi di questo progetto. Non ci sarà solamente spazio per questi territori, i turisti potranno godere anche di percorsi diversi, non famosi come quelli citati in precedenza».

«Proprio per questo – spiega ancora – si parte da un “percorso unico” che porta dal Maloja fino a Buglio in Monte. Ma, dato che in un tratto si deve per forza passare sulla statale, non è da escludere un cambio di percorso che da lì porta alle valli laterali. Per chi non volesse abbandonare il percorso principale è stato previsto anche un servizio di navetta effettuato attraverso un furgoncino elettrico».

A proprio piacimento

Bike Gourmet cresce e si espande, con l’intento di fornire al turista un’esperienza a 360 gradi. Non c’è da precludersi nessun obiettivo, così come i percorsi, ognuno è libero di creare quello che più gli piace. 

«Andando sul nostro sito – conclude Giulia Guanella – ognuno compone il pacchetto che più gli piace. Durante l’inverno verrà arricchito con ulteriori esperienze sul territorio. Non ci sono percorsi prestabiliti, ma esperienze che si possono “comporre” a proprio piacimento. Si può andare dalla classica gita in giornata fino all’unire esperienze che vi faranno rimanere da noi per una settimana intera».

«Al fine di offrire un’esperienza davvero alla portata di tutti abbiamo deciso di fare un investimento importante mettendo a disposizione 12 colonnine per la ricarica di e-bike, con relative bici annesse. In questo modo anche il turista meno allenato potrà godersi i nostri pacchetti esperienziali».

Bike Gourmet

Valtellina, la bici lascia spazio a sci e relax

27.10.2023
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Dopo un’estate passata all’insegna delle due ruote, la Valtellina è pronta ad accogliere il ciclista tra attività fisica e relax. Vi abbiamo raccontato questo luogo in tutte le sue sfumature dedicate alla bicicletta. Attraverso il racconto di Davide Piganzoli, sfogliando il Valtellina Bike Magazine, conoscendo le opportunità per le vacanze in sella e infine scoprendo la palestra a cielo aperto chiamata Livigno

Le temperature scendono e la Valtellina è pronta a vestirsi del manto bianco che tutti gli appassionati degli sport invernali e non solo attendono con ansia. Attraverso le parole di Gigi Negri direttore del Consorzio turistico Valtellina, scopriamo l’autunno e l’inverno da vivere in questo angolo di paradiso dello sportivo tra attività e relax.

Lo Stelvio con i suoi tornanti è una salita mitica
I tornanti dello Stelvio attendono i partecipanti della Merida Valtellina social ride (foto Enjoy Stelvio Valtellina)

Bici in Valtellina

Un anno positivo che ha accolto le due ruote in Valtellina mostrando un vero e proprio rifugio del ciclista. «Chiudiamo una stagione ottima. Per le due ruote – afferma Gigi Negri – abbiamo avuto un importante aumento di numeri. Ad esempio, quando abbiamo chiuso lo Stelvio dai due versanti, abbiamo avuto più di 14.000 biciclette. Quindi una cosa eccezionale. Lo stesso trend in aumento lo abbiamo riscontrato anche sugli altri passi. Abbiamo ospitato molti stranieri che sempre più hanno dimostrato interesse per queso territorio».

Per la Valtellina il ciclismo è uno sport molto importante, non a caso l’anno prossimo su quelle strade passerà il Giro d’Italia. «Nel 2024 – sottolinea Gigi Negri – la nostra stagione ciclistica si aprirà con il Giro d’Italia, il 19 maggio con una tappa importante a Livigno. Un altro passo importante per la bicicletta. Passerà dalla Svizzera, dalla Val Poschiavo, a cui noi teniamo molto perché è attraversata dal Trenino Rosso del Bernina che ogni anno ci porta molto turismo. Ospiteremo l’arrivo di tappa la domenica, il riposo e ripartenza lunedì. Siamo orgogliosi che la cima Coppi del Giro d’Italia 2024 sarà proprio il nostro al Passo dello Stelvio».

il Trenino del Bernina collega il capolinea italiano, Tirano, alla rinomata St.Moritz (foto Rhätische Bahn AG)
il Trenino del Bernina collega il capolinea italiano, Tirano, alla rinomata St.Moritz (foto Rhätische Bahn AG)

Sci di fondo

Tra gli sport invernali che consentono di scoprire e vivere la montagna a ritmi lenti e al contempo allenare gran parte dei muscoli c’è lo sci di fondo. In Valtellina si trovano numerosi tracciati, alcuni ad uso agonistico mentre altri ad uso turistico, immersi in paesaggi incantevoli, circondati da scenari d’incomparabile bellezza. A Livigno si trovano circa 30 chilometri di piste. Mentre nel comprensorio di Bormio, si trovano altre importanti località per gli appassionati dello sci di fondo. Una di queste è Santa Caterina Valfurva, immersa nel Parco Nazionale dello Stelvio. Tra i tracciati merita una menzione la pista Valtellina, già sede di diverse gare internazionali e la Valdidentro, con circa 25 chilometri di piste. 

La Valmalenco conta invece tre distinte aree: dalla scenografica pista intorno al lago Palù a quella di San Giuseppe che raggiunge Chiareggio, fino a quella di Lanzada, illuminata anche di sera. E poi lo sci di fondo in Aprica, nella splendida riserva naturale di Pian Gembro e a Trivigno e in Valchiavenna, a Madesimo e Campodolcino. 

«In inverno – spiega Gigi Negri – i commercianti trasformano tutto quello che è il mondo della bici per il mondo dello sci. Il tempo qui comincia a diventare freddo. Si lascia quindi spazio a sport come lo sci di fondo che si avvicina molto al ciclismo».

Sport e famiglia

Valtellina è sinonimo anche di vacanze in famiglia. Se l’estate grandi e piccini ne approfittano per pedalare e godersi il fresco e l’aria pulita della montagna, in inverno ci si può divertire insieme sulla neve.

«Qui si trova di tutto – dice Gigi Negri – le ciaspole, per fare delle passeggiate e stare in completo relax. Escursioni per le famiglie, sci alpinismo e tante altre attività invernali che si sposano con la filosofia del benessere delle due ruote».

Andare con le ciaspole è una delle attività più affascinanti e suggestive da provare durante una vacanza invernale in montagna. Si tratta di un’esperienza alla portata di tutti, salutare e che permette di apprezzare e ammirare la montagna più autentica e i suoi splendidi paesaggi invernali. Tutti i territori valtellinesi presentano numerosi itinerari, di diversa difficoltà e lunghezza.

Le terme sono un modo per rilassarsi dopo una giornata passata all’insegna dello sport (foto Bormio Terme)
Le terme sono un modo per rilassarsi dopo una giornata passata all’insegna dello sport (foto Bormio Terme)

Relax e benessere

Al termine di una giornata all’insegna dello sforzo fisico e del freddo la cosa migliore è rifugiarsi al caldo magari immergendosi nell’acqua di un centro termale. La parola relax va di pari passo con vacanza. La Valtellina anche in questo caso è un esempio di opportunità e strutture adibite al benessere psicofisico. Per citarne alcune: Bormio Terme, QC Terme Bagni Vecchi, QC Terme Bagni Nuovi

«Nel momento di riposo – conclude Gigi Negri – la Valtellina offre anche le terme. Un aspetto importante che serve per tranquillizzarsi e godersi un po’ di relax. Lo sportivo può continuare a sfruttare le strutture che sono a disposizione d’estate. Vengono proposte come punto d’appoggio per rilassarsi. Così come per la riabilitazione, ci sono tantissimi hotel che dispongono di palestre per gli allenamenti in inverno e per rimanere in forma proprio durante il periodo invernale».

Valtellina

Corsa rosa a Livigno: spot potentissimo per il territorio

13.10.2023
6 min
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MILANO – Il Giro d’Italia torna in Valtellina e lo fa con un programma di tutto rispetto. L’arrivo a Livigno dopo la partenza da Manerba del Garda, per la tappa più lunga della corsa. Il giorno di riposo del lunedì. E la ripartenza dell’indomani con lo Stelvio nei primi chilometri e l’arrivo in Val Gardena. Se già una crono all’indomani del riposo può dare qualche grattacapo, immaginiamo cosa potrà accadere con un tappone alpino di tale portata.

Chiusa la stagione estiva, Livigno si prepara ad accogliere gli sciatori. A maggio poi tornerà il Giro (foto Carpe Diem)
Chiusa la stagione estiva, Livigno si prepara ad accogliere gli sciatori. A maggio poi tornerà il Giro (foto Carpe Diem)

Valtellina e Giro d’Italia

Qui però spostiamo l’attenzione dal fronte tecnico (di cui leggerete a breve a firma di Filippo Lorenzon) verso quello turistico, per capire che cosa ci sia dietro l’arrivo del Giro d’Italia in un territorio già noto come quello di Livigno, centro d’eccellenza per gli sport invernali e ritrovo estivo per corridori e amatori. Per farci un’idea siamo saliti al 32° piano del Palazzo Lombardia, da cui Milano sembra una cartolina, per parlare con Massimo Sertori, classe 1968, Assessore agli Enti locali, Montagna, Risorse energetiche, Utilizzo risorsa idrica, nonché valtellinese purosangue (in apertura è sullo Stelvio). Per ispirazione o per una fortunata casualità, Sertori al cicloturismo crede da anni e sta approfondendo i progetti che puntano alla sua crescita.

«Fu quasi una cosa accidentale – ricorda – mi ritrovai in un’azienda agricola durante una presentazione. Proiettavano lo sviluppo del turismo bike e tutto quello che ci girava attorno in Paesi come Germania, Olanda, Austria. Stava vivendo una crescita esponenziale, ma in Italia ancora non era così. Si intuiva un bel futuro per la mobilità dolce. Ricordo che la cosa mi aveva entusiasmato, poi l’incontro con una persona competente come Gigi Negri (motore del turismo valtellinese, ndr) mi permise di mettere a fuoco esigenze e potenzialità del territorio».

L’incontro fra i due avviene quando Sertori è ancora presidente della Provincia di Sondrio e inizia presto a dare buoni frutti. Nasce una strategia volta a potenziare il legame fra ciclismo e turismo. Fra le azioni messe in campo, il passaggio del Giro d’Italia accende la luce con la potenza della diretta televisiva e le imprese dei campioni.

Il Sentiero Valtellina permette ai cicloturisti (anche dalla Svizzera) di pedalare dal lago di Como alla Valtellina
Il Sentiero Valtellina permette ai cicloturisti (anche dalla Svizzera) di pedalare dal lago di Como alla Valtellina
Quali effetti produce il Giro?

Si può capire dalla presentazione appena svolta a Trento. Noi lo abbiamo… utilizzato più volte come vetrina per un’area che ha passi storici e noti, che con il passaggio della corsa sono stati esaltati. D’altra parte, gli enti locali hanno spinto molto ad esempio sul Sentiero Valtellina e in particolare sul collegamento della Svizzera con il Lago di Como, una destinazione molto richiesta. In quest’ottica, la via ciclabile diventa un’infrastruttura, che ha aperto una serie di scenari dei quali inizialmente non eravamo consapevoli neppure noi.

Ad esempio?

Prima che ci fosse quel Sentiero, che percorre il territorio a ridosso dell’Adda, si pensava alla Valtellina soltanto in termini di montagna, terrazzamenti e passi alpini. Non si pensava quasi mai ai territori della bassa valle, conosciuti da pescatori, cacciatori e dai gestori dei silos. In realtà quel percorso ha offerto una nuova prospettiva. Io sono valtellinese, ma non essendo pescatore né cacciatore, conoscevo quelle zone perché i miei avevano un’azienda e andavano nella zona dei silos di sabbia. Oggi da quelle parti si fa dell’ottimo rafting, che propone la visione del paesaggio dal fiume.

E’ l’auspicata valorizzazione del territorio.

Non bisogna ragionare per comparti stagni, per cui adesso la prospettiva è quella di fare un sentiero a mezza costa, per riscoprire altre situazioni. Come ad esempio quella legata al vino, altro settore molto trainante dell’economia valtellinese. La mobilità dolce fa parte di questo movimento, tanto più che con l’avvento della pedalata assistita, anche gli strumenti a disposizione sono migliorati e tante persone possono avvicinarvisi. Negli anni 80 sognavamo tutti la moto, ora vedo ragazzi che sudano sulle bici e questo lo trovo molto azzeccato.

Non a caso infatti i numeri sono in crescita.

Io credo che l’Enjoy Stelvio Valtellina e più in generale la chiusura al traffico dei passi siano diventati importanti per il forte coinvolgimento del pubblico. Ma credo che sia ancora più importante il messaggio culturale che viene dato, perché la gente sta apprezzando sempre di più la qualità della vita, spesso legata non solo al mestiere che facciamo, ma anche a come utilizziamo il nostro tempo libero. 

Poco fa ha parlato del rapporto con gli svizzeri: c’è collaborazione su questo fronte?

Per anni la Val Poschiavo è stata la via di transito per le auto che andavano a Livigno e non si fermavano per niente. Il fatto invece di promuovere il ciclismo, cui anche loro tengono, fa sì che le presenze si dividano e che si lavori con un obiettivo comune.

I Laghi di Cancano sono fra le mete messe in risalto da Enjoy Stelvio Valtellina
I Laghi di Cancano sono fra le mete messe in risalto da Enjoy Stelvio Valtellina
Livigno richiama così tanto?

Livigno da sola fa il 50-60 per cento delle presenze turistiche di tutta la provincia. Negli anni 80 sono stati bravi a destinare le risorse che ricavavano dal fatto di essere una zona extra doganale. Hanno investito sul turismo, rifacendo quasi tutti gli alberghi e oggi vivono di luce propria. Non hanno più bisogno di auto e autocarri che salgono per fare il pieno a minor prezzo. Ma questo non può compromettere le strategie, anche turistiche, che invece bisogna fare assieme agli svizzeri. Il Giro d’Italia ci unisce. Se lavoriamo insieme ci possono essere dei benefici per entrambe le comunità.

E’ vero che state lavorando per portare a Livigno anche il Giro di Svizzera?

C’è del vero (ammette sorridendo, ndr) e sarebbe la prima volta che la corsa viene in Italia. Si sta lavorando. Si sono creati i contatti per portarlo e per creare una situazione positiva e virtuosa con la Svizzera. Ci teniamo molto.

Manca qualcosa perché la Valtellina raggiunga gli standard di quella presentazione della primisima ora?

Ci stiamo lavorando, non è ancora completa: i tasselli ci sono e adesso dobbiamo ordinarli. La nostra montagna ha dei potenziali incredibili ancora non espressi, ma indirizzati. Bisogna lavorare ancora molto per comporre l’immagine finale, puntando sempre di più sulla qualità e la sicurezza, piuttosto che sulla quantità.

L’Accademia del Pizzocchero di Teglio ha puntato forte sull’autunno, con successo. La bici è l’abbinamento ideale (foto Prima la Valtellina)
L’Accademia del Pizzocchero di Teglio ha puntato forte sull’autunno, con successo. La bici è l’abbinamento ideale (foto Prima la Valtellina)
Manca tanto invece perché il turismo estivo agganci come numeri quello invernale?

Un aspetto legato non solo alla Valtellina, ma più in generale al turismo della montagna, era che se lavoravi bene d’inverno, in estate potevi anche accontentarti. Poi si è capito che magari si poteva allargare il discorso, perché per chi gestisce un’attività ricettiva, un conto è avere 6-8 mesi di attività e altra cosa è poter lavorare tutto l’anno. La destagionalizzazione è sempre stata un cavallo di battaglia, che abbiamo sempre cercato di spingere anche politicamente. Basti vedere il successo che ha in autunno a Teglio l’Accademia del Pizzocchero. Tutto serve per valorizzare il territorio e così il collegamento con sport, mobilità dolce e bike diventerà sempre più semplice.

Enjoy Stelvio Valtellina: chiusura da record il 24 settembre

14.09.2023
4 min
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Le iniziative di Enjoy Stelvio Valtellina sono un vero richiamo per gli appassionati di ciclismo. Un modo per vivere e percorrere le strade iconiche di questo sport in sicurezza e senza alcun pensiero, solo quello di pedalare. Il mese di settembre è stato quello finale per quanto riguarda questa iniziativa che, possiamo dire, sta andando avanti in grande stile. 

La giornata del 2 settembre ha accolto ben 12.000 ciclisti sulle rampe dello Stelvio (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
La giornata del 2 settembre ha accolto ben 12.000 ciclisti sulle rampe dello Stelvio (foto Enjoy Stelvio Valtellina)

Numeri da capogiro

Gli appuntamenti da segnare sul calendario erano tre: tutti all’inizio del mese: 1, 2 e 3 settembre. A questo giro gli appassionati pedalatori che hanno scalato queste montagne iconiche sono stati ben 14.000. Un numero da record che racchiude bene quanto sia importante l’iniziativa di Enjoy Stelvio Valtellina. Le salite interessate erano quelle dei Laghi di Cancano, del Passo dello Stelvio e del Passo Gavia. 

La chiusura del traffico, che porta via le macchine e i rumori che “inquinano” la natura incontaminata di queste salite, è stata anche aiutata dal bel tempo. «Il weekend di inizio settembre – ha affermato Gigi Negri, responsabile del progetto cicloturismo Provincia di Sondrio – è stato un super successo. Il tempo ci ha aiutato molto e gli appassionati hanno risposto presente. C’è stato un grande afflusso di stranieri, che approfittando della tre giorni di chiusura delle salite, si è goduta la Valtellina. Con un grande riscontro per il turismo in generale».

Un giornata aiutata anche da un tempo ed un clima ancora estivo. Riconoscete il primo da sinistra? (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
Un giornata aiutata anche da un tempo ed un clima ancora estivo (foto Enjoy Stelvio Valtellina)

Stelvio protagonista

Il re di queste giornate è stato il Passo dell Stelvio, che ha visto un’affluenza record nel suo giorno di chiusura: sabato 2 settembre. Dalle 8 alle 16 i ciclisti che hanno affrontato la “Cima Coppi” sono stati 12.000. La salita è stata scalata da entrambi i versanti italiani: da Bormio sono saliti 4.100 ciclisti, mentre dalla parte trentina, da Trafoi sono saliti 7.600 appassionati. 

Questo weekend valtellinese dedicato alla bici si è concluso con le salite dei Laghi di Cancano e del Passo Gavia. Rispettivamente chiuso al traffico l’1 e il 2 settembre, in questo caso per un orario ridotto: dalle 8,30 alle 12,30. In totale su queste due salite si sono alternati 2.000 sportivi. 

Una giornata dedicata alla bici in ogni sua forma: dalla strada al gravel passando anche mtb e e-mtb (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
Una giornata dedicata alla bici in ogni sua forma: dalla strada al gravel passando anche mtb e e-mtb (foto Enjoy Stelvio Valtellina)

Un grande successo

La cornice naturale del Parco Nazionale dello Stelvio ha contribuito sicuramente a richiamare una grande quantità di appassionati. I paesaggi di queste montagne sono, e rimangono, uno scenario dove la natura può dominare incontrastata

«Questa edizione del 2023 – dice ancora Gigi Negri – ha avuto un grande successo, e come ogni anno ci sono state bellissime sorprese. Possiamo affermare che la più grande è l’aver scoperto che ormai l’Enjoy Stelvio Valtellina è un evento internazionale. Personalmente me ne sono reso conto a giugno, quando parlando con dei turisti ci hanno detto di arrivare addirittura dal Messico».

Da segnalare infine, per domenica 24 settembre, l’ultimo appuntamento stagionale di Enjoy Stelvio Valtellina con la chiusura al traffico della salita a Campo Moro in Valmalenco (strada chiusa dalle 8,30 alle 12,30 da Pradasc – Lanzada).

«Domenica 24 settembre – conclude – termineremo questa stagione, ma stiamo già lavorando per la prossima. Ci saranno delle novità, che speriamo possano continuare a tenere alto il livello di questo bellissimo evento».

Valtellina

“Scatta in Valtellina”, ecco i primi vincitori

08.09.2023
3 min
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Tra le tante iniziative ideate quest’anno da Valtellina Turismo per promuovere l’offerta cicloturistica della provincia di Sondrio, spicca una che merita di essere raccontata. Si tratta di “Scatta in Valtellina”, un concorso che ha visto come protagonisti alcuni negozianti bike del Nord Italia.

Questa è la nuova edizione della rivista Valtellina Bike Magazine dove trovare tutti gli itinerari
Questa è la nuova edizione della rivista Valtellina Bike Magazine dove trovare tutti gli itinerari

A misura di bicicletta

Negli ultimi anni la provincia di Sondrio ha potenziato la propria offerta per gli appassionati di ciclismo, siano essi stradisti, bikers o gravellisti. La Valtellina si conferma infatti sempre più una destinazione che offre una moltitudine di possibilità per gli appassionati delle due ruote a pedali. Dalle grandi salite del ciclismo su strada ai numerosi sentieri per la mountain bike. Fino ai tanti itinerari di cicloturismo come Sentiero Valtellina e Ciclabile Valchiavenna fino ai Wine Bike Tour. Si tratta di itinerari che abbinano perfettamente enogastronomia e bicicletta. Questi e altri approfondimenti sono raccolti all’interno del “Valtellina Bike Magazine, voluto e realizzato da Valtellina Turismo. Come suggerisce il nome, si tratta di un magazine che propone tutte le offerte e le opportunità di divertimento che la Valtellina è in grado di offrire a quanti vogliono trascorrere le proprie vacanze in bicicletta.

“Valtellina Bike Magazine”, oltre ad essere disponibile in formato digitale, è stato stampato in 20.000 copie in italiano e inglese e in 4.000 copie in italiano e tedesco. La sua distribuzione è avvenuta in occasione di fiere ed eventi ciclistici, ai vari Info Point e diversi operatori bike della provincia di Sondrio, oltre che tramite una campagna digital veicolata principalmente sui social.

Un territorio ricco di percorsi dedicati a tutte le bici: strada, gravel e mountain bike
Un territorio ricco di percorsi dedicati a tutte le bici: strada, gravel e mountain bike

Protagonisti i negozianti

Per promuovere al meglio il proprio magazine, Valtellina Turismo ha deciso di coinvolgere oltre 150 negozi bike di Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Presso questi punti è stata prevista la distribuzione del magazine e di display da banco. I negozianti coinvolti hanno avuto l’opportunità di partecipare al concorso a premi “Scatta in Valtellina” con la possibilità di vincere dei soggiorni da trascorrere in Valtellina con i propri clienti.

Nelle scorse settimane sono stati estratti i vincitori del concorso. Questi ultimi avranno l’opportunità tra settembre e ottobre di soggiornare in alcune delle principali località della provincia (Chiavenna, Morbegno, Chiesa in Valmalenco, Aprica, Bormio e Livigno) dove potranno provare dal vivo alcune delle proposte bike più interessanti della destinazione, definite con il supporto dei Consorzi turistici, in linea anche alle preferenze degli operatori stessi.

Il primo vincitore del concorso, proveniente dalla provincia di Vicenza, ha soggiornato in Valtellina già nel primo fine settimana di settembre e ha avuto l’opportunità di praticare mtb enduro presso il Palù Bike Park in Valmalenco. Nei prossimi weekend sarà il turno degli altri vincitori che, tra tour in ebike e soste in malghe e agriturismi, potranno così scoprire e apprezzare l’offerta bike della Valtellina abbinata a quella food and wine, a conferma della sempre più crescente importanza del binomio sport ed enogastronomia.

Appuntamento al Salone del Camper

Il “Valtellina Bike Magazine” sarà distribuito in occasione del Salone del Camper, in programma a Parma dal 9 al 17 settembre. Un’ulteriore occasione di visibilità per raccontare l’offerta ciclistica della destinazione e invitare camperisti e non a visitare la Valtellina, magari percorrendo uno dei Wine Bike Tour, ideali da fruire durante la ormai imminente stagione autunnale.

Valtellina

Bormio: il turismo, i pro’ e le iniziative per i ciclisti

26.07.2023
5 min
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BORMIO – Arrivando dal fondo della Valtellina si nota che le strade intorno a Bormio fremono. Il turismo è attivo e porta tante persone nella cittadina ai piedi del Passo dello Stelvio. I bar e le piazze sono piene di gente e di turisti di ogni tipo: c’è chi ha ai piedi le scarpe da trekking, chi appoggia la bici al muro stanco per la pedalata. Non solo, le vie sono piene di famiglie e di bambini. Le attività a Bormio fremono e l’estate invoglia a perdersi in queste aree fresche, lontane dalla città roventi.

Ciclismo e turismo

Il ciclismo da queste parti vive di storia e di gesta eroiche. Basta alzare il naso verso i pendii asfaltati dello Stelvio per immaginare i corridori che si sono arrampicati fin lassù nel corso dei decenni. Ma non esiste solo la strada, la natura intorno a Bormio offre tanti spazi verdi da esplorare, e la cosa bella è che ciò si può fare in ogni modo. Mtb, gravel e le ultime arrivate: le-bike, apprezzate da tanti. L’avvento della pedalata assistita ha portato la fatica della bici vicina alle corde di tutti, aumentando il divertimento.

«Sicuramente il discorso del ciclismo – afferma Veronica Mazzola, direttore marketing del comprensorio di Bormio – nel nostro territorio è diventato molto importante negli ultimi anni. Ci ha aiutato ad avere un aumento dei turisti provenienti da tutta Europa, anzi direi da tutto il mondo. Abbiamo ormai persone che arrivano dall’Australia e dall’America per scalare le salite più famose della nostra Valtellina: Stelvio, Gavia e Mortirolo».

L’impresa di De Gendt sullo Stelvio nel 2012 ha portato negli anni tanti turisti provenienti dal Belgio
L’impresa di De Gendt sullo Stelvio nel 2012 ha portato negli anni tanti turisti provenienti dal Belgio

Non solo professionismo

La luce del professionismo può essere un promotore per il territorio, bisogna fare in modo, però, che questa luce non si spenga. Le iniziative devono fare in modo di tenere attivo il territorio anche lontani dai grandi eventi.

«Il Giro d’Italia – continua Mazzola – quando passa nelle nostre zone è un motore importante ed un’occasione per far conoscere la nostra realtà. Il nostro lavoro però non si ferma qui, dobbiamo essere poi bravi a far trovare le strutture adatte quando i turisti decidono di venire a trascorrere le loro vacanze da noi. Il mercato belga è un esempio di come il ciclismo professionistico sia uno sponsor importante. Vi basti pensare che dalla vittoria di De Gent, nel 2012, l’afflusso di turisti da questa Nazione è aumentato notevolmente. E’ importante per noi non concentrare il tutto solo negli eventi agonistici. Un altro tassello importante sono i ritiri come questo del team Eolo-Kometa. I corridori e lo staff stanno da noi per una decina di giorni, trovando tutto il necessario per fare un corretto allenamento». 

Enjoy Stelvio Valtellina è l’iniziativa che permette ai ciclisti di arrampicarsi sulle salite senza traffico
Enjoy Stelvio Valtellina è l’iniziativa che permette ai ciclisti di arrampicarsi sulle salite senza traffico

Le giornate dedicate

Uno dei modi per fare in modo che tutti possano godere della bellezza di queste strade è chiuderle al traffico. La passione per la bici è cresciuta molto negli ultimi tempi e questo ha portato a pensare a delle giornate dedicate. 

«Dal periodo post Covid – conclude Mazzola – abbiamo avuto un notevole incremento di persone sulle nostre strade, complice anche il fatto che la bici è diventata un mezzo sempre più alla portata di tutti. Cerchiamo, quindi, di valorizzare le nostre salite non solo per i professionisti ma anche per gli amatori e le famiglie. Da questo punto di vista sono importanti le chiusure che vengono fatte al traffico veicolare con le iniziative di Enjoy Stelvio Valtellina. L’ultima, pochi giorni fa, ha riguardato il Passo Gavia. Questo permette di godersi la bellezza della salita senza l’assillo del traffico, avvicinando molto anche le famiglie ed i bambini, che possono pedalare in sicurezza».

L’azienda della famiglia Pedranzini, sponsor del team di Basso, è valtellinese, il legame tra pro’ e territorio è importante
L’azienda della famiglia Pedranzini, sponsor del team di Basso, è valtellinese, il legame tra pro’ e territorio è importante

Parla il sindaco

La presentazione del team Eolo-Kometa si è aperta poi con le parole del sindaco di Bormio: Silvia Cavazzi (in apertura in mezzo a Pedranzini e Ivan Basso).

«Quelle che sono un must per la vita di un ciclista professionista – ha detto Cavazzi – possono, anzi devono, diventare l’occasione per aprire il territorio a tutti gli appassionati di ciclismo. I numeri dei turisti legati al ciclismo ha eguagliato quello degli sciatori nel periodo invernale. Questo ha fatto in modo che Bormio sia sempre un paese vivo durante tutto l’anno. Legate al territorio ci sono anche le aziende, come Kometa, sponsor della squadra, queste unioni non possono che renderci orgogliosi. In più ci fanno capire come tutto sia collegato».