Vittoria Air Liner e gomme differenziate, cosa cambia

03.01.2023
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Prendendo spunto dalla chiacchierata con Nick Mondelaers prima del Lombardia 2022, abbiamo voluto provare gli inserti road Vittoria Air Liner e i tubeless con sezioni differenziate tra anteriore e posteriore.

Bisogna gestire le pressioni di gonfiaggio e l’inserto diventa un gran bel sostegno per la gomma tubeless, soprattutto per l’anteriore. Non solo perché non abbiamo lasciato nulla per strada (in termini di watt persi) con il tubeless da 28 dietro. Noi abbiamo cercato di replicare il setting dei corridori pro’, utilizzando delle ruote DT Swiss ARC1600 e tubeless Vittoria Corsa N.EXT. Entriamo nel dettaglio dei feedback.

Nick Mondelaers, meccanico del Team Lotto-Soudal-DSTNY (ora Lotto-DSTNY)
Nick Mondelaers, meccanico del Team Lotto-Soudal-DSTNY (ora Lotto-DSTNY)

Scorrevolezza garantita

«I dati relativi alla rolling performance, che traduciamo come scorrevolezza – spiega Tommaso Cappella, product specialist di Vittoria – tengono conto dei test eseguiti su una macchina con superficie liscia. Questa è comune alle prove di tutte le coperture. La scorrevolezza della soluzione TLR, tubeless, è uguale, con o senza AirLiner ed è paragonabile alla versione copertoncino, a parità di sezione. Quest’ultima inoltre prevede l’impiego della camera d’aria in poliuretano, quindi ultra leggera. Questo per contestualizzare un inserto che non toglie nulla nei termini di scorrevolezza. Vittoria Air Liner Road è un progetto che parte da lontano, che prende forma grazie alla versione mtb, ma che in realtà è molto più che una rivisitazione. Air Liner Road punta alla sicurezza e alla prestazione. Inoltre è molto leggero. Contribuisce a trattenere la gomma in caso di foratura e permette di pedalarci sopra.

«Quando si affronta l’argomento degli pneumatici di ultima generazione – continua Capella – è necessario considerare la combinazione tra gomma e ruota. Uno pneumatico da 25-622, misura divenuta comune e di largo utilizzo negli ultimi 7/8 anni, era stata disegnata su cerchi con un canale interno da 15 millimetri. Oggi l’ETRTO relativo alla misurazione degli pneumatici è cambiato e la stessa misura di gomma va disegnata su un cerchio con un canale interno da 19».

PneumaticoInstallazionePeso (g)Rolling Performance
Corsa N.EXT TLR 26-62220 ml Universal Sealant305+ 14,3%
Corsa N.EXT TLR 26-62220 ml Unversal Sealant + Air Liner Road small329+ 14,3%
Corsa N.EXT Fold 26-622Vittoria Ultra Light Speed230+ 14,3%
Corsa N.EXT Fold 26-622Vittoria Competition Latex280+ 13,6%

AirLiner, facile da installare

Il “salsicciotto” si presenta come una sorta di spugna esagonale ed è disponibile in tre misure. Noi abbiamo utilizzato la più piccola, adatta a cerchi con un canale interno che arriva fino a 19 millimetri di larghezza. Vittoria Air Liner ha una consistenza mediamente morbida e molto compatta al tempo stesso. Buona l’elasticità al pari dell’allungamento.

Partendo dal presupposto che il canale interno delle ruote DT Swiss è di 20 millimetri ed è tubeless (non è hookless), l’operazione combinata (tubeless + inserto in taglia small) d’ingaggio non si è allungata in termini temporali. Da considerare che gli pneumatici Corsa N.EXT hanno una carcassa completamente sintetica e nel complesso hanno un’elasticità media. A nostro parere sono tra i migliori tubeless di ultima generazione che hanno trovato sviluppo, considerando l’insieme: facilità di montaggio, versatilità d’impiego e durata, al pari del prezzo.

La gomma da 28 usata per il comparto posteriore ha tallonato in un amen, senza entrare in contrasto con l’inserto. Quella anteriore ha richiesto un minuto in più e uno sforzo minimo aggiuntivo negli ultimi 5/6 centimetri, fattore dovuto ad una sezione minore. Anche in questo secondo caso non si sono verificati attriti con l’Air Liner.

Pressioni da capire

Non c’è da meravigliarsi che le pressioni di utilizzo scendano in modo esponenziale, perché al pari di volumi d’aria considerevoli, abbiamo anche un prodotto che sostiene la gomma da dentro e fa girare l’aria al suo interno. Banale? No, per nulla, perché non ci troviamo di fronte un prodotto che ha l’obiettivo di salvare gli uncini del cerchio in caso di foratura e gomma a terra (per lo meno non solo). L’Air Liner diventa funzionale alla tecnologia tubeless, perché se utilizzato nel modo corretto, con le pressioni adeguate e dentro un cerchio con il canale giusto, spinge contro le pareti dello pneumatico aumentando il sostegno e la tenuta.

Si percepisce di più sulla sezione più piccola (per noi quella anteriore), meno su quella posteriore (che corrisponde alla gomma da 28), per via del maggiore volume d’aria e di un inserto che spinge meno ai lati. A prescindere, lo shape di entrambe le gomme non ha deformazioni e/o cambiamenti, rispetto alla stessa gomma senza inserti. Dopo alcune prove abbiamo trovato il setting ideale con un pressione anteriore di 4,5/4,6 atmosfere e posteriore compresa tra le 4,8/5 atmosfere. Il nostro “peso invernale ready to ride” è di 67 chilogrammi.

In conclusione

L’inserto dedicato alla categoria road, in questo caso il Vittoria Air Liner è molto differente, soprattutto per utilizzo e concept, da quello impiegato in ambito mtb. Sì, è vero, permette di continuare la corsa (per un periodo limitato) in caso di foratura e aiuta a proteggere il cerchio tubeless in carbonio (che non è un aspetto secondario). Però ci sono anche altri fattori da considerare, non dei semplici dettagli e capaci di cambiare la prestazione del prodotto.

L’inserto verde sostiene lo pneumatico tubeless, principalmente ai lati e nelle sezioni mediane, anche quando si decide (i motivi sono diversi) di diminuire la pressione di gonfiaggio. Non indurisce e non influisce in modo negativo sulla pastosità della mescola. La gomma risulta sostenuta, non spancia e non si deforma, neppure in quelle situazioni di fuori sella quando si carica tanto sull’anteriore. La natura e la struttura degli pneumatici influiscono in maniera importante.

Non si hanno percezioni di attriti aggiuntivi, la sensazione di esprimere i watt e scaricarli a terra è la medesima, con o senza inserti. Un singolo inserto ha un valore alla bilancia di 19 grammi (rilevati), poca roba e permette di risparmiare qualche centilitro di liquido anti-foratura che, deve comunque essere inserito.

Concettualmente potremmo comunque farne a meno sui cerchi con predisposizione tubeless, ma onestamente riteniamo un inserto come il Vittoria Air Liner un prodotto molto importante ai fini della sicurezza e della performance per i cerchi hookless in carbonio con pesi ridotti.

Crescono i consensi per i tubeless nel ciclocross

22.12.2022
3 min
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I tubolari sono ancora oggi la maggioranza, ma i tubeless crescono per consensi e per numero di atleti che li utilizzano anche in competizione.

Abbiamo chiesto a Luca Bramati di argomentare alcune scelte dei suoi atleti del Team Trinx Factory e abbiamo curiosato tra i paddock di Vermiglio. Sempre più Challenge e sempre più tubeless.

Bramati controlla le valvole dei tubeless sulle ruote di scorta
Bramati controlla le valvole dei tubeless sulle ruote di scorta
A parità di prodotto ci sono delle differenza tra un tubolare ed un tubeless?

Pochissima e quasi impercettibile, in particolare se restiamo sul modello Challenge Limus, ovvero il modello da fango. Il vantaggio di un tubeless Challenge è che di fatto è un tubolare aperto con la carcassa in cotone, comunque con un’elevata presenza di fibra naturale e non è un dettaglio. Poi le differenza vere e proprie arrivano dalla differente struttura a costruzione delle ruote.

Non un dettaglio, perché?

Perché lo pneumatico offre e mantiene un’elasticità molto elevata che permette di sfruttare a pieno la gomma con i diversi range di pressioni. Ovvio che cambia leggermente la pressione di gonfiaggio e per fare un esempio, gonfiando un Limus tubolare da 33 a 1,3 bar, l’omologo tubeless è da gonfiare ad 1,5. Cambia invece la resa del Baby Limus, che nella versione tubeless è più veloce rispetto al tubolare.

Più veloce e quindi più sfruttabile in diverse situazioni?

In un certo senso è così, perché si ha una gomma molto elastica, veloce e che scarica bene. Per certi versi sostituisce il Grifo, restando nella categoria tubeless.

Anche in ambito ciclocross c’è da considerare il lattice?

Il liquido anti-foratura è fondamentale, perché è un deterrente contro eventuali forature, ma è anche un sigillante, anzi prima di tutto è un sigillante che incolla lo pneumatico al cerchio. Con i tubeless Challenge è necessario capire come gestire il liquido, soprattutto durante il primo montaggio.

La Trinx di Lucia Bramati
La Trinx di Lucia Bramati
Cosa significa?

E’ necessario rendere ermetica la carcassa che assorbe molto. Questo è possibile controllando più volte il contenuto di lattice, prima dell’impiego, oppure aggiungendo la schiuma al liquido. La schiuma accelera la formazione della pellicola interna alla gomma. Inoltre questa combinazione è favorevole anche al mantenimento della pressione per periodi medio/lunghi.

Quanto liquido per ogni gomma da cx?

Una siringa da 50 e poi si controlla negli step successivi.

Gomme invernali, non è solo un fatto di durata

07.11.2022
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Gomme da usare per allenarsi e pneumatici da usare in inverno. Copertoncini e tubeless da montare sulla “bici muletto”. Al di là della spesa, cosa dobbiamo considerare sotto il profilo tecnico quando scegliamo e montiamo una gomma da usare nel corso della stagione lontano dalle competizioni?

Abbiamo chiesto a Samuele Bressan di Pirelli e ad Andrea Vendrame che corre nel Team Ag2R-Citroen.

Per Vendrame tubolari in gara, ma le gomme invernali sono tubeless
Per Vendrame tubolari in gara, ma le gomme invernali sono tubeless

Gomme invernali, cosa dice Pirelli

«Nel caso si possa o voglia optare per l’acquisto di uno pneumatico specifico – spiega Bressan – l’attenzione va posta sul livello di scolpitura e di protezione alla foratura. Gioca un ruolo di primaria importanza anche la mescola, meglio se morbida o comunque con caratteristiche di alto grip sul bagnato. In inverno si affrontano di solito condizioni con temperature più basse, umido, bagnato e in genere strade più sporche, con più detriti. Per questo una gomma con molti intagli e protezione alle forature garantisce una migliore impronta a terra e protezione allo stesso tempo.

«Al netto della scelta di uno pneumatico specifico – continua Bressanla pressione di gonfiaggio è il parametro su cui porre la maggiore attenzione. Abbassarla di mezzo bar rispetto al normale è una buona abitudine per l’inverno, per ovviare agli inconvenienti appena descritti. Meno pressione vuol dire maggiore velocità nel far scaldare, anche se di poco, la mescola del battistrada. Si migliora l’impronta a terra e si riducono anche le forature. Le gomme morbide si adattano meglio alle asperità, anziché opporsi rigidamente ad esse. Gli intagli, o sipes, hanno il compito di far scaldare la mescola perché permettono al battistrada di muoversi e generare calore: è la loro funzione. Ecco perché le gomme invernali o categorizzate come tali hanno un numero maggiore di sipes. Al contrario di quello che si pensa, in ambito bici, i sipes non hanno il compito di portare l’acqua verso l’esterno dello pneumatico, come invece avviene per gli altri veicoli, quali moto e auto».

Samuele Bressan, product manager di Pirelli Cycling
Samuele Bressan, product manager di Pirelli Cycling

La palla passa dunque ad Andrea Vendrame, che si avvia verso la ripresa della preparazione, dopo aver chiuso la stagione il 4 ottobre alla Tre Valli Varesine.

Tubeless, copertoncino oppure tubolare?

In gara utilizzo i tubolari P Zero con sezione da 26, lontano dalle corse preferisco utilizzare i Cinturato tubeless con una larghezza da 28. Sono cosciente e ho avuto l’opportunità di toccare con mano i vantaggi dei tubeless di ultima generazione e dei copertoncini con le camere d’aria in poliuretano superleggere. Tuttavia per il mio stile di guida, in gara, il tubolare è il compromesso migliore. Lo è per il grip e per la leggerezza del comparto che include anche le ruote. I test che abbiamo effettuato con il team sono interessanti. Un tubolare è più reattivo nelle uscite delle curve e nelle fasi di rilancio perché è maggiormente elastico, ma è meno scorrevole alle velocità elevate e oggi si va sempre più forte. E comunque è da considerare anche la preferenza di ogni singolo atleta.

TLR SL, utilizzati dai corridori della Ag2R-Citroen anche dai pro durante le gare
TLR SL, utilizzati dai corridori della Ag2R-Citroen anche dai pro durante le gare
Quindi non usi sempre le stesse gomme?

A prescindere dalla stagione, in allenamento utilizzo il tubeless da oltre 3 anni. Non ho mai forato, non voglio portarmi sfortuna, ma è così e lo uso con il liquido anti-foratura all’interno. E’ meno scorrevole se paragonato ad uno pneumatico specifico per le gare, ma ha una resa che rimane uguale nel tempo, per tanto tempo. Nelle fasi di allenamento è importante anche per noi avere uno strumento affidabile e che non necessita di tanta manutenzione. Sacrificare qualche grammo e un po’ di scorrevolezza in allenamento non è un problema.

Si parte dalla misura da 26 e si sale
Si parte dalla misura da 26 e si sale
Con le basse temperature e anche con l’asfalto bagnato/umido, abbassi la pressione di esercizio?

Parto dal presupposto che Pirelli ci ha dotato di una tabella, noi ed i meccanici del team, con i diversi range di utilizzo degli pneumatici. Questa scheda è personalizzata per ogni corridore, tiene conto delle caratteristiche personali e delle ruote che si vanno ad utilizzare. Ci sono delle variabili minime legate alle preferenze dei corridori, fattori che si valutano anche all’ultimo momento, prima dalla gara e con il meccanico. Detto questo, io di solito uso delle pressioni comprese tra le 7 e 6,5 atmosfere per i tubolari da 26, in gara ho l’abitudine di usare le ruote Bora di Campagnolo da 50 millimetri. In allenamento con i tubeless non vado oltre le 5,5 atmosfere: 5 davanti e 5,5 dietro, magari abbassando di 0,5 quando fa freddo, oppure con l’asfalto bagnato e umido.

Il Team di Vendrame è coinvolto nella ricerca e sviluppo Pirelli
Il Team di Vendrame è coinvolto nella ricerca e sviluppo Pirelli
Dalla bici normale a quella con i dischi, hai cambiato anche il modo di sfruttare le gomme e tutta la bicicletta?

Tutti hanno cambiato il modo di guidare e di usare la bicicletta e le gomme sono complici di questo cambiamento. Uno stile di guida differente è legato principalmente alle bici con i dischi nella loro totalità, nel senso che la bicicletta con i dischi, rispetto ad una normale è cambiata completamente in tutte le sue parti. Si va sempre più veloce, è palese. E’ importante l’aerodinamica, ma anche la sicurezza trasmessa dal mezzo meccanico. Con le bici normali, all’interno di certi range di velocità, si arrivava a 100 metri da una curva o a ridosso di un tornante e si frenava. Ora i metri sono diventati 50, ma se non avessimo degli pneumatici adeguati e mi riferisco anche all’aumento delle sezioni, i dischi sarebbero inutili. E’ un dato di fatto e in gara le differenze si vedono ancora di più.

Deda Gera Carbon, torchiate al mondiale gravel

28.10.2022
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Deda Gera Carbon, ovvero le ruote leggere, con cerchio in carbonio HM costruite in modo specifico per il gravel. Hanno un profilo di 32 millimetri, sono tubeless ready e nonostante il ridotto valore alla bilancia hanno una notevole stabilità.

Le abbiamo messe sotto torchio, utilizzate anche al recente mondiale gravel, senza risparmiare qualche colpo proibito. Di seguito le nostre considerazioni.

Sulla Wilier Rave SLR utilizzata nella competizione iridata
Sulla Wilier Rave SLR utilizzata nella competizione iridata

Gera, sinonimo di ghiaia

Gera è il termine dialettale che tradotto significa ghiaia e ben rappresenta il concetto gravel. Le Deda Gera Carbon sono la versione superlight, con i loro 1.415 grammi rilevati (con tubeless tape inserito). Nonostante questo numero le ruote non sono tirate all’osso; la sensazione è quella di un pacchetto che ha ancora del margine di riduzione del peso. Il cerchio è consistente, full carbon e non è asimmetrico. Ha una larghezza totale di 29 millimetri, con un canale interno da 23.

I nipples sono esterni al cerchio e facilitano eventuali operazioni di manutenzione ed assestamento. I raggi (in acciaio) sono 24 per ogni ruota, 12 per parte a testa dritta ed incrociati in seconda. Sono piatti e nel punto di incrocio si sfiorano. Il mozzo è in alluminio ed ha una sorta di forma oversize (è diverso da quello utilizzato sull’ultima generazione delle ruote road dell’azienda lombarda). I cuscinetti sigillati, in acciaio, non sono soggetti a precarico esterno.

Come vanno

Uno dei punti di forza della Deda Gera Carbon è il cerchio. E’ ben fatto, senza troppi fronzoli, quasi essenziale nelle forme e con una canale interno disegnato a regola d’arte. Ha un uncino di tenuta dello pneumatico ben costruito, capace di arpionare il tubeless e diventare ermetico anche a pressioni molto basse. Non meravigliamoci se vedremo queste ruote anche in ambito ciclocross, utilizzate con le gomme tubeless. Nell’era delle ruote dal profilo medio e alto anche in ambito fuoristrada, le Deda Gera Carbon non sfigurano per nulla, anzi, la facilità di guida che esprimono (a prescindere dalle gomme) è esemplare.

La raggiatura non è tiratissima, agevola una fase ammortizzante e di controllo della ruota sullo sconnesso. Non si tratta di una ruota molle e che flette, ma non è un sistema particolarmente rigido. Si sfrutta bene anche in discesa (contano anche le gomme ovviamente), perché non ostacola le correzioni anche all’ultimo. Grazie ad un rigidità non eccessiva, le Deda Gera Carbon non sono secche e non rimbalzano. Non è un dettaglio secondario che influisce in maniera esponenziale sulla trazione e sulla stabilità (eccellenti).

Il canale interno è da 23 millimetri
Il canale interno è da 23 millimetri

Nel gravel l’ambiente ideale

Le consideriamo ruote versatili, ma restando nell’ambito del gravel spinto e race. Le Deda Gera Carbon non sono ruote violente, rigide ed estremamente reattive. Sono fattori da cucire e adeguare al proprio stile di guida. Sfruttate nel modo giusto offrono dei reali vantaggi nell’ambiente off-road, dove gli eccessi tecnici contano fino ad un certo punto e quello che definiamo “comfort” gioca un ruolo fondamentale ai fini della performance.

Lo shape del cerchio con la finitura che riproduce la ghiaia che dà il nome alle ruote
Lo shape del cerchio con la finitura che riproduce la ghiaia che dà il nome alle ruote

In conclusione

Mettendo insieme i diversi fattori, qualità e leggerezza, prezzo (1.390 euro di listino) e prestazioni, le Deda Gera Carbon sono ruote di vertice. Sono ruote pensate per la competizione, ma grazie alla loro trasversalità e rigidità contenuta, sono facili da sfruttare anche per chi si vuole guidare in modo più tranquillo.

Al mondiale gravel in Veneto le abbiamo usate con pneumatici tubeless da 36 millimetri di sezione, ma nelle successive fasi del test abbiamo montato anche i 40. Le Gera mostrano un equilibrio costante, anche quando lo pneumatico tende a spanciare all’esterno del cerchio.

Non solo: dopo diverse ore di utilizzo e una competizione sul groppone, senza aver risparmiato qualche colpo violento, avere una ruota così leggera che non necessita di un controllo della raggiatura, è sinonimo di una costruzione fatta a regola d’arte.

Deda Elementi

Vittoria Terreno Dry, lo pneumatico gravel campione del mondo

24.10.2022
4 min
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Due medaglie d’oro conquistate nel primo campionato del mondo dedicato al gravel. Pauline Ferrand-Prévot e Gianni Vermeersch hanno alzato le braccia al cielo a Cittadella in sella ai Vittoria Terreno Dry. Pneumatici in grado di destreggiarsi sui terreni asciutti, duri e sconnessi del percorso iridato a velocità impressionanti. 

Affidabili e scorrevoli queste coperture hanno colmato il divario tra battistrada slick e battistrada per tutte le condizioni. La chiave di questo successo è l’esclusivo design a “squame di pesce” angolate, che consente alla parte centrale del battistrada di rotolare velocemente e fornire trazione in curva e in frenata.

Scelti per vincere

Sia Ferrand-Prévot che Vermeersch hanno avuto una cosa in comune oltre a vincere davanti a tutti. Entrambi si sono affidati alle gomme gravel Vittoria Terreno Dry, come hanno fatto molti altri corridori durante il weekend, scegliendo tra un’ampia gamma di quattro diverse misure, da 31 mm a 38 mm. Oltre alle sezioni differenti sono disponibili due costruzioni, il Tubeless standard più leggero (carcassa Gravel Lite TLR) e quello rinforzato (carcassa Gravel Enduro TNT).

Oltre a tutti i corridori WorldTour dei team sponsorizzati da Vittoria e ai biker come Pauline Ferrand-Prévot, altri specialisti del gravel come Nathan Haas, Nicholas Roche, il Team Amani e il Team Wish One hanno corso utilizzando diverse versioni di Terreno Dry.

Battistrada tecnologico

Il percorso di 190 chilometri del mondiale è stato un banco di prova che ha consacrato i Terreno Dry ai vertici del mercato gravel. Sono stati in grado di eccellere su una combinazione di strade in ghiaia, sentieri boschivi, piste ciclabili e strade asfaltate prima di correre attorno alle spettacolari mura di Cittadella.

Questo modello di punta firmato Vittoria vanta una parte centrale del battistrada a squame di pesce, composto da una serie di forme esagonali che si incastrano tra loro e che sono tutte leggermente inclinate verso l’alto nella direzione del rotolamento. Questo permette allo pneumatico, rotolando in avanti, di salire su queste micro-rampe e dare la sensazione di pedalare su una gomma slick. Al contrario, non appena si frena e la forza va nella direzione opposta a quella del rotolamento, le micro-rampe affondano nel terreno.

Il disegno a squame di pesce fornisce grip e scorrevolezza costanti
Il disegno a squame di pesce fornisce grip e scorrevolezza costanti

Sensazioni di scorrevolezza

Provare per credere, il disegno del Terreno Dry ha un’intelligenza costruttiva che si può misurare toccandolo con mano. Se si fa scorrere il dito in una direzione dello pneumatico e poi lo si fa nell’altra direzione, sembra di toccare due modelli differenti. Infatti è in grado di offrire una presa sul terreno in frenata e in curva che si adatta all’angolo di piega. Questo design si oppone alla deriva e fornisce tutta la trazione di cui si ha bisogno. Frena, sale e, soprattutto, rotola in maniera efficace come si è visto al campionato del mondo. 

Le combinazioni sono svariate. Le tipologie di copertura sono quattro: Tubeless TLR, Tubeless TNT, pieghevole o rigido. Le misure sono cinque: 650x47c e 700x31c-33c-35c-38c. I prezzi consultabili sul sito partono da 22,95 euro.

Vittoria

Pirelli Cinturato Gravel RC, il nostro test

19.10.2022
5 min
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Pirelli Cinturato Gravel RC, uno pneumatico da gara, senza se e senza ma. La gomma dell’azienda lombarda nasce mutuando alcune soluzioni già adottate sulla gamma mtb, ma con un indirizzo specifico per far collimare velocità e grip laterale.

Gravel RC è un tubeless molto morbido e ben sostenuto al tempo stesso, con dei tasselli pastosi e differenziati in base alle sezioni. Lo abbiamo provato.

La differenza di volume dei tasselli
La differenza di volume dei tasselli

Sviluppato per dare il meglio

Un prodotto sviluppato e prodotto per offrire il meglio in termini scorrevolezza, grip e versatilità, ma anche sicurezza e longevità. Si parte dalla carcassa, una sorta di multistrato che prevede una membrana di rinforzo aggiuntiva. Quest’ultima non è una semplice bandella nella parte superiore, ma avvolge la gomma da un tallone all’altro.

Pirelli Cinturato RC è tubeless ed è pieghevole. Il tallone prevede un’aggiunta di materiale che ha l’obiettivo primario di rendere più sicura una zona molto sollecitata.

E poi c’è il battistrada, con dei tasselli laterali di chiara derivazione mtb, alti e pronunciati, che hanno una sorta di posizionamento controdirezionale, se messi a confronto con i mediani e i centrali. Quelli laterali inoltre hanno il compito di aggredire il terreno nelle fasi di appoggio in curva, adeguandosi anche allo stile di guida. Quelli mediani sono più bassi e squadrati, sostengono l’azione dei primi e non influiscono in maniera negativa sulla scorrevolezza. I centrali sono simili ad una freccia e devono essere scorrevoli.

Pirelli Cinturato Gravel RC è uno pneumatico direzionale. Abbiamo provato la versione con la larghezza da 40 millimetri.

Forma particolare

La gomma ha una sorta di squadratura che emerge principalmente grazie ai ramponi laterali che assomigliano a veri e propri artigli. Inoltre, una volta messa in pressione, si nota l’abbondante luce che c’è proprio tra i tasselli esterni e quelli mediani, un fattore molto utile quando c’è bisogno di scaricare il fango e si affrontano terreni umidi ed erbosi.

Come va

Abbiamo montato il Pirelli Cinturato Gravel RC su una ruota full carbon dal profilo medio, rigida se consideriamo il contesto offroad, con un canale interno da 25 millimetri e hookless. Se consideriamo l’interfaccia pneumatico/ruota, risulta il binomio ottimale, perché una ruota del genere permette di contenere in modo ottimale i lati, senza che lo pneumatico spanci in modo eccessivo.

Inoltre, con un peso di 65 chilogrammi, abbiamo trovato il giusto compromesso con una pressione di esercizio a 1,8 atmosfere davanti, 2,1 dietro, anche su terreni morbidi (non fangosi).

Nonostante sia un prodotto destinato al gravel race, regala un feeling immediato ed è tanto scorrevole sui tratti di asfalto e con terreno compatto. Ha un ampio range di sfruttabilità, fattore tangibile anche quando si eccede con il gonfiaggio. Non è un aspetto banale ed è una sorta di salvagente nel momento in cui si sbaglia la pressione e/o i terreni che si affrontano in gara hanno una consistenza diversa tra loro.

I tasselli e le curve

La presa in curva è uno dei vantaggi del tubeless Pirelli RC e sfruttarli al pieno delle potenzialità non è così difficile. Questi ramponi delle Pirelli Cinturato Gravel RC sono morbidi e lavorano parecchio, lo fanno quando il terreno è compatto, ancor di più quando si passa ad un tratto inconsistente, fattore quest’ultimo che trasmette anche una enorme sicurezza a chi pedala.

Tutta la parte centrale ha una scorrevolezza molto buona e anche in questo caso ci si confronta con uno pneumatico che non patisce il cambio di terreno.

Non un peso piuma, ma un grande prodotto in fatto di performances
Non un peso piuma, ma un grande prodotto in fatto di performances

In conclusione

Pirelli Cinturato Gravel RC è una gomma che trova la sua massima espressione nel segmento race. E’ anche uno pneumatico ampiamente utilizzabile da differenti tipologie di atleti che sanno come sfruttare la tecnica del mezzo e amano i percorsi dove “preparare la bicicletta con il giusto setting” fa la differenza. Lo pneumatico è abbastanza versatile e va bene anche sui terreni più morbidi, erbosi, ma non estremamente fangosi.

E’ uno pneumatico morbido e pastoso, fattori che sono integrati nel DNA Pirelli a prescindere dalla disciplina. Non c’è esclusivamente la tassellatura che lavora e aiuta ad ammortizzare, ma anche la carcassa aiuta nelle fasi dove l’elasticità e una certa morbidezza sono più che un aiuto.

Fulcrum Speed 25, la ruota bassa senza tempo

18.10.2022
5 min
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Fulcrum Speed 25, una ruota bassa non è mai stata così prestazionale e moderna. Ha il canale interno da 21 millimetri di larghezza, ha un profilo da 26 e il design asimmetrico del cerchio è un valore aggiunto che va ben oltre l’impatto estetico.

Scorrevole e fluidità, ma anche tanto reattiva, quest’ultima ben percepibile quando la strada sale ed è necessario cambiare ritmo in maniera repentina. Di seguito le nostre considerazioni.

Le ruote basse di Fulcrum
Le ruote basse di Fulcrum

Ruota bassa, un punto fermo

Le ruote con il profilo ridotto sono una costante, da sempre ben presenti nel catalogo del marchio veneto. Nell’era delle medio e alto profilo per tutti i terreni, i cerchi ribassati trovano ancora spazio e messi sotto torchio sorprendono per le performances e qualità tecniche. Ma si argomenta un prodotto Fulcrum e qui la precisione, la cura del dettaglio e la costruzione funzionale alla prestazione.

C’è tanta specificità nelle ruote Fulcrum, ma anche parecchia modernità e sostanza, fattori che vanno ben oltre l’immagine e l’impatto estetico.

I nipples esterni e il lato del cerchio con il profilo piatto (foto Rupert Fowler)
I nipples esterni e il lato del cerchio con il profilo piatto (foto Rupert Fowler)

Non è aerodinamica, eppure…

Non siamo qui a scrivere di una ruota che aiuta ad incrementare la velocità quando quest’ultima è già elevata, ma argomentiamo un prodotto che è facile da spingere, da far scorrere e da guidare, a prescindere dalle condizioni planimetriche, adatto a molti, agonisti e non solo.

La Fulcrum Speed 25 è veloce e questa caratteristica emerge fin dalle prime pedalate, quando l’utilizzatore beneficia di una scorrevolezza che va ben oltre l’immaginario. E’ una ruota facile ed immediata, lo è alle basse velocità, così come alle andature più elevate e questa peculiarità emerge anche grazie ad un prodotto che non è estremo in fatto di rigidità. Non da mai la sensazione di saltellare sull’asfalto, ma attenzione a dosare nel modo corretto la pressione degli pneumatici. Inoltre ha una trazione (ruota posteriore) non comune alle ruote dal medio e alto profilo.

Perché è veloce? Prima di tutto perché è scorrevole e poi lo è grazie alla capacità di vestire differenti sezioni di pneumatico, da 25/26 e 28, rimanendo comunque in ambito race. Il cerchio basso e asimmetrico non crea interferenze con lo shape della gomma e in discesa non è un’ostacolo nei tratti tecnici e nei cambi di direzione continui.

Mozzi, un sistema rigidissimo

Nonostante l’essere minimale, i mozzi in alluminio sono rigidi, tosti e hanno dei cuscinetti USB. Ma è il pacchetto nella sua totalità a fare la differenza, raggiatura compresa e questo si sente nei momenti di massimo stress per il comparto.

Durante l’andatura in piedi sui pedali (en danseuse) e nelle fasi di rilancio perentorie, potremo avere la sensazione di un cerchio che segue il movimento dell’azione, con un mozzo ancorato su se stesso. Corpo del mozzo, cuscinetti e asse passante sembrano avere una sola anima; non è scontato, neppure a questi livelli di prodotto.

Non solo per scalatori

A nostro parere la Fulcrum Speed 25 non è una ruota dedicata esclusivamente ai salitomani, semplicemente perché non è “solo” una questione di peso. Certo, è leggera (1295 grammi rilevati), si adatta alla grande ai tubeless e ai copertoncini, a prescindere dalle dimensioni. Per gli atleti leggeri è una manna, sempre all’altezza della situazione e sempre immediata nelle risposte. Per chi esprime più potenza nei tratti veloci può diventare un riferimento grazie alla sua agilità e al suo essere immune dal vento.

Rispetto ad una ruota dal profilo medio ed alto (di pari categoria) non è più comoda. O meglio, esprime un comfort diverso proprio grazie alla sua facilità nei rilanci e semplicità di ingresso nelle traiettorie, anche quelle più strette che obbligano a frenare con il posteriore per tirare la corda della traiettoria.

Ruote basse, ma non solo per salire (@rupert_fowler)
Ruote basse, ma non solo per salire (@rupert_fowler)

In conclusione

Più che un ritorno della ruota bassa, vediamo la Fulcrum Speed 25 come la conferma di un sistema senza tempo, senza limiti tecnici e con una versatilità d’impiego che è aumentata grazie alle nuove tecniche di costruzione. Il riferimento al cerchio è diretto, perché un rim basso con il canale interno da 21 è da considerare come una particolarità.

Tubeless o copertoncino? A nostro parere non ci sono grosse differenze e quelle che emergono sono soggettive. Con un clincher di buona qualità il sistema ruota è più “secco” nelle risposte, immediato davanti e dietro. Con una coppia di tubeless si beneficia di un’elasticità maggiore del sistema, soprattutto sulla ruota anteriore.

2.186 euro è il prezzo di listino, a nostro parere adeguato a questo pacchetto Fulcrum, considerando la qualità e la fattura, ma anche le performances.

Schwalbe G-One Overland, la gravel che non ti aspetti

14.10.2022
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Schwalbe G-One Overland, possiamo definirla come una gomma gravel da allenamento, ma anche uno pneumatico robusto, tanto scorrevole e un riferimento per chi percorre tanti chilometri senza l’assillo di rovinare il battistrada.

La tassellatura ricorda vagamente il G-One R (che però è molto più racing) e la robustezza della carcassa si basa sullo sviluppo SuperGround, capace di sopportare carichi di lavoro importanti. Ecco il nostro test.

TLE, l’acronimo Schwalbe per la categoria tubeless
TLE, l’acronimo Schwalbe per la categoria tubeless

Gravel per tutte le esigenze

Con tutta probabilità la scelta delle gomme gravel Schwalbe è la più ricca del mercato, con pneumatici per ogni esigenze ed impiego. Concentrandoci sull’Overland, questa è prima di tutto una gomma veloce, poco pastosa nel battistrada e nei tasselli, adatta ai macinatori di chilometri che percorrono in egual misura asfalto e strade zitte con un fondo compatto. Anche sulla roccia trova un ambiente ideale.

Il disegno della tassellatura si basa su una rete fitta nella parte centrale e mediana (lo pneumatico è direzionale), con dei veri e propri ramponi laterali che sporgono in modo importante. Questi sono mutuati dalla mtb, apprezzabili e ampiamente sfruttabili dai biker.

Il peso di una singola gomma
Il peso di una singola gomma

G-One Overland, come è fatto

E’ un tubeless non racing di una generazione evoluta, perché è sviluppato per adattarsi anche alle esigenze di chi utilizza la e-bike. Ha una carcassa SuperGround da 67 fili per pollice, molto resistente e originariamente pensata per i discesisti ed enduristi. L’intreccio dei fili è composto da tre strati sovrapposti, da un rinforzo nella zona del tallone e da un cerchietto pieghevole con l’aggiunta di kevlar.

La parte superiore e i bordi sono protetti dalla membrana protettiva SnakeSkin.

La mescola è la Addix SpeedGrip, veloce e anche durevole.

Overland è sviluppato grazie alla tecnologia Schwalbe Tubeless Technology, che facilita l’ingaggio al cerchio e permette delle veloci operazioni di tallonatura. Fin dal primo gonfiaggio un tubeless Schwalbe è un esempio e un riferimento.

E’ disponibile in tre larghezze, 40 (quella del test), 45 e 50. Il prezzo di listino è di 64,90 euro.

Uno pneumatico da usare con una sola direzione
Uno pneumatico da usare con una sola direzione

Come va

Prima di tutto è necessario gestire la pressione di esercizio, perchè l’Overland è uno pneumatico duro, poco elastico, ma che mette in campo una fase ammortizzante eccellente che arriva dai tasselli: ricorda (in parte) una gomma da enduro Schwalbe, dove lavorano prima i tasselli e poi la carcassa.

Su asfalto e sui terreni battuti la sua scorrevolezza è al livello di uno pneumatico stradale di buona qualità. E’ tosto e si sente, ma se gestito nel modo adeguato sorprende per affidabilità. Sulla ghiaia e sui terreni inconsistenti ha un comportamento di alto livello, soprattutto quando l’appoggio viene scaricato ai lati. Qui il vantaggio arriva dai tasselli che mordono parecchio.

Sono pronunciati e si aprono coprendo una buona superficie della spalla, un fattore non secondario, decisamente apprezzabile da chi ha una guida aggressiva, ma anche per chi affronta il “brecciolino” per le prime volte e non ha confidenza con lo scivolamento della gomma.

In conclusione

Schwalbe G-One Overland racchiude molte caratteristiche apprezzabili da chi vuole un prodotto di qualità, facile da portare in diversi contesti ambientali e non vuole spendere una follia. E poi è uno pneumatico che dura molto. Non è estremamente tecnico e non richiede sacrifici nella guida, anzi è piuttosto facile, ma occhio alle pressioni di esercizio.

Overland è facilissimo da montare sul cerchio, fattore che non mette in crisi neppure chi è alle prime armi con i tubeless.

Schwalbe

Il test delle ruote Shimano Dura Ace C50

01.10.2022
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Che ruote! Le Shimano Dura Ace C50 non sono solo da categorizzare come ruote ad alto profilo, ma sono un pacchetto che cambia il carattere della bicicletta, sia essa aero concept, oppure super leggera da scalatore.

Sono parecchio toste, scorrevoli e facili da lanciare anche quando la variazione di ritmo parte da un’andatura bassa. E le salite impegnative? Nessuna paura anzi, le C50 invitano a spingere, a rilanciare e tutto quello che si esprime viene scaricato a terra. Le abbiamo provate.

Il profilo è di quelli che veste la bicicletta
Il profilo è di quelli che veste la bicicletta

Shimano C50 versione tubeless

Nel linguaggio comune sono le C50 e sono un riferimento per la categoria ormai da diversi anni. Eppure, se comparate con la versione precedente, le differenze ci sono e si fanno sentire fin dalle prime pedalate. Sulle ruote Shimano Dura Ace è ben contestualizzato il DNA di questa fascia di prodotti, destinati ad un pubblico di professionisti e agonisti di buon livello.

Scriviamo di un set di ruote che ha un valore alla bilancia (rilevato) di 1.490 grammi (tape tubeless incluso), non male se consideriamo il profilo. Si possono montare anche i copertoncini e la ruota libera supporta solo la cassetta a 12 rapporti. Il prezzo di listino è di 2.350 euro.

Bilanciamento perfetto

Il bilanciamento di questo set è uno dei vantaggi principali, perché la raggiatura è un compromesso ottimale tra rigidità e sostanza, adeguata al profilo del cerchio. I raggi sono in acciaio, hanno il corpo piatto e la zona di innesto nelle flange arrotondata, con la testa dritta. Davanti sono incrociati in seconda da ambo i lati, mentre dietro l’incrocio è differenziato. Dal lato dei pignoni i raggi sono incrociati in doppia, mentre il lato non-drive ha la raggiatura radiale.

Tradotto: la ruota dietro è rigida e distribuisce al meglio le pressioni che si creano sulla campanatura del cerchio. Quando si rilancia, la ruota non si scompone mai.

Quella davanti è maggiormente coinvolta nelle azioni frenanti e di sostegno. Proprio grazie ai raggi doppiamente incrociati sulle flange, mostra un buon effetto di smorzamento. Infatti, anche alle alte velocità sui fondi leggermente sconnessi, la C50 non perde aderenza, a prescindere dalla configurazione/pneumatico.

Il mozzo fa la differenza

Quello delle Shimano Dura-Ace C50 non è un mozzo con i cuscinetti sigillati. Il sistema rotante è composto dalla “vecchia” combinazione cono/sfere, che assicura scorrevolezza, fluidità e contribuisce alla stabilità.

Rispetto a ruote di pari categoria, il vantaggio del cono che appoggia sulle sfere si percepisce in curva e quando si cambia direzione di continuo. La ruota mantiene una velocità costante e la fase di rotazione non dà mai l’impressione di entrare in crisi e sotto pressione.

Quali pneumatici vanno meglio?

Abbiamo provato le C50, che hanno un canale interno da 21 millimetri di larghezza, con tre configurazioni diverse: con un tubeless da 28, copertoncino da 28 (camere d’aria classiche in butile) e tubeless da 26. Stessa tipologia di gomma, ovvero la Pirelli PZero Race. Siamo riusciti a sfruttare il set con riscontri eccellenti e nei diversi contesti ambientali, con il tubeless da 28. Perché:

Con il clincher da 28 è difficile trovare il compromesso ottimale tra comfort e risposte decise. Talvolta, le risposte sono troppo secche, oppure troppo lente.

Il tubeless da 26 è con tutta probabilità la versione più corsaiola, davvero gratificante se si ha la gamba, ma è anche esigente. A prescindere dalle pressioni di esercizio, obbliga a tenere sempre il braccio, senza perdere la concentrazione. Però in salita è tanta roba.

Sono gratificanti anche in salita (foto Matteo Malaspina)
Sono gratificanti anche in salita (foto Matteo Malaspina)

Nella configurazione tubeless 28, si ottiene il compromesso ottimale, per la salita, la discesa e le zone dove si pedala al passo. Si può aumentare il gonfiaggio se si vuole una maggiore secchezza, oppure diminuirlo a favore del comfort, limitando il rischio di forature (se paragonato al clincher).

Ci può stare una combinazione tra 26 e 28 tubeless, per anteriore e posteriore? A nostro parere ci sta alla grande e avremo occasione di provarla in futuro.

In conclusione

Le ruote Shimano Dura Ace C50 tubeless sono un prodotto parecchio sostanzioso, con un giusto peso e un ottimo rapporto tra la qualità, performances e prezzo: 2.350 euro di listino non sono pochi, ma si tratta comunque di un pacchetto top level sotto tanti punti di vista.

Il cerchio è full carbon ed è caratterizzato da un uncino dalla forma importante, senza mezze misure e questo ci piace. Ci piace perché un tubeless si ancora immediatamente fin dal primo gonfiaggio, in modo ermetico. Ci piace perché un copertoncino e la sua camera d’aria fanno lo stesso, anche con pressioni elevate.

Vanno bene un po’ ovunque, sono un bell’abito per la bicicletta e con gli pneumatici giusti non sono così cattive come potrebbero sembrare al solo sguardo. Le Shimano Dura-Ace C50 sono ruote da corridore e non bisogna dimenticarlo.