Il calendario italiano di ciclocross aveva abituato i corridori a chiudere quasi i battenti dopo la disputa del campionato italiano. Questa volta le cose sono cambiate e sei giorni dopo la kermesse tricolore si è tornati in scena per una delle classiche storiche del movimento, il Trofeo Mamma e Papà Guerciotti. Quella che tradizionalmente era la gara di apertura del calendario è diventata una sorta di parata finale della stagione.
La scelta di spostare l’evento lo ha un po’ penalizzato, anche se a conti fatti avere oltre 500 partenti non è cosa da poco. Non si poteva però fare altrimenti e Vito Di Tano, il pluricampione del mondo responsabile tecnico della Selle Italia Guerciotti Elite spiega il perché: «A ottobre non avremmo avuto la possibilità di fare la gara perché a Cremona era in programma nelle date scelte la Sagra del Torrone che è un evento centrale per la città. Il Comune non poteva appoggiarci, non avremmo trovato spazi liberi per la logistica, era realmente impossibile. Abbiamo dovuto fare buon viso a cattivo gioco, ma alla fine la scelta si è rivelata utile».
Cremona tricolore
Il perché è presto detto: Cremona sarà sede dei campionati italiani nel 2024, quindi la data del Trofeo Guerciotti sarà pressoché confermata e quella dell’ultimo weekend è diventata una sorta di prova generale: «L’attribuzione del campionato italiano è stato un grosso premio ai nostri sforzi, per il 90 per cento il percorso resterà quello di quest’anno e molti concorrenti ci hanno ringraziato proprio per aver avuto la possibilità di fare un test sul tracciato dei prossimi campionati italiani».
Un percorso duro, selettivo: «Abbiamo cambiato qualcosa rispetto al passato – sottolinea Di Tano – dividendo il passaggio sull’argine in due parti, all’inizio e alla fine. Questo è stato un indubbio aiuto, la precedente soluzione avrebbe reso il percorso impossibile. Così è diventato un tracciato molto selettivo: non è un caso se nessuna gara si è chiusa in volata».
Tracciato selettivo
Dello stesso tenore il parere del vincitore, Filippo Fontana che ha bagnato così nel migliore dei modi la maglia tricolore appena conquistata: «C’era davvero tutto quel che serve per un tracciato spettacolare, veloce ma selettivo. Il ghiaccio della notte lo ha reso anche molto infido, bisognava saper guidare, non bastava fare la selezione sui tratti più duri come altimetria. Un tracciato davvero completo».
Al Guerciotti Fontana ha fatto la differenza già dopo due dei 9 giri in programma confermando di attraversare un grande momento di forma. Come se la maglia tricolore gli avesse dato quel quid in più. «Io non credo – dice Fontana – che sia cambiato molto rispetto a prima di Ostia Antica, diciamo che ho consapevolezza dei miei mezzi e di quel che posso fare, ma si tratta molto di concentrazione. Ci vuole un attimo a perdere tutto quel che si è guadagnato, bisogna sentirsi sempre nel mezzo del guado.
«Mi fa piacere indossare questa maglia e aver vinto con essa, ma penso sempre a quel che devo fare, non quel che si è fatto».
Ora i mondiali…
Ed ora quel che lo aspetta sono i mondiali: «Non nascondo che ci spero tanto, prima ci sarà la prova di Coppa del Mondo in Francia domenica prossima, poi il mio obiettivo sarà essere a Hoogenheide per fare il meglio possibile di fronte a veri mostri della specialità.
«Poi tirerò un attimo il fiato e andrò due settimane al caldo per iniziare la preparazione per la stagione di mtb, iniziando a gareggiare già a inizio marzo».
Addio Idroscalo, perché?
Non si può archiviare il Trofeo Mamma e Papà Guerciotti senza una considerazione a proposito della sede di gara. Questa era la prova storica dell’Idroscalo di Milano, ma da un paio d’anni la sede è stata spostata a Cremona e il cambio è ormai definitivo: «Una scelta dolorosa ma che alla fine ci ha premiato – afferma Di Tano – l’Idroscalo era diventato impossibile, innanzitutto per l’ottenimento dei permessi, poi per i pericoli che la zona porta con sé: non potevi allontanarti dal camper che le bici sparivano… A un certo punto abbiamo dovuto prendere una decisione».
«A Cremona abbiamo trovato non solo grande disponibilità, ma anche una società, l’Uc Cremonese che ci fornisce un gran numero di volontari con i quali la gestione della gara diventa molto più fattibile. Fulvio Peraboli e il suo staff sono una risorsa insostituibile, una vera macchina da guerra. Abbiamo l’intero parco a disposizione, ora abbiamo la consapevolezza di poter allestire un campionato italiano davvero all’altezza».