Quello che si è da poco concluso è forse il tricolore della nuova generazione. La gara che ha segnato il passaggio di potere ai millennial. Dal vincitore, Filippo Fontana, al secondo Davide Toneatti, a Federico Ceolin che è stato uno dei protagonisti. E anche Jakob Dorigoni (terzo) di anni ne ha 25, non è un matusalemme.
Il sole spunta e al tempo stesso allunga le ombre sulla pineta di Castel Fusano e sul Camping Roma Capitol. Per assurdo è più fresco col sole, che la mattina con le nuvole. Ma nell’aria c’è il calore delle gara più attesa. E anche la più incerta.
Oracolo Fruet!
Alla fine aveva ragione Martino Fruet. Sia a predire una gara tattica, sia a inserire Filippo Fontana tra i favoriti. Soprattutto in caso di fettucciato stretto. In pratica: “passa l’angelo e dice amen”!
Vanno via in quattro: Fontana, Ceolin, Dorigoni e Toneatti. Menano, tirano, mollano, riaccelerano, ma lentamente rientra Gioele Bertolini, “il vecchio” con i suoi 28 anni. I vincitori degli ultimi quattro titoli, Gioele appunto e Jakob, c’erano. Come Fruet diceva!
Però sono i giovani a dare le menate più feroci. E forse Ceolin spreca troppo. La fila si allunga. Sono tutti con le spalle oltre la ruota anteriore: spingono anche col collo…
Fontana di classe
Filippo Fontana soffre, anche se da fuori non sembra.
«Eppure – racconta il neo campione italiano – è così. Nella parte centrale non stavo affatto bene e non credevo neanche che avrei tenuto le ruote. Poi, non so perché, ad un giro e mezzo dalla fine ho sentito che la gamba è tornata a girare come volevo io. A quel punto ho pensato a come giocarmi le carte.
«Avrei dovuto prendere in testa il tratto tecnico, quello del fettucciato più stretto. Sapevo che se fossi entrato in testa lì poi sarebbe stato difficile passarmi di nuovo. E così ho fatto. Mi sono buttato dentro deciso, ho spinto forte e ho preso un piccolo margine.
«Paura del ponte finale? Più che altro del lungo rettilineo prima. Ma tutto sommato voltandomi ho visto che il distacco era “rassicurante”».
Il trevigiano dei Carabinieri è la gioia fatta persona. Tra mtb (da qui le sue doti di guida) e cross, veniva da quattro secondi posti. Era ora di vestire il tricolore.
«Questo ha tutto un altro sapore. Dedico questa maglia a chi c’è dietro e fa tanto per supportaci. Il mio futuro in questa specialità? Vedremo, ma voglio continuare… In quanto appartenente ad un gruppo sportivo militare, diamo priorità alla mtb che è sport olimpico. Per adesso penso ad onorare al meglio questo maglia».
Toneatti ride
Chi è felice e ha fatto un po’ il Fontana del 2022 è stato Davide Toneatti. Il corridore dell’Astana Qazaqstan Development Team poteva correre con gli U23, ma visti i valori in campo, ha deciso di alzare l’asticella in anticipo. E come Fontana l’anno scorso, quando anche lui appunto era un under 23, ha fatto secondo.
«Sono contento che siamo tutti giovani. Magari questo darà una scossa al movimento – spiega Toneatti dopo l’arrivo – ho deciso di correre con gli elite dopo la gara di Torino. Ho visto che i valori c’erano. Poi però dopo la trasferta in Belgio che non è andata benissimo, un po’ sono tornato ad avere qualche dubbio, ma alla fine ho fatto questa scelta».
«E’ stata una bella gara. Non era facile la differenza su questo percorso e infatti è emersa una gara anche tattica. Non a caso nell’ultimo giro abbiamo fatto un po’ a sportellate!
«Adesso penso ai mondiali, poi vediamo. Io vorrei continuare a fare il cross. Magari anche un po’ meno, ma credo che alla fine serva anche questo. Cosa mi ha dato invece la strada per il cross? Di certo mi ha dato qualcosa nei tratti dove c’è da spingere e rilanciare. Sento proprio che la gamba risponde diversamente. E cosa ho perso? Un po’ la guida… almeno inizialmente».