Fabrizio Carnasciali, Coppa Fiera Mercatale

Carnasciali, il polverone merita risposte

25.11.2020
6 min
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La sparata di Carnasciali ha fatto rumore. Forse l’aretino (che i più attenti hanno riconosciuto nella foto di apertura) ha usato parole troppo dure, ma di certo ha ottenuto il suo obiettivo. Far parlare del passaggio delle gare regionali a nazionali. Andando a rileggere l’articolo pubblicato stamattina, siamo andati ad approfondire il discorso con le persone da lui coinvolte. Lasciando il finale a Ruggero Cazzaniga della Struttura tecnica federale.

REttilineo di arrivo Coppa Fiera Mercatale
Rettilineo di arrivo a Mercatale, le transenne non mancano (foto Scanferla)
REttilineo di arrivo Coppa Fiera Mercatale
Arrivo di Mercatale, transenne per 300 metri (foto Scanferla)

Maltinti conferma

Renzo Maltinti nel 2020 ha organizzato cinque corse, fra cui la Firenze-Empoli, e con i suoi corregionali ha il dente avvelenato.

«Gli altri non hanno organizzato nulla – dice – e questo mi ha fatto molto arrabbiare. Li ho tartassati tutto l’anno. Se non vogliono rischiare, stiano pure accanto al focolare. Però la penso come Carnasciali, perché non è una sua iniziativa. Qua ci sono tutte le società toscane compatte. Sono state fatte troppe cose senza consultarci. Organizzare nel 2021 costa di più e non sarà facile. Per questo ho consigliato di incontrarci e trovare una soluzione insieme, il giusto equilibrio. Ma piuttosto che in dieci, farei tre rappresentanti, uno per categoria. E gli altri si adeguano. So che hanno fatto già una riunione. Ero invitato anche io, ma non sono andato per motivi di lavoro. Però non hanno invitato la Federazione e non lo trovo giusto. Credo che stando così le cose, il 9 dicembre nessuno verserà la cauzione per collocare la propria corsa, perché siamo tutti nella stessa barca. Ma credo anche che ci sia il tempo per parlarne. La Federazione nel 2020 ci ha dato una grossa mano, togliendo le tasse. Adesso, davanti alla linea dura, c’è da parlare e arrivare a una soluzione condivisa».

Squadra Maltinti
I corridori della Maltinti, società che nel 2020 ha organizzato 5 gare (foto Scanferla)
Squadra Maltinti
Maltinti nel 2020 ha organizzato 20 gare (foto Scanferla)

Amantini ironico

E poi c’è Enzo Amantini, quello che a detta di Carnasciali era incaricato di fare bene i conti. E lui facendosi una risata, spiega il suo punto di vista.

«Con Fabrizio collaboro da anni – dice – ma questa cosa dei conti da fare l’ha un po’ interpretata a modo suo. Se guardiamo al 2020, a prescindere dalle idee politiche, la Federazione ci ha aiutato. La corsa che abbiamo fatto insieme a Montevarchi ci è costata zero, come zero hanno preso i corridori e non lo trovo giusto (per completezza, la corsa è costata circa 6.000 euro non pagando tasse e premi, ma non dando neppure pranzo e rimborsi, ndr). Ma il momento è questo.

«Oggi l’ho bacchettato, non serve sparare col cannone. Bisogna puntare a risparmiare, ma facendo le gare. La differenza è poca e sulle spese aggiuntive possiamo ragionare. Comunque il costo di una gara nazionale nel 2021 sarà minore rispetto a quanto costava nel 2019, prima del Covid. Il problema c’è e va risolto con tranquillità, smussando gli angoli, sennò chiudiamo tutti.

«Io nel 2020 ho organizzato 10 gare dagli allievi in su. Per i dilettanti ho fatto solo il campionato nazionale a crono e di tasse non ho speso niente. Ma con 650 partenti in tutte le crono, le spese sono quasi raddoppiate. Bisogna ragionare. Il problema dell’auto col tettino apribile, previsto dal regolamento, non si pone. Se l’auto non c’è, il direttore di corsa si sporgerà dal finestrino. Fabrizio ha esagerato. Credo che Cazzaniga a Milano sia uno con cui si può ragionare serenamente, perché di regolamenti ne sa più di tutti».

Alessio Riccardi, Team Colpack, Firenze-Empoli 2020
Nelle regionali numeri sulla maglia. Nelle nazionali, anche su casco e telaio (foto Scanferla)
Alessio Riccardi, Team Colpack, Firenze-Empoli 2020
Nelle nazionali, numeri anche su casco e telaio (foto Scanferla)

Cazzaniga attacca

E proprio con lui chiudiamo questa puntata della storia, permettendogli di precisare sui punti che meno lo hanno convinto.

«La vera differenza di costi federali fra una regionale e una nazionale – dice – è di 90 euro. Gli altri sono da spiegare. Il pernotto al giudice lo paghi solo se la gara parte alle 8,30. Ma dato che quelle di cui parliamo partono sempre all’ora di pranzo, il giudice arriva al mattino. I numeri di gara costano 60 euro in più. E se il problema è legato alla doppia ambulanza, occhio perché se c’è una caduta che ne richiede l’intervento, devi fermare la corsa.

«Tutti i problemi nascono da Mercatale. Carnasciali dice che rischia di perdere la deroga al limite dei 176 partenti, ma non dice che negli ultimi 4 anni ha avuto 228 partenti che dopo 30 chilometri sono diventati 140. Si parla di elite preferiti agli under 23, ma vorrei far notare che i corridori del 1998 in attività sono 19 e quelli del 1997 sono 23. Le formazioni regionali possono correre nei circuiti e affinché sia possibile, abbiamo consentito che restino regionali le corse con giri di 8 chilometri, mentre prima ci si fermava a 5. Guardando il calendario, quando va bene abbiamo tre gare nella stessa domenica, se va male soltanto una. Se quell’unica corsa è regionale, dove vanno a correre le continental?».

Direttore di corsa
Il regolamento delle nazionali vuole l’auto aperta per il direttore di corsa (foto Scanferla)
Direttore di corsa
Il direttore di corsa fuori dal tettuccio

Livello tecnico

E qui il discorso prende una piega più convincente, riportando il discorso in un alveo più sportivo.

«Quando andiamo ai mondiali – ancora Cazzaniga – ci rendiamo conto che spesso in Italia si fanno corse di contenuto tecnico un po’ limitato rispetto a quelle estere. Se vogliono dimostrare che un circuito di 12 chilometri può restare gara regionale, facciano pure. Ma significa che restano fra di loro, a correre con più corridori toscani che altro. E il livello resta quello. Nella gara nazionale arrivano continental e stranieri e il livello sale.

«Nel 2020 abbiamo eliminato le tasse. Nel 2021 ne rimborseremo la metà. Non si può farli pagare meno alla fonte, perché si tratta di soldi pubblici e il rimborso c’è solo se dimostri di aver svolto la gara. E aver messo la cauzione al 9 dicembre è proprio per avere una proiezione attendibile e sapere quante gare ci saranno. Mi dà fastidio dicano che li stiamo costringendo, perché siamo l’unica federazione che ha fatto ripartire i bambini e ha svolto mondiali ed europei. Mi dà fastidio che progettino riunioni senza coinvolgerci. Abbiamo svolto attività e questo è un fatto, non propaganda. E non è merito di uno solo ma di tutti quelli che ci hanno creduto. E mi chiedo allora perché nel 2020 Carnasciali e i suoi non abbiano organizzato corse, visto che si poteva e non c’era nulla da pagare. Stiamo cercando di salvare l’impossibile. Chi già faceva la gara nazionale, si ritrova a pagare di meno. Gli altri sono chiamati a un sacrificio o a parlarne in modo costruttivo. Quello che dà fastidio è che si mascherino dietro a un’esigenza generale gli interessi personali».

Non finisce qui

Il discorso ovviamente non finisce qui. Il tema resta sul tavolo, Maltinti lo ha confermato. E malgrado quello che dice Cazzaniga, ha confermato che non si tratta di una problematica che si ferma a Mercatale e alle iniziative di Carnasciali. Il 9 dicembre si avvicina. Resta la curiosità di sapere cosa verrà fuori dalla prossima riunione.

Firenze-Empoli, Leonardo Marchiori, 2020(Foto Scanferla)

Toscana, 50 corse a rischio. Ecco perché…

25.11.2020
5 min
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La Toscana dei dilettanti è sul piede di guerra, parola di Fabrizio Carnasciali. L’organizzatore di Mercatale è diventato il referente di almeno 10 società che il passaggio delle gare regionali a nazionali, per restare nei vincoli previsti Dpcm sulle manifestazioni sportive, l’hanno prima accolto con un sorriso. E poi, fatti i conti, l’hanno respinto. Ad ora, in attesa di una riunione prevista per il 4-5 dicembre, il rischio è che che 50 corse per dilettanti fra Toscana, Marche e Umbria non si disputino

E’ abbastanza evidente che siamo alle schermaglie di una trattativa appena iniziata. E’ evidente che gli organizzatori in questione morirebbero pur di non perdere per il secondo anno le proprie corse. Ma qualcosa per loro non va. E non sono i 200 euro da versare entro il 9 novembre come cauzione per avere la data, ma quello che c’è dopo.

Coppa Fiera Mercatale, Toscana(Foto Scanferla)
Coppa Fiera Mercatale, da sempre una gara regionale e una festa di paese (Foto Scanferla)
Coppa Fiera Mercatale, Toscana(Foto Scanferla)
Mercatale, una festa di paese (Foto Scanferla)

In primis, il problema è legato all’aumento dei costi. Per tante di queste manifestazioni la principale entrata è rappresentata dai proventi di sagre, feste di paese, riffe e attività dei circoli. Se tutto questo sarà ancora fermo a causa del Covid, dove troveranno i fondi? Anche perché alcune di queste società hanno in agenda fino a 5 gare ciascuna.

Che cosa non va, Carnasciali?

Non va che il passaggio da regionale a nazionale ci sembrava una buona idea, poi abbiamo cominciato a guardare i numeri, anche quelli pubblicati sul Comunicato 40 del Settore strada, e forse tanto buona non è.

Perché? Si parla comunque di importi inferiori rispetto alle tabelle per le gare nazionali…

Ma sempre di aumento si tratta. Abbiamo chiesto a Enzo Amantini in Umbria di verificare la variazione dei costi. Andando a braccio, gli aumenti riguardano la tassa di iscrizione e i premi: circa 500 euro. L’aggiunta di un cambio ruote: 300 euro. La necessità di transennare gli ultimi 300 metri anziché 150: 200 euro. I numeri di gara, compresi quelli da mettere sul telaio: 250 euro. L’ospitalità per il giudice in più: 100 euro. L’obbligo dell’auto con il tettuccio apribile, che se non la trovi devi affittarla e saranno sui 100 euro. Più di 1.200 euro per ogni gara. E poi comunque ci sono motivazioni tecniche.

Simone Velasco, Coppa Cicogna 2015(Foto Scanferla)
Simone Velasco vince la Coppa Cicogna del 2015 (Foto Scanferla)
Simone Velasco, Coppa Cicogna 2015(Foto Scanferla)
Velasco a Cicogna nel 2015 (Foto Scanferla)
Ad esempio?

Parliamo di Mercatale, dove pure le transenne sono in tutto il finale. Se diventa nazionale, non ho più la deroga a partire con più di 176 corridori. Diventa una corsa a invito in cui si può correre con 6 atleti anziché gli 8-9 per squadra che permetteva alle società locali di portare ragazzi che sarebbero stati a casa.

Non credi che dovremmo fare tutti uno sforzo da questo punto di vista e che è meglio correre in pochi che non correre affatto?

Dipende da quello che si intende per correre in pochi. Sapete quanti corridori rimarranno senza squadra quest’anno? Una vagonata, ma proprio tanti. Nelle gare regionali, il Comitato regionale può allestire una squadra mista e portarli a correre. Nelle nazionali no. Si deve dire loro che devono smettere? Io non lo dico, lo faccia qualcun altro. Io organizzo corse.

Le squadre cosa dicono?

E’ chiaro che le gare nazionali aprono la porta alle continental. E così le più piccole sono preoccupate, perché di solito a certi squadroni si dà un rimborso pur di averle alla partenza. Fa blasone. Adesso non si può più fare questa distinzione, sono tutti all’osso. Aggiungo che nelle gare regionali gli elite non possono correre, nelle nazionali sì. E allora mi fai lasciare a casa gli under 23 senza squadra per far correre gli elite?

Firenze Empoli 2020 (Foto Scanferla)
Firenze Empoli 2020, il gruppo in partenza. Corsa a rischio? (Foto Scanferla)
Firenze Empoli 2020 (Foto Scanferla)
Firenze Empoli a rischio? (Foto Scanferla)
Come se ne esce?

Una ventina di giorni fa, ci eravamo sentiti con le squadre toscane per mettere tre rappresentanti – un tecnico, una società e un organizzatore – e avere un confronto con il Comitato regionale. Poi però è arrivato il Comunicato 40 ed è nata questa posizione comune. Maltinti è con noi. Lui ha cinque corse e non può sostenere questo aumento. Così hanno delegato me. E visto che il 9 dicembre resta la data per la richiesta della data in calendario, ci vedremo il 4-5 dicembre con 10 società toscane, per trovare una posizione comune. Ad ora ci sono 50 corse che rischiano di saltare.

Tutte in Toscana?

In Toscana, certo. Ma anche nelle Marche dove abbiamo parlato con Montegranaro. L’Umbria con l’Amantini. La Lombardia con Carlo Saronni.

Ne hai parlato con Di Rocco?

Sì e mi ha detto che è l’unica soluzione per stare nei limiti del Dpcm. Poi ho parlato con Daniela Isetti, che ha parlato di abbassare i costi. E ancora ho parlato con Ruggero Cazzaniga del Settore tecnico, che ha parlato ancora del Dpcm. Noi si pensava ingenuamente che sarebbe stato un passaggio soltanto formale, ma così non è. Spero che nel frattempo si trovi un’intesa.

A margine e da altri approfondimenti, è emerso che ci sarebbero società disposte a pagare pur di correre: una notizia, dato che si tratterebbe delle società che solitamente si muovono soltanto in presenza di rimborsi. La controproposta di alcuni organizzatori è stata proprio quella di tagliare completamente i rimborsi: si organizza e chi vuole va a correre. Pare anche che la Fci abbia parlato di un fondo residuo di 600 mila euro con cui si rimborserebbero i costi di iscrizione. Ma se è vero e se basta per tutto l’anno, perché non abbassare direttamente le iscrizioni, evitando che le società versino soldi che potrebbero metterle in difficoltà?