Quando si tratta di corse contro il tempo, è il cronometro a fare da padrone: il solo arbitro tra la sconfitta e la vittoria. Ogni centesimo pesa come un macigno, così diventa fondamentale lo sviluppo di materiali e di prodotti sempre più performanti. Vision, affiancata da Cannondale, ha lavorato in questa direzione creando una nuova coppia di ruote Metron.
Il profilo molto alto della Metron 91 è stato scelto dopo numerosi test in laboratorio Il profilo molto alto della Metron 91 è stato scelto dopo numerosi test in laboratorio
La novità Metron 91
Canale interno da 21 millimetri, per accogliere copertoni stretti e scorrevoli. Il design della ruota è stato sviluppato in galleria del vento, ogni dettaglio è votato all’aerodinamica. L’altezza del cerchio è di 91 millimetri, come suggerisce il nome stesso, questo perché è la misura che si è dimostrata più aerodinamica dopo i vari test di laboratorio. Il vantaggio in termini di tempo è di ben 15,8 secondi su distanze di 40 chilometri.
La cura dei dettagli è la base per emergere, Vision lo sa ed è così che ha curato anche il mozzo. Si tratta di un PRS con cuscinetti ceramici speciali, per aumentare ancor di più la scorrevolezza. Il peso della ruota anteriore è di 938 grammi.
Le grafiche e gli adesivi sono studiati per ridurre le turbolenze e gli attritiLe grafiche e gli adesivi sono studiati per ridurre le turbolenze e gli attriti
Metron TFW
E’ la più famosa delle ruote di Vision, affermata tra gli specialisti nelle prove contro il tempo. Presenta un nuovo aggiornamento ed un ridimensionamento nel peso. In Vision, infatti, si è lavorato molto per portare la Metron TFW a fermare la bilancia a soli 958 grammi. Viene realizzata interamente a mano con carbonio 100 per cento italiano.
Stefan Bissegger utilizzerà questi nuovi prodotti durante tutte le prove contro il tempo nella prossima stagioneStefan Bissegger utilizzerà questi nuovi prodotti durante tutte le prove contro il tempo nella prossima stagione
Personalizzata
Per costruire un brand solido e di successo bisogna saper anche valorizzare il proprio lavoro. Vision ha così deciso di creare una grafica completamente personalizzata. Ed è così che sulle ruote in dotazione al team EF Education Easy Post appaiono i colori della maglia di campione europeo, fresca conquista dello svizzero Bissegger. Anche la produzione si fa speciale, infatti sticker e vernici sono realizzati con materiali a ridotta resistenza aerodinamica, con un trattamento superficiale anti turbolenze.
I treni rossi non sono solo quelli del Bernina. La Svizzera ne ha altri due, anzi tre. I rossocrociati hanno dominato le due cronometro individuali di Monaco 2022. Marlene Reusseurtra le donne e Stefan Bissegger tra gli uomini. Ma il podio maschile vede anche il secondo posto di Stefan Kung.
Ai campionati europei di Monaco i corridori “di Berna” si confermano i padroni incontrastati. E sempre questa competizione resta “proibita” (per ora) a Filippo Ganna. Il campione del mondo è terzo.
La svizzera ha curato ogni dettaglio. Aveva un casco speciale con un sottocasco aero. Pulizia massimaMarlen Reusser (classe 1991) conferma il titolo vinto lo scorso anno. Sul podio anche le due olandesi Van Dijk e MarkusLa svizzera ha curato ogni dettaglio. Aveva un casco speciale con un sottocasco aero. Pulizia massimaMarlen Reusser (classe 1991) conferma il titolo vinto lo scorso anno. Sul podio anche le due olandesi Van Dijk e Markus
Prima la Reusser…
Ma riavvolgiamo il nastro. Alle 15,58, Marlene scatta dalla rampa di Furstenfeldbruck, tipica cittadina bavarese con i gerani al balcone e le insegne dei locali in ferro battuto, a 25 chilometri a nord-ovest di Monaco.
La sua potenza è subito messa in risalto dal veloce percorso (lo stesso degli uomini) che attende le ragazze. Anzi, quasi subito… I primissimi metri infatti sono in salita. E Marlen si difende.
Per Marlene quella rampa di 600 metri circa sembra una sorta di completamento del riscaldamento. Non appena arriva in pianura si spiana sulla sua Specialized e tormenta i pedali. In breve, lei e la Van Dijk aprono il divario con le altre. Ma la vera locomotiva è lei. Taglia il traguardo in 31’00 e bissa il successo di Trento 2021.
«Un anno dopo – dice la Reusser – ho rivinto questa prova e sono felice di poter prolungare questo titolo. Il passaggio al Team SD Worx è stato determinante, dal punto di vista dei materiali. Ho ottenuto una bici Specialized Shiv TT Disc che con lo squadra e lo staff della Federazione svizzera abbiamo messo a punto al meglio.
«Abbiamo studiato ogni parte del percorso, quindi questo titolo è davvero una prestazione di squadra».
Il livello di questo europeo non era stellare, ma il podio è di tutto rispetto. Nell’ordine: Bissegger, Kung e GannaIl livello di questo europeo non era stellare, ma il podio è di tutto rispetto. Nell’ordine: Bissegger, Kung e Ganna
Svizzera regina
E squadra è davvero la parola magica di questa giornata per la Svizzera. Una manciata di ore dopo ecco che a dare l’assalto alla maglia bianco, blu e azzurra sono i colleghi uomini.
I ragazzi di Edi Telser, cittì altoatesino della Svizzera, hanno puntato il dito su questa prova. Tra di loro c’è stato un grande scambio d’informazioni dopo la ricognizione. E già uno del loro staff aveva fatto un sopralluogo sul percorso tedesco.
Nessuna sorpresa dunque. Sembra abbiano scoperto il tracciato prima degli altri. In effetti hanno guidato in un modo magistrale.
Un’immagine spettacolare di Bissegger in spinta nella fase iniziale in salitaKung ha perso per ben meno di un secondo: il suo stile sempre impeccabileUn’immagine spettacolare di Bissegger in spinta nella fase iniziale in salitaKung ha perso per ben meno di un secondo: il suo stile sempre impeccabile
Derby svizzero
I favori del pronostico sono ancora per Stefan Kung. Il bestione della Groupama-Fdj aveva preparato a dovere questo appuntamento. Partito come un fulmine, all’intermedio Stefan è in testa. Ma il vantaggio è risicatissimo e alle sue spalle non c’è Filippo Ganna, bensì il connazionale Bisseger.
La differenza tra i due la fa il dente avvelenato. Kung, come la Reusser era il campione in carica, l’altro aveva fame di riscatto. Tanto più che al Tour nella crono di Copenhagen, dove era dato in super forma, era caduto ben tre volte. Voleva dimostrare al mondo tutto il suo valore.
I due svizzeri volano. Ciò che colpisce è la cadenza e la cattiveria con cui affrontano le poche curve dell’anello di Furstenfeldbruck. Bisseger soprattutto viaggia ben al di sopra delle 110 pedalate.
Quando taglia il traguardo, alle 18:31 è nettamente primo. Quando lo taglia Kung alle 18,45 è ancora primo ma per soli tre decimi di secondo. Il cuore per un attimo si ferma, poi è la gioia totale.
«Finalmente – ha detto Bissegger dopo l’arrivo – posso dire che sono al top, che ci sono arrivato. Negli ultimi otto chilometri ho capito che andavo davvero forte e guidando in quel mondo ho capito anche che avrei potuto vincere. Certo, mi “scuso” con Stefan che è mi arrivato davvero vicino».
Anche per Ganna stile impeccabile. Anche se scivolava un po’ troppo spesso sulla punta di sellaAnche per Ganna stile impeccabile. Anche se scivolava un po’ troppo spesso sulla punta di sella
Bronzo di speranza
L’unico che poteva interrompere la festa svizzera era Filippo Ganna. Pippo era in linea all’intermedio, ma poi “perdeva” terreno. I suoi 8 secondi di ritardo sembravano un’eternità in confronto ai due della Svizzera.
Ganna ha deciso all’ultimo di prendere il via nella gara contro il tempo. Un cambio in corso d’opera ponderato con tutto il suo staff, quello della squadra e quello azzurro, con un solo scopo: la terza maglia iridata… sempre a crono.
E infatti dopo l’arrivo Ganna è sorridente: «E’ andata bene – dice – ho sviluppato 10 watt in più di quanto previsto. Non ho vinto perché c’è chi è andato più forte di me. Punto. La bici non scorreva come volevo, ero io che non riuscivo a mantenere alta la velocità.
«Ma io sono contento. Non toccavo la bici da crono dal Tour e questo appuntamento è stato un ottimo test in vista dei mondiali».
Da qui a Wollongong l’unica crono, se così possiamo chiamarla, sarà il prologo al Giro di Germania. Ma si tratta di uno sforzo di 2,7 chilometri, pertanto non troppo indicativo per la corsa iridata che ne misurerà oltre trenta.
Vince con merito e grinta la Van Dijk, agevolata dal riferimento visivo della Klein nel finale. La Reusser ci prova ma è seconda. L'analisi della crono elite femminile