Milesi, una junior in rampa di lancio. Prima lo stage, poi l’azzurro

28.08.2024
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Ha festeggiato il suo diciottesimo compleanno durante un stage al Nord, in un antipasto di quello che l’aspetta nei prossimi anni. Silvia Milesi è cresciuta in fretta ed è uno dei prospetti più promettenti a disposizione della Biesse-Carrera e del cittì Sangalli.

A metà agosto ha attaccato il numero sulla maglia della BePink-Bongioanni, mentre attualmente (e fino al 7 settembre) la bergamasca di Villa d’Almè (in apertura foto Ossola) è a Livigno con la nazionale. Un ritiro di due settimane per preparare tutte assieme europeo e mondiale con lavori ben distinti, visti i percorsi, rispettivamente pianeggiante e ben più impegnativo, agli antipodi. Milesi rientra nel gruppo per la rassegna iridata di Zurigo grazie alle sue doti in salita e nelle prossime gare cercherà di legittimare la propria convocazione. Con lei abbiamo fatto il punto della stagione e, superata una iniziale timidezza mista ad imbarazzo, forse per l’inaspettata attenzione, ci ha raccontato tutto di sé.

Silvia qualcosa ci aveva anticipato il tuo diesse Manzini, ma completiamo prima una rapida introduzione su di te.

Ho iniziato a correre relativamente tardi, da G6. Prima di allora ho sempre fatto danza, nuoto ed equitazione, ma di salire sulla bici non c’era stato verso malgrado mio nonno e mio padre siano grandi appassionati di ciclismo. Avevo paura perché in famiglia un parente aveva subito un brutto incidente, poi una mia compagna di scuola mi ha convinto poco per volta e ho cominciato. Le mie caratteristiche sono principalmente da scalatrice. Non ho un idolo in particolare a cui ispirarmi, anche se adesso mi piace molto Vollering, ma se devo essere sincera mi piacciono quasi tutte le atlete.

Com’è andato il tuo stage?

Sono stati dieci giorni molto belli, anche se essendo in Belgio pioveva quasi sempre. La BePink è un’ottima squadra, nella quale mi sono trovata bene con tutti. A guidarci lassù c’era Sigrid Corneo che è stata molto comprensiva sia con me che con Linda Ferrari, l’altra stagista (dalla BFT Burzoni, ndr). Non ci ha messo pressioni e non pretendeva nulla in gara da noi, se non il massimo impegno. E’ stata una bella esperienza in cui ho imparato tanto.

Quali differenze ti hanno colpito maggiormente?

In squadra noti subito una organizzazione più dettagliata, con alcune figure fisse al seguito come il massaggiatore che tra le juniores non abbiamo. Alle gare mi è piaciuta molto l’atmosfera che si respirava. La team presentation e il foglio firma sono sempre momenti emozionanti che tra le juniores in Italia sono comprensibilmente un po’ più rari.

In corsa invece?

Lì devi fare i conti con un maggior chilometraggio e ritmi molto più sostenuti. Rispetto alle nostre gare open è tutto un altro mondo. Ho disputato tre gare (Gp Reynders, Egmont e Gp Van Impe, ndr) che presentavano percorsi molto tecnici, con tanto pavè. Anche in pianura si faceva fatica e non si mollava mai. Vedi subito con che spirito si corre al Nord. E vedi anche cosa ti attende di là. Qualcuno ci ha detto che se passi certe gare in Belgio, sei pronta a passare tutto. Vedremo (sorride, ndr).

Facendo un bilancio generale, come sono stati questi due anni di Silvia Milesi da juniores?

Onestamente devo dire che sono stati una sorpresa. Da allieva non ero nessuno, avevo ottenuto pochissimi risultati. L’anno scorso al primo anno da juniores ho fatto una serie infinita di piazzamenti senza alcuna vittoria, dove tuttavia ho scoperto di andare bene a cronometro. Non mi sarei aspettata nemmeno di fare gli europei in pista, dove abbiamo vinto l’oro nell’inseguimento a squadre, e quelli su strada in Olanda.

E arriviamo ad oggi.

Finora è stato un buon 2024, anche in questo caso oltre le mie aspettative. Ho vinto due gare, ho fatto sette podi tra cui il secondo posto al campionato italiano. Ho partecipato ancora agli europei in pista col quartetto, stavolta prendendo il bronzo. Credo di aver fatto il salto di qualità facendo tesoro dell’esperienza maturata l’anno scorso.

Obiettivi per il finale di stagione?

Ce ne sono diversi. Guardo poco per volta. Quando scenderemo dall’altura correrò a Racconigi, poi dal 13 al 15 settembre faremo il Giro delle Marche in Rosa, dove spero di fare bene visto che ci sono tappe abbastanza adatte a me. Quello potrebbe essere un buon banco di prova per avvicinarmi al mondiale. Vorrei guadagnarmi definitivamente la maglia azzurra per Zurigo.

Biesse-Carrera, crescono bene le juniores arancio-nere

11.08.2024
7 min
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Con loro in corsa il tassametro viaggia veloce. Tredici vittorie condite da altri venti podi stagionali e numerose top cinque. Spesso i numeri non dicono tutto, ma finora hanno parlato molto chiaramente a favore delle juniores della Biesse-Carrera (in apertura foto Ossola).

Il conto si è aggiornato proprio ieri con l’uno-due messo a segno da Silvia Milesi ad Ornavasso nella doppia gara (cronoscalata e gara in linea) organizzata da Longo-Borghini. Al momento la formazione arancio-nera è la migliore del ranking italiano con un ampio margine sulle altre. La qualità nella Biesse-Carrera non manca grazie ad alcune ragazze nel giro delle nazionali di strada e pista, ma forse una stagione in questi termini ha destato qualche sorpresa. Con il diesse Andrea Manzini abbiamo fatto una chiacchierata per conoscere meglio la loro realtà.

Andrea ti aspettavi un’annata del genere?

Onestamente no, siamo andati oltre le nostre più rosee aspettative. Sapevamo che avremmo potuto raccogliere dei risultati, ma non così. Già dalle prime corse abbiamo vinto e abbiamo proseguito. Siamo contenti naturalmente, considerando soprattutto che siamo al primo anno di vita nella categoria. Io ed una parte dello staff arriviamo dallo scioglimento della Valcar e la nostra squadra è nata da un mix di altre società che cessavano l’attività nelle juniores.

Come funziona il rapporto con la Biesse-Carrera continental maschile?

Abbiamo il nome uguale e condividiamo il medesimo magazzino, però abbiamo due strutture separate nonostante il team manager sia lo stesso (Renato Galli, ndr). Loro sono affiliati a Brescia, noi a Bergamo dove abbiamo la nostra sede. Il nostro principale dirigente è Marco Zambelli, che oltre ad essere uno sponsor, tiene le redini della squadra.

Oltre a direttore sportivo, rivesti altri ruoli?

Innanzitutto sono contento che a fine 2023, quando ero libero, mi abbiano chiamato per portare avanti questo progetto. Sono anche il preparatore atletico delle ragazze, a parte di due. Non ho problemi se le atlete hanno il loro allenatore, tuttavia ho notato rispetto al passato che se hai la possibilità di seguire direttamente le atlete, puoi gestire meglio l’avvicinamento alle gare. La tipologia di allenamento la faccio in base alle gare nelle quali posso dare spazio alle ragazze più adatte.

Che tipo di squadra avete?

Abbiamo una formazione estremamente equilibrata, come tradizionalmente mi piace allestirle. Abbiamo il blocco delle velociste e quello delle scalatrici. Vengo dall’esperienza in Valcar dove avevamo Venturelli, che era il faro. Qua invece non abbiamo una vera e propria leader, ma ci sono tante ragazze che si giocano le proprie carte con buone probabilità di fare bene. Infatti la nostra squadra quest’anno ha avuto un rendimento costante, nel senso che quando calavano certe ragazze, ne avevamo altre che erano al top. Abbiamo raccolto tredici vittorie con quattro atlete diverse. Non è una frase fatta per noi, ma l’unione fa ed è la nostra forza.

Risultati alla mano, vuoi parlarci di queste quattro ragazze che sono anche azzurre?

Quando mandi delle atlete in nazionale è sempre una soddisfazione per noi tecnici e per la stessa società. Se poi portano a casa anche delle medaglie internazionali, tanto meglio come agli ultimi europei U23 e juniores di Cottbus. Bianchi ha vinto il bronzo nella velocità a squadre, mentre hanno fatto altrettanto Milesi e Iaccarino nell’inseguimento a squadre. Bianchi e Iaccarino fra poco dovrebbero partire per i mondiali juniores in pista in Cina (dal 21 al 25 agosto, ndr) e poi si concentreranno per gli europei su strada. Zambelli e Milesi invece che hanno caratteristiche per corse dure, inizieranno a preparare il mondiale su strada. Tutte e quattro in primavera erano state chiamate dal cittì Sangalli per Omloop Van Borsele e Tour du Gevaudan Occitanie, le due prove di Nations Cup su strada. Dobbiamo far conciliare tutto al meglio e non ci fermiamo qui…

Passista-scalatrice. Alessia Zambelli ha centrato due vittorie ed è nel giro della nazionale juniores. E’ in lizza per il mondiale (foto Ossola)
Passista-scalatrice. Alessia Zambelli ha centrato due vittorie ed è nel giro della nazionale juniores. E’ in lizza per il mondiale (foto Ossola)
Continua pure.

Milesi dal 13 al 22 agosto andrà a fare lo stage con la BePink-Bongioanni. A fine agosto al Giro di Toscana (gara a tappe di classe 2.2, ndr), oltre ai team continental parteciperanno anche le rappresentative regionali. La Lombardia ha convocato Giorgia Manzini e Giorgia Giangrande che saranno compagne di Magri, Valtulini ed altre elite. Per loro sarà molto importante confrontarsi con atlete più esperte e straniere. Sono sicuro che in quei quattro giorni faranno molta esperienza. Non dimentichiamo che c’è anche Pighi nel giro della nazionale del ciclocross.

Hai riscontrato qualche difficoltà in questa stagione?

Per fortuna non ci sono stati lati negativi finora. Anche quando non andiamo bene, lo prendiamo come una occasione per crescere con estrema serenità. Pensate che qualche mese fa al termine di una corsa, abbiamo brindato perché avevamo sbagliato tutto quello che potevamo sbagliare (racconta divertito, ndr). Le ragazze recepiscono, chiedono e abbiamo un bel rapporto. Tutte hanno sempre atteggiamenti educati e rispettosi, prerogativa che peraltro guardo quando faccio scouting e che dico subito ad inizio stagione. Ed anche a scuola vogliamo che quella sia la priorità prima del ciclismo.

In una formazione così vincente come la Biesse-Carrera, quali sono i prossimi obiettivi?

Adesso nel breve termine, vogliamo lavorare sulle nostre quattro azzurre affinché possano garantirsi le convocazioni presentandosi al meglio ai ritiri. Per il resto noi siamo sempre andate alle gare per dare il massimo, a prescindere dal risultato. A noi interessa fare la corsa, prendere in mano la situazione per imparare a correre e non giocare di rimessa. Attacchiamo, ma soprattutto non abbiamo paura di prenderci delle responsabilità.