Shimano al Giro, segreti e strategie dell’assistenza ufficiale

13.05.2023
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L’Assistenza Tecnica Neutrale Shimano gestisce le biciclette presenti sulle ammiraglie blu. Come fanno? Ci sono un ordine nel posizionamento e delle logiche da seguire? E’ cambiato qualcosa rispetto al recente passato?

Ancora una volta abbiamo interpellato Massimo Rava, “capitano” degli uomini blu di Shimano al Giro d’Italia e ci siamo fatti spiegare come vengono gestite le “biciclette neutrali”.

Massimo Rava e il leader dell’assistenza Shimano al Giro (Mirrormedia)
Massimo Rava e il leader dell’assistenza Shimano al Giro (Mirrormedia)
Quante sono le biciclette per ogni ammiraglia?

6 biciclette per ogni ammiraglia e le ammiraglie Shimano al Giro sono 3. Abbiamo un totale di 18 biciclette neutrali con telaio e forcella in carbonio. Le bici sono brandizzate Shimano.

Come sono montate?

Sono da considerare delle top di gamma. C’è la trasmissione Shimano Dura Ace Di2 a 12 velocità, ruote C50 oppure C36 sempre Dura Ace, ma con le camere d’aria montate in combinazione con le gomme tubeless. I cockpit sono della famiglia Pro Bikegear e tutte hanno il reggisella telescopico per facilitare l’adattamento del corridore in caso di utilizzo repentino. Per questo motivo è fondamentale per noi come Assistenza Tecnica Neutrale avere delle biciclette con il reggisella classico da 27,2 millimetri di diametro, in modo da montare il seat-post telescopico.

Perché usate le camere d’aria abbinate agli pneumatici tubeless?

E’ una scelta tecnica. Le biciclette che abbiamo in dotazione possono rimanere inutilizzate per lunghi periodi, nonostante i numerosi controlli alle quali sono soggette. Per evitare l’accumulo di liquido anti-foratura preferiamo usare le camere. Le gomme tubeless sono più robuste, rispetto ai normali clincher e proteggono di più le camere d’aria.

Ci sono delle dinamiche legate alle scelte dei componenti e delle taglie dei telai?

L’utilizzo di componenti Dura Ace sulle macchine Shimano non è solo una questione d’immagine. Siamo in un contesto professionale e la categoria di componenti Dura Ace è stata sviluppata con i pro’ e per i pro’. L’obiettivo è quello di fornire il sistema più avanzato in termini di performance e tecnologie. Per quanto riguarda le taglie delle biciclette, sulle ammiraglie cerchiamo di tenere disponibili tutte e sei le taglie, ma abbiamo anche delle bici con taglie extra small, più usate nelle corse femminili.

In caso di necessità, come fate a sapere la misura corretta di quel corridore?

Il telescopico ci aiuta, non poco. Entra in gioco l’esperienza di anni di Servizio Corse e poi in Shimano abbiamo creato un database che ritengo un fiore all’occhiello della nostra organizzazione. E’ un vero e proprio archivio che aggiorniamo prima dell’inizio della stagione di gare, dopo aver chiesto la collaborazione dei meccanici dei team. Da loro ci facciamo mandare le schede delle misure di ogni corridore.

A cosa serve?

Ci permette di avere migliaia di dati e di informazioni, utilizzate anche per avere dei valori medi. Si parte con il considerare l’altezza sella, prima di ogni altra cosa e poi la lunghezza sul piano orizzontale. Essere perfetti è impossibile, ma abbiamo raggiunto dei livelli di eccellenza anche in questa categoria.

Le ammiraglie Shimano, come le auto dei team (Mirrormedia)
Le ammiraglie Shimano, come le auto dei team (Mirrormedia)
C’è una logica nella disposizione delle biciclette sul tetto delle ammiraglie?

Partiamo sempre dal presupposto che noi siamo e rimaniamo neutrali e dobbiamo essere in grado di aiutare tutti i corridori. Ognuna delle nostre ammiraglie ha una o due biciclette principali che sono quelle dalla parte del meccanico, di solito il lato destro. Un’altra bici di riferimento è la prima disponibile dalla parte del driver e così via. Ogni macchina blu Shimano ha le bici con almeno una tipologia di pedali usati dai corridori, Shimano e Look, SpeedPlay e Time. Stiamo lavorando anche sulle bagagliere porta-biciclette, in modo da essere ancora più veloci ed efficienti.

Su ogni ammiraglia è presente un frigo da campo con le borracce
Su ogni ammiraglia è presente un frigo da campo con le borracce (foto Shimano)
Questione anche di affiatamento e non solo delle abilità individuali?

E’ fondamentale, perché ogni equipaggio deve sempre essere al massimo della concentrazione. In caso di intervento, che sia un cambio bici o solo una ruota, nel momento in cui scendiamo dalla macchina dobbiamo avere in mano la ruota giusta con il corpetto corretto, se Shimano, Sram oppure Campagnolo. Il diametro dei dischi del freno deve essere quello giusto, perché è vero che c’è una sorta di standard riconosciuto, 160 anteriore e 140 posteriore, ma non tutti i team lo adottano. Il driver ed il meccanico devono capirsi al volo.

Dopo il termine della tappa le bici vengono rimosse dalle ammiraglie (foto Shimano)
Dopo il termine della tappa le bici vengono rimosse dalle ammiraglie (foto Shimano)
Quando finisce la giornata di gara, le bici come vengono controllate?

Ovviamente dipende molto dalle condizioni meteo, ma per noi ogni bicicletta e ogni componente deve essere al massimo dell’efficienza. Facendo alcuni esempi: la carica delle batterie dei sistemi Di2 viene verificata quotidianamente, così come le pressioni delle gomme. Ogni tre giorni c’è un controllo totale ed approfondito di ogni singolo pezzo.

La Canyon Aeroad CFR di MVDP in edizione limitata

12.05.2023
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La Canyon Aeroad CFR del campione olandese, quella che per molti è “l’Aeroad rossa”, è ora disponibile per il grande pubblico. E’ una limited edition MVDP e si fregia del logo utilizzato da Van Der Poel, sulla tubazione dello sterzo e nella zona di unione tra il profilato obliquo e la scatola del movimento centrale.

Con questa bicicletta, solo nel 2023, ha vinto la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix. Vediamo i dettagli principali della Canyon Aeroad CFR Limited Edition MVDP.

Rosso-corsa e montaggio al top
Rosso-corsa e montaggio al top

Una Canyon rosso corsa

La livrea cromatica di questa Canyon Aeroad è stata creata su specifica richiesta di Van Der Poel, grande appassionato di motori e di auto sportive. Da qui l’accostamento e la specifica della colorazione che prende il nome di “racing red MVDP LTD”.

Si tratta di una Aeroad della famiglia CFR, ovvero il massimo disponibile nei termini di performances, ricerca e tecnologia applicata allo studio del carbonio, senza dimenticare naturalmente l’allestimento.

Tutto al top e zero compromessi

Telaio e forcella di matrice CFR, ma ci sono anche il reggisella in carbonio specifico del progetto Aeroad e il cockpit integrato Aerocockpit CP0018, ovvero quello che permette di regolare la larghezza.

C’è la sella di Selle Italia, la Flite bianca e nera creata dall’azienda veneta per Van Der Poel e che riporta le sue iniziali. La sella ha il telaio in carbonio.

Il manubrio integrato Canyon CP0018
Il manubrio integrato Canyon CP0018

Tutto Shimano: una vera replica

La trasmissione è Shimano Dura-Ace Di2 di ultima generazione, nella combinazione 52/36 e 11/30. Il pacchetto è completato dal misuratore di potenza Shimano, un valore aggiunto non da poco se consideriamo anche il prezzo di listino della bici completa, che è di 9999 euro.

Anche le ruote sono della famiglia Dura-Ace, sono le C60 e sono gommate Schwalbe. Sono le Pro One TLE (tubeless), ma sono montate con le camere d’aria Schwalbe Aerothan in poliuretano.

Canyon

Il meccanico al Giro d’Italia. Con Cornacchione alla Ineos

10.05.2023
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CHIETI – Il meccanico al Giro d’Italia. O comunque in un grande Giro. Il lavoro non è solo in quelle tre settimane. Parte da più lontano ed è parecchio vasto. Matteo Cornacchione è uno dei meccanici storici della Ineos-Grenadiers, fidatissimo di Filippo Ganna. 

Questo lavoro è fatto prima ancora che di cacciaviti, brugole dinamometriche e catene… di ordini, di magazzino, di logistica. Perché se prima non si è lavorato in quella direzione, poi sono dolori. Il materiale per il Giro d’Italia è davvero tanto.

Per ogni corridore della Ineos ci sono pronte almeno due set di ruote per profilo (36, 50 e 60 millimetri)
Per ogni corridore della Ineos ci sono pronte almeno due set di ruote per profilo (36, 50 e 60 millimetri)

Matteo, quanto tempo prima inizi a preparare il materiale che pensi ti servirà al Giro?

Almeno 15-20 giorni dalla partenza. Diciamo che ad una ventina di giorni dal via si fa il punto della situazione, ma in realtà il materiale che serve è stato già ordinato.

E quando? In inverno?

Un paio di mesi prima. Ormai non partiamo da zero e più o meno sappiamo cosa ci serve. La cosa basilare è che non puoi permetterti di arrivare alla partenza di un grande Giro che ti manca qualcosa. E mi riferisco soprattutto al materiale di scorta. Quindi due mesi prima parte l’ordine e ad una ventina di giorni si “fa la conta”. In questo caso, noi meccanici del Giro ci siamo ritrovati una decina di giorni prima della partenza nel nostro magazzino.

Che sta?

A Deinze, a nord di Bruxelles. Eravamo tutti i meccanici del Giro. Ognuno prende in mano due corridori, quindi eravamo in quattro. E ognuno di noi segue in tutto e per tutto le bici dei suoi atleti: quella da crono, da strada, di scorta. Insomma lo segue dalla A alla Z.

Cornacchione (a sinistra) con gli altri meccanici del team inglese, nei pressi del loro (mega) motorhome
Cornacchione (a sinistra) con gli altri meccanici del team inglese, nei pressi del loro (mega) motorhome
In questo Giro chi segui?

Seguo Filippo Ganna e Salvatore Puccio. Gli italiani insomma… Pippo perché è così da tempo e Salvatore perché alla fine è più facile con la lingua, c’è un certo feeling. Così come l’altro meccanico inglese, segue due Geoghegan Hart e Swift. Ogni aspetto delle loro bici passa per lo stesso meccanico. A sera ognuno lava le due bici, le ricontrolla…

Il direttore sportivo fa il “giro delle camere” per sapere come stanno le cose. Voi meccanici fate una sorta di giro del motorhome?

No, perché i ragazzi sono talmente impegnati che fanno fatica a passare da noi. Magari passano per  ringraziarci. Dopo una vittoria passano sempre. I feedback tecnici nella maggior parte dei casi li prendono direttamente i diesse la sera dopo la gara. E se c’è un  problema sono gli stessi direttori che riferiscono a noi meccanici. E questo vale se per il giorno dopo c’è da cambiare una ruota, un rapporto…

Facciamo un passo indietro. Torniamo a quei materiali ordinati a due mesi dal Giro. Di che quantità parliamo? Facciamo una stima di bici, ruote, catene…

Riguardo alle ruote di scorta siamo sulla cinquantina di coppie che diventano 60 se ci mettiamo anche quelle da crono. Calcolate che ogni ragazzo ha cinque bici. In corsa ce ne sono otto, quindi abbiamo 40 bici al seguito. Ma non è tutto: chi punta alla classifica o un leader ha di solito la sesta bici. Tao e Geraint per esempio hanno due bici da crono e quattro da strada. Pippo ha tre bici da strada e tre bici da crono.

Ai team arrivano ogni anno centinaia di catene. E’ il meccanico che fa la conta prima del Giro
Ai team arrivano ogni anno centinaia di catene. E’ il meccanico che fa la conta prima del Giro
E quindi siamo a 43 bici…

In più abbiamo tutti già dei telai di scorta, due per taglia dei corridori che ci sono in corsa. E visto che alcuni hanno la stessa taglia sono “solo” dieci telai. Purtroppo bisogna pensare anche alle cadute, che speriamo non ci siano!

E poi c’è il resto…

Ci sono parecchi manubri, i Most di Pinarello, e le selle FizikAnche questi sono pezzi che bisogna sempre  avere dietro. E di solito ne abbiamo due per misura per ogni atleta. In teoria questo materiale essendo in Italia potremmo anche non averlo dietro, in quanto è facile da reperire: in caso di necessità arriverebbe abbastanza presto. Però meglio averlo con noi. Può capitare che il posto in cui serva non sia facile da raggiungere, che ci siano problemi durante il trasporto e allora lo portiamo con noi visto che la possibilità c’è.

I pezzi che più si usurano: catene e copertoni. Ogni quanto li sostituite?

Per la catena (Shimano 12 velocità, ndr) siamo arrivati a un punto che puoi farci tutto il Giro. Non le cambiamo, almeno che non mostrino grossi problemi chiaramente. Per esempio dopo giornate veramente brutte o dopo strade particolarmente sporche e fangose possiamo anche cambiarle. Ma se questo non succede e non ci sono problemi, nei giorni di riposo facciamo una valutazione dell’usura e valutiamo se cambiarle o meno.

E per quanto riguarda le le gomme?

Le coperture le sostituiamo un po’ di più. Magari c’è chi lima un po’ di più. Chi in partenza quando c’è nervosismo frena e “sgomma”, chi corre più al lato della strada e consuma il battistrada in modo non corretto… Quando vediamo che qualcosa non è più perfetto sulla gomma la sostituiamo senza badare a spese.

Ogni corridore ha a disposizione almeno cinque bici. Che diventano sei per i capitani. Il meccanico ha un bel da fare
Ogni corridore ha a disposizione almeno cinque bici. Che diventano sei per i capitani. Il meccanico ha un bel da fare
E la sostituzione è la stessa per anteriore e posteriore?

Anteriore un po’ meno. Ma bisogna pensare che abbiamo molti set di ruote: 36, 50, 60 millimetri. Ogni corridore ha disposizione tre coppie di ruote. E calcolando che in questo Giro ci sono tre crono, restano 18 tappe. Alcune sono di salita… Quindi le sostituzioni delle gomme e l’usura, alternandosi questi set di ruote, non sono poi così frequenti. Quando prepariamo le ruote, le prepariamo anche con gomme e rapporti. Sono pronte all’uso insomma.

Matteo, invece rispetto a 15-20 anni fa, tu meccanico come ti prepari al Giro? Cosa è cambiato?

Più o meno allo stesso modo. Forse adesso che sono più esperto vivo tutto con maggior tranquillità, mentre prima ero più nervoso, sentivo di più la corsa perché ero più giovane. E poi almeno per me, che ero in squadre italiane, il Giro era di più l’evento dell’anno. Adesso invece tutte le gare sono eventi. Catalunya, Parigi-Nizza o Giro sono quasi la stessa cosa. L’unica differenza è la quantità di materiale che ci si porta dietro. Logicamente sappiamo benissimo che è un appuntamento a cui noi teniamo particolarmente, quindi ci mettiamo ancora più energie, ma non è che in una Tirreno uno si nasconde per lavorar meno. È sempre uguale: dal Laigueglia al Giro d’Italia, per noi il protocollo è lo stesso.

E in questi anni cosa è cambiato nel tuo mestiere? 

Forse un po’ più di maniacalità, di precisione in generale. Ma per noi italiani il Giro è sempre il Giro.

Shimano Global Presenting Partner per Grinduro 2023

06.05.2023
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Grinduro, il circuito di eventi diventato noto tra gli appassionati gravel in tutto il mondo per aver creato il perfetto rapporto “party-to-race”, ha recentemente ufficializzato il ruolo di Shimano come Global Presenting Partner per la stagione 2023. Grinduro combina i migliori elementi della formula enduro per Mtb con quelli propri del gravel e li arricchisce con ottimo cibo, un festival di bici e arte, musica di alta qualità e campeggio in luoghi e località a dir poco epiche…

La gamma di componenti e set di ruote Shimano GRX, la produzione specifica per il gravel, si adatta perfettamente ai percorsi impegnativi e divertenti per i quali la Grinduro Global Series è diventata famosa. Shimano supporterà il circuito di eventi anche con la propria gamma di pedali, di abbigliamento tecnico per il ciclismo e di occhiali. 

Gli eventi Grinduro 2023 potranno contare sul supporto di Shimano
Gli eventi Grinduro 2023 potranno contare sul supporto di Shimano

Agonismo e divertimento

«In Shimano – ha dichiarato  Erik van Kooten, il Category Marketing Manager di Shimano – siamo entusiasti di collaborare con Grinduro. Attraverso gli eventi Grinduro si contribuisce a sostenere uno spirito di comunità globale con un’energia divertente ed al tempo stesso competitiva, allineandosi perfettamente con i nostri aspetti preferiti del gravel riding. Consideriamo difatti il gravel un grande equalizzatore ed unificatore, e non vediamo davvero l’ora di dare il benvenuto a tutti agli eventi Grinduro».

Mescolando di tutto, dall’asfalto, alla ghiaia fino al single track, Grinduro è tanto bello quanto stimolante. Con il suo particolare format in stile enduro, con quattro tappe cronometrate che possono essere affrontate in modalità gara, il resto dell’esperienza può essere goduta senza la pressione del tempo, con un mix ben bilanciato di asfaltato e sterrato, superfici pianeggianti e collinari, tratti veloci e tecnici, alternando momenti social a momenti agonistici.

Ciascun round della serie di sei eventi che compongono il circuito ha un aspetto e un’atmosfera distinti, pur mantenendo un minimo comune denominatore: il perfetto mix tra competizione e festa. Grinduro è sinonimo di tre giorni di evento organizzati in ogni tappa: un prologo il venerdì pomeriggio, un sabato in sella con tappe cronometrate (per chi vuole pedalare a tutto gas), ed un dolce giro “defaticante” la domenica mattina

Un particolare dei suoi prodotti dedicati al gravel, come la serie GRX
Un particolare dei suoi prodotti dedicati al gravel, come la serie GRX

A settembre tappa in Italia

L’edizione 2023 del Grinduro World Series si articola in sei round in diversi paesi del mondo. Si comincia nelle foreste della Germania il 5/7 maggio, prima di attraversare l’Atlantico verso le assolate montagne della California (19/21 maggio). Si rimarrà negli Stati Uniti per il terzo round nei boschi della Pennsylvania, dal 16 al 18 giugno, prima di saltare di nuovo attraverso l’oceano in direzione Galles, dal 7 al 9 luglio. Il quinto round sarà al sole delle coste italiane, dall’8 al 10 settembre, prima di dirigersi ai primi di ottobre in Estremo Oriente per il gran finale tra le montagne del Giappone. 

Marco Cittadini (PR, Communication & Sport Marketing Coordinator Shimano Italy
Marco Cittadini (PR, Communication & Sport Marketing Coordinator Shimano Italy

Shimano presenzierà “sul campo” in occasione di tutte e sei le tappe, mostrando così la propria gamma completa di prodotti gravel al pubblico di Grinduro. Non mancherà poi l’opportunità di uscire in bici con il team, di incontrare gli ambassador della Shimano Gravel Alliance e, naturalmente, di partecipare all’ormai mitico afterparty di Grinduro!

Gravel Shimano

Lapierre Xelius SL10 disrupt edition, allestimento da pro’

23.03.2023
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L’ultima versione della Xelius SL di Lapierre non è solo la bicicletta top di gamma dell’azienda francese. Questa bici porta con sé un importante messaggio che sancisce una crescita tecnica per nulla banale, iniziata con il modello Aircode DRS e la volontà di rompere quegli schemi tradizionali attraverso gli abbinamenti cromatici.

Ma le prestazioni del mezzo non devono passare in secondo piano e di fatto anche la SL10 “disrupt edition” è da considerare una Team Replica a tutti gli effetti. Entriamo nel dettaglio della bicicletta che abbiamo visto esposta alla Granfondo Laigueglia Lapierre 2023.

Il caratteristico nodo sella con i foderi obliqui “staccati” dal piantone
Il caratteristico nodo sella con i foderi obliqui “staccati” dal piantone

Solo versione “militare”

La Xelius SL10, che di fatto prende il posto della 75 Anniversary è disponibile in quella che ci è piaciuto definire la “versione militare”, con il carbonio HM Ultralight Team Layup. E’ quella in dotazione ai pro’. In precedenza abbiamo provato la versione 9.0, quella con il carbonio standard.

Sotto il profilo della costruzione non ci sono differenze, mentre in fatto di tecnica e di alcuni particolari qualche diversità si nota.

Ad esempio il magnete utilizzato come interfaccia per il power meter Shimano. Per la “nuova” SL10 proprio il magnete viene integrato direttamente nel fodero, dietro le corone, è comunque a vista, ma sostituisce la vite (usata proprio per alloggiare il magnete) che era presente anche sulla Anniversary e sulla SL9.

Un allestimento da pro’

Il manubrio è integrato e full carbon, particolarmente apprezzato anche in ambito professionistico. Nasce in parallelo all’ultimo progetto Xelius di terza generazione e da quest’anno viene utilizzato anche da molti corridori del Team Groupama-FDJ sulla bici aero Aircode DRS.

Lo stelo della forcella, anch’essa completamente in carbonio, ha un diametro standard e il reggisella è tondo da 27,2 millimetri. La batteria Di2 non è inserita nel seat-post, ma è alla base della tubazione obliqua, appena sopra la scatola del movimento centrale, come vuole la tradizione Lapierre e come vuole il protocollo GLP, acronimo di Gravity Lower Project. Le masse vengono spostate il più possibile verso il basso, a favore di guidabilità e stabilità del mezzo. Molte biciclette di nuovissima generazione stanno mutuando questa soluzione.

Il telaio e la forcella prevedono le asole SpeedRelease dei forcellini, anche se i perni passanti sono convenzionali.

La trasmissione è la Shimano Dura Ace Di2 a 12 velocità (36-52 e 11-30) e include anche il pacchetto ruote C36. Il montaggio degli pneumatici prevede i Continental GP5000 TR da 25 millimetri, quindi già in versione tubeless. La sella è la Prologo Dimension Nack da 143 millimetri di larghezza.

La colorazione dedicata a Cykel Cille, atleta della compagine femminile FDJ-Suez. La colorazione della SL10 segue questo filone
La colorazione dedicata a Cykel Cille, atleta della compagine femminile FDJ-Suez. La colorazione della SL10 segue questo filone

Cambio di strategia

Si tratta di una bicicletta che nasce dalla collaborazione stretta con gli atleti professionisti e che nella taglia 54 ha un valore alla bilancia di poco superiore ai 6,8 chilogrammi (senza pedali). Il prezzo di listino è di 9.999 euro. Non è poco, ma considerando il pacchetto nella sua totalità ci troviamo di fronte ad una bicicletta che è al di sotto della media della categoria e alla quale (forse) manca solo il power meter. La Xelius “disrupt edition” è disponibile anche come kit telaio a 3.599 euro.

Oltre alle livree “limited edition” approntate per alcuni atleti pro, la Lapierre Xelius SL10 in questione trasmette anche un messaggio importante legato ad un cambio di strategia del brand transalpino. Si punta a crescere e ritagliarsi una fetta di mercato importante anche nel segmento road, tenendo ben presente che Lapierre è un riferimento nella mtb e nella categoria e-bike. Qualità e DNA, senza snaturare quell’impatto estetico delle bici che ha reso celebre il marchio, il tutto completato da cromie moderne ed accattivanti.

Lapierre Bikes

La Canyon Aeroad “normale” di Van der Poel

19.03.2023
4 min
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In mezzo a tante estremizzazioni tecniche, vince una Canyon Aeroad “standard” e con allestimento convenzionale.

Van Der Poel ha trionfato sul traguardo della Sanremo con la sua Aeroad CFR, dove tutto è semplicemente normale e con una posizione in sella più “scaricata” che in passato. Analizziamo la bicicletta del vincitore della Milano Saremo 2023.

La Canyon Aeroad CFR che vince la Saremo 2023
La Canyon Aeroad CFR che vince la Saremo 2023

Canyon Aeroad CFR taglia L

La bicicletta di Van Der Poel si distingue, rispetto alle altre dei compagni di squadra, per la colorazione rosso/amaranto. Inoltre sulla tubazione dello sterzo è riportato il logo del campione olandese, mutuando la scelta vista sulle bici da ciclocross.

E’ una Canyon Aeroad CFR, quindi un progetto che ha già qualche anno di vita (non ci stupiremmo di vedere ufficialmente una nuova versione al prossimo Tour de France, o subito dopo), con il cockpit integrato Canyon e con un arretramento sella maggiorato, rispetto a qualche stagione a dietro.

Dopo l’incidente di Tokyo

Non è la prima volta che notiamo un arretramento maggiore della sella (Selle Italia Flite Boost Superflow), soluzione adottata diverse volte dopo la caduta in mtb alle Olimpiadi. Cosa può significare: un comfort maggiore e soprattutto uno “scarico” aumentato per la zona lombare, anche in considerazione dei tanti chilometri della Sanremo. Nonostante questo, sempre facendo un confronto con il passato, utilizza un manubrio con stem negativo.

Non solo: nelle ultime uscite, Van Der Poel ha sempre utilizzato le tacchette blu per i pedali Shimano, quelle intermedie che prevedono un minimo di gioco laterale. In passato, per le calzature road, il corridore era solito ad usare quelle di colore rosse (fisse).

Componentistica standard

Una trasmissione Shimano Dura Ace a 12 rapporti, con la guarnitura 54/40 anteriore, power meter di ultima generazione incluso, pignoni con scala 11/30 dietro. Le pedivelle che usa Van Der Poel sono da 172,5.

Anche le ruote sono dell’ultima generazione Dura Ace, sono le C60 tubeless ready, gommate Vittoria TLR (tubeless) con una sezione da 26. L’atleta olandese ha scelto due dischi freno da 140 millimetri di diametro.

Shimano S-Phyre RC9S, colorazione champagne elegante e raffinata

02.03.2023
3 min
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Una colorazione che invoglia a celebrare e festeggiare sul podio delle classiche di primavera con le nuove Shimano S-Phyre RC9S champagne. Un’edizione speciale pensata per la top di gamma della casa giapponese. Un modo elegante e perché no estroverso di mostrare tramite le proprie calzature la ricerca di stile e performance. 

Per distinguersi

Come per i pro’, l’auspicio è quello di accompagnare il ciclismo dei grandi nei successi e nei festeggiamenti con un tocco di colore sui podi più importanti di questa stagione. Le S-Phyre RC9S si vestono di un manto che riprende le tonalità dello champagne accompagnato da un riflesso dorato che ricorda i trofei che celebrano le vittorie. 

Il nuovo modello offre le stesse prestazioni premium e la stessa qualità realizzativa della versione RC9S a cui aggiunge una colorazione che non passerà inosservata su strada. In aggiunta al nuovo colore, le S-Phyre RC9S presentano nuovi quadranti BOA Li2 in metallo che offrono una microregolazione personalizzata del sistema di chiusura facilmente modificabile anche in sella alla bici nelle situazioni più concitate.

Una scarpa performante

Le nuove S-Phyre RC9S vantano lo stesso design unico del modello RC903S. L’esclusiva tecnologia Dynalast, proprietaria Shimano, garantisce grande vestibilità per adattarsi alla varietà di forme e dimensioni del piede. Il risultato è un nuovo tallone stabilizzante, anti-torsione, che ottimizza la stabilità del piede mantenendo il tallone in posizione per prevenire i movimenti inconsulti durante gli sforzi più intensi. 

La tomaia in microfibra leggera e traspirante offre perfetta aderenza e un comfort superiore e costante. L’allacciatura incrociata a profilo ribassato stabilizza elegantemente l’avampiede. La tomaia “Surround Wrapping” avvolgente a 360° offre una perfetta aderenza per ogni tipologia di ciclista. Il peso è contenuto in appena 225 grammi. Le taglie vanno da 36 a 48 con mezze misure, disponibili in versione standard o pianta larga. Il prezzo consigliato al pubblico è di 439,99 euro. 

Shimano

Shimano S-Phyre e Aerolite, in arrivo dalla Coppa del mondo

13.02.2023
4 min
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Per vederci chiaro, ci vogliono occhiali con qualità e tecnologie avanzate. Shimano presenta i modelli S-Phyre e Aerolite arrivati alla seconda generazione. Due prodigi della linea ottica della casa nipponica, resi tali anche dalla tecnologia Ridescape. Una soluzione che enfatizza i colori e mette in risalto le superfici su diversi tipi di terreno. Adatti quindi per un utilizzo a 360 gradi delle due ruote, versatili e performanti sotto ogni punto di vista. 

Tecnologia visiva

La tecnologia delle lenti Ridescape, di cui proprietaria Shimano, offre sei opzioni di lenti ottimizzate per diverse condizioni di guida e tipi di terreno. Dalle giornate estremamente soleggiate sulla strada alla guida attraverso ombre miste su un sentiero di montagna oppure inseguendo la luce fioca di una corsa serale sulla ghiaia.

Questa particolare innovazione trasmette la giusta quantità di luce per aumentare la visibilità. I dettagli che normalmente sarebbero sbiaditi, opachi o piatti diventano più chiaramente definiti, vibranti e vividi. Un valore aggiunto per migliorare la sicurezza alla guida e per avere uno sguardo sempre attento e vigile su ogni particolare. Che sia corsa o allenamento vedere in modo ottimale è una prerogativa che deve essere costante e per Shimano questo è una caratteristica irrinunciabile.

S-Phyre Eyewear

Gli occhiali S-Phyre di seconda generazione sono caratterizzati da una montatura superiore dritta con aste aerodinamiche pieghevoli e completamente integrate con il telaio e la lente. Le aste hanno un particolare antiscivolo che ne garantiscono una vestibilità sicura e un comfort duraturo. Il nuovo sistema di lenti magnetiche rende il cambio e la pulizia delle lenti Shimano Ridescape più veloce e facile che mai.

Disponibile in vari colori di montatura, come Matte Black, Matte Extra White, Metallic Red, Metallic Orange, e Metallic Blue. Il peso si attesta in appena 29,3 grammi, per una leggerezza che favorisce il comfort anche per le lunghe pedalate. Il prezzo indicato sul sito è di 189,95 euro.

Aerolite Eyewear

Già scelti dai più importanti atleti di ciclocross in Coppa del mondo, ecco i nuovi occhiali della linea Aerolite. Realizzati con le lenti Ridescape HC di Shimano, questo modello è la risposta a chi cerca leggerezza, performance e un look unico. Il design della montatura a mezzo bordo offre protezione senza ostruire il campo visivo garantendo un comfort a prova dei professionisti più esigenti.

La montatura Aerolite è stata sviluppata in collaborazione con RX-CLIP, semplificando l’operazione di aggiunta di una lente correttiva alla montatura. L’RX-CLIP si attacca in modo rapido e sicuro sopra il nasello regolabile per una visione chiara della strada da percorrere. I colori disponibili sono cinque: Black, White, Metallic Red, Matte Metallic Blue, Moss Green. Il peso è di soli 26 grammi. Il prezzo per la versione Ridescape HC è di 64,95 euro, mentre per la Photochromic Gray è di 94,95 euro. 

Shimano

Le Lapierre della Groupama-FDJ e le scelte di Germani

11.02.2023
5 min
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Lapierre Xelius SL3 e Aircode DRS sono le due bici da strada. A loro si aggiunge la crono Aerostorm DRS. Rispetto alla stagione 2022 le variazioni in casa Groupama-FDJ sono minime e toccano principalmente gli allestimenti.

Ne abbiamo parlato anche con Lorenzo Germani. Il corridore italiano fa parte della rosa WorldTour della squadra transalpina e pur essendo molto giovane ha avuto modo di provare la “vecchia” e l’ultima versione della Xelius. In apertura, Lorenzo è impegnato nel prologo del Tour Down Under, corso con la Xelius e la lenticolare posteriore. Vista l’impegnativa trasferta australiana e gli appena 5 chilometri della prova, non sono state portate le bici da crono.

Lorenzo Germani con il kit e la bici 2023 (Nicolas Götz/Groupama-FDJ)
Lorenzo Germani con il kit e la bici 2023 (Nicolas Götz/Groupama-FDJ)

Xelius SL3, cambio radicale

«E’ difficile mettere a confronto la Xelius nuova con la versione precedente – spiega il corridore laziale – perché sono due biciclette molto diverse tra loro. Quella nuova è rigida, reattiva ed è molto leggera. Io uso una 54, sfiora i 7 chili e 100 grammi. Una grande differenza si vede anche in discesa, perché su quella nuova si ha un maggiore controllo anche alle velocità più elevate.

«Rispetto allo scorso anno l’upgrade principale è stato il manubrio, ora utilizzo quello tutto in carbonio ed integrato. Anche in questo caso ho un componente rigido, comodo e tanto sfruttabile nelle diverse situazioni. Le mie caratteristiche fisiche mi pongono tra una taglia media e una large, ma sono stretto di spalle. La piega è larga 38 centimetri, mentre lo stem è lungo 14, eppure ha una enorme stabilità che si riflette su tutto l’avantreno della bici».

Meglio con 54-40 e 11-34

«Davanti – prosegue Germani – ho sempre la doppia corona 54-40 e dietro mi piace sfruttare i pignoni 11-34, in allenamento e spesso anche in gara. Quando mi alleno, l’11-34 mi permette di riposare a scaricare la pedalata, mentre in gara mi dà la possibilità di non togliere il padellone davanti e magari usare il 30 dietro. Per molti è un incrocio non corretto, però permette di fare velocità e per noi è quello che conta.

«Quanto alle ruote, sulla bici da allenamento ho le Dura Ace C36 con il copertoncino, invece in gara uso di più le C50, raramente quelle da 60 millimetri. Nelle giornate di gara possiamo scegliere tra la versione tubolare, oppure tubeless. Utilizzo una sella corta, la Scratch M5 del nostro sponsor tecnico Prologo».

Velocisti su Aircode DRS

Buona parte del gruppo al servizio di Demare, o comunque i passisti, possono contare anche sul modello Aircode DRS, ovvero la bici aero dell’azienda francese. Sia questa sia la Xelius fornite ai pro’ sono costruite con il modulo di carbonio HM e Superlight, che prende anche il nome di Team Layup. Per i normali utenti questa versione è disponibile “solo” come frame-kit, oppure come bicicletta completa con allestimenti Anniversary.

La Lapierre Aircode DRS deriva in maniera diretta, per studi aerodinamici e sviluppo, dalla sorella Aerostorm TT disc, una delle biciclette da crono più ambite del circus, al pari della Cervélo P5. Sul mezzo da crono è particolare l’impiego delle ruote anteriori a tre razze Revolver Troikamax (mentre quelle posteriori sono Shimano), usate prima da Kung e poi mutuate da altri atleti.

Tutte le biciclette dei corridori Groupama-FDJ hanno il manubrio integrato in carbonio, che l’anno passato era un’esclusiva per il modello Xelius. Questo manubrio integrato Lapierre è naturalmente predisposto all’alloggio dei pulsanti per il controllo remoto della trasmissione. La trasmissione è Shimano Dura Ace e comprende l’omonimo power meter, così come le ruote. La scorsa stagione in pochissimi hanno usato i tubeless Continental, che invece riscuotono maggiori consensi da quest’anno, ma come ci ha detto Lorenzo Germani, gli atleti hanno libertà di scegliere tra tubolare e tubeless.