L’efficienza della trasmissione, chiediamo a Shimano

12.05.2022
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L’efficienza del cambio della bicicletta e della trasmissione nella sua totalità è determinata da un pool di fattori. C’è da considerare la lunghezza della catena, che deve rispettare determinati canoni. Ci sono delle differenze tra i componenti delle 12 velocità e quelli ad 11 e, abbiamo documentato in diverse occasioni, che alcune biciclette dei pro’ adottano un blend di componenti, fattore che aumenta le variabili di rischio. E poi c’è un utilizzo limitato delle funzioni automatiche delle trasmissioni di matrice elettronica. Si queste e altre questioni, abbiamo chiesto a Shimano alla luce di alcune osservazioni mosse dagli stessi pro’ in una fase storica in cui il mancato approvvigionamento di componenti, dovuto alla pandemia e alle ultime fasi della guerra, sta impedendo ai team di essere riforniti in modo completo. Costringendoli a combinare parti di gruppi diversi.

Corone vecchie e guarnitura con power meter nativi per le 12 velocità
Corone vecchie e guarnitura con power meter nativi per le 12 velocità

Le variabili delle trasmissione

Di recente, soprattutto durante le classiche di primavera, abbiamo visto i corridori confrontarsi con dei problemi meccanici, talvolta causati da agenti esterni. In alcune occasioni problemi legati alla trasmissione, altri da imputare ad altri componenti della bicicletta. Questo punto tecnico ha l’obiettivo di approfondire alcune delle variabili legate alla trasmissione e in gruppo ormai, il 100% delle biciclette ha in dotazione quella di matrice elettronica.

Le corone a doppia camma di Froome, un setting specifico del deragliatore e una regolazione attenta
Le corone a doppia camma di Froome, un setting specifico del deragliatore e una regolazione attenta

Meccanici come ingegneri

I cambi con il cervello elettronico sono uno strumento di precisione, paragonabile alle centraline delle MotoGP e delle F1. Per funzionare al pieno delle capacità ed esprimere tutte le potenzialità, il pilota non deve solo guidare, ma deve essere preparato a gestire il setting.

Il corridore moderno deve essere anche tecnico. Al tempo stesso il meccanico deve anche essere un esperto di elettronica e preparare la bicicletta con un setting adeguato per minimizzare le variabili negative, proprio come un meccanico dei motori, che oggi deve interpretare l’andamento del motore anche attraverso i grafici del pc. Il contesto dei pro’ è estremizzato ed è in grado di andare anche oltre il limite tecnico dei componenti, categoria dove un dettaglio minuscolo può fare la differenza. Con i tecnici di Shimano abbiamo analizzato le variabili della trasmissione e come influiscono sulla resa tecnica.

Quanto influisce la lunghezza della catena nel buon funzionamento della trasmissione?

Una catena della giusta lunghezza e montata nel modo corretto è determinante e fondamentale per una trasmissione efficiente, che sia Di2 oppure meccanica. La lunghezza della catena deve rispettare alcune caratteristiche del manuale Shimano, in modo che la catena stessa rispetti gli abbinamenti tra le corone ed i pignoni. Una catena troppo corta e tesa può mettere in crisi la meccanica dei deragliatori. Una troppo lunga mette in crisi il concetto di trazione. In entrambi i casi, se la catena va al di fuori di determinate tolleranze, si verifica un’usura eccessiva dei componenti, a discapito dell’efficienza. A questo è necessario aggiungere le variabili che arrivano dal basso, ad esempio il pavé. Una catena eccessivamente corta o troppo lunga subisce delle sollecitazioni anomale. Tutta la nuova piattaforma R9200, della quale fa parte anche il nuovo Dura-Ace Di2 a 12 rapporti, mutua tante soluzioni già utilizzate sul sistema M9100, ovvero sull’XTR sviluppato per la mtb.

I rivetti d’ingaggio della catena sono leggermente differenti, 12v vs 11v
I rivetti d’ingaggio della catena sono leggermente differenti, 12v vs 11v
Si è parlato molto della linea catena, tra bici con i dischi e standard, tra le 12 e 11 velocità. Cosa significa?

C’è una piccola differenza tra le trasmissioni a 12 velocità e quelle ad 11: 44,5 millimetri contro 43,5, un decimo di centimetro. E’ un valore numerico difficile da percepire, ma può fare una grande differenza quando ci sono diverse parti che devono collimare tra loro. Utilizzare diversi componenti che non fanno parte della stessa famiglia di prodotti può essere la fonte di uno o più problemi.

Pedivelle vecchie e corone nuove, una variabile in più
Pedivelle vecchie e corone nuove, una variabile in più
Il nuovo Di2 a 12 velocità permette degli incroci estremi, ad esempio 54/34? Se sì, ci sono comunque dei rischi?

Gli incroci che chiamiamo pericolosi sono consentiti dalla trasmissione e si potevano fare anche con il sistema a 11 rapporti. Proprio la nuova piattaforma a 12 velocità è stata rivista per meglio tollerare gli incroci tra corona e pignone grande, nell’ottica dei pro’ che sfruttano tantissimo questa combinazione. Ma a questo punto è lecito porsi anche un altra domanda. I forcellini di supporto del cambio, sono in grado di sopportare le tensioni che si generano i quel punto? Non è solo una questione di trasmissione.

Il bilanciere Dura-Ace “nuovo” che sopporta anche il 34
Il bilanciere Dura-Ace “nuovo” che sopporta anche il 34
Un’ultima domanda è legata alle funzioni automatiche della trasmissione. I pro’ le usano?

In pochi, ma le generazioni di corridori più giovani lo fanno e sono in grado di personalizzarle in base alle proprie esigenze e metodo di utilizzo. La trasmissione a 12 rapporti si abbina in un attimo alla app dello smartphone; è pure divertente. A tratti è anche istruttivo, ad esempio ti fa capire lo sviluppo metrico di ogni singolo rapporto e degli incroci. Le funzioni automatiche della trasmissione non sono un gioco, ma sono state sviluppate in modo specifico per servire gli atleti professionisti e per dare loro diverse opzioni da sfruttare, sempre nell’ottica di una performance di altissimo livello.

Shimano e le corone 54-40: il pensiero di Andrea Bagioli

21.02.2022
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Dopo il debutto stagionale, iniziano ad arrivare anche i primi feedback dei corridori, in merito alle biciclette, ai componenti e a come poter sfruttare al meglio il materiale a disposizione. E’ vero, la stagione sarà lunga e le competizioni “importanti” arriveranno, ma proprio questo inizio stagione offre degli spunti interessanti su diversi argomenti. In gruppo si accende il dibattito sulla combinazione 54-40 che offre il nuovo Shimano Dura Ace a 12 rapporti.

Bagioli ha debuttato nella nuova stagione al Saudi Tour
Bagioli ha debuttato nella nuova stagione al Saudi Tour

Il 54 non è una novità

Prima di approfondire con Andrea Bagioli del team Quick Step-Alpha Vinyl, è giusto ricordare che la corona con 54 denti non è una prima assoluta, anzi. Le grandi classiche sono colme di ricorsi storici in questo senso. 54-42, 54-39 e altri accoppiamenti, soluzioni richieste e ricercate dai corridori, talvolta non solo per le gare di un giorno e per i tracciati piatti. I velocisti usano il 54 in pianta stabile già da qualche anno. Ma ora il plateau 54-40 di Shimano diventa uno standard e soppianta lo storico 53-39. Qui di seguito proponiamo due grafici che mettono a confronto i vari numeri e sviluppi metrici delle combinazioni, 54-40 vs 53-39.

Il risvolto tecnico

Molte gare si decidono in una frazione di secondo e le velocità, medie e di picchi, sono aumentate in maniera esponenziale. Servono degli sviluppi metrici maggiori, ma anche la possibilità di sfruttare l’efficienza (aumentata rispetto al passato) delle trasmissioni. Il 54 Shimano, con il suo design (guarnitura inclusa) e grazie alla linea catena permette di sfruttare in modo ottimale i pignoni da 12 e 13 denti. Inoltre si genera anche un minore attrito dei componenti quando la catena sale verso l’alto, fattore che trova conferma dalle dichiarazioni di Bagioli.

Perché Andrea Bagioli? Perché non è un velocista, pur essendo un corridore esplosivo capace di primeggiare in uno sprint ristretto, con una struttura fisica non imponente (175 centimetri per 62 chilogrammi di peso). E’ forte sulle salite brevi ed è preparato sotto il profilo tecnico.

Andrea Bagioli durante uno dei ritiri in Spagna (foto Wout Beel/Quick Step-Alpha Vinyl)
Andrea Bagioli durante uno dei ritiri in Spagna (foto Wout Beel/Quick Step-Alpha Vinyl)
Quali rapporti utilizzi in corsa e qual è la lunghezza delle pedivelle?

La bici da gara è montata con lo Shimano Dura Ace a 12 rapporti. La combinazione è 54-40 davanti e 11-30 dietro. Uso le pedivelle da 172,5 su tutte le biciclette, quella da allenamento e quelle che porto in competizione. La bicicletta che tengo a casa, quella dedicata solo agli allenamenti è montata con il Dura Ace a 11v. In questo caso la combinazione è 53-39 e 11-30.

Il pacchetto 11-30, ormai un riferimento per quanto riguarda il retrotreno della bici
Il pacchetto 11-30, ormai un riferimento per quanto riguarda il retrotreno della bici
E’ la prima volta che usi la combinazione 54-40?

Sì, è la prima volta e mi trovo parecchio bene. Con le velocità attuali che si raggiungono durante le gare, è un vantaggio ed inoltre si riesce a sfruttare meglio la parte mediana e bassa del pacco pignoni. Quando le velocità di punta si alzano in modo esponenziale, si riesce a risparmiare qualcosa sui battiti cardiaci, senza sacrificare lo sviluppo metrico. Un vantaggio anche quando si formano i ventagli. Ad oggi ho utilizzato questa soluzione per un migliaio di chilometri, durante il ritiro in Spagna e alle prime gare di stagione. Come dicevo poco fa, sulla bici che ho a casa per allenarmi ho ancora il 53-39.

Le bici della Total Energies, ancora equipaggiate con lo Shimano Dura Ace a 11v
Le bici della Total Energies, ancora equipaggiate con il Dura Ace a 11v
Hai impiegato tempo per abituarti?

Assolutamente no, il feeling è stato immediato. Non trovo grosse differenze in fase di spinta, se lo confronto con il 53. E poi ho dei vantaggi anche quando porto la catena in alto, sul 27 e sul 30. In questi casi la catena non gratta, non fa rumore, non salta e mantiene una fluidità molto buona. Sembra di avere la catena su un pignone a metà scala. Gli incroci pericolosi per la catena non andrebbero mai fatti, questo lo so, ma quando sei a tutta…».

Una delle bici Quick Step, con la “vecchia” guarnitura Shimano Dura Ace, ma con le corone 54-40
Una delle bici Quick Step, con la “vecchia” guarnitura Dura Ace, ma con le corone 54-40
Sempre per quanto concerne i rapporti, quali sono le variazioni che chiedi e in quali occasioni?

Difficilmente chiedo di apportare dei cambiamenti alle corone, al limite domando ai meccanici di cambiare i rapporti posteriori. Questo accade se devo affrontare una salita impegnativa. Ad esempio al Saudi Tour ho chiesto di usare i pignoni con dietro il 34, con davanti il 54-40.

Shimano Dura Ace Di2 12 velocità: cosa c’é da sapere

02.01.2022
6 min
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Vogliamo argomentare i passaggi fondamentali ed alcuni punti chiave della trasmissione top di gamma di Shimano. Per tutti è il Dura Ace Di2 a 12 velocità, tecnicamente scriviamo e parliamo della piattaforma Shimano Dura Ace Di2 R9200/R9250.

La guarnitura, nuovo design e nuove forme, uno dei simboli del pacchetto Dura Ace 12 speed
La guarnitura, nuovo design e nuove forme, uno dei simboli del Dura Ace 12 speed

Non solo “12 rapporti dietro”

I dodici pignoni e la doppia corona anteriore sono il simbolo, la sostanza e qualcosa di tangibile. lo sono anche i nuovi manettini, più voluminosi e “facili”, sempre un punto di appoggio sui quale basare il proprio sforzo. L’atleta valuta (giustamente) quello che vede, quello che riesce a sfruttare ed utilizzare sul campo. Eppure il nuovo Dura Ace Di2 non rappresenta solo una trasmissione, ma è la massima espressione disponibile dell’unione tra meccanica, elettronica e smart concept. Si tratta di un pacchetto completamente rivisto nel design, nella costruzione e nell’utilizzo. Shimano Dura Ace Di2 R9250 si pone ancora una volta come punto di riferimento per la ricerca di una performance.

Un’immagine stilizzata, che ben identifica il sistema Shimano
Un’immagine stilizzata, che ben identifica il sistema Shimano

Cosa significa

Significa che per interpretare in modo corretto alcuni passaggi della nuova piattaforma Shimano e sfruttarne a pieno le sue potenzialità, è necessario capire che si tratta di uno strumento sviluppato senza compromessi. Tutto il pacchetto Dura Ace Di2 12 speed combina i due protocolli di trasmissione dati, wireless e con i cavi. C’é la massima integrazione dei componenti, una sorta di gestione remota ottimizzata e una personalizzazione con un ampio delta di azioni. Tutto questo non dimentica la tendenza di interfacciarsi in modo sempre più “smart”, ad esempio tramite un telefonino, aspetto che però non sacrifica la natura corsaiola di Shimano Dura Ace. Shimano Dura Ace Di2 R9200 è un’auto da corsa. Deve essere prima di tutto efficiente, uno strumento che non lascia nulla al caso e azzera i margini di errore.

Dura Ace Di2 a 12V: i componenti

  • I due Shifters comunicano via wireless con il cambio posteriore e la trasmissione dei dati funziona grazie a due batterie CR1632. E’ difficile stabilire la loro autonomia. Si parla di 1,5/2 anni, ma le variabili sono il meteo e le condizioni di utilizzo. I pulsanti laterali sono più sporgenti di 1,5 millimetri, se paragonati alla versione Shimano Dura Ace di vecchia generazione e hanno uno spazio maggiore verso il basso. Questo facilità il raggiungimento e la cambiata quando si è in presa bassa sul manubrio. E’ stato aumentato lo spazio per la mano e il rake della leva è regolabile. L’impianto idraulico è stato implementato ed “arricchito” con il ServoWave (una sorta di servo-assistenza), che migliora la gestione dell’idraulica e della frenata.
  • Il cambio posteriore è anche la sede della centralina e del cervello che smista gli impulsi. La maschera elettronica è perfettamente integrata e protetta. C’é la nuova porta d’ingresso per il cavo per la ricarica della batteria (comune al power meter), collegata a filo e inserita nel telaio. Tecnicamente e dal punto di vista meccanico, il cambio posteriore supporta i pignoni fino a 34 denti.
  • I fili e la batteria. I primi sono mutuati dalla piattaforma EP8, quella delle e-bike, sono più sottili (rispetto alla versione precedente). La batteria è un cilindro con tre uscite ed è inserita nel frame della bici.
  • Il deragliatore è collegato alla batteria tramite filo. Ha le dimensioni ridotte ed ha mantenuto le funzioni di microassestamento automatico e autoallineamento. Le microregolazioni per il fine tuning sono possibili in maniera elettronica: non ci sono più le viti a brugola. Supporta le corone fino a 55 denti.
  • E poi ci sono la guarnitura (54/40, 52/36 oppure 50/34) ed i pignoni (11/28, 11/30 e 11/34). Nelle prime due combinazioni è stato aggiunto il rapporto di “mezzo”, ovvero il 16, mentre la terza soluzione ha il 34. La catena è stata mutuata dalla piattaforma off-road Shimano XTR.

Distrazioni al minimo

Si raggiungono facilmente i pulsanti e le leve del freno e c’é tanto spazio per appoggiare le mani, aspetto utile quando si spinge a tutta e “si tira sul manubrio”. Non ci sono più i fili che dai manettini scorrono nel manubrio e non c’é più la centralina. Per agire sulle funzioni automatiche della trasmissione e sul fine tuning della cambiata bisogna fermarsi e scendere dalla bici. Qui si apre anche un altro scenario, ovvero quello della rinnovata piattaforma Shimano E-Tube, disponibile anche tramite app sullo smartphone. E’ più diretta e semplice da gestire e comunica con la trasmissione Dura Ace Di2 (ma anche Ultegra) senza che questa abbia l’unità di trasmissione D-Fly (che ora è completamente integrata del bilanciere posteriore). Con la nuova app si hanno tutti i componenti Shimano sotto controllo, anche il power meter e si valuta lo sviluppo metrico dei rapporti, per ottimizzare la cambiata.

In conclusione

A tratti paragonabile con la precedente versione, la nuova Shimano Dura Ace Di2 è molto cambiata e guarda ad un futuro sempre più connesso ed accessibile tramite i dispositivi mobili, smart certo, ma anche diretto e che adotta un numero sempre più ridotto di “filtri e di passaggi”. E’ una trasmissione più veloce, se paragonata con quella precedente, risultato che è la combinazione tra meccanica ed elettronica. Il cambio posteriore risponde il 58% più velocemente, il deragliatore il 45%. Questione di centesimi di secondo, ma è l’insieme dei dettagli che fa la differenza.

S-Phyre RC9S, scarpa speciale per il nuovo Dura Ace

24.11.2021
2 min
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Shimano ha lanciato un nuovo paio di scarpe: le S-Phyre RC9S. Sono un’edizione limitata delle S-Phyre RC902, lanciate per celebrare l’uscita del nuovo gruppo Dura Ace 9200. Una delle novità tecniche più attese per la stagione 2021, la curiosità degli appassionati di testarlo su strada cresce sempre di più. Lo potranno fare con una scarpa speciale e dedicata. Il colore delle S-Phyre RC9S è il nero smaltato con il tallone nero lucido ed i rotori in Boa Li2 in alluminio. Questa scelta di colori aggressiva è un netto richiamo al nuovo Dura Ace, a testimonianza di quanto anche la stessa Shimano attendesse questa novità.

La suola delle Shimano S-Phyre RC9S è in carbonio, per ottenere il massimo della leggerezza e della performance
Suola in carbonio per le Shimano RC9S

Curata in ogni particolare

Dal punto di vista tecnico la scarpa non cambia dalla versione precedente. La suola è in carbonio, così da garantire rigidità e la giusta leggerezza, per non sprecare nemmeno un watt. La soletta interna è realizzata con la tecnologia Silvadur per prevenire la formazione di batteri e di odori. Questo è possibile grazie alla presenza, dentro la soletta stessa, degli ioni di argento che si attivano quando i piedi iniziano a sudare.

I rotori delle Shimano RC9S sono i Boa Li2 in colorazione alluminio: l’impatto estetico è notevole
I rotori Boa Li2 color alluminio: efficienza ed eleganza

La chiusura superiore delle S-Phyre RC9S ha tiraggio diretto, mentre quella inferiore ha tiraggio incrociato, per offrire una chiusura omogenea e più precisa.

Calzata custom

L’atleta ha la possibilità di scegliere la calzata che più preferisce. Tra una standard, più asciutta e fitting con taglie dalla 36 alla 48, e la possibilità di avere il mezzo punto tra il 39 ed il 47. La seconda calzata è quella più comoda, a pianta larga, le taglie sono da 38 a 48, il mezzo punto è disponibile, anche qui, dal 39 al 47.

Il peso per la taglia 42 è di solamente 240 grammi.

Shimano

CeramicSpeed si aggiorna e migliora la performance

10.11.2021
3 min
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Dopo l’attesissimo lancio dello Shimano 9200, CeramicSpeed presenta il proprio sistema di pulegge pensato per il nuovo cambio della casa nipponica.

Il sistema oversized pulley wheel lo avevamo già visto sulle bici Wilier del team Astana nella stagione 2020. Nella stagione appena conclusa ci sono stati altri marchi che hanno deciso di adoperare questo accessorio: Factor e BMC (con il Team Qhubeka, ndr). Un sistema nato dalla necessità di avere un miglior scorrimento della catena si è rivelato molto utile ed efficace. Lo Shimano 9200 ha la novità di avere 12 velocità, un dettaglio non indifferente. CeramicSpeed ha sviluppato e perfezionato il suo sistema adattandolo al nuovo gruppo di casa Shimano.

Un sistema eccellente

Dotato di una torre di arresto integrata, per facilitare l’installazione e prolungarne la durata, il sistema di pulegge di CeramicSpeed è adatto a tutti. I cuscinetti sono installati a mano in ogni puleggia e sono garantiti per 4 anni, la garanzia diventa a vita quando si scelgono i cuscinetti rivestiti. La puleggia superiore ha 13 denti, mentre quella inferiore 19. I tecnici hanno studiato e capito come questo sia il numero ideale di denti per far funzionare al meglio il deragliatore posteriore.

La puleggia inferiore da 19 denti rende la curva della catena più dolce e permette al deragliatore di lavorare al meglio
La puleggia inferiore da 19 denti rende la curva della catena più dolce e permette al deragliatore di lavorare al meglio

Il motivo di questa scelta è legato anche ad un risparmio in termini di watt, grazie alle “curve” più morbide che la catena ha nel passaggio in queste pulegge. Si parla di un guadagno di 5 watt, uno scarto che può sembrare minimo ma che nel ciclismo moderno può davvero fare la differenza. Il sistema vecchio, CeramicSpeed 9100/9150 non è compatibile con il nuovo gruppo Shimano.

Il prezzo per acquistare il nuovo OSPW per Shimano 9200 è di 499 euro.

CeramicSpeed

Shimano 1 / Dura Ace, una rivoluzione. La velocità nel Dna

31.08.2021
7 min
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Finalmente è arrivato. Ci ha messo un po’, ma eccolo eccome il nuovo gruppo Shimano Dura-Ace (serie 9200). Il Covid, il mercato in tilt, le catene di distribuzione nel caos, l’improvvisa difficoltà nel reperire le materie prime… il brand giapponese ha fatto attendere gli appassionati, ma di questa attesa, possiamo anticiparlo, è valsa la pena.

Ci si aspettava di vederlo almeno al Tour de France, ma nulla da fare. Lo hanno segretamente utilizzato per alcune tappe alcuni corridori della Dsm, ma giusto per dare gli ultimissimi feedback alla casa del Sol Levante prima del lancio, tra l’altro avvenuto nell’anno del centenario della sua fondazione.

Nato con la velocità dentro

Il nuovo Dura Ace è rivoluzionario: ha 12 velocità (l’anticipazione più “spoilerata” e bramata), c’è sia nella versione freno a disco che caliper, è wireless ed è esclusivamente elettronico, cioè con la tecnologia Di2 dell’azienda di Sakai (Osaka, a Sud del Giappone).

In Shimano si è parlato di “scienza della velocità”. Velocità in tutto: aerodinamica, di “pensiero della cambiata” (più veloce, affidabile e intuitiva), della trasmissione… Scopriamolo meglio.

Integrazione, affidabilità e tanto altro

Partiamo dal cambio, il fulcro di questo nuovo progetto Shimano. La casa giapponese ha completamente rivisto la sua piattaforma Di2. L’obiettivo era migliorarne la velocità di cambiata pur con un comando wireless, cosa non così scontata. Il tutto senza compromettere la proverbiale affidabilità “made in Shimano”.

Come si è potuto realizzare tutto ciò? A prescindere dalle particolari frequenze che inviano gli impulsi dai comandi alle periferiche (i due deragliatori, anteriore e posteriore), si è agito sul motore dei deragliatori stessi. Questi riducono la velocità di elaborazione, ovvero il tempo di movimento tra il motore e i meccanismi degli ingranaggi. Di quanto? Le cambiate sono più rapide del 58% al posteriore e del 45% all’anteriore.

Per fare tutto ciò una grande importanza l’hanno avuta anche i cavi dell’alimentazione. I nuovi fili SD-300 hanno un diametro più piccolo dei precedenti e collegano la batteria ai due deragliatori. Prima si è accennato a “frequenze” e connessioni: queste sono affidate ad un circuito di microchip ad alta sicurezza completamente realizzato da Shimano. Tali chip garantiscono un’elaborazione veloce e a basso consumo energetico, che riduce significativamente la possibilità di interferenze da dispositivi esterni. Piccola curiosità: sembra che alla base di questa lunga attesa ci sia la carenza di questi particolari chip. Anche altre multinazionali, vedi Toyota, Mercedes, Dyson… hanno avuto le loro belle difficoltà in tal senso.

Il cervello nel cambio

Il vero gioiello del nuovo Dura Ace è il deragliatore posteriore. Questo componente è anche il cervello dell’intero gruppo. E’ da qui che si ricarica il gruppo (c’è una porta Usb nascosta), fornisce la connessione ai comandi, la connessione ANT+ ad altri dispositivi (anche di terze parti) e va a sostituire l’elemento Junction-A che prima era posizionato nel manubrio o nel telaio. Rivisto anche il deragliatore anteriore: ha un’area frontale più piccola del 33% rispetto al modello precedente, un peso inferiore di 5 grammi e un range d’azione più ampio (per corone da 50 a 55 denti).

Ergonomia sviluppata coi pro’

Shimano ha lavorato in collaborazione con molti professionisti per ottimizzare i comandi e la loro ergonomia in base alle nuove posizioni e alle nuove esigenze di guida (dettate soprattutto dal freno a disco). Per la salita (vedi il comando da remoto al manubrio), per lo sprint o per le prove a cronometro…

Guarnitura disponibile in tre diverse dentature, con o senza potenziometro
Guarnitura disponibile in tre diverse dentature, con o senza potenziometro

Le nuove leve sono dotate di una parte della testa rialzata con una leggera curva verso l’interno e offrono una maggiore distanza tra i comandi stessi, riducendo il margine d’errore nel loro azionamento, pensando magari a quando si è a tutta: in volata, in salita… Si possono avere infatti anche i comandi da remoto sulla piega: sulla curva e sul manubrio (vicino all’attacco).

Trasmissione: i nuovi rapporti

Non solo elettronica, anche la meccanica è stata rivista. Una delle novità maggiori del Dura Ace è la 12ª velocità. Non è “solo” stato aggiunto un pignone ma è stata rifatta l’intera cassetta, la Dura-Ace Hyperglide. E’ stata rivista la scala con un passaggio molto più graduale nei pignoni centrali, pur partendo sempre dall’11. Questa revisione delle dentature consente di cambiare anche con la catena in pieno sforzo, senza “mollare” neanche un po’. Le cassette proposte sono due: 11-30 e 11-34 e la bella notizia è che sono installabili sui “vecchi” corpetti dell’11 velocità.

E cambiano anche le guarniture, decisamente al passo con le tendenze dei pro’ e con le velocità medie crescenti. La soluzione che spicca è il 54-40, tra l’altro un ingranaggio dal diametro maggiore fluidifica molto la cambiata. Le altre dentature disponibili sono 50-34 e 52-36. La lunghezza delle pedivelle va da 160 a 177,5 millimetri. Le stesse guarniture sono disponibili sia con il potenziometro integrato che senza.

Freni potenti e affidabili

Si è parlato di velocità, ma questa senza controllo è inutile, pertanto in Shimano hanno lavorato anche sul fronte della frenata. Grazie alla tecnologia Servo Wave, ripresa dai sistemi frenanti Shimano per Mtb e gravel, la corsa della leva diminuisce, pur senza perdere la sua modulabilità, caratteristica sempre più richiesta dai pro’. E anche più necessaria vista la potenza di tali freni.

I nuovi freni Dura-Ace sono anche più silenziosi grazie ad uno spazio maggiorato di circa il 10% tra l’alloggiamento della pastiglia e il rotore e grazie ai nuovi dischi (serie RT-MT900) i quali prevedono una lavorazione diversa, che tra l’altro dissipa meglio il calore riducendo il rischio di surriscaldamento.

Il nuovo impianto frenante strizza l’occhio anche ai meccanici. Ora, infatti, è possibile eseguire lo spurgo senza rimuovere la pinza dal telaio. Tutto ciò è possibile grazie a una bocca di spurgo e a una vite della valvola separata.

Ruote più leggere e più rigide

Shimano ha rivisto anche le ruote. Avendo la velocità come scopo e nel Dna, per il nuovo Dura Ace si è investito molto anche sulle ruote, a cominciare dall’aerodinamica, ma senza dimenticare rigidità e leggerezza. La gamma è stata ridisegnato bilanciando tre fattori: riduzione della resistenza all’avanzamento, rigidità della forza motrice e leggerezza. In particolare per la rigidità si è intervenuti sul mozzo, ora ad “ingaggio diretto” (due facce ad incastro anziché un sistema di nottolino e cricchetto).

Sono tre i profili di altezza del cerchio: C36 (profilo da 36 millimetri) pensate per la salita e le più leggere in gamma. Le C50 (profilo da 50 millimetri) sono le più versatili per peso, aerodinamica e guidabilità. Infine ci sono le C60 (profilo da 60 millimetri), il set più aero e anche più rigido.

Pesi a confronto fra il precedente Dura-Ace (9100) e il nuovo (9200). Le foto sono di
Keizer/Dobslaff – Shimano
Pesi a confronto fra il precedente Dura-Ace (9100) e il nuovo (9200). Le foto sono di
Keizer/Dobslaff – Shimano

Particolare la raggiatura per raggiungere questi livelli di rigidità. Le anteriori di C36 e C50 hanno una raggiatura standard 1:1 con raggi a spessore variabile più stretti al centro (2,0-1,5-2,0 millimetri), mentre al posteriore la raggiatura è 2:1 ed è la Optbal. Le C60 High Rigidity hanno la raggiatura 2:1 sia all’anteriore che al posteriore con raggi più spessi (2,0-1,8-2,0 millimetri). La riduzione della resistenza aerodinamica ha rappresentato un grande obiettivo nella realizzazione della nuova gamma di ruote. Le nuove C50 consentono un guadagno di 5,1W rispetto alla “vecchia” parente Dura Ace C40, entrambe nella versione tubeless.