Juniores, azzurri a terra e sfortuna nera per Scappini

06.11.2022
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Questa mattina, la gara maschile juniores ha lanciato l’ultima giornata degli europei di ciclocross di Namur. Vittoria meritatamente del numero uno al ranking UCI, il francese Léo Bisiaux. Il danese Wies Daniel Nielsen ha chiuso a 6 secondi e l’olandese Guus Van Den Eijnden è salito sul terzo gradino del podio. Ventitreesimo e primo italiano, Tommaso Cafueri.

Grandi attese

Alla partenza, tante, per non dire tantissime erano le aspettative di Daniele Pontoni. Il tecnico friulano ha ripetuto più volte quanto credesse in questi ragazzi, ma purtroppo anche oggi, complice una buona dose di sfortuna, per un motivo o l’altro, l’hanno ancora deluso.

Scappini prima del via aveva ammesso di sentirsi benissimo ed era infatti scattato in testa alla gara juniores
Scappini prima del via aveva ammesso di sentirsi benissimo ed era infatti scattato in testa alla gara juniores

«Purtroppo sì – dice Pontoni – un po’ di sfortuna c’è stata. Quando Scappini era in testa ha avuto un guasto meccanico, poi ha fatto anche un errore tecnico, dando troppa compressione in discesa e gli è saltata la catena. Ha perso parecchio tempo ed è andato fuori corsa».

Valutazione sbagliata?

Sviluppando il discorso con il commissario tecnico, si è però capito che la sfortuna conta solo per quel che conta. L’amarezza è veramente tanta e ne scaturisce un’analisi lucida con tanto di bacchettate e anche un’autocritica.

«Gli juniores sono andati molto al di sotto delle aspettative – spiega Pontoni – perché abbiamo iniziato da inizio anno a fare un percorso, ma qui c’è da rivedere qualcosa. Evidentemente anch’io ho sbagliato qualche valutazione, sopravvalutandoli. Siamo arrivati all’europeo ed era giusto dare fiducia a questi ragazzi, ma non hanno dato quello che mi aspettavo, i numeri parlano da soli».

Con Scappini fermato dalla sfortuna, il migliore degli juniores azzurri è stato Tommaso Cafueri, 23° a 2’18” (foto FCI)
Con Scappini fermato dalla sfortuna, il migliore degli juniores azzurri è stato Tommaso Cafueri, 23° a 2’18” (foto FCI)
Ma ci sarà una nota positiva?

Certo, bravi i due ragazzi del primo anno (Stefano Viezzi e Tommaso Bosio, ndr), perché sono partiti in fondo al gruppo ed hanno fatto una bella corsa. Mi sono soffermato a guardare la parte tecnica e devo dire che nella contropendenza Viezzi con il danese Nielsen (secondo, ndr) sono stati i due che l’hanno interpretata meglio. Dunque ho voluto anche prendere questo spunto.

E adesso ?

Qui siamo arrivati e tracciamo una linea. Adesso avanti con la seconda parte di stagione con altre persone da chiamare in causa per il futuro. Già da mercoledì, per la prima volta con l’aiuto di Diego Bragato faremo dei test per tutte le categorie, anche le minori (allievi del primo e secondo anno, ndr).

La iella di Scappini

Il discorso è limpido: siamo all’europeo, ma già si guarda avanti. Tornando alla corsa, è giusto ricordare l’ottima partenza del campione italiano Samuele Scappini (40° all’arrivo), che durante il riscaldamento ci confidava di non avere mai avuto una gamba ed una condizione così buone. Il percorso sembrava fatto per lui, ma mentre era in testa, neanche aveva finito il primo giro ed è arrivato il primo guaio meccanico.

Dopo l’arrivo, Scappini delusissimo per la sfortuna e la doppia foratura (foto FCI)
Dopo l’arrivo, Scappini delusissimo per la sfortuna e la doppia foratura (foto FCI)

La delusione ed il rammarico trasudavano da ogni poro della sua pelle, in poche parole era nero di rabbia e c’è l’aveva con la sfortuna.

«Non posso darmi pace – dice – ero partito fortissimo, stavo facendo un buco, poi oltre al problema meccanico ho pure bucato due volte. La sento come un’occasione persa. Volevo e potevo giocarmi il podio».

La cattiva sorte si è anche accanita con Tommaso Cafueri (23° alla fine): «Il percorso mi piaceva un sacco, pensavo di fare bene, ero sesto poi tra un salto di catena, un caduta ed una foratura non ho potuto fare di più».

Impennando come Sagan

Nel primo pomeriggio hanno gareggiato le ragazze U23. Totale dominio dell’olandese Puck Pieterse. L’iridata si è anche concessa il lusso di passare il traguardo alla Peter Sagan, in impennata sulla sola ruota posteriore. Dodicesima e prima azzurra, Asia Zontone.

«Gara molto dura – ha detto – tutta in rimonta perché poco dopo la partenza mi sono toccata con un’altra ragazza».

Pubblico e gambe

Durante la corsa delle ragazze, il sole ha salutato la capitale della Vallonia per lasciare il posto al vento e alle prime gocce di pioggia. Dopo l’arrivo, la povera Carlotta Borello era gelida.

«Sì infatti il freddo c’è – confermava la Zontone – ma in gara non lo senti. E poi questo tifo da stadio ti dà una marcia in più, pensa che ti spinge quasi in salita».

Vogliamo crederci cara Asia, ma confidiamo di più nelle tue ottime doti di scalatrice.  Adesso mancano solo gli elite uomini: sarà ancora derby Belgio-Olanda? L’Italia punta su Gioele Bertolini, unico nostro rappresentante, ma con un percorso adatto alle sue caratteristiche si spera di chiudere con una top 10.

A Corridonia il Giro d’Italia rilancia subito Bertolini

03.10.2022
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Il segreto di un corridore è farsi trovare pronto quando davvero serve. Gioele Bertolini (in apertura, le foto sono di Lisa Paletti) aveva vissuto una seconda parte di stagione della mtb (quella più importante, perché comprendente tutte le prove titolate) un po’ sottotono, non aveva la forma che si aspettava. Quindi ha un po’ tirato i remi in barca e ha cominciato già a pensare al ciclocross. Risultato: all’apertura del Giro d’Italia a Corridonia è stato assoluto protagonista, mettendo subito il suo sigillo sulla challenge.

Il giorno successivo alla vittoria marchigiana, dopo poche ore di sonno residuo dal viaggio di ritorno, il suo umore è decisamente improntato al positivo: «Una vittoria che ci voleva in questo periodo, per rilanciarmi verso l’apertura della stagione internazionale. Il percorso di Corridonia mi è piaciuto moltissimo, con tratti veloci alternati a pezzi ripidi, con anche uno strappo che si affrontava giocoforza a bassa velocità. E’ il tipo di tracciato in voga in Belgio e Olanda, quindi è stato un bel banco di prova».

Volata tutta Selle Italia Guerciotti Elite, con Bertolini davanti ad Agostinacchio e Leone
Volata tutta Selle Italia Guerciotti Elite, con Bertolini davanti ad Agostinacchio e Leone

Tripletta Selle Italia

Alla prima del Giro sono stati tanti i nomi di spicco presenti, a dispetto del fatto che sia la stagione su strada che quella di mountain bike sono ancora in corso e tengono impegnati molti protagonisti: «Noi della Selle Italia Guerciotti Elite abbiamo fatto un buon gioco di squadra – riprende Bertolini – eravamo in 4 davanti e i compagni mi hanno consentito di attuare la tattica che volevo, emergendo a metà gara con Agostinacchio e Leone. Se ho vinto è anche grazie a loro».

Bertolini guarda già avanti, a una stagione internazionale che deve rilanciarlo: «E’ da troppo tempo che non vivo eventi di spicco nella condizione che voglio e quindi devo essere già pronto per Tabor, l’apertura di Coppa del Mondo del 23 ottobre, dove voglio essere davanti. Io so di poter avere un ruolo fra i primi 15 al mondo, ma devo dimostrarlo sul campo e voglio farlo subito, anche per guadagnarmi la selezione per gli Europei».

Buon esordio per Paletti al cambio di categoria: 6° assoluto e 4° fra gli U23
Buon esordio per Paletti al cambio di categoria: 6° assoluto e 4° fra gli U23

Giovani okay

A questo proposito la scelta del cittì Pontoni di dare spazio in Coppa alle categorie giovanili lasciando gli elite a muoversi per conto proprio lo trova abbastanza d’accordo: «Ha fatto così anche lo scorso anno. So che Pontoni è in diretto contatto con il mio diesse Vito Di Tano, d’altro canto in Coppa noi elite possiamo gareggiare con le nostre società, mentre per le categorie inferiori sarebbe più difficile fare esperienze che sono fondamentali, inoltre vivere l’atmosfera in nazionale è sempre importante per crescere. Magari sarebbe bello qualche piccolo strappo alla regola ed esserci anche noi, anche per dare ai più giovani qualche “dritta”, ma Pontoni ha una tale esperienza e un tale carisma che le sue scelte non si discutono».

Tornando all’aspetto internazionale, Bertolini dice la sua anche sull’assenza dei big nella prima parte di stagione: «E’ chiaro che senza i vari Van Der Poel, Van Aert e Pidcock c’è più spazio. Ha ragione Iserbyt quando dice che bisogna sfruttare soprattutto le occasioni date dalle loro assenze, perché hanno una marcia in più. Io con VdP ho corso a lungo, so che puoi battere lui e gli altri solo se hanno una defaillance, l’importante è essere pronti quando questa arriva…».

Per Scappini primo successo in maglia tricolore. L’umbro punta all’oro europeo
Per Scappini primo successo in maglia tricolore. L’umbro punta all’oro europeo

Bielli punta su Scappini

L’apertura del Giro, contraddistinta da sole e un vento un po’ fastidioso, ha coinvolto tra una categoria e l’altra ben 750 corridori, un dato davvero confortante sullo stato di salute del movimento.

In assenza di Pontoni, coinvolto nell’avventura del gravel, c’era il suo vice Bielli a prendere appunti sullo stato di salute di molti. Ad esempio sugli junior, dove Samuele Scappini dopo qualche buon risultato su strada ha ripreso la sana abitudine di vincere sui prati: «Finalmente ho bagnato con una vittoria la mia maglia tricolore, ma spero di sostituirla presto: io voglio andare agli europei per vincere…». Il portacolori del Team Fortebraccio ha trovato resistenza soprattutto in Tommaso Cafueri (DP66 Giant SMP), nome da appuntare per le prossime tappe.

Il podio femminile. La Casasola ha vinto la tappa di apertura come lo scorso anno
Il podio femminile. La Casasola ha vinto la tappa di apertura come lo scorso anno

Donne, ancora Casasola

Fra le ragazze, impegnate tutte insieme, è subito vittoria per Sara Casasola, che completa la grande giornata della Selle Italia Guerciotti Elite, dopo un’aspra battaglia a tre con Rebecca Gariboldi (Team Cingolani) e Alessia Bulleri (Cycling Café): «Volevo staccarle per evitare la volata che non è il mio forte, sono arrivata che ero sfinita. Anche se ho vinto, ho capito che c’è ancora tanto da lavorare per trovare la forma migliore, ma sono sulla buona strada».

Dietro le tre, spuntano due atlete appena passate di categoria: Alice Papo (DP66 Giant Smp) porta a casa la maglia rosa fra le Under 23, mentre Arianna Bianchi (Guerciotti Development) è prima fra le junior, a poche settimane dalla conquista del titolo europeo di cross country con il quale ha salutato la categoria allieve nella mtb. Un’altra atleta da tenere sott’occhio e non solo per il ciclocross…

Scappini 2022

Giovane ma sicuro di sé, vi presentiamo il tricolore Scappini

20.01.2022
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La prima cosa che colpisce, parlando con Samuele Scappini, è la sua estrema sicurezza. Stiamo parlando di uno junior 1° anno, che ha una straordinaria coscienza dei propri mezzi. Chiaramente la sua carriera è agli inizi, ma intanto un buon ingrediente per emergere c’è e lo si è visto a Variano di Basiliano, quando il giovane del Team Fortebraccio ha conquistato la maglia di campione d’Italia contro ogni pronostico.

Il racconto di quel successo la dice lunga su chi abbiamo di fronte: «Quando siamo arrivati sul percorso e l’ho provato, ho detto subito a mio padre che l’obiettivo poteva essere il podio, ma al mattino gli ho detto che avrei vinto io. Me lo sentivo dentro, sapevo anche che cosa fare, attendere i primi giri per controllare gli avversari e poi andare via. Esattamente quello che è successo».

Scappini Variano 2022
A Variano il corridore umbro ha spiazzato tutti, vincendo con 10″ su Elian Paccagnella
Scappini Variano 2022
A Variano il corridore umbro ha spiazzato tutti, vincendo con 10″ su Elian Paccagnella
Cerchiamo di conoscerti un po’ di più, intanto ci sembra di capire che tuo padre ti segue molto.

Sì, ma non è un praticante, va in bici solo per hobby. Mio zio Marco invece ha una grande passione, fa le gran fondo e questo spirito agonistico me lo ha trasmesso. Io ho cominciato da G2 e non ho più smesso, la voglia di emergere ce l’avevo già da allora ed è andata crescendo.

Molti sono rimasti colpiti dal tuo risultato perché vieni dall’Umbria, regione che non emerge spesso a questi livelli.

In Umbria il ciclismo su strada praticamente annulla tutto il resto. Io però sono più portato per il ciclocross proprio perché mi piace particolarmente, anche se gareggio su strada e faccio anche un po’ di Mtb, ma più che altro uscite con gli amici, non a livello agonistico.

Se dovessi scegliere un tuo futuro su strada o nel ciclocross?

Non ho dubbi, quest’ultimo anche se so che il ciclismo vero, quello professionale è principalmente su strada, ma so che sui prati posso far risultato. Questo non significa che la strada non la seguirò, d’altronde due anni fa sono stato quarto ai campionati italiani da allievo 1° anno e so che potrei anche emergere, ma il ciclocross mi piace molto di più e per ora l’attività su strada la vedo soprattutto come preparazione per l’inverno.

Così Scappini sul podio tricolore, davanti a Paccagnella e Prà
Così Scappini sul podio tricolore, davanti a Paccagnella
Nel ciclocross dove ti vedi meglio?

Sui percorsi asciutti e piani, dove serve molto la capacità di guida ma si può spingere. Con il mio fisico (Scappini ha una corporatura alta e possente per la sua età che a molti ricorda il giovane Di Tano, ndr), i percorsi fangosi mi mettono a disagio. D’altronde proprio il fisico mi garantisce una grande esplosività ed è tutto dono di madre natura, non faccio neanche palestra…

E su strada quali sono i percorsi che prediligi?

Diciamo che mi arrangio in tutto, sia nelle gare su percorsi in pianura che quando c’è salita. Spesso però mi piace correre per la squadra, essere utile agli altri, perché nel ciclismo so che poi saranno i compagni ad aiutarti quando servirà.

Scappini strada 2019
La volata per il titolo italiano allievi 2019, con Scappini finito al quarto posto
Scappini strada 2019
La volata per il titolo italiano allievi 2019, con Scappini finito al quarto posto
Saresti disposto per le tue ambizioni a lasciare casa e spostarti, magari anche all’estero?

Se ne vale la pena, se è un investimento per il mio futuro sulle due ruote non avrei dubbi, lo farei anche subito, senza però dimenticare che prima c’è la scuola da finire. Per me il ciclismo è tutto, perché mi ha insegnato che quando sei in gara non c’è nulla di deciso e quel che conta è partire forte per fare risultato e giocartela fino all’ultimo metro.

Quali sogni hai?

Non c’è una gara in particolare. Ricordo che quando guardavo le gare ciclistiche da piccolo sognavo un giorno di esserci anch’io, a lottare per vincere. Guardavo le gare su strada, oggi gareggio nel ciclocross, a ben guardare non c’è tanta differenza, a me andrebbe bene diventare un professionista in almeno una delle discipline. Diciamo che mi tengo aperte entrambe le possibilità…

Hai detto che in Umbria vanno tutti su strada, magari con le tue vittorie diventerai un esempio per allargare la pratica anche al ciclocross…

Non mi dispiace l’idea, ma perché succeda c’è molto da fare, io sono solo agli inizi…

Il cittì: «Ottimi segnali dagli junior, ma ora serve più strada»

10.01.2022
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Fuori inizia a scurire e piano piano la carovana del campionato italiano di cross si scioglie. Daniele Pontoni (in apertura con il presidente Fci Dagnoni) fa un po’ il cittì e un po’ gli onori di casa. Il weekend lungo a Variano di Basiliano è andato come meglio non si poteva sperare e la vittoria di Jakob Dorigoni fra gli elite ha chiuso le gare, proiettando chi ci sarà verso i mondiali. La Coppa del mondo in Olanda sarà solo per gli elite e l’Italia non andrà. Si farà invece un passaggio in Francia a Flamanville con gli under 23 e poi si penserà al mondiale.

«Ai mondiali lui lo porto – dice il cittì friulano ammiccando verso Toneatti lì accanto – e porto anche la Persico, questo ve lo dico subito».

I due hanno vinto rispettivamente fra gli under 23 e le donne elite, logico aspettarsi la loro presenza a Fayetteville.

A Variano presenti anche Amadori, cittì degli U23, il team manager Amadio e Mario Scirea. A sinistra, Luigi Bielli
C’erano anche Amadori, cittì U23, il team manager Amadio e Scirea. A sinistra, Bielli

La macchina organizzativa

Il friulano si divide tra i due ruoli, come organizzatore e tecnico della nazionale. E anche se fa di tutto per tenere i due ruoli separati, si capisce che per il DP66 sia sempre lui il riferimento, anche se magari senza un ruolo specifico.

«Per quello che ho sentito, sono stati tutti contenti – dice il cittì azzurro – gli atleti, le squadre. E’ bello, perché ci abbiamo messo tanto impegno, ma c’è stata gente che si è impegnata molto per questo e non sono io. Io posso aver coordinato una parte di questi lavori, ma il presidente della DP66 Bevilacqua, Luisa e il presidente della Varianese hanno fatto una cosa davvero importante. Abbiamo messo d’accordo cinque società. Tanta gente del paese che ha creduto a questo evento».

La forza degli juniores

Un bilancio dell’evento è però possibile anche in chiave tattica. E qui Pontoni traccia quella che potrebbe essere la linea futura per il cross italiano.

«Il Daniele cittì – dice – è molto soddisfatto per la categoria juniores. Vedere tre atleti del primo anno nelle prime tre posizioni e poi con Paletti subito dopo è motivo di grande soddisfazione. Ci sarà qualche junior in più al mondiale rispetto a quello che avevamo pensato a inizio stagione. Sono il nostro punto di forza, perché c’è stata un’inversione di tendenza. Sono stati la categoria con più partenti, mentre prima perdevamo parecchio. Avevamo buoni numeri fra esordienti e allievi e poi calavano».

I “figli” di Zanolini Bike

Due ragazzini hanno vinto con un impeto e una fame fuori dal comune. Samuele Scappini, su Paccagnella e Prà fra gli uomini. Sophie Auer fra le ragazze, con la stessa maglia di Paccagnella: quella del team Zanolini. E qui scatta la sorpresa. Perché al pari di quanto accaduto ieri con Francesco Cingolani, riabbracciare Cristian Zanolini è stato una vera “carrambata”. Lo avevamo conosciuto da dilettante con la maglia Zalf e poi da pro’ alla Carrera e la Jolly. Oggi assieme a suo fratello Gerry manda avanti il negozio di bici a Bolzano e ha creato la squadra juniores di cross, per non far smettere quei 12 allievi di secondo anno in cerca di una maglia.

«Non me lo aspettavo – dice Auer – c’erano tante ragazze forti. E’ stata una gara bella. Corvi e Fontana sono due avversarie che vanno molto forte, dovevo dare tutto, per arrivare da sola. Da domani finalmente per un po’ mi riposerò e fra due settimane inizierò a pensare alla mountain bike».

Partito per vincere

Di Scappini vi avevano già mostrato qualcosa, avendo parlato di lui con Giancarlo Montedori nel pezzo sul Team Fortebraccio di cui il fresco tricolore juniores indossa la maglia.

«Dall’inizio ho visto che lo avevo nelle gambe – dice – e ho aspettato gli ultimi due giri per vedere se riuscivo a staccarli. Il percorso era molto bello per uno con le mie caratteristiche. Ho rimontato posizioni su posizioni e negli ultimi giri ho provato ad andare via. Devo dire grazie ai miei compagni e a Giancarlo Montedori, che è un allenatore eccezionale. Mi ha cresciuto quasi da piccolo. Sono veramente contento. Questa maglia è un sogno, era il mio obiettivo».

Più corse su strada

Si sta ricostruendo la base, ma non si può fare restando nell’ambito ancora limitato del cross: c’è bisogno di collaborazione e di una svolta sul fronte dell’attività estiva. E qui Pontoni rispolvera il tema che nelle scorse settimane avevamo affrontato anche noi.

«Speriamo che questa tendenza – dice – continui anche nelle categorie più alte. E che le squadre, prendendo spunto da quel che succede all’estero, metteranno a disposizione i loro team per i nostri specialisti. Noi intanto dobbiamo attingere ai giovani. Farci supportare dai Comitati regionali e dalle società sportive. E’ un percorso lungo, ma come si è visto, con il lavoro di squadra si può fare tanto. Ne parlavamo stamattina con Amadori e Amadio, il team manager delle nazionali. Dobbiamo far correre i nostri ragazzi di più su strada, devono fare le corse a tappe. Non è una cosa nuova, lo facevamo anche noi quando correvo. Ho avuto un grande maestro come Edi Gregori con cui abbiamo ottenuto grandi risultati. La strada è già tracciata. Bisogna seguirla»