Test e valori prima del via. Il cuore conta più dei watt

02.05.2024
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Samuel Marangoni, coach della Polti-Kometa è di ritorno dal Giro di Turchia. La corsa è servita, come spesso capita, per rifinire la condizione prima di un grande appuntamento, in questo caso il Giro d’Italia, chiaramente… 

I ragazzi di Marangoni, tra l’altro, si sono ben comportati vincendo una tappa con Lonardi e stando spesso nella mischia. 

Ma in queste corse di preparazione cosa guarda davvero un allenatore? Quali sono gli ultimi test, i valori e i dati che analizzare? Da cosa capisce veramente come stanno i suoi atleti? Quesiti che abbiamo sviscerato appunto con Marangoni.

Samuel Marangoni, coah romagnolo che segue i ragazzi della Polti- Kometa, durante un test (foto Instagram)
Samuel Marangoni, coah romagnolo che segue i ragazzi della Polti-Kometa, durante un test (foto Instagram)
Samuel, dunque, partiamo da questa serie di quesiti…

I test sono più relativi alla parte di allenamento e si fanno prima, sia a ridosso dell’evento che nei mesi precedenti, dell’ultima gara, in questo caso del Turchia. Del nostro team presente al Giro abbiamo fatto il ritiro in altura suddiviso in due gruppi. Una parte era al Teide e una a Sierra Nevada. In quell’occasione sono stati effettuati i test base prima del Giro d’Italia.

Che tipo di test?

Il classico incrementale in salita, facendo dei tratti sali e scendi, fino ai 4 millimoli di accumulo di acido lattico. E poi quelli della critical power sui 5′, 10′ e 20′ per verificare le massime prestazioni degli atleti in quei lassi di tempo.  Ma questi ultimi si possono verificare anche in corsa e sono in quel caso legati anche alla performance.

In corsa cosa guarda un coach in questa fase della preparazione?

Non ci sono solo i watt, sia in ritiro che in corsa si monitorano diversi parametri legati al cuore: frequenza cardiaca del mattino, variabilità cardiaca, il medico misura la pressione e si bada soprattutto agli scostamenti di questi parametri più che ai valori in sé per sé. E poi oltre ai dati si osserva anche la corsa, la performance come dicevo. 

Una fascia cardio: il cuore assume grande importanza per la valutare lo stato di condizione
Una fascia cardio: il cuore assume grande importanza per la valutare lo stato di condizione
Alla fine il ciclismo non è fatto di soli numeri, questo è il concetto?

Esatto, è la strada che dice quello che hai fatto e come stai veramente. E quando scatta la corsa vera e propria e gli atleti fanno performance buone, cioè si fanno trovare pronti, sai che hai lavorato bene. Poi per me è anche molto importante parlare con i corridori per confrontare sensazioni e stati d’animo con tutti i vari parametri e i vari momenti della gara.

Samuel, hai dato una certa importanza ai valori cardiaci. Perché?

Perché sono parametri importanti e non solo quelli in attività ma anche quelli in fase di riposo. Si hanno riscontri sulla condizione anche in base al recupero: quanto ci mette, in che “quantità” avviene… E  ovviamente si valuta anche il recupero durante lo sforzo. Un parametro molto indicativo per esempio in questo caso è la deriva cardiaca.

Di cosa si tratta?

E’ quel valore del cuore che dice quanto si alza la frequenza cardiaca a parità di watt nel corso del tempo. Faccio un esempio con numeri totalmente a caso: nella prima ora per fare 250 watt le pulsazioni sono 150, dopo 5 ore per esprimere sempre 250 watt di pulsazioni ne servono 157. Ecco, quella differenza di 7 pulsazioni è la deriva cardiaca. E più questa è ridotta e più l’atleta sta bene. 

Tra Teide e Sierra Nevada gli ultimi grandi volumi di allenamento prima del Giro per i ragazzi della Polti-Kometa
Tra Teide e Sierra Nevada gli ultimi grandi volumi di allenamento prima del Giro per i ragazzi della Polti-Kometa
Insomma più cuore che watt?

In questo caso di valutazione sì, ma è chiaro che i watt restano importanti. In questo periodo se hanno lavorato bene, se stanno bene in corsa vedi i valori migliori, magari anche qualche picco eccellente. Anche questi sono indicativi. Da qui comunque capisci tanto, se uno scalatore si stacca da 50 corridori ovviamente c’è qualcosa che non va, specie se non raggiunge i suoi standard.

Un tempo si diceva che quando il cuore saliva bene, il corridore era fresco. Vale ancora questa regola?

Vale ancora, ma quel che conta ancora di più è che il cuore sia elastico, cioè che salga tanto, ma anche che scenda tanto. Ma questo valore emerge soprattutto durante il Giro, con l’accumularsi della fatica tappa dopo tappa. In corse di un giorno o di poche tappe, le differenze emergono meno.

Scott Bike Summer Camp: divertimento per i più piccoli in Val di Fiemme

10.01.2023
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Lo Scott Bike Summer Camp è rivolto a tutti i bambini che desiderano trascorrere una vacanza all’insegna dello sport. La bicicletta è l’elemento che lega tutto il resto, ma il camp è tanto altro: basket, baseball, atletica, nuoto e tante splendide gite. Questa iniziativa è nata nella bellissima Val di Fiemme in Trentino nel 2015 ed è ancora una volta pronta a rinconfermarsi con tante novità. 

Il progetto Bike Summer Camp nasce con la necessità di offrire ai più giovani una settimana ricca di sport senza stress agonistici, ma con la consapevolezza di crescere ogni giorno, grazie alla condivisione di esperienze ed emozioni. La bici è al centro di tutto con attività e allenamenti su misura per passare un’estate in un paradiso naturale all’insegna del benessere fisico. Partendo da questi presupposti Scott ha deciso di unirsi a questo stimolante progetto che riflette al 100 per cento la filosofia del brand.

Per i giovani

Negli anni lo Scott Bike Summer Camp è divenuto il punto di riferimento per le famiglie che cercano per i propri figli una vacanza all’aria aperta incentrata sulla bicicletta. La bici non viene vista soltanto come mezzo tecnico, ma anche come mezzo di spostamento per raggiungere le più svariate mete attraverso la ciclabile della Val di Fiemme. Sono comunque previste, al fine di preparare al meglio i ragazzi, delle lezioni di Mtb con il supporto di tecnici qualificati e con esperienza. Inoltre ogni sera si accende la festa con tanti giochi a tema che coinvolgeranno i ragazzi in una grande sfida finale.

«Dopo 8 anni di attività e 550 ragazzi coinvolti in almeno una settimana di Camp. – raccontano i fondatori Fabio Spezzani e Samuel Marangoni – Abbiamo sentito l’esigenza di creare qualcosa di nuovo, che potesse affiancare la nostra consolidata formula di vacanza in bicicletta. Abbiamo raccolto due esigenze che abbiamo respirato nei nostri piccoli ospiti: la voglia di avventura ed il desiderio di intensificare l’esperienza in bici. Nascono così le novità 2023: la settimana Adventure e la settimana Expert».

Val di Fiemme

Posizionati tra Cavalese e Predazzo, nel pieno cuore della Val di Fiemme, Panchià ed i suoi impianti sportivi sono il centro operativo dello Scott Bike Summer Camp. Grazie agli impianti di mountain bike della US Litegosa e all’accoglienza dell’Hotel Panorama, godersi la Valle in bicicletta è l’unica cosa a cui ci si deve dedicare in armonia con il posto. Con la sua pista ciclabile lunga quasi 50 chilometri che collega le Valli di Fiemme e Fassa le due ruote sono nel loro habitat naturale e lontane da macchine e traffico. 

Le attività e le escursioni in questo angolo paradisiaco delle Dolomiti sono molteplici. Dalle passeggiate nei comprensori del Cermis e Latemar, alle gite senza bici al parco avventura e alla piscina di Cavalese. Non mancheranno anche l’esperienze adrenaliniche come il giro in canoa e l’arrampicata o quelle formative come la creazione del formaggio al Caseificio sociale o la visita al museo Stava 1985. 

Settimane ad hoc

I pacchetti che i genitori potranno scegliere sono a misura di qualsiasi età e volontà. Si suddividono in due modalità. La settimana Adventure sarà dedicata, oltre che alla Mtb, alle attività strettamente a contatto con la natura e la montagna: rafting, canoa, gite in quota, arrampicata, ed altre attività in via di definizione.

La settimana Expert sarà invece dedicata ai nati tra il 2009 ed il 2013, che hanno uno spiccato controllo della MTB e che riescono a sostenere alcuni chilometri con tratti in salita, con il desiderio di migliorare le loro capacità tecniche e conoscenze teoriche.

Le iscrizioni per le varie settimane del Camp sono aperte ed è possibile farlo tramite il sito con due modalità, Holiday Camp a 620 euro, che comprende anche il soggiorno. Oppure Day Camp, che non prevede la pensione completa, ma consente invece di pranzare dal lunedì al venerdì, con un prezzo complessivo di 300 euro. Le settimane selezionabili sono cinque: 11 giugno – 17 giugno, 18 giugno – 24 giugno, 25 giugno – 1 luglio, 2 luglio – 8 luglio, 9 luglio – 15 luglio. A valorizzare tutti i soggiorni ci saranno ospiti e un team organizzativo pronto ad accogliere ogni piccolo biker.

ScottBikeSummerCamp

Marangoni, quanto valgono i giovani della Eolo-Kometa?

01.01.2023
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La Eolo-Kometa promuove quattro dei suoi giovani corridori dal team under 23 alla professional. Dei ragazzi che si sono distinti nella scorsa stagione e che si sono meritati la possibilità di mostrare le proprie qualità anche tra i professionisti. In questo viaggio ci accompagna Samuel Marangoni, uno dei preparatori della Eolo-Kometa, che li ha avuti sotto mano fino a pochi giorni fa. 

Piganzoli, al centro, è arrivato quinto al Tour de l’Avenir, il miglior risultato del 2022 (foto Zoè Soullard)
Piganzoli, a destra, è arrivato quinto al Tour de l’Avenir, il miglior risultato del 2022 (foto Zoè Soullard)

Il promettente Piganzoli

Davide Piganzoli è uno dei profili più interessanti non solo per la professional di Basso e Contador, ma anche per il ciclismo italiano. Scalatore dal fisico slanciato si è messo in mostra tra Spagna e Italia con degli ottimi risultati tra cui spicca il quinto posto finale al Tour de l’Avenir

«Con lui – racconta Marangoni – ho iniziato a lavorare solo ora, prima di me lo seguiva De Maria. Piganzoli promette davvero molto bene anche al di là dei valori numerici, ha già una mentalità precisa, degna di un professionista. Le caratteristiche fisiche sono quelle di un corridore che può far bene nelle corse a tappe. All’inizio farà corse di livello inferiore e poi, a seconda della preparazione, potrà affiancare i più grandi, come Fortunato, dai quali potrà imparare molto. Ha un grande recupero, cosa fondamentale per un corridore delle sue caratteristiche. Abbiamo iniziato a lavorare da poco ma al ritiro di dicembre aveva già una buona condizione, il che promette bene. Sono tutti dati da prendere con le pinze, ma la fiducia c’è».

Tercero in azione in salita sulle strade del Giro U23, fisico da scalatore puro per lo spagnolo (foto Instagram – Adn)
Tercero in azione in salita sulle strade del Giro U23, fisico da scalatore puro per lo spagnolo (foto Instagram – Adn)

Il silenzioso Tercero

Lo spagnolo Tercero è il gemello di Piganzoli, anche lui scalatore, nativo della regione della Mancha. I due potrebbero essere definiti benevolmente i Don Chisciotte e Sancho Panza, alternandosi il ruolo di scudiero a seconda delle esigenze. 

«Tercero – dice il preparatore – l’ho conosciuto meno in passato. Davide (Piganzoli, ndr) e lui sono come fratelli, hanno un’amicizia profonda. Lo spagnolo ha caratteristiche da scalatore puro. Nelle corse di un giorno fa fatica, diciamo che in volata è più indietro rispetto a Piganzoli. A livello caratteriale è più chiuso, deve ancora aprirsi. Anche lui partirà più tardi a correre, il cambio di categoria sarà delicato da affrontare, soprattutto per le caratteristiche fisiche. I due partiranno a correre da febbraio, probabilmente uno in Spagna e l’altro in Turchia».

Andrea Pietrobon ha un fisico imponente da passista, adatto anche alle fughe a lungo chilometraggio
Andrea Pietrobon ha un fisico imponente da passista, adatto anche alle fughe a lungo chilometraggio

Pietrobon passista

L’italiano è uno degli ultimi arrivati nel team spagnolo ed il più grande dei quattro ragazzi che passerà professionista. Il veneto è un classe 1999 e nel suo passato ci sono due anni con la Zalf e due con il CTF, oltre al 2022 con la Fundacion Contador U23 e poi da stagista con la Eolo. Un’esperienza niente male che lo lancia nel mondo dei professionisti. 

«Anche lui è stato seguito da De Maria – riprende Marangoni – ovviamente tra i membri dello staff c’è un confronto costante. Quando mi viene “passato” un corridore so esattamente di chi si tratta e del percorso fatto. Pietrobon è in ritardo sulla preparazione, a causa dell’infortunio alla spina dorsale di ottobre. L’obiettivo con lui è essere pronti per marzo, di fretta non ne abbiamo ed è giusto così. Quando nel 2022 ha corso con i professionisti ha fatto bene, ha un gran fisico da passista (191 centimetri per 72 chili, ndr). Può essere un bel profilo per le fughe, un corridore che in una professional come la nostra è molto utile. Per fare un esempio, con le dovute proporzioni, può essere un corridore alla Maestri, fughe lunghe e su terreni mossi».

Serrano ha una muscolatura esplosiva ed un’attitudine da attaccante (foto Instagram)
Serrano ha una muscolatura esplosiva ed un’attitudine da attaccante (foto Instagram)

L’altro spagnolo, Serrano

Javier Serrano è il secondo ragazzo spagnolo che entra nella Eolo-Kometa, ha fatto bene nelle corse in Spagna. In Italia ha corso nel 2021 nella Biesse Arvedi, prima ancora era nell’Equipo Amator della Caja Rural

«E’ un ragazzo che ho conosciuto qualche anno fa quando era al primo anno tra i dilettanti e poi ci siamo ritrovati alla Eolo. E’ un corridore molto esplosivo, con caratteristiche da corse di un giorno. E’ muscolarmente molto forte e tiene bene anche in salita e questa è una gran bella qualità. Se dovessi fare un paragone potrei accostarlo ad Albanese, ma le proporzioni da fare sono molte. Vincenzo è un corridore molto forte ed anche in volata sa imporsi bene, Serrano può dire la sua in gruppi più piccoli: da 20 corridori. Il suo debutto è più vicino, dovrebbe correre già a fine gennaio a Mallorca, quelle sono le sue gare: percorsi mossi con continui sali e scendi».

Lonardi riparte. E Marangoni lo fa puntare sulle volate

22.01.2022
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Giovanni Lonardi è in Spagna e probabilmente starà facendo una volata (in apertura foto Maurizio Borserini). Prima di passare professionista era un dilettante davvero “corposo”. L’atleta veronese sapeva vincere ed essere costante nelle sue prestazioni. Tre anni alla General Store- Essebi, una stagione alla Zalf-Euromobil-Fior, la maglia azzurra e infine il grande passaggio alla Nippo-Vini Fantini.

E anche al debutto tra i grandi si trovò a suo agio, tanto da conquistare alcune corse e da guadagnarsi un posto per il Giro d’Italia. Era il 2019 e Giovanni non aveva ancora 23 anni. Alla Eolo-Kometa è pronto a ripartire, dopo due stagioni un po’ meno brillanti di quanto ci si poteva attendere alla Bardiani Csf Faizanè. Però anche nei momenti più duri non ha mai smesso di vincere. Segno che la stoffa c’è, eccome.

Sta al suo preparatore, in questo caso Samuel Marangoni, fratello minore di Alan, tirare fuori questa stoffa, anzi per meglio dire esaltarla. Come farà? Ne avevamo parlato con Stefano Zanatta e ora lo chiediamo direttamente al coach del team di Ivan Basso.

Giovanni Lonardi (a sinistra) e coach, Samuel Marangoni, già preparatore di team pro’ dal 2014 (foto Maurizio Borserini)
Lonardi (a sinistra) e Samuel Marangoni (foto Maurizio Borserini)
Samuel, come si rilancia Lonardi?

Giovanni non si deve rilanciare solo con il preparatore, ma con la squadra intera. Gli stimoli giusti possono arrivare da ogni parte: dalla preparazione okay, ma anche dal punto di vista medico, dalla nutrizione, dai diesse.

E dal punto di vista del preparatore?

Io ho conosciuto Lonardi quest’anno. Ho parlato con lui per un’ora e mezza, anche due, chiedendogli tutto quanto fatto finora. E’ stato un modo per conoscersi e per capire, secondo la mia opinione, le cose che gli sono mancate e dove può fare meglio. Ma come ho detto non è un aspetto che riguarda solo il preparatore. Penso anche ai diesse e ai massaggiatori. Questi ultimi giocano un ruolo importante dal punto di vista psicologico. Sono dei confidenti.

In cosa può migliorare Giovanni?

In questo primo periodo abbiamo cercato di lavorare soprattutto sull’aspetto della forza. La forza in bici e quella in palestra. Ma devo dire che il lavoro si è concentrato soprattutto sui lavori in bici.

Cosa ha fatto?

Principalmente ha lavorato sugli sprint… facendo degli sprint. Spesso ridendo gli dicevo: «Fai tante volate finché non sei distrutto!». Abbiamo lavorato sull’esplosività, sulla forza in palestra, abbiamo fatto partenze da fermo. E non sono mancati i lavori intensi.

Lonardi al Giro 2019. Si fermerà dopo 12 tappe, ma cogliendo comunque due piazzamenti nei primi dieci
Lonardi al Giro 2019. Si fermerà dopo 12 tappe, cogliendo due piazzamenti nei dieci
Avete fatto anche delle SFR o essendo lui una ruota veloce avete tralasciato questa tipologia di forza?

Sì, ci sono anche quelle, anche se in tal senso abbiamo lavorato più in palestra, mentre in bici abbiamo sviluppato la forza massima. La forza resistente l’andiamo ad allenare in altri modi, anche stando in bici.

Sin qui hai notato delle lacune?

Per me è difficile da dire, non ho conosciuto il suo lavoro nelle squadre precedenti. Bisognerebbe chiedere ad altri preparatori che lo hanno avuto o direttamente a lui. Io lavoro con Giovanni dal 1° novembre e cerco di fare al massimo il mio lavoro per farlo migliorare.

In questo tempo invece qual è il punto di forza che hai notato?

Che ha una volata bella lunga. Lonardi è molto resistente. Magari può crescere ancora qualcosina sul picco, sulla volata a breve. Ma per il momento la cosa più importante è riuscire ad essere presente negli sprint… e farli bene.

Alla Nippo può aver fatto il passo un po’ più lungo della gamba prendendo parte al Giro d’Italia, quando forse non era pronto?

Sinceramente non ho parlato con lui di questo fatto. Far fare un Giro d’Italia ad un neopro’ è sempre una questione combattuta anche all’interno dei team stessi. C’è chi preferisce preservarli, chi invece buttarli direttamente nella mischia per fargli fare esperienza. Non tutti sono Pogacar e spesso dipende anche dal soggetto. Poi un conto è un neopro’ di 19 anni e un conto uno di 22-23 anni. Personalmente, in generale, io tenderei a preservare un po’, almeno nel primo anno.

Come proseguirà adesso il vostro lavoro?

Dipende anche dai programmi: in base ad essi valuteremo. Ma sono dell’idea che continueremo a spingere in questa direzione: volate e spunto. Poi dopo le prime gare vedremo se bisognerà aggiustare il tiro. Penso che la palestra sarà portata avanti per tutto l’anno.

E’ il 21 marzo 2019 quando Lonardi vince la sua prima corsa tra i pro’. E’ la 5ª tappa tappa del Tour of Taiwan (foto Instagram)
Il 21 marzo 2019 Lonardi vince la prima corsa tra i pro’ al Tour of Taiwan (foto Instagram)
Insomma, vuoi recuperare il punto forte di Lonardi, la sua volata. Il che è più che legittimo…

Più che lavorare sulle salite lunghe, sulle quali un corridore così fa sempre fatica, meglio pensare alle volate. Semmai può migliorare sulle salite brevi, quelle tra i 2 e i 6-8 minuti. E questo si fa con i lavori più intensi.

In effetti non è facile vincere oggi per un velocista, tanto più con i percorsi sempre più ondulati. Basta pensare che Van Aert batte Ewan…

Beh, noi abbiamo idea di fare gare un po’ più “piccole”, ma se poi va bene non è detto che non si possa pensare anche alle tappe della Tirreno o del Giro. Intanto è importante prendere un certo feeling con queste corse e magari anche con la vittoria.

Qual è il calendario di Lonardi?

Inizierà la prossima settimana a Mallorca: farà due delle cinque gare previste. In più valuteremo quale corsa a tappe farà a febbraio. Una la farà, sicuro.

In Spagna abbiamo visto che avete lavorato molto. Lo hai fatto a tutto tondo anche con i test. E come ti sono sembrati?

Nello specifico ho visto che tiene davvero bene negli sprint, ha dei buoni valori. Ma anche sulla soglia sta migliorando. Oggi è difficile porsi degli obiettivi, quello che vogliamo noi è che si migliori in generale. E magari arriverà anche qualcosa.