Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020

Tosatto/2. E dopo il Giro con Tao, la sfida di Moscon

19.12.2020
6 min
Salva

Casa Tosatto, fuori ormai è buio e anche Emma è rientrata. La mamma, che si chiama Elisa ed è avvocato, ha telefonato per darle un paio di dritte e ora la ragazzina è al piano di sopra a preparare lo zaino per la scuola dell’indomani. Le sue foto in piscina sono appese ai gradini della scala, la chitarra che suona da poco si specchia nel camino ancora spento.

Seconda parte del nostro viaggio iniziato dalla caduta di Thomas in Sicilia. Ci siamo fermati giusto un attimo, il racconto ora è sullo Stelvio. Le radio tacciono da qualche chilometro. Ma quando Kelderman si stacca, Toso chiede a Dennis di dare anche l’anima: «Se ne hai, adesso aumenta…».

Dennis risponde: «Okay!». Tao risponde: «Okay!».

Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Kederman si è staccato. Dennis alza il ritmo. Hindley è ancora lì
Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Kelderman si è staccato, Dennis aumenta il ritmo….
Da pelle d’oca. Dennis è stato una rivelazione…

Dopo Valdobbiadene era sconsolato, ma contento per Filippo. Lo abbiamo tranquillizzato. Gli ho detto che da quel momento sarebbe stato fondamentale per il gruppo e per il morale della squadra. «Sono importante per tutti – mi ha chiesto – o solo per te?». Gli ho risposto: «Sei importante per me, per tutta la squadra e d’ora in avanti soprattutto per Tao!». Il giorno dopo è partito per Piancavallo super motivato. E la sera dello Stelvio gli ho detto che il suo lavoro valeva una stagione. E io intanto pensavo che alla peggio saremmo arrivati secondi.

Ma Dennis è stato forte anche dopo.

A Sestriere ho scoperto che ha anche grande senso tattico. Ho chiesto che facessero la prima salita con Puccio e Ganna, la seconda forte con Rohan e nella terza avremmo gestito in base a come si metteva. E lui mi ha detto: «Faccio forte la seconda e poi faccio forte anche la terza». A quel punto, con una copertura così, siamo arrivati sulla salita finale e abbiamo tirato i remi in barca, costringendo Hindley ad attaccare soltanto in finale.

Salvatore Puccio, Filippo Ganna, Sestriere, Giro d'Italia 2020
La tattica verso Sestriere è un altro capolavoro: tre salite. La prima è affare di Puccio e Ganna
Salvatore Puccio, Filippo Ganna, Sestriere, Giro d'Italia 2020
Sestriere, prima scalata. Tocca a Puccio e Ganna
Fra le sorprese, anche Ganna non scherza…

Era una scommessa per tutti, anche per lui. La consegna, a cose normali, era che provasse a vincere la prima e l’ultima crono e come lui anche Dennis. Se ci fosse stato Thomas in gara, nella crono di Valdobbiadene avrebbero dovuto tirare i freni. E anche se è bello che un giovane al primo Giro vinca la crono finale, perché significa che è arrivato in fondo con tanta birra, mi ha stupito proprio a Valdobbiadene. Perché quello era un percorso duro e complicato da gestire. Perché partire con il body di campione del mondo ti gasa, ma è anche un peso. Solo che proprio lì ci siamo resi conto che lui a certi stress è abituato. Quante finali dell’inseguimento, ai mondiali e agli europei, ha fatto gestendo quella tensione e quell’adrenalina? 

Come è andata con Brailsford?

E’ super gasato. A Camigliatello si era esaltato. Era rimasto male per il secondo posto di Castroviejo a Roccaraso, poi ci ha salutato ed è andato alla Vuelta, perché era giusto stare anche con quel gruppo. Invece ce lo siamo ritrovati parcheggiato a Sestriere. Si è fatto due giorni di camper, perché lui non dorme negli hotel. Nella crono di Milano era concentrato allo spasmo, ovviamente per Tao più che per Filippo, che l’aveva già in tasca.

Alberto Contador, caduta Planche des Belles Filles, Tour de France 2014
Tosatto aveva già vissuto da corridore la caduta del leader, con Contador al Tour del 2014
Alberto Contador, caduta Planche des Belles Filles, Tour de France 2014
Quando Contador cadde al Tour 2014, Tosatto era suo compagno
Cosa aggiunge questo Giro al palmares di Tosatto?

A volte penso al mio percorso come diesse. La prima corsa fu il Giro di Polonia nel 2017. Nel 2018 la Tirreno e la Sanremo. Qui al Team Ineos Grenadiers, mi hanno dato subito fiducia, perché vedevano in me un ex corridore con tanta esperienza. Nel 2018 ho fatto il Giro con Froome e lo abbiamo vinto e da lì Nico Portal (direttore sportivo morto proprio la scorsa primavera, ndr) mi volle anche al Tour. Questo ha dato un’accelerata, ma qualcosa lo avevo dentro anche da bambino…

Che cosa?

Guardavo le corse e sognavo di diventare un professionista, ma cercavo anche di capire come si muovessero le squadre. E poi questo mi è tornato a fine carriera, quando mi è stato chiaro che avrei voluto fare il direttore sportivo. Ho sempre provato a motivare i corridori. Quando erano miei compagni e dopo, quando sono passato in ammiraglia. Le gare si possono accendere, anche se il sistema di corsa adesso è mezzo bloccato. Al Giro ci siamo riusciti.

Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Appena un paio di libri nel salone ricordano la carriera dei Tosatto corridore
Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Pochi libri nel salone per ricordare il Tosatto corridore
Con Thomas sarebbe stato diverso?

Geraint era al livello del Tour 2018 e queste erano le sue salite. Era un Giro disegnato per lui, ma certo non avremmo potuto correre come poi si è fatto.

Bettini lo ha accusato di essere caduto perché si trovava nel posto sbagliato durante il trasferimento.

Può avere ragione, ma è anche vero che ha schivato la borraccia con la ruota davanti, che di solito provoca la caduta, e l’ha presa con la posteriore. Quando è stata confermata la frattura, c’era un silenzio surreale. Bisognava dare una svolta. In questo ci ho messo del mio, con il grande aiuto di Cioni e di Cookson. Ho preso in mano la situazione e l’ho portata sul piano del morale.

Forse perché lo avevi già vissuto?

E’ molto probabile, certo. Con Contador al Tour del 2014. Andava fortissimo, ma ci ritrovammo disperati in quella discesa prima a vederlo sprofondare e poi tornare a casa. Ma anche lì reagimmo e vincemmo due tappe con Majka e una con Rogers.

Pensi che l’approccio psicologico “alla Tosatto” possa servire in una squadra sempre così controllata?

Tutto serve, tutto può aggiungere un tassello senza per forza cancellare il resto. Un obiettivo su cui voglio concentrarmi adesso è Moscon, che hanno affidato a me. E questa è una bella sfida. Tornerà a lavorare con Cioni, come prima cosa, e non è un caso che adesso sia alle Canarie con Ganna e Basso. Gianni va recuperato e inserito nel gruppo giusto. Ha bisogno del clic per ripartire.

Gianni Moscon, Peccioli 2020
La squadra gli ha affidato Moscon: un grandissimo talento da rilanciare. Sfida accettata
Gianni Moscon, Peccioli 2020
La squadra gli ha affidato il rilancio Moscon
Che cosa prevedi per lui?

Al di là del parlarci e motivarlo e trovare il modo giusto per farlo, secondo me deve fare il Giro d’Italia e provare a vincere ogni corsa. Questo è un atleta che ha rischiato di vincere il mondiale di Innsbruck arrivandoci nel modo meno consono. Bastava che Valverde scattasse poco più in alto e poi lo vedevamo…

Cosa ha sbagliato finora?

Non deve pensare agli altri. E’ un sanguigno, si accende facilmente e sbaglia. E’ forte. La prima volta che ha corso al Nord ha fatto benissimo. Uno così non si può lasciare al suo isolamento. Va bene ritrovare la pace tra le mele, ma serve altro. L’ho inserito nella lista del Giro, vedremo poi se si riuscirà a portarlo.

Chi altri c’è in quella lista?

Salvatore Puccio, che non ha peli sulla lingua ed è importante per i suoi compagni. Ci sarà Ganna e già con questi tre, fai il Giro che vuoi. E poi, ma dipende dal percorso, potrebbe esserci Bernal. Comunque l’avete vista una cosa?

Quale cosa?

Il Giro d’Italia tutto in Italia è un’altra cosa, una meraviglia. E’ stato bellissimo partire dalla Sicilia e venire in su. Almeno per questo, il dannato Covid a qualcosa è servito…

La prima parte dell’incontro con Matteo Tosatto, è stata pubblicata questa mattina alle 12,30.
Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020

Tosatto/1. Quel giorno sullo Stelvio le radio erano mute…

19.12.2020
6 min
Salva

Tosatto vive dove è nato e ne va fiero. Forse tra qualche anno si sposterà più in là, nella casa di suo padre. E mentre il cielo tende a imbrunire e l’aria si fa fredda, il direttore sportivo che è stato capace di trasformare in oro un Giro compromesso, ci accoglie fra un albero di Natale e due piante di limoni, spiegandoci come a breve le avvolgerà in un telo, perché possano affrontare bene l’inverno.

Filippo Ganna, Geraint Thomas
Thomas è caduto in partenza, l’Etna è un calvario. Lo attende Ganna in maglia rosa
Filippo Ganna, Geraint Thomas
L’Etna è il Calvario di Thomas e di Ganna che lo aspetta

Siamo arrivati fin qui per dare seguito ad una frase di Salvatore Puccio a proposito della vittoria della Ineos-Grenadiers al Giro.

«Toso ha un carisma diverso – ha detto Salvatore – senti che è cattivo, senti la passione. Lui si butta dentro, sentirlo alla radio ti motiva. A Brailsford piace la gente che sa di ciclismo, da noi non è una dittatura. E Toso il ciclismo lo vive dentro, ha corso fino a ieri in grandi squadre e con grandi capitani. I suoi consigli valgono oro. La sua cultura non la impari nei libri».

Così, dopo un benedetto caffè, due chiacchiere fra amici che non si vedono da un mese, il rendersi conto che quasi nulla nel salone parla del ciclismo vissuto da campione e il racconto di giorni non semplici, il discorso prende potentemente il largo, sotto lo sguardo di sua figlia Emma che fa dentro e fuori da casa aspettando un’amica.

Filippo Ganna, Mileto-Camigliatello, Giro d'Italia 2020
A Camigliatello Silano, con la vittoria di Ganna, inizia la riscossa del team britannico
Filippo Ganna, Mileto-Caigliatello, Giro d'Italia 2020
A Camigliatello, con Ganna l’inizio della riscossa
Dicono che ci sia tanto Tosatto in questa maglia rosa.

Chi avrebbe mai pensato di vincere il Giro con Tao? La sera in cui si è capito che Thomas era fuori, ho fatto il giro delle camere. Gli ho detto che avremmo cominciato un Giro nuovo, fatto di fughe e tappe vinte. «Più ne vinciamo – dicevo – e meglio è». Arrivare a Milano senza fare nulla sarebbe stata un’agonia. Finché sono arrivato nella stanza di Tao. Gli ho detto che l’anno prima doveva fare classifica, ma era caduto. Che sull’Etna non era andato male e aveva sofferto solo negli ultimi 3 chilometri. E gli ho detto anche che dopo Roccaraso avremmo fatto il punto.

Diciamo che la vittoria di Ganna a Camigliatello ha portato un po’ di luce…

Era l’applicazione di quanto ci eravamo detti. In squadra tutti sapevano che Tao era l’unico che avrebbe provato a fare classifica. E a Roccaraso, tutto sommato, non è andato male. E’ stato il migliore fra quelli di classifica. Così siamo andati al riposo, ma c’è stato da discutere

Tao Geoghegan Hart, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
La vittoria di Piancavallo cambia le carte in tavola. Ora si lotta per un posto nei cinque
Tao Geoghegan Hart, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
La vittoria di Piancavallo è la svolta del Giro
Su cosa?

Brailsford a un certo punto dice che un ottimo obiettivo da portare a casa sarebbe stata la classifica a squadre. Da una parte si poteva capirlo, dato che per noi il Tour era stato disastroso. Ma gli ho detto che in qualità di direttore sportivo, piuttosto che correre come a volte fa la Movistar, avrei preferito provare a vincere più tappe. E la classifica semmai sarebbe stata la conseguenza delle vittorie. Così abbiamo applaudito Sagan e poi ne abbiamo vinta un’altra con Narvaez a Cesenatico. E chiedetegli se non glielo avevo detto…

Che cosa?

Che vinceva lui a Cesenatico. La sera in cui ho fatto il giro delle camere, gli ho detto: «Hai vinto il Coppi e Bartali, quelle strade sono le tue. E se piove, viene anche meglio!». Per fortuna o per quello che volete, ha vinto. La terza per noi. A quel punto avevamo tutti in testa la crono di Valdobbiadene, dove però Tao non è andato come si aspettava. E lì forse è cambiato il Giro. Perché gli ho detto che avremmo deciso cosa fare il giorno dopo, a Piancavallo. Ed ho anche aggiunto che però questa volta avremmo corso come se stessimo facendo classifica. Coperti fino al momento giusto.

Geoghegan Hart e Dennis sullo stelvio su bici Pinarello
Silenzio radio sullo Stelvio. Poi l’ordine di Tosatto e i due rispondono: «Okay!»
Geoghegan Hart e Dennis sullo stelvio su bici Pinarello
Silenzio radio sullo Stelvio, poi l’ordine di Tosatto
E’ stata davvero la svolta…

E’ stato bravo ad ascoltarmi. Il gruppetto dei migliori è venuto fuori quasi a 8 chilometri dall’arrivo e io per tutto il tempo, fino alla volata, gli ho detto per almeno 150 volte di non tirare un metro. E quando ha vinto, ha preso morale. Quarta tappa per noi. Mentre io il giorno dopo mi sono riguardato la tappa e ho capito che se fosse partito da sotto, sarebbe arrivato da solo. Stava bene, meglio di quanto credevamo. A quel punto, nel riposo di Udine, ho dichiarato che potevamo arrivare nei cinque. Poi è stato un continuo crescere, ma senza pressione, perché lui è uno che pensa troppo. Anche alla partenza, per tenerlo calmo, gli avevo detto che il suo compito sarebbe stato aiutare Thomas in cinque tappe. Ma lo vedevo che smaniava, con la squadra attorno che iniziava a crederci. Verso il Bondone, Ganna continuava a chiedermi se dovesse scattare…

Perché secondo te la sera di Piancavallo, Martinelli ha detto che Tao avrebbe vinto il Giro?

Ci ho pensato, ha sorpreso anche me. Martino ha tanta esperienza. Probabilmente aveva anche chiaro in testa il percorso che mancava e forse conosce così bene Piancavallo da aver fatto all’istante l’analisi che io ho fatto il giorno dopo.

Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Nel garage di casa Tosatto, tutti i trofei e la foto del Giro 2011 vinto su strada poi revocato
Matteo Tosatto, Valla di Riese Pio X, dicembre 2020
Fra i tanti trofei, la foto del Giro 2011 vinto e revocato
Lo Stelvio e i Lagni di Cancano…

La sera prima in riunione dico che se vogliamo far saltare il banco dobbiamo mandarne due in fuga, che aspettino Tao sullo Stelvio. E spiego tutto quello che avevo in testa. Finisco, vedo che mi guardano e qualcuno mi chiede se pensi di essere nella Play Station. Però nessuno rideva. Ci credevano più di me, li ho fatti sentire forti e questo è il solo merito che voglio prendermi. Nella fuga il giorno dopo sono entrati Ganna e Swift, ma hanno guadagnato troppo poco. Così, quando siamo arrivati sotto allo Stelvio, loro volevano partire a 12 chilometri dalla cima, ma li ho tenuti buoni. Ho chiesto a Cioni di andarsi a mettere con l’ammiraglia nel punto più duro e quando mi ha detto il chilometro giusto, ho chiesto ai ragazzi di cominciare da lì. Sono stati bravi ad aspettare quasi per 4 chilometri, che in salita sono 20 minuti. E appena sono usciti dalla foresta, sono partiti. A quel punto le radio hanno smesso di parlare.

In silenzio fino alla cima?

Fino al momento in cui si è staccato Kelderman, la maglia rosa. A quel punto ho detto a Dennis che se ne avevano, poteva provare ad aumentare. Tao ha detto: «Okay!». Rohan ha detto: «Okay!».

La seconda parte dell’incontro con Matteo Tosatto, sarà online questa sera alle 16,30. E vi consigliamo davvero di non perderla…