Magrini: «Che determinazione Roglic. E questo Mas…»

25.08.2021
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«Evidentemente le botte di ieri non si sono fatte sentire per Primoz Roglic», dice subito Riccardo Magrini. Il corridore della Jumbo-Visma non si ferma più. Ieri è caduto e oggi ha subito cercato la “vendetta” persino su un arrivo secco come quello che portava a Valdepenas de Jaén. Un arrivo che, per rendere l’idea, ha visto gente come Michael Matthews arrivare con il primo gruppo.

Uno scatto secco, in risposta al coraggioso Mas (foto in apertura), e lo sloveno ha sigillato la sua seconda vittoria di tappa in questa Vuelta, la settima in totale nella gara spagnola. Uno scatto che ha catturato anche l’attenzione di Riccardo Magrini, commentatore tecnico per Eurosport.

Cort, una tenuta strenua… a lui va il plauso di Magrini (e del pubblico)
Cort, una tenuta strenua… a lui va il plauso di Magrini (e del pubblico)
Riccardo, cosa ti ha colpito della frazione di oggi?

Due cose in particolare: la determinazione di Roglic e la tenuta di Cort Nielsen, poche volte ho visto un corridore resistere così tanto al ritorno del gruppo. In pratica l’hanno preso sull’arrivo, ai 200 metri o giù di lì. Bravissimo.

E Roglic? Anche noi dicevamo della bella risposta alla “figuraccia” di ieri…

Ha voluto dimostrare a tutti che che la caduta e l’errore tattico di ieri erano alle spalle. Ha messo la squadra a tirare. Questa vittoria l’ha proprio cercata. Un messaggio di forza a tutti. E poi c’è un’altra cosa che merita di essere sottolineata: la costanza di Mas.

E infatti proprio di Enric volevamo chiederti…

Lui e forse anche Lopez stanno dimostrando di essere gli unici antagonisti di Roglic. Vanno forte. Oggi hanno tentato di sorprenderlo, ma su un arrivo così Primoz è più forte.

E chi arriva dietro regala un ulteriore show. Clement Venturini impenna e il pubblico impazzisce
E chi arriva dietro regala un ulteriore show. Clement Venturini impenna e il pubblico impazzisce
E poi Unzue è un asso nel giocare la doppia carta nei piani alti della classifica. Ricordiamo i Tour con Valverde e Quintana, il Giro con Landa e Carapaz…

La disdetta per Unzue è aver perso Valverde. Andava forte ed aveva esperienza: uno così poteva dare una grossa mano a Lopez e Mas. Però la Vuelta è lunga e possono fargli scacco macco.

E Bernal e la Ineos? Sono tagliati fuori?

Io Bernal sinceramente non lo vedo brillantissimo. Mi sembra gli manchi il cambio di ritmo. Oh, poi magari ha impostato la preparazione per uscire alla terza settimana e recupera tutto. Ma questo lo scopriremo solo strada facendo. Oggi Adam Yates poteva fare di più. Questi sono i suoi arrivi, anche se forse li preferisce un po’ più lunghi. Lui dà la botta quando ci sono dei momenti di respiro e non quando c’è un’andatura forsennata come quella di oggi. Per me comunque Ineos deve rivedere qualcosa. Anche l’altro giorno quando ha vinto Caruso ha sbagliato i tempi.

Caruso, oggi è stato secondo sul Gpm. E’ sempre più leader della maglia a pois blu
Caruso, oggi è stato secondo sul Gpm. E’ sempre più leader della maglia a pois blu
A proposito di Caruso: un’altra cosa che ci ha detto la frazione di Valdepenas è stata che Damiano punta alla maglia a pois, visto che è andato a cercare i punti del Gpm…

Dopo la vittoria, le sue dichiarazioni dicevano che puntava ad un’altra tappa e non tanto alla maglia, che questa era il secondo obiettivo. E tenerla non sarà facile perché dovrebbe andare in fuga e non so quanta libertà potrà avere con un Jack Haig che va così forte. Se gli viene facile come oggi, che ci si ritrova… okay, altrimenti la vedo più difficile. Con Landa che ha fallito un’altra volta, l’obiettivo della Bahrain Victorious è tenere l’australiano in classifica.

Sembra, Riccardo, che Landa (anche oggi ad oltre 9′) sia arrivato con un chilo di troppo a ridosso della Vuelta e che per sbrigarsi a toglierlo abbia forzato la mano. E sappiamo che nel ciclismo di oggi tutto è al millesimo…

Ci credo poco, visto che ha vinto Burgos, una gara che era appena prima della Vuelta e dove c’era già gente forte. Io ho sempre stimato questo ragazzo, perché in salita è molto forte, ma fare il capitano non è nelle sue corde. Voi dite il chilo di troppo, io vi rispondo che parlando con il suo staff mi hanno detto che sarebbero stati delusi se avesse finito la Vuelta al terzo posto. Questo significa che stava bene. Per come la vedo io è un problema di testa. Finché va tutto bene lui va forte, alla prima difficoltà salta per aria. Essere un campione è altra cosa. Guardate Roglic, ieri aveva detto: non c’è gloria senza rischio. E stamattina: “vamos a ganar” (andiamo a vincere). Servono queste qualità di testa per fare il capitano.

Caro Magrini, dica lei: come è messo Roglic sulla bici?

13.04.2021
5 min
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Roglic gli piace e non ne fa mistero: Riccardo Magrini è sempre una compagnia stimolante per intavolare una conversazione tecnica e questa volta lo portiamo su Roglic e il suo stare in bicicletta, sapendo che il discorso non si fermerà a ciò. Se parli con chi di ciclismo ne capisce parecchio, questo è il minimo che possa capitarti. Per fortuna!

«Sapete – comincia – la prima cosa che noto dalla foto in discesa? Che sulla bici si schiaccia come stesse saltando con gli sci. Si vede in ogni situazione la ricerca naturale della posizione».

Benissimo, si può partire. La strada è tracciata. Nel 2021, come abbiamo già spiegato, Roglic e la Jumbo-Visma corrono su bici Cervélo dopo i successi negli anni su Bianchi. Su strada, lo sloveno usa la R5.

Le mani sotto in salita sono per Magrini un segno di potenza e ricerca dell’aerodinamica
Le mani sotto in salita sono segno di potenza e ricerca dell’aerodinamica
Aerodinamico anche in salita, guarda quelle mani sotto…

E’ proprio quel tipo di ricerca. Dicono che in bici sia brutto, ma secondo me non è vero. E questo tipo di attenzione ce l’ha nel Dna. Ad altri non succede. L’altro giorno commentando i Paesi Baschi, mi è toccato dire che Aramburu stava facendo la discesa con le mani sopra. Evidentemente stava comodo, ma quanto a bellezza… Invece Roglic sta sempre basso, anche quando sta a ruota. Con il tronco parallelo alla strada. Del resto, uno che ha convissuto con il volo, sa benissimo come giocare con l’aria.

Questo è quasi amore.

Mi piace molto. Alcuni criticano il suo atteggiamento in corsa, più in difesa che in attacco. Ma del resto se hai il vantaggio della crono, si può anche capire. Però mi pare che quando serve, sappia attaccare. Nell’ultima tappa è andato con Gaudu e alla fine lo ha lasciato vincere.

Nell’ultima tappa dei Paesi Baschi, fuga con Gaudu e vittoria al francese
Ai Paesi Baschi, fuga con Gaudu e vittoria al francese
Anche perché dopo la lavata di capo della Parigi-Nizza…

Io non sono d’accordo con quella polemica. Lui non era in fuga dal mattino con Mader, come invece sabato con Gaudu. E’ scattato da dietro per riprenderli e vincere, l’altro era piantato, perché doveva lasciargli la vittoria? Con Gaudu hanno diviso la fatica e si è visto il cenno di intesa del francese che gli ha fatto okay con il pollice. Chiaro però che deve averci pensato, perché in quei giorni gliel’hanno fatto notare. Ragazzi, non vedo niente di male nel cercare la vittoria.

Viaggia spessissimo in punta di sella.

Vero, ma perché le posizioni sono cambiate per molti. Ora si cerca la punta della sella per poter stare il più possibile sopra al movimento e riuscire ad avere un’elevata frequenza di pedalata. Una volta invece finivi in punta quando eri a tutta. Erano anni in cui si spingevano rapporti molto più lunghi di adesso e questo inevitabilmente ti faceva scivolare indietro. Oggi la media delle rpm è di 95-100 e di conseguenza si sta meglio in posizione più avanzata.

In salita pedala in punta di sella per tenere un’alta frequenza: Magrini concorda
In salita pedala in punta di sella per tenere un’alta frequenza
Adesso a qualcuno si drizzeranno i capelli, ma è un’abitudine portata dentro da Armstrong e poi ripresa da altri…

C’è poco da drizzarsi i capelli, è la verità. Lui ha tracciato una linea e tanti l’hanno ripresao. Come Marco lanciò lo scatto in salita con le mani basse. Calava un dente e partiva. Alcuni lo hanno copiato, altri come lo stesso Contador non ci sono mai riusciti. Per non parlare di Bartoli…

Fuorisella appena accennato, no?

Appena, appena… Manubrio bassissimo e dislivello con la sella da mal di schiena. La sua posizione era impossibile da imitare. Oppure De Vlaeminck, che teneva le mani sulle leve dei freni e gli avambracci orizzontali. 

Magari non attacca troppo, dice Magrini, ma se serve, sa farlo
Magari non attacca troppo, dice Magrini, ma se serve, sa farlo
Bella serie di spunti, caro Magrini, potresti fare l’opinionista televisivo…

Il ciclismo oggi è bello perché ce ne sono tanti e ognuno ha le sue caratteristiche. Van Aert in bici è più bello di Van der Poel. Alaphilippe ricorda Paolino (Bettini, ndr), ma deve farne di strada. E’ sempre agitato, nervoso. Vi ricordate Paolo ai mondiali di Madrid, quando gli dissero di non muoversi perché correvamo per Petacchi e lui continuava a gesticolare da quanto era nervoso? E poi mica è facile stare comodi in bici. Una volta ce le facevano su misura, magari non eravamo bellissimi da vedere, però almeno stavamo comodi. Moser era un altro di quelli che si schiacciava sulla bici ed era aerodinamico. Saronni stava più alto e addirittura perse il mondiale di Praga, perché andò a fare la volata contro Maertens con le mani sopra.

Quindi la morale qual è?

Che in bici ciascuno ha il suo stile. Van Sevenant dondola tutto, non è mica bello. Roglic ha uno stile compatto, mentre Pogacar non è messo altrettanto bene. Primoz è in linea con la sua origine di saltatore e se spesso cade è perché è arrivato tardi a fare il professionista. Ma se lui in bici è brutto, allora preparatevi a buttarne via un bel mucchio.