Cavagna, la Movistar e il Wolfpack in crisi d’identità

01.11.2023
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Di Remi Cavagna si è sempre parlato abbastanza poco, sicuramente meno di quanto meriterebbe il suo palmarés. Ventottenne di Clermond Ferrand, ha sempre portato a casa vittorie nelle sue stagioni da pro’, soprattutto nelle sue amate cronometro. Inoltre ha sempre militato nella Quick Step, diventandone una colonna soprattutto per le corse a tappe. Ma ora cambia tutto.

Per certi versi il suo passaggio alla Movistar è qualcosa di clamoroso. Inizialmente, quando sono comparse le prime voci, era il periodo della paventata fusione con la Jumbo-Visma che avrebbe lasciato a piedi tanti corridori e ancor più maestranze. Sembrava quasi una fuga dalla barca che affondava. In realtà la fusione non c’è stata e la sua scelta ha radici ben più profonde, che vanno analizzate andando direttamente alla fonte.

Con il team francese ha conquistato a Drenthe il titolo europeo nel team realy
Con il team francese ha conquistato a Drenthe il titolo europeo nel team realy
Remi, vieni da una stagione comunque importante, con 5 vittorie e molti piazzamenti…

Sì, è stata una bella stagione. Anzi, guardando il numero di vittorie, la mia migliore, comprensiva del titolo nazionale a cronometro e di quello europeo nel team relay. Ho chiuso soddisfatto e soprattutto molto voglioso di cominciare la prossima.

Dopo tanti anni alla Soudal, che cosa ti ha portato a cambiare squadra?

E’ una decisione che ho preso nel corso di quest’anno, sulla quale ho ragionato molto. Avevo bisogno di più spazio, nuovi stimoli. Questo è stato il mio settimo anno nel team Quick Step, quando sono arrivato ero giovane, un altro uomo. Mi trovo bene in squadra, è sempre stato così, ma penso che sarei arrivato da un momento all’altro a guardarmi indietro e rimpiangere il non aver cercato altre strade. Nella mia carriera era il momento di vedere che cos’altro posso fare, di cambiare squadra, mettermi alla prova per capire dove posso arrivare. Avevo anch’io bisogno di un po’ più di libertà, è quello che cerco.

Il francese a tirare il gruppo: il passaggio alla Movistar è legato alla voglia di trovare più libertà
Il francese a tirare il gruppo: il passaggio alla Movistar è legato alla voglia di trovare più libertà
L’atmosfera nella squadra, nel Wolfpack, era cambiata negli ultimi anni?

Sì, trovo che la squadra sia cambiata rispetto al 2020, rispetto all’anno con il Covid che ha cambiato molto nel nostro mondo. Sentivo che non ero più a mio agio come prima. Era ancora il Wolfpack, ma era diverso, non c’era lo stesso ambiente. E se guardate bene tanti sono stati i corridori che sono andati via in questi ultimi anni. Non dico che si sia rotto qualcosa, ma non era più come prima. Gli anni dal 2017 al 2019 sono stati i più belli. Sia chiaro, non critico nessuno e non accuso nessuno, è solo una mia sensazione.

Andando alla Movistar il tuo ruolo cambierà, avrai più libertà di movimento?

E’ questa la mia speranza, poter tornare a fare quel che più amo. Io sono un corridore a cui piace attaccare, mi piacciono molto le grandi fughe, cose del genere. E’ vero che con la Soudal potevo vincere delle gare, lì ho fatto molto, ma ero ancora piuttosto limitato. Spesso ero il compagno di squadra, il ciclista in fuga come appoggio per chi era dietro, oppure l’uomo chiamato a percorrere lunghi chilometri davanti al gruppo per ridurre il distacco. Avevo davvero un ruolo di squadra. Ho avuto la mia occasione, ho avuto opportunità. Va bene, ma non ne avevo abbastanza. Volevo più di quello che la squadra poteva darmi.

Spesso in fuga, Cavagna è sempre stato molto ligio ai doveri imposti dal team
Spesso in fuga, Cavagna è sempre stato molto ligio ai doveri imposti dal team
La Movistar è una squadra con una forte identità spagnola e meno multinazionale rispetto alla Soudal, tu sarai il solo francese, che cosa ne pensi?

Effettivamente è meno internazionale, ha un’identità molto forte, nazionale e non nego che la cosa, quando si è resa realizzabile, mi spaventava un po’. Andare in una squadra che non parlasse molto inglese, figurarsi il francese. Ma alla fine mi sono detto: «Forza Rémi, è davvero il momento giusto della tua carriera per provarci… ». Ed ecco qua, sto imparando anche lo spagnolo, così posso comunicare bene. D’altronde è una squadra che da diversi anni cerca di internazionalizzarsi. Ciò significa che sta cercando di reclutare corridori stranieri, alcuni danesi, altri corridori svizzeri, per cercare di internazionalizzare la squadra.

Quali sono le tue origini italiane e quando vieni a correre qui ti senti un po’ a casa?

Cavagna è vero che è un cognome italiano, mio padre e mio nonno vengono dal bergamasco. Non ho ancora avuto occasione di raggiungere le terre dei miei avi, mi piacerebbe. E’ un piccolo legame, ma mi piacciono le gare in Italia, sono sicuramente gare fantastiche, ci vengo sempre con piacere.

La sua vittoria più bella, nella tappa di Toledo alla Vuelta 2019
La sua vittoria più bella, nella tappa di Toledo alla Vuelta 2019
L’anno prossimo ci sono i Giochi Olimpici, come pensi di preparare l’appuntamento e che ambizioni hai correndo in casa?

Avere i Giochi Olimpici in Francia, e soprattutto a Parigi, è incredibile, soprattutto per chi come me ha l’opportunità di avere nella propria carriera la partecipazione all’evento più magico al mondo proprio in casa. È qualcosa di unico, penso e partecipare sarebbe fantastico. Ma per farlo devo essere al 100 per cento della mia forma, essere superiore a quello che sono stato quest’anno. E’ stato un ottimo anno, ma ho notato che ho perso qualcosa della mia forza, il 5 o il 10 per cento, i dati numerici con i watt dicono che ero un po’ sotto. Da questo punto di vista il 2021 è stato il mio anno migliore e devo tornare a quel livello. Mi piacerebbe ritrovare alcune di quelle sensazioni l’anno prossimo e poter andare ai Giochi Olimpici con l’obiettivo di una medaglia.

A cronometro resta uno dei migliori interpreti mondiali, ma c’è ancora distanza dai big
A cronometro resta uno dei migliori interpreti mondiali, ma c’è ancora distanza dai big
Chi consideri in questo momento il cronoman più forte e favorito per Parigi, visto anche il tracciato?

Su un percorso del genere, direi i tre che hanno conquistato il podio ai mondiali: Ganna, Evenepoel e anche il giovane Tarling, che è un ragazzo molto forte e dai limiti inesplorati. Se però devo scegliere un nome dico… Filippo.

Olimpiadi a parte, che cosa chiedi al nuovo anno?

Ho molti obiettivi: vincere gare con la maglia Movistar e ritrovare il mio livello nelle prove contro il tempo, quando esse contano di più, nei grandi giri e nelle gare titolate. Se poi fosse in quel fatidico giorno di luglio…

Cavagna e Schmid. Dominio Wolfpack alla Coppi e Bartali

25.03.2023
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CARPI – Apre Cavagna e chiude Cavagna, ma Schmid conquista la generale facendo fruttare al massimo tre secondi posti. La Soudal Quick-Step domina e vince per la prima volta la Settimana Internazionale Coppi e Bartali, che sta diventando sempre di più un banco di prova significativo per chi ambisce a prendersi i gradi di capitano in corse di uno status maggiore.

La crono di Carpi ha espresso il verdetto che in tanti si aspettavano fin dall’inizio della gara. Fra i tanti c’era anche Davide Bramati, diesse del “Wolfpack”, che conosce bene le qualità di Cavagna e Schmid su percorsi del genere, ma che tuttavia restava cauto prima della partenza della crono dello svizzero. Alla fine il pericolo sarà scampato.

Cavagna ha vinto la crono di Carpi in 22’12” alla media oraria di 50,270 km/h
Cavagna ha vinto la crono di Carpi in 22’12” alla media oraria di 50,270 km/h

«Dopo la vittoria di Remi ed il secondo posto di Mauro a Riccione – spiega mentre scende dall’auto dopo aver accompagnato i suoi atleti nella ricognizione – ero certo che fosse più il secondo a fare la corsa che il primo. Remi è in condizione, ma è pesante per tracciati come questo. Quando davanti aprono il gas lui fatica. Poteva salvarsi se avessero fatto strappi e salite ad un passo regolare o più basso. Mauro invece è molto più adatto e sa andare forte in tappe come quelle che abbiamo fatto finora. A crono va bene, ma non ha un margine troppo alto e dovrà difendersi andando a tutta perché dietro c’è qualcuno che va più di lui».

Italia portafortuna

Nel nostro Paese, Mauro Schmid si trova a proprio agio, grazie anche alle sue abilità maturate su Mtb e nel ciclocross. La vittoria più bella è quella della tappa degli sterrati a Montalcino al Giro del 2021. L’anno scorso alla Coppi e Bartali aveva vinto la prima frazione a Riccione e oggi ha conquistato la generale. In teoria potremmo rivederlo al Giro in supporto a Evenepoel, ma intanto ci parla della prova contro il tempo di Carpi in cui ha chiuso all’ottavo posto.

«La cronometro è stata molto difficile a causa del vento – racconta il 23enne di Bulach mentre scende dal podio con due mortadelle da cinque chili l’una come premio – e la mia prestazione ha risentito del fatto che non riuscivo a fare il passo che volevo. Ho cercato di non strafare nella prima parte del tracciato per tenermi delle energie nella seconda che prevedeva tante curve e rilanci. Mi basavo anche sui tempi degli avversari più diretti per avere dei riferimenti. Ho cercato di controllare al meglio la situazione ma alla fine ho sofferto.

«La mia stagione – prosegue Schmid – è stata molto buona finora. In Australia sono andato bene (quinto al Tour Down Under, ndr) poi abbiamo vinto la cronosquadre al UAE Tour. Adesso qua ho vinto la generale e già dall’anno scorso pensavo che un giorno avrei potuto farlo. Naturalmente devo ringraziare la squadra che in questi giorni mi ha permesso di stare davanti proteggendomi nei momenti più delicati. Sono molto contento anche delle due vittorie di Remi (il compagno Cavagna, ndr) e penso che questa sia stata una settimana perfetta».

Sorride Davide Bramati. Con Schmid e Cavagna la sua Soudal-Quick Step ha dominato la Coppi e Bartali
Sorride Davide Bramati. Con Schmid e Cavagna la sua Soudal-Quick Step ha dominato la Coppi e Bartali

Il podio e Pozzo

Nella generale a ruota del team belga è arrivato un blocco della EF Education-EasyPost. La formazione statunitense, che si porta a casa la tappa del mix “gravel-pista” di Forlì con Healy, alla vigilia della crono sperava di ribaltare tutto negli ultimi 18,6 chilometri. Invece ci è riuscita a metà completando podio finale con Shaw ed Healy (che ha spodestato il combattivo Calzoni della Q36,5 che doveva testarsi su un esercizio del genere) piazzando Padun quarto.

Il giovane Leo Hayter della Ineos Grenadiers riesce ad entrare nella top five proprio grazie alla crono finale scalzando l’eterno Pozzovivo. Lo scalatore della Israel Premier Tech non era convinto di poter salire sul podio o mantenere la quinta piazza, ma era comunque certo che non avrebbe perso troppo terreno da altri rivali. Rivedere “Pozzo” così pimpante è stato un segnale incoraggiante per lui e per i suoi tifosi. Ci aveva detto pochi giorni fa che puntava a centrare un piazzamento nei dieci e lui ha fatto meglio. La sua condizione psico-fisica è in crescita e al Tour of the Alps siamo sicuri che lo vedremo ancora protagonista.

Il nuovo Cavagna, col solito marchio di fabbrica

22.03.2023
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RICCIONE – Il colpo che ieri Remi Cavagna ha sparato quando mancavano 42 chilometri al traguardo potrebbe risultare decisivo due volte. La prima perché gli ha regalato il successo in solitaria a Riccione nella tappa inaugurale della Settimana Internazionale Coppi e Bartali. La seconda perché potrebbe permettergli di vincere la generale.

Il 27enne francese della Soudal-Quick Step guida con 36” di vantaggio sul compagno Mauro Schmid, che proprio sullo stesso traguardo aveva trionfato un anno fa e che ieri ha stoppato ogni tentativo di chiusura degli avversari vincendo la volata degli inseguitori davanti all’olandese Pluimers della Tudor. Il percorso della gara del G.S. Emilia, seppur preveda ancora salite nelle prossime frazioni, non sembra impossibile per Cavagna.

L’azione di Cavagna si è evoluta sui gpm di Montescudo. Prima riprendendo Teugels (Bingoal) poi andando via solo
L’azione di Cavagna si è evoluta sui gpm di Montescudo. Prima riprendendo Teugels (Bingoal) poi andando via solo

E’ vero che Remi in passato non si è mai cimentato molto nel curare la classifica dei piccoli giri a tappe, però l’impressione è che la forma al momento sia quella giusta. E poi sabato a Carpi, all’ultimo giorno, ci sarà ancora una possibilità di risistemare le cose qualora si fossero complicate nei giorni precedenti

Morale e fiducia

Gli abbracci che riceve Cavagna dai suoi compagni di squadra dopo il traguardo sono l’istantanea più nitida che certifica il perfetto gioco di squadra avvenuto negli ultimi 28 chilometri. Lì, sul secondo gpm di Montescudo, ultimo di giornata, il ragazzone di Clermont-Ferrand, che ha origini di Lepreno, (paesino bergamasco vicino a Serina), è rimasto solo.

«Ero venuto qua alla Coppi e Bartali – ci spiega Cavagna dietro il podio delle premiazioni, dove ha ricevuto anche la maglia della classifica a punti che verrà indossata da Schmid – per puntare alla crono finale di Carpi. Quella tappa resta un obiettivo, ma è ovvio che adesso faccia un pensierino anche alla classifica generale. Quei 18,6 chilometri contro il tempo erano importanti ed ora a maggior ragione lo saranno ancora di più».

Un momento di relax per Cavagna prima di salire sul podio e ricevere le maglie della generale e della classifica a punti
Un momento di relax per Cavagna prima di salire sul podio e ricevere le maglie della generale e della classifica a punti

«Sono molto contento della vittoria – prosegue – perché mi dà tanto morale. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho fatto un po’ di prove generali per sabato visto che gli ultimi 27 chilometri li ho fatti da solo, ben protetto dai miei compagni. Poi questo è il primo successo in Italia, dove ho parenti in una zona di Bergamo in cui i Cavagna nascono come funghi (sorride, ndr)».

Nuovo Remi

L’ultimo successo di Cavagna risale alla cronometro del Tour de Pologne nel 2021. Nel mezzo un periodo buio che ha rivisto la luce ad inizio stagione. Circa 120 chilometri di fuga sulle cote della Faun Ardèche Classic e poi altri 95 in avanscoperta nella frazione di montagna alla Parigi-Nizza.

«A fine 2021 mi ero fratturato delle vertebre – racconta Remi – e quello scorso di conseguenza è stato un anno molto difficile. Avevo sempre delle tensioni nella parte lombare. Per fortuna quel momento è dietro di me ed ora c’è un nuovo Remi. Solitamente vado forte e vinco a crono, ma qua ho vinto come mi è capitato altre volte in passato. La Dwars door Vlaanderen, la tappa alla Vuelta nel 2019 e la stessa Faun Ardèche. Tutte con fughe solitarie.

«Buttando uno sguardo al resto dell’annata – conclude Cavagna prima di concedersi ai selfie di alcune appassionate tifose – punto ai campionati nazionali sia in linea che a crono. Poi mi concentrerò sul Tour de France per qualche tappa. Naturalmente anche le prove contro il tempo di mondiali ed europei sono degli obiettivi. Ma ci penserò più avanti».

La Polonia fa bene ad Almeida: oggi si chiude a Cracovia

15.08.2021
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Ancora poche ore e a Cracovia – città di Papa Wojtyla – Joao Almeida, nato a sessanta chilometri da Fatima, chiuderà la sua settimana santa al Tour de Pologne. Salvo miracoli nella settima ed ultima tappa (adatta a velocisti) da parte di chi lo insegue nella generale.

Prima nel WorldTour

Già, perché prima della gara polacca il 23enne portoghese della Deceuninck-Quick Step ci aveva impressionato tanto agli ultimi due Giri d’Italia (15 giorni in maglia rosa nel 2020), ma mai aveva vinto una corsa WorldTour. Aveva già vinto l’anno passato con il suo team la cronosquadre della Coppi e Bartali a Gatteo e lo scorso 18 giugno aveva conquistato il campionato nazionale a crono, ma vuoi mettere fare centro in una corsa della massima serie del ciclismo internazionale? 

In questo video, Mikker Honoré, sul podio con Almeida e Cavagna, ci guida nel Polonia della Deceuninck-Quick Step

Scuola italiana

Il ragazzo di Caldas da Rainha – che nel 2017 ha corso con la Unieuro Trevigiani vincendo una tappa del Terre di Ciclismo Eroica in Toscana – in Polonia ha messo il proprio sigillo su due tappe (a Przemysl e Bukovina Resort) e col secondo posto nella crono di Katowice dietro il compagno Remi Cavagna (che gli ha dato 13” nei 19 chilometri del percorso) ha ipotecato la classifica finale. Mancano solo i 145 chilometri della Zabrze-Cracovia per ufficializzare il suo trionfo davanti a Mohoric (secondo a 20”) e Kwiatkowski  (quinto al traguardo e terzo a 27” nella generale).

Nella crono di Katowice il secondo posto dietro il compagno Cavagna ha sancito la vittoria finale. Manca il traguardo di Cracovia
Nella crono di Katowice il secondo posto dietro il compagno Cavagna ha sancito la vittoria finale. Manca il traguardo di Cracovia

Con Gianetti

Almeida, che dal 2022 passerà nel UAE Team Emirates (contratto di cinque anni), ha voluto lasciare col botto e non è finita. Poco prima di incontrarlo nella mixed zone si complimenta con Cavagna – che sorridendo gli dice che temeva che lo potesse battere – e si scambia un paio di battute tra il serio e il faceto con Mohoric (sui rulli per defaticare) che lo congeda con un simpatico epiteto in italiano.

La Deceuninck-Quick Step è stata al suo fianco in ogni momento di gara
La Deceuninck-Quick Step è stata al suo fianco in ogni momento di gara
Joao, fino a due mesi fa non avevi ancora vinto tra i professionisti. Questo è davvero un gran bel momento per te.

Sì, è stato più di un anno di lavoro, di sacrifici e non è sempre stato semplice. Sono arrivato secondo e terzo tante volte, ma ho continuato a lottare e fare di meglio. Queste vittorie sono incredibilmente belle. La generale non è ancora confermata, c’è ancora la tappa di Cracovia però sono molto felice. E’ un sogno che diventa realtà quello di vincere corse.

Vedendo la tua condizione che obiettivi hai da qui alla fine della stagione. Un Lombardia è alla tua portata?

Sì, mi piace, è proprio una bella gara. Fino ad allora farò altre corse quindi dovrei arrivarci con un buon ritmo e dovrei sentirmi bene. Cercheremo di fare il nostro meglio per il team, avremo una squadra attrezzata. L’obiettivo sarà vincere e se non avrò le gambe, aiuterò i miei compagni.

Al Polonia, Almeida ha vinto due tappe: la prima a Przemyśl e questa a Bukovina
Al Polonia, Almeida ha vinto due tappe: la prima a Przemyśl e questa a Bukovina
Fino all’anno scorso nessuno quasi ti conosceva. Hai fatto un grande Giro nel 2020, anche quest’anno, dopo essere stato d’appoggio ad Evenepoel, sei cresciuto nella terza settimana facendo classifica. Che margini di miglioramento ha Joao Almeida?

Sono professionista nel WorldTour da meno di due anni, ho migliorato me stesso lavorando molto e la mia motivazione è migliorare ancora. Dopo il Giro sono cresciuto ancora e vorrei continuare a mantenere questa condizione. Penso di poter fare ancora meglio.

Giro, Tour o Vuelta, quale preferisci?

Uno dei miei prossimi obiettivi, un giorno nella mia vita, sarebbe centrare il podio al Giro, almeno il terzo posto. Per me sarebbe un grande riconoscimento. 

Al Giro ha lavorato per Evenepoel, perdendo terreno in avvio, poi è venuto fuori nel finale
Al Giro ha lavorato per Evenepoel, perdendo terreno in avvio, poi è venuto fuori nel finale
Dall’anno prossimo vai in una squadra che ha vinto gli ultimi due Tour de France dove troverai tanti corridori importanti. Pensi di poterti ritagliare più spazio rispetto ad ora o di essere in appoggio a Pogacar?

Vado in un team dove non c’è un solo leader e ci vado per vincere delle corse. Tutti lavoriamo per gli obiettivi che ci dà la nostra squadra e sono quasi certo che sarò uno dei capitani. Sarà un onore essere compagno di Tadej e anche lavorare per lui sarebbe fantastico perché è un grande atleta.

Sicuramente questo Tour de Pologne ti ha portato bene e avrai sempre un buon ricordo. A chi dedichi queste vittorie?

Le dedico alla Deceuninck-Quick Step, che lavora sempre per me. Poi agli allenatori, ai messaggiatori, a tutti quanti mi hanno aiutato. E ovviamente anche alla mia famiglia che mi dà sempre grande supporto.

Cavagna, bergamasco in incognito alla corte di Bramati

13.08.2021
4 min
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In Francia, si sa, mettono l’accento su tutto, ma il loro attuale campione nazionale potrebbe essere tranquillamente quello italiano. Il nome tradisce le sue radici: Remi Cavagna – che il 10 agosto ha festeggiato il suo 26° compleanno – pedala forte con un pizzico di sangue del nostro Paese.

Lo abbiamo avvicinato in Polonia per capire meglio le origini e le caratteristiche dell’atleta della Deceuninck-Quick Step.

Remi come sta andando il Tour de Pologne?

Sta andando bene finora con due vittorie di Joao (Almeida, ndr) che guida anche la generale. Per me è davvero bello anche se non ho ancora vinto. Dobbiamo scegliere ogni tanto perché abbiamo lui che è leader, ma avrò una buona opportunità nella crono domattina e vedremo come andrà.

Al Polonia ha lavorato per Almeida, pensando alla crono del penultimo giorno
Al Polonia ha lavorato per Almeida, pensando alla crono del penultimo giorno
Appunto, la crono di Katowice di 19 chilometri dove tu sei uno dei favoriti. Immaginiamo sia il tuo obiettivo di questa corsa.

Sono molto motivato, mi sento forte e in buona forma. Lo mostro ogni giorno qui lavorando per il team fino ai finali di tappa. Penso che sia una delle prime volte che mi sento gambe come adesso e la crono è davvero una grande occasione su una giusta distanza. Guardavo già a questa cronometro da tempo perché ho fatto le Olimpiadi e a Tokyo non è andata bene (ha disputato sia la prova in linea, senza finirla, sia contro il tempo chiudendo al 17° posto, ndr) come invece al campionato francese. Volevo una rivincita e posso rifarmi a Katowice.

A proposito di cronometro. Quest’anno al Giro d’Italia hai fatto secondo dietro Ganna nell’ultima tappa a Milano. Senza quella caduta avresti vinto? Raccontaci quell’episodio.

No, ho fatto il mio massimo. In quella ultima curva sono arrivato molto forte, a blocco. E così a cinque metri dalla caduta stavo ancora pensando a quando arrivava la curva per girare a sinistra. E’ stato un mio errore. Mi sono alzato da terra subito perché volevo riguadagnare il tempo per vincere. Ho perso per dodici secondi che sono niente, ma Ganna ha bucato ed io sono caduto, quindi è stato uguale.

Tu hai un cognome italiano. Raccontaci le tue origini italiane, che dovrebbero essere bergamasche, e che legame hai con l’Italia.

Si, mio padre e mio nonno vengono dall’Italia, da un piccolo paese vicino a Bergamo. Non ricordo il nome, non ci sono mai stato, ma è vicino a Serina (il paesino è Lepreno, ndr). Sono stato lì attorno col Giro d’Italia, ma non conosco la famiglia. Ci sono molti Cavagna nella zona, potrei organizzare qualche giorno di allentamento lì e in quella occasione incontrarli, sarebbe fantastico. Anzi farei un giro in bici, mi fermerei per prendere un caffè e poi proverei a cercare la casa.

Vai forte a crono, hai vinto già qualche semi-classica al Nord ed una tappa alla Vuelta nel 2019. Che tipo di corridore è Remi Cavagna? Cosa vuol fare da grande?

Cerco di essere veloce e di arrivare in tempo come il mio soprannome che è TGV, ma ogni tanto anche quel treno in Francia arriva in ritardo (ride, ndr). Mi piace la salita, pedalare forte in pianura nelle cronometro ma non sono uno sprinter. Cerco di allenarmi sulle montagne perché posso diventare un corridore più completo. Un giorno mi piacerebbe vincere qualche vera classica e sarà bello scoprire una gara come il Fiandre. Potrei essere un corridore adatto a piccole gare a tappe come la Parigi-Nizza, sarebbe bello vincerla. Questi sono i miei obiettivi.

Al Romandia di quest’anno, ancora campione nazionale della crono, Cavagna ha vinto quella di Friburgo
Al Romandia di quest’anno, ancora campione nazionale della crono, Cavagna ha vinto quella di Friburgo
La gara che vorresti vincere?

I mondiali a crono sono uno dei miei principali obiettivi di fine stagione. Vincere la crono di Katowice mi darebbe tanto morale e tanta confidenza. Certo, dovrò avere la buona forma di adesso.

Per l’anno prossimo hai già rinnovato il contratto con la Deceuninck o vuoi avere più spazio in un’altra squadra.

Questa è buona domanda, ma dovrete attendere le prossime notizie (a microfoni spenti ce lo ha detto, aspettiamo e rispettiamo il comunicato ufficiale, ndr).