Contador, Ranking UCI

Ranking UCI per uomini da Grandi Giri? Contador non la vede così

27.11.2025
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SANTA CRUZ (Isole Canarie, Spagna) – Capita che in una tipica serata alle Canarie Alberto Contador riceva un premio dal Cabildo de Tenerife per quanto ha fatto nella sua carriera. Una carriera ricca di successi, molti dei quali costruiti proprio su questa isola in mezzo all’Oceano Atlantico… chiaramente sul Teide.

E’ come spesso succede, questi momenti sono ideali anche per fare delle riflessioni, seppur dribblando tifosi che chiedono un selfie o autorità che tirano Contador per la giacchetta. Quali riflessioni? Quelle sulla classifica UCI, per esempio.

Alberto Contador premiato a Tenerife per il legame con questa isola e il merito sportivo
Alberto Contador premiato a Tenerife per il legame con questa isola e il merito sportivo

Ranking ingannevole?

Dando uno sguardo alla graduatoria dei primi 10-15 posti del ranking UCI individuale, questa sembra sbilanciata nettamente a favore degli uomini da corse a tappe e da Grandi Giri. Forse anche perché un paio di anni fa fu rivista l’assegnazione dei punti. Ricorderete, per esempio, che la Lotto non venne al Giro d’Italia e racimolò, con piccole gare di un giorno in Belgio, più punti di chi era alla corsa rosa.

In realtà, secondo Contador, la questione è ben diversa. «Guardiamola bene questa classifica – dice Contador mentre la osserva – per me non è così vero che nei primi 15 ci siano uomini da corsa a tappe. Togliamo Pogacar, che vince sia le classiche che i Grandi Giri, ma per me Pidcock non è uomo da Grandi Giri, anche se è salito sul podio della Vuelta. Lo stesso Remco. E poi ci sono anche Van der Poel e Pedersen… che non sono certo uomini di classifica».

In effetti la nostra supposizione nasceva proprio dalla presenza, in questa graduatoria, dei soli due “bestioni” puri da classiche: gente che vince parecchio, come Mathieu Van der Poel, e gente che vince un po’ meno ma è molto presente come Mads Pedersen. E’ logico dunque pensare che questa classifica sia appannaggio degli uomini da corse a tappe.

ATLETAPUNTI
1 – Tadej Pogacar11.680
2 – Jonas Vingegaard5.944,14
3 – Isaac Del Toro5.664
4 – Mads Pedersen5.074,45
5 – Joao Almeida4.331,07
6 – Remco Evenepoel4.118
7 – Thomas Pidcock3.904,38
8 – Mathieu Van der Poel3.838
9 – Oscar Onley2.910
10 – Wout Van Aert 2.908
11 – Arnaud De Lie2.781
12 – Giulio Ciccone2.752,88
13 – Ben Healy2.742
14 – Juan Ayuso2.602,5
15 – Florian Lipowitz2.552
La classifica UCI individuale al 25/11/2025 (fonte UCI)

Il “caso” Almeida

«Per me – continua Contador – un vero uomo da corse a tappe è Joao Almeida, magari anche Vingegaard. Joao fa praticamente solo gare a tappe: quelle di una settimana e i Grandi Giri. Con lui andrebbe fatto il paragone. Joao però certe corse le vince. Se ben ricordo ha vinto il Tour de Suisse e raccoglie molti punti. E infatti si trova tra Pedersen e Van der Poel in classifica».

Tolto Pogacar, che è un’eccezione e ha praticamente il doppio dei punti del secondo, cioè Vingegaard, il discorso del madrileno torna.

Van der Poel tutto sommato ha corso poco: in totale ha messo insieme appena 41 giorni di gara (15 dei quali al Tour de France), però ha vinto molto, specie nella prima parte di stagione, quando tra le altre cose ha conquistato la Milano-Sanremo, la Roubaix e poi tappa e maglia gialla al Tour, racimolando punti pesanti.

Pedersen, dal canto suo, ha vinto un po’ meno, ma è stato super presente: 74 giorni di gara, due Grandi Giri. Solo nella corsa rosa Mads, fra tappe e maglia ciclamino, si è portato via oltre 1.000 punti. E qui nasce un’altra questione: Pedersen non è uomo da classifica, ma i suoi punti li ha fatti nei Grandi Giri. La situazione, insomma, è ben più intricata.

«Ma potrei dire anche di Del Toro – riprende Contador – Isaac è vero che è salito sul podio del Giro, ma nemmeno lui possiamo considerarlo un corridore esclusivamente da Grandi Giri. Quante classiche italiane ha vinto solo nel finale di stagione? E quanti punti vi ha raccolto? Sono dure, vero… ma sono sempre corse di un giorno.

«Bisogna fare un’altra considerazione: se uno sta molto bene, è capace in un mese di portare a casa tantissimi punti pur non essendo uomo da Grandi Giri. Se poi quel mese coincide con grandi classiche Monumento, che pagano tantissimo, ecco che si ritrova in alto in classifica».

Valverde “alla Pogacar”: primeggiava nella classifica UCI grazie al suo rendimento di altissimo livello sia nei Grandi Giri che nelle classiche
Valverde “alla Pogacar”: primeggiava nella classifica UCI grazie al suo rendimento di altissimo livello sia nei Grandi Giri che nelle classiche

Prima di Pogacar…

«Due classiche importanti pagano quasi come un buon piazzamento in un Grande Giro e certamente più di una corsa a tappe di una settimana. Quindi per me il vero uomo da corse a tappe in classifica è Almeida».

Gli facciamo notare che una volta a vincere era Alejandro Valverde. «Ma Alejandro – ribatte Contador – vinceva le classiche e si piazzava bene nei Grandi Giri. Io ho vinto questa classifica, se ben ricordo, solo nel 2009, ma vinsi praticamente tutto il Tour de France compreso. Nel 2008 invece, quando conquistai sia il Giro che la Vuelta, non ci riuscii», come a ribadire ancora una volta che non è così vero che davanti ci siano solo specialisti dei Grandi Giri.

Alberto continua a sbirciare la classifica e i nomi. Sottovoce nomina Onley, Ciccone… e continua a ripetere che secondo lui non sono uomini solo da Grandi Giri. Poi sale sul palco e va a prendersi l’applauso di Tenerife.

Vinokourov, XDS Astana

Vinokourov mette la firma sul capolavoro XDS-Astana

23.11.2025
6 min
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Sedici­mila­settecento­sedici punti: tanti ne ha raccolti la XDS-Astana nel corso del 2025. Una quota che le ha consentito di concludere l’anno come quarta squadra in assoluto. Un traguardo importante, forse inaspettato, di sicuro cercato. Corazzate come Soudal–Quick-Step e Ineos Grenadiers le sono arrivate dietro. E la permanenza nel WorldTour, che solo un anno fa sembrava una chimera, si è trasformata in realtà. Un capolavoro di tutti come tende a sottolineare la foto di apertura.

La stagione 2025 si è rivelata una delle più riuscite nella storia della squadra, tolti i periodi in cui conquistava i Grandi Giri con atleti di un calibro enorme (Contador e Nibali giusto per citarne due): 32 vittorie, 72 podi e appunto quarto posto nel World Team Ranking 2025, il suo miglior risultato dell’ultimo decennio. Un aspetto interessante è che in questa analisi di dati la maggior parte dei punti è stata ottenuta nelle gare WorldTour (45 per cento), seguite dagli eventi ProSeries (29 per cento).

Alexandre Vinokourov (classe 1973) è il team manager della XDS-Astana
Alexandre Vinokourov (classe 1973) è il team manager della XDS-Astana

Dal Kazakistan: Vinokourov

Giusto qualche settimana fa, poco dopo il Tour di Guangxi, che segnava appunto il termine del calendario WT, Alexandr Vinokourov, general manager della XDS Astana finalmente si lasciava andare dopo tante tensioni. E si complimentava con la sua squadra.

«La stagione 2025 è stata davvero speciale per noi, poiché ha segnato il 20° anniversario del progetto Astana, fondato nel 2006. Abbiamo iniziato l’anno da outsider: eravamo fuori dalla zona di licenza WorldTour. Per assicurarci un posto nella massima divisione per i prossimi tre anni, dovevamo compiere qualcosa di simile a un miracolo e, sinceramente, non molti credevano che ce l’avremmo fatta. Devo sottolineare che tutti i nostri sponsor e partner hanno creduto in noi al 100 per cento. Vorrei esprimere la mia più profonda gratitudine al nostro partner principale Samruk-Kazyna e alla Sports Support Foundation SportQory per la fiducia riposta nella squadra e nel suo successo, per averci dato l’opportunità di crescere e svilupparci nelle condizioni esigenti dello sport professionistico d’élite».

Noi abbiamo raggiunto Vinokourov e gli abbiamo chiesto altro. Da segnalare che proprio Vinokourov era tornato in Kazakistan, la sua patria per celebrare questo successo e andare avanti con garanzie sul futuro.

Maurizio Mazzoleni e gli altri tecnici hanno studiato bene il piano di battaglia per raggiungere l’obiettivo WT
Maurizio Mazzoleni e gli altri tecnici hanno studiato bene il piano di battaglia per raggiungere l’obiettivo WT
Insomma, Alex, la partenership con il main sponsor XDS è iniziata nel migliore dei modi?

XDS, che si è unita al nostro progetto in un momento molto delicato, fornendo al team non solo bici incredibilmente veloci e di alta qualità, ma anche un sostegno enorme. Un ringraziamento speciale a Freedom Broker per il supporto al progetto. E, naturalmente, la mia gratitudine va a tutti i nostri sponsor e partner: il successo di quest’anno e’ un successo condiviso.

Una grande stagione per XDS-Astana. Cosa ci racconti? Quali sentimenti provi?

Il sentimento è pazzesco, ovviamente. Siamo rimasti nel WorldTour. Siamo sopravvissuti, si può dire… E forse anche più che sopravvissuti. Avevamo un obiettivo: restare nel WorldTour e ce l’abbiamo fatta. E’ stata una nuova esperienza per noi. Quindi, incredibile.

Quando hai capito davvero che le cose stavano andando per il verso giusto?

Probabilmente subito, non appena sono arrivate le vittorie. Era così importante iniziare bene la stagione. Ci siamo fissati gli obiettivi, abbiamo calcolato le corse. Morgan, il nostro “ingegnere-tecnico”, ha fatto bene i calcoli… Chiaramente li ha fatti insieme ai nostri allenatori: il capo allenatore, Maurizio Mazzoleni, Vasilis Anastopoulos. Loro hanno selezionato le gare giuste. E l’obiettivo era, ovviamente, guadagnare punti. A volte anche più che inseguire vittorie. Sapevamo di aver bisogno di punti, e abbiamo lottato per ogni singolo punto. Quindi, già a marzo, abbiamo visto che eravamo sulla strada giusta, quando avevamo già guadagnato un margine di 2.000–3.000 punti sull’ultima squadra, la Cofidis.

L’arrivo in squadra di un atleta come Ulissi (in maglia rosa) è stato un grande impulso sotto ogni punto di vista
L’arrivo in squadra di un atleta come Ulissi (in maglia rosa) è stato un grande impulso sotto ogni punto di vista
Ci sono stati aspetti negativi in questo “viaggio-sfida”? Qualcuno da cui ti aspettavi di più?

Direi di no. Sergio Higuita ha avuto un po’ di sfortuna. È caduto all’inizio della stagione, in un periodo in cui contavamo su di lui forse più del solito. E anche Alberto Bettiol, sempre all’inizio dell’anno ha avuto qualche difficoltà, ma ha ritrovato la forma più avanti e ha dimostrato di essere un campione. E gli altri ragazzi hanno dimostrato quello che erano capaci di fare. Quindi, sono grato a tutta la squadra, a tutti i corridori e, naturalmente, allo staff.

Chi ti ha colpito in modo particolare?

Probabilmente su tutti, Christian Scaroni, che ci ha sorpresi e ha fatto un grande salto in avanti. Ha iniziato a credere in se stesso. Questo gli ha dato ancora più fiducia. Ha dimostrato in ogni gara che poteva lottare per le posizioni di vertice e vincere. Quindi, probabilmente Scaroni, se devo sceglierne uno. Sapevamo di cosa erano capaci gli altri. Aaron Gate è stata una piacevole sorpresa. I giovani si sono sviluppati bene. Per le prossime due stagioni, penso che sarà più facile. Contiamo molto sui nostri ragazzi.

Appunto, guardiamo avanti: ora come si ricomincia? L’obiettivo rimarrà sempre quello di fare punti o magari tornerete a correre in modo “tradizionale”, inseguendo vittorie?

Certo, vogliamo vittorie. Quest’anno nonostante tutto ne abbiamo ottenute 32. Penso che sia un risultato molto rispettabile, soprattutto rispetto agli anni passati. Non eravamo così performanti dal 2019, probabilmente. Quindi, finire tra le prime quattro del ranking è meraviglioso, non avrei potuto immaginare di meglio. Perciò, l’obiettivo è rimanere lì, nella top 10. Combattere per le vittorie quando ce n’è l’occasione. Gli obiettivi non cambiano.

Christian Scaroni è stata la news più bella per Vinokourov: 4 vittorie tra cui una tappa al Giro d’Italia
Christian Scaroni è stata la news più bella per Vinokourov: 4 vittorie tra cui una tappa al Giro d’Italia
Sei di ritorno non solo dal Kazakistan ma anche dal primo breve ritiro a Montecatini: cosa hai detto ai corridori del 2025? E cosa dirai per il 2026?

Siamo stati a Montecatini. Non ci tornavamo da un po’, quindi penso sia una bella tradizione.
Cosa ho detto ai corridori: «Grazie, ragazzi. Avete creduto in voi stessi. Abbiamo fissato un obiettivo e lo avete raggiunto». Quindi, grazie a tutti, ad ogni singolo atleta che ha lottato per ogni punto. E anche un grande grazie allo staff: hanno coperto tantissime corse. Tutti hanno messo impegno, quindi rispetto totale per tutti loro. In tre anni abbiamo fatto quasi 17 mila punti. Abbiamo battuto grandi squadre con budget il doppio del nostro. Come ho già detto, abbiamo dimostrato che ce la possiamo fare. E adesso sappiamo cosa possiamo fare. Sono orgoglioso di tutti loro.

E per il 2026?

Cosa gli ho detto? Come al solito, Astana forever!

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti

Ancora ranking UCI. Brividi sulla schiena, ma la VF Group si salva

22.10.2025
5 min
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Come abbiamo fatto poco fa con la Solution Tech-Vini Fantini, adesso andiamo a casa dei vincitori di questa sfida per il trentesimo posto nel ranking UCI. La VF Group-Bardiani alla fine l’ha spuntata, ma anche per loro non è stato facile.

Ne abbiamo parlato con il manager e direttore sportivo Roberto Reverberi. Quei 235 punti di vantaggio consentono alla squadra italiana più longeva, forse la più storica in assoluto nel professionismo, di poter sperare ancora in un invito al Giro d’Italia. In teoria anche per Vuelta e Tour ma è chiaro che il pensiero principale va alla corsa rosa. E questo vuol dire molto in termini di futuro, di progettazione. Magari non di vita, perché molti sponsor già c’erano, ma così tutto cambia… in positivo.

Roberto Reverberi (classe 1964) è manager e diesse della VF Group-Bardiani
Roberto Reverberi (classe 1964) è manager e diesse della VF Group-Bardiani
Insomma, Roberto, è stata dura ma ce l’avete fatta a portare a casa questo benedetto trentesimo posto…

Sì. Noi avevamo programmato un calendario abbastanza intenso proprio per questo motivo: per fare punti. Poi, per una cosa o per l’altra, durante la stagione sono successe situazioni che ci hanno complicato la vita.

Tipo?

Infortuni, soprattutto dei corridori che ritenevamo più utili per raggiungere questo obiettivo. Alla fine ci siamo trovati un po’ con l’acqua alla gola per queste mancanze. Meno male che abbiamo avuto i ragazzi più giovani che si sono impegnati fino alla fine e hanno raccolto parecchio. E alla fine tutto è andato per il verso giusto per riuscire a raggiungere il traguardo.

Tempo fa ci avevi detto che li avevi visti ben motivati e consapevoli riguardo a questa corsa ai punti. E’ stato sempre così o verso fine stagione avete cambiato atteggiamento e magari avete cercato il risultato?

No, lo spirito e la tattica sono sempre rimasti quelli. Purtroppo con questo sistema di punteggi, che ritengo ingiusto, sei obbligato a correre in modo anche strano. Se andate a vedere lo sprint del Giro del Veneto, noterete cinque dei miei corridori tutti appaiati a fare la volata. In quel modo abbiamo fatto quei 55 punti che ci hanno dato la tranquillità definitiva. Però non è il modo di correre. E questa foto l’ho mandata anche all’UCI, chiedendogli: «Vi sembra normale che una squadra debba correre in questo modo?».

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
La foto incriminata da Reverberi al Giro del Veneto. Sulla sinistra si notano 5 caschi color verde acqua della VF Group fare la volata appaiati
VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
La foto incriminata da Reverberi al Giro del Veneto. Sulla sinistra si notano 5 caschi color verde acqua della VF Group fare la volata appaiati
Oltretutto la 32ª squadra in classifica ha mille punti in meno…

Esatto, ci siamo scannati per un posto. Anche se dovessero sparire delle squadre o ci fossero fusioni in corso, la regola era chiara: dovevi essere nelle prime trenta a fine stagione. Tutto ciò che succedeva dopo non contava. E’ stata una guerra fino alla fine, meno male che ce la siamo cavata.

Anche per voi poi il calendario è stato fittissimo. Avete corso in Asia sì, ma soprattutto in Europa…

Abbiamo corso anche in Cina e in Malesia, ma non è questo il modo giusto di fare ciclismo. Dovrebbe intervenire anche l’associazione dei corridori, perché alcuni atleti hanno superato gli 80 giorni di gara. E parlo di ragazzi giovani. Non è giusto costringerli a correre in tutte le parti del mondo solo per fare punti. E’ stressante, sia a livello fisico che psicologico.

E questo crea un gap ancora più grande con le squadre WorldTour…

Esatto. Loro si allenano e si preparano con calma, noi invece dobbiamo essere sempre in tiro, sempre a correre. Arriviamo alle gare al 90-95 per cento, per dire, e mai al 100 per cento. E nel ciclismo di oggi se non sei al massimo, diventa durissima.

E tatticamente come avete interpretato le gare?

Avete notato che abbiamo corso le ultime gare anche in Italia senza mai mandare nessuno in fuga? Questo per preservare i ragazzi e cercare di fare punti. Anche 10 punti possono fare la differenza. Un anno abbiamo perso la Coppa Italia per un solo punto. E quel successo dava la wildcard per il Giro. Perciò abbiamo dovuto calcolare tutto. Meglio metterne un paio nei primi 15 che sprecare energie per andare in fuga.

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Alla fine, come diceva Reverberi, è stato uno spalla a spalla fra VF Group e Solution Tech (a tratti è stata coinvolta anche la Polti)
VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Alla fine, come diceva Reverberi, è stato uno spalla a spalla fra VF Group e Solution Tech (a tratti è stata coinvolta anche la Polti)
I vostri rivali indirettamente sono diventati i Solution Tech, lo hanno puntato forte sul calendario asiatico…

Ognuno se la gioca come crede, su quello nulla da dire. Pensate che loro, dopo aver visto il divario di 200 punti a fine stagione (dopo il Giro del Veneto sostanzialmente) non sono più andati a correre in Serbia, perché non sarebbero comunque riusciti a rimontare. Ma è logico tutto ciò? Non voglio dare colpe a loro, ma il sistema è questo. E costringe le squadre a sacrificare i corridori migliori non nelle corse importanti, ma in quelle minori solo per fare punti. Per me non è normale.

Decisamente no. In tanti tecnici lo dite. Cosa fare allora?

Io l’ho fatto notare a chi di dovere e mi hanno risposto che bisogna fare squadre più forti. Ma come? Ci sono team WorldTour che spendono 30 milioni e vincono quattro corse all’anno. Lo dicessero a loro. Noi non abbiamo quei budget. Ma il problema c’è anche per loro, perché più in alto ancora ci sono quelle quattro o cinque squadre che prendono tutto e tutti.

C’è stato un momento in cui avete avuto davvero paura di restare fuori?

Sì. Abbiamo lasciato per strada diversi punti, penso a quelli del Giro, più che altro per sfortuna. Proprio al Giro siamo rimasti presto con sei corridori. Poi ci sono stati gli infortuni di cui dicevo. E così, a un mese dalla fine, la Solution Tech era praticamente a ridosso. Anzi, per una settimana ci aveva anche superato. Non eravamo in una bella situazione, ma confidavamo nelle ultime gare. Fortunatamente abbiamo tenuto duro e la motivazione di tutti, soprattutto dei ragazzi, ci ha permesso di creare quel gap decisivo.

Ranking UCI: Solution Tech colpaccio sfiorato. Parla Zamparella

22.10.2025
6 min
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Hanno lottato contro tutto e contro tutti. Contro i pregiudizi e contro quella che sembrava una sfida proibitiva. Alla fine, però, è stato qualcosa di quasi realizzabile. Il Team Solution Tech – Vini Fantini ha sfiorato fino all’ultimo l’obiettivo di entrare tra le prime 30 squadre al mondo del ranking UCI. Trentesimo posto che, ricordiamo, dà la possibilità di accedere ai Grandi Giri tramite wild card.

A precederla è stata la VF Group-Bardiani, appunto trentesima. E’ stata una lunga sfida, giocata sul filo dei punti. Un continuo botta e risposta. Ovviamente non con la squadra di Reverberi in sé e per sé, ma con “l’asticella del 30° posto”. A raccontarci di questa lunga lotta è Marco Zamparella, direttore sportivo della squadra toscana, che ci ha messo davvero tanto del suo…

Marco Zamparella è il giovane direttore sportivo della Solution Tech. Insieme a Parsani hanno gestito al meglio la squadra e per poco non hanno centrato l’obiettivo
Marco Zamparella è il giovane direttore sportivo della Solution Tech. Insieme a Parsani hanno gestito al meglio la squadra e per poco non hanno centrato l’obiettivo
Marco, dicevamo: una sfida che sembrava impossibile e invece alla fine non ci siete riusciti per pochissimo…

Eh già, appena 253 punti. Una sfida contro squadre molto più blasonate o più corazzate. Posso dire che è un boccone agrodolce. Il rimpianto di non esserci riusciti per poco c’è, però c’è anche la soddisfazione, come suggerivate, che rispetto a squadre più strutturate siamo riusciti a dar loro filo da torcere. Quindi dai, abbiamo perso la sfida ma ne usciamo comunque a testa alta.

E ve la siete pure studiata bene perché avete corso tantissimo in quelle gare dove potevate fare punti, tanta Asia…

Esatto, abbiamo cercato lidi che ci consentissero di raccogliere qualcosa.

Però siete stati bravi, perché in tanti dicono: “Andiamo a correre in Asia”. Ma poi i punti li devi fare. Non è che se vai a fare quelle gare automaticamente li prendi…

Assolutamente, anche perché cambiano le dinamiche di corsa rispetto magari a una categoria .Pro o una 1.1, dove spesso i punti li fai anche difendendo il piazzamento. Fare punti in corse 1.2 è molto più difficile se vuoi raggiungere una quantità importante. Non è semplice arrivare e fare gol, avere il vincente che ti finalizza la corsa. Credetemi, non è affatto scontato. Fai un terzo posto, quindi sei vicino alla vittoria, e non porti a casa praticamente niente. Superare i 2.000 punti come abbiamo fatto noi, in quel tipo di gare, se non hai corridori che sanno vincere non è affatto facile.

La Solution Tech si è mostrata compatta e affiatata durante il corso dell’anno
La Solution Tech si è mostrata compatta e affiatata durante il corso dell’anno
Come avete organizzato il vostro lavoro?

Ammetto che non è stato semplice, perché a me come a tutti nel professionismo piace vincere. Negli anni passati sono stato uno di quei direttori sportivi che, se c’era da riprendere un corridore o sgridarlo dopo l’arrivo perché non aveva tirato una volata o non aveva aiutato a vincere, lo facevo. Ho sempre lottato per la vittoria, perché fondamentalmente siamo professionisti e si corre per quello. Ma l’anno scorso, e ancora di più quest’anno, ho dovuto invertire la rotta: nelle riunioni, nelle telefonate, nelle conversazioni durante la settimana.

E in cosa consisteva questo cambio di rotta?

Per squadre che puntano a questo obiettivo diventa più importante piazzare due o tre corridori nei primi 15 o 20, in base alla categoria di corsa, piuttosto che vincere la gara stessa senza fare volume. E questo va un po’ a scapito dello spettacolo e del DNA della gara: però è così. Al momento bisogna correre in relazione a ciò che il regolamento prevede.

Rajovic, Tsarenko ma anche Quartucci (in foto), Stewart, Gonzalez e Samudio: la Solution Tech ha vinto 23 corse con 6 atleti diversi
Rajovic, Tsarenko ma anche Quartucci (in foto), Stewart, Gonzalez e Samudio: la Solution Tech ha vinto 23 corse con 6 atleti diversi
Ti aspettavi alcuni corridori, uno su tutti Tsarenko, così forti?

Tsarenko aveva già dimostrato buone qualità lo scorso anno, perché avevo corso parte del calendario con lui e si era visto che aveva un buon motore. La vittoria al Tour of Hainan (gara .Pro) gli ha dato più sicurezza in se stesso e più consapevolezza dei suoi mezzi. A mio avviso è quello che lo ha differenziato rispetto all’anno scorso. E poi conta anche il “saper provare a vincere”. Mi spiego: lui è un attaccante, e spesso i risultati migliori li ha ottenuti arrivando in fuga, ma questo lo portava quasi ad accontentarsi del piazzamento. Magari collaborava più del dovuto e sprecava tanto. Invece da metà stagione in poi ha mantenuto il suo spirito garibaldino, sempre all’attacco, ma con un pizzico di malizia in più nel gestire le fughe e gli sforzi.

Invece cosa hai detto alla squadra durante l’anno? Ci avete creduto veramente in qualche momento?

Diciamo che il ruolo del direttore sportivo è anche quello di filtrare parte dell’attenzione che arriva dalla dirigenza, e serviva farlo anche nei confronti dei ragazzi. Da parte mia l’atteggiamento non è cambiato: sono stato corridore anch’io, non ho smesso tanti anni fa. E credo che sia giusto avere motivazione e obiettivi forti per raggiungere risultati, ma bisogna anche correre con tranquillità. Sentivo che il discorso dei punti era già molto presente tra i ragazzi, quindi da parte mia cercavo più di smorzare la tensione che di aggiungerla.

Valerio Conti si è sciroppato una trasferta in Giappone per fare una gara di un giorno e tornare in Italia: una strategia curata fino alla fine
Valerio Conti si è sciroppato una trasferta in Giappone per fare una gara di un giorno e tornare in Italia: una strategia curata fino alla fine
Chiaro, vedi che già loro ne parlano, inutile insistere…

Esattamente, anche perché parte della nostra formazione era composta da ragazzi esperti, con diversi anni di professionismo. Questi sapevano già che la lotta ai punti nell’ultimo bimestre sarebbe stata fondamentale.

Quanto è importante essere in questi primi trenta posti della classifica UCI? E’ davvero così vitale questo potenziale invito per i Grandi Giri?

Vitale per il team spero proprio di no. Lo dico a malincuore: essendo italiani, per noi il Giro d’Italia è tutto. Siamo conosciuti per questo mito, e lo è soprattutto per gli sponsor italiani. Però mi auguro che ci siano sempre le basi per continuare nelle migliori condizioni possibili, perché comunque la visibilità di un team da gennaio a novembre è pazzesca. Quindi, come ripeto, il Giro d’Italia per noi è tutto o quasi, ma ci sono anche tante altre gare. E in alcune di queste, anche WorldTour, siamo riusciti a ben figurare. Ripeto: spero che lo stare fuori dal Giro non sia vitale.

Qualche giorno fa c’è stata l’ultima corsa: che discorso hai fatto ai tuoi ragazzi?

In realtà nelle ultime gare non ero presente come direttore sportivo. La mia ultima trasferta è stata al CRO Race – Giro di Croazia, fatta con gran parte di corridori giovani e specialisti, quindi non ci aspettavamo grandi risultati. Purtroppo al Langkawi e al Taihu Lake abbiamo avuto la perdita anzitempo di Rayovic e questo ci ha influenzato non poco nella lotta per i punti.

Lotta per il 30° posto. La strategia della VF Group-Bardiani

11.09.2025
5 min
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I 60 punti di Alessandro Pinarello con il quarto posto di ieri al Giro della Toscana sono stati una vera manna per la VF Group-Bardiani. La squadra dei Reverberi, impensabilmente ad inizio anno, si ritrova impantanata in piena “zona retrocessione”. Come avrete capito, stiamo parlando della lotta acerrima per la permanenza nelle top 30 squadre del ranking UCI (qui la classifica aggiornata al 9 settembre), quelle trenta che avranno poi l’opportunità di essere invitate ai Grandi Giri ed altre corse di prestigio.

E la sfida è quasi tutta italiana: al 28° posto c’è la Polti-VisitMalta, al 29° la spagnola Burgos-Burpellets, al 30° la Solution Tech-Vini Fantini e al 31° la VF Group-Bardiani. La squadra di Ivan Basso e Alberto Contador ha preso un piccolo margine che sembra, per ora, metterla al sicuro. Mentre dietro il team di Serge Parsani risale forte, complice anche un calendario che per gran parte è stato disputato in Asia e in Sud America: una strategia che sin qui sta pagando. Ma con il calendario italiano le cose potrebbero cambiare.

Di questa situazione abbiamo parlato direttamente con Roberto Reverberi, tecnico della VF Group-Bardiani, che si trova in questo pericoloso “sandwich”.

In ammiraglia Roberto Reverberi, team manager e tecnico, della VF Group-Bardiani
In ammiraglia Roberto Reverberi, team manager e tecnico, della VF Group-Bardiani
Roberto, partiamo da quanto accaduto ieri a Pontedera. Il quarto posto di Alessandro Pinarello è stata una bella boccata d’ossigeno, giusto?

Sì, parecchio. Pinarello è stato bravo e bisogna considerare che di fatto lui è ripartito quasi da zero. Si trattava praticamente del ritorno in gara dopo la frattura della mano al Giro d’Italia. Lo avevamo portato al Giro del Friuli, dove aveva faticato un po’, ma già ieri in salita si è mostrato a un buon livello. E’ rimasto coi migliori, magari è anche più fresco. Questo significa che la serietà paga. E anche se ha firmato per un altro team ha spinto forte.

Il dogma chiaramente è fare punti…

Ho chiesto a tutti di tenere duro. A fine stagione non è facile per i ragazzi, qualcuno tende a mollare. E invece ho visto corridori tenaci. Evidentemente hanno capito che il rischio di uscire dai trenta è reale. Magli, Conforti, Covili e altri per esempio stanno bene, e magari perché no riprendere chi ci precede. Poi è anche vero che questa classifica UCI ti porta a correre per i punti: è una guerra di posizioni e piazzamenti.

La Solution Tech-Vini Fantini ha raccolto gran parte dei suoi punti nelle corse extra Europa, dove il livello è inferiore ma la resa è identica (una gara di categoria 1.Pro vale tanto in Africa quanto in Europa). Come mai voi non avete adottato questa strategia?

Perché abbiamo fatto altre scelte. Come quasi tutti, anche squadre WorldTour, abbiamo pensato soprattutto a fare corse di un giorno, che sono quelle che pagano di più in termini di punti rispetto alle corse a tappe. Siamo realisti: basta che ci sia una crono e siamo tagliati fuori in partenza per la generale. Il che significa tenere duro 5-6 giorni sperando in un piazzamento e contestualmente le singole tappe valgono meno. Per fare un esempio, ieri Pinarello ha preso quasi gli stessi punti che dà sempre un quarto posto nella classifica generale al Coppi e Bartali. Con la differenza che lì sei in ballo per giorni e soprattutto ci devi riuscire.

Il team spera anche nel ritorno in forma di Marcellusi. «La grinta e le qualità non gli mancano», ha detto Reverberi
Il team spera anche nel ritorno in forma di Marcellusi. «La grinta e le qualità non gli mancano», ha detto Reverberi
Quindi perché meno estero?

I programmi si fanno a inizio stagione e noi eravamo messi bene con le corse in Europa e in Italia, che danno anche un’altra visibilità. L’idea di andare ripetutamente in Cina o in Giappone non l’abbiamo presa in considerazione anche perché dovevamo fare il Giro d’Italia e la Tirreno-Adriatico, corse importanti e dispendiose.

Corse che in effetti la Solutiontech non aveva…

E noi non abbiamo un organico così ampio per poter correre su tanti fronti. Le cose stavano andando bene, ma abbiamo avuto diverse sfortune. Penso, per esempio, all’intoppo che ha avuto Filippo Fiorelli nella prima tappa del Giro: gli è caduto davanti Landa e lui è finito dietro. Uno come Filippo avrebbe potuto fare un quarto-quinto posto e già lì, che siamo nel WorldTour, sono 100 punti. E così altre volte.

Però in vista di questo finale di stagione andrete anche in Malesia?

Sì, è un nostro appuntamento classico ed è una corsa 2.Pro, quindi che rende bene, e che vede al via anche squadre WorldTour. Da lì faremo anche il Taihu Lake in Cina sempre 2.Pro, che è una corsa a tappe per velocisti e non prevede crono. Ne porteremo tre, tra cui Enrico Zanoncello, e speriamo di raccogliere qualcosa. Non solo: correremo anche qui da noi la Milano-Rapallo.

Per la VF Group-Bardiani sin qui 4 vittorie: la più importante il Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria (1.1) con Luca Colnaghi
Per la VF Group-Bardiani sin qui 4 vittorie: la più importante il Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria (1.1) con Luca Colnaghi
Ma non è solo per under 23?

No, è una gara 1.2, non 1.2U (cioè under 23, ndr) e ci andremo con il nostro gruppo giovani e qualche elite. Si deve lottare ovunque. Anche perché, e ne ho parlato con chi di dovere all’UCI, anche se come sembra ci saranno fusioni e squadre che chiudono, resta il riferimento delle top 30 di quest’anno.

A proposito di giovani e organico, non vi ha tolto qualche rotazione in fatto di calendario e doppia attività?

Gran parte dei nostri punti viene dai giovani. Più o meno 500 se ben ricordo. Penso a Turconi e Scalco, ma certo ci devi investire e lo abbiamo fatto. Anche loro hanno capito che devono darci dentro, perché alla fine se si va o no al Giro d’Italia dipende anche da loro.

Anche loro dunque dovranno correre con l’obiettivo dei punti più ancora che della vittoria?

Sì, anche loro avranno questa linea. E ho visto che l’hanno capita bene. E’ giusto e mi fa piacere che sentano questa responsabilità. Andare o no al Giro d’Italia in chiave futura è importante. Ripeto, la nostra strategia è lottare su ogni fronte e mi sembra che i ragazzi siano ben mentalizzati in proposito. C’è voglia di fare e le occasioni per fare punti non mancano.

Dura autocritica di Basso: per avere punti, bisogna farli

19.06.2025
6 min
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Un messaggio di poche parole, come sono spesso quelli di Ivan Basso. L’editoriale di lunedì lo ha colpito: il tema dei punti sta a cuore, ma leggendone le parole, il suo approccio sembra diverso. La promessa di risentirci l’indomani nel pomeriggio e il discorso che entra subito nel vivo.

Il Team Polti-VisitMalta ha una grande immagine e grandi idee alle spalle, ma non si può dire che nelle ultime uscite abbia brillato. Quando dici qualcosa del genere a un team manager, è molto probabile che si metta sulla difensiva, ma l’atteggiamento di Ivan è coerente con quello di un professionista che ha sempre preteso da sé il massimo. I corridori ci sono: Pellizzari e Piganzoli (in apertura) sono il prodotto delle professional italiane. Ma se qualcuno nella tua squadra si accontenta di meno, il coperchio salta.

Basso e Contador: la loro squadra è al di sotto del loro standard da atleti. La vera differenza la fanno il budget e le motivazioni
Basso e Contador: la loro squadra è al di sotto del loro standard da atleti. La vera differenza la fanno il budget e le motivazioni
Sei preoccupato per il vostro piazzamento in classifica?

E’ una situazione che già conosciamo. Uno dei problemi è che dobbiamo pensare a fare i punti nelle gare che contano. Se tu fai punti nelle gare che contano, non hai il problema di doverli cercare nelle piccole corse. Il sistema mi piace? Questo è un altro discorso, ma per affrontarlo bisognerebbe radunare tutte le parti attorno a un tavolo e discutere in modo approfondito dei pro e dei contro. Ad ora le regole sono queste e vanno rispettate. Quindi il focus non è sui punti, ma sulla necessità di farli.

Leggiamo autocritica nelle tue parole?

Se fossimo andati a punti nelle gare dove dovevamo, non avremmo problemi. Ognuno ha la sua filosofia e degli obiettivi da raggiungere. Per me gli obiettivi sono i risultati, ma anche la visibilità: non c’è solo l’aspetto sportivo, la squadra è un’azienda che produce. Ai miei sponsor devo creare eventi e hospitality. Li invito a determinate gare, quindi il Team Polti-VisitMalta non è una squadra ciclistica e basta, ma una piattaforma dove gli sponsor generano profitto e ingaggio di nuovi clienti. Quindi non è solo importante vincere, perdere o quanto arrivi in classifica.

Che però serve per essere presenti alle gare in cui il discorso precedente può essere fatto, no?

Ovvio che è una squadra ciclistica e deve generare risultati sportivi, però genera anche un diverso modo di fare affari. Se io invito otto clienti importanti di un mio sponsor, diciamo otto dirigenti, il risultato della corsa è sì influente, ma è una parte del discorso. Perché vedono come lavoriamo all’interno della squadra, vedono i ragazzi, parlano con i ragazzi. Vedono la tensione pre-gara, la delusione post gara, la fatica, il sacrificio. Vedono Maestri che piange al traguardo perché ha fatto secondo per l’ennesima volta, quindi è molto di più. Mi sto allargando un po’ per dire che per me il discorso dei punti è importante, ma è una conseguenza.

Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Una conseguenza di cosa?

Una delle priorità del 2025 è arrivare nelle prime 30 squadre, però noi abbiamo ben chiara la proiezione di crescita per arrivarci. Abbiamo ben chiaro che esiste il mercato estivo anche per le squadre ciclistiche come quelle di calcio. E se ad agosto avremo indicatori particolari, cercheremo di fare una campagna acquisti adeguata.

Quindi la soluzione non è andare a fare punti nelle piccole corse?

Noi vogliamo fare punti alla Route d’Occitaine, che è cominciata ieri. All’Andorra MoraBanc Classica di domenica. Alla Copenhagen Sprint nel WorldTour. Rispetto le corse di ogni categoria, anche perché le ho fatte anche io e sono consapevole che senza di loro non saremmo qui. Tuttavia il mio obiettivo è fare punti nelle gare di una categoria superiore. Il problema è che i miei corridori devono fare i punti nelle gare che mettiamo nel calendario.

Questa è la nota dolente?

Non li abbiamo fatti e per questo sono arrabbiato nero. Devo fare un mea culpa generale, in questo momento devo guardare a me. E il problema è che la mia squadra non ha fatto punti in alcune gare dove aveva il dovere di farne.

Sul palco del Trofeo Laigueglia con il presidente di Lega Pella: Simone Gualdi è migrato alla Intermarché Development
Sul palco del Trofeo Laigueglia con il presidente di Lega Pella: Simone Gualdi è migrato alla Intermarché Development
Pensi che il sistema dei punti e la fuga degli juniores verso i devo team permette alla tua squadra di essere competitiva nelle corse di cui parli?

Abbiamo sempre avuto una buona attrattiva nei confronti dei giovani. Lo vediamo con Piganzoli che ha scelto di rimanere e con Crescioli che è venuto con noi. Mi è spiaciuto non prendere per esempio un corridore come Gualdi, come non avere accesso ad alcuni juniores bravi, però magari ce l’avremo il prossimo anno. La situazione del mercato è chiara e anche le famiglie spingono verso la grande squadra piuttosto che verso la professional, però…

Però?

Però Albanese e Fortunato se non li prendevamo noi, dov’erano? Vorrà dire che prenderemo quelli che rientrano dai devo team, perché qualcuno poi rientra. Però in questo momento non mi staccherei dall’autocritica, perché non sarebbe giusto. E noi finora non siamo stati in tabella con i punti che avevamo a disposizione. Zero alibi. Sono d’accordo con l’editoriale che hai scritto, ma se avessi fatto tre podi al Giro d’Italia, ora non avrei questo problema, perché avrei 500 punti in più.

Sono cose che hai detto anche ai corridori?

Io sostengo continuamente la mia squadra, ma non mi piace lamentarmi. Faccio un altro esempio: al Tour of Hainan abbiamo dormito. Abbiamo fatto due gare a tappe con pochissimi punti, il problema è della regola o della squadra? Se io torno da Hainan con 70 punti e la Solution Tech con 300, il merito va a loro e la colpa a noi. Se al Giro ho corridori che pensano più ai video sui social che alla corsa, da ex corridore mi scatta la rabbia.

Dopo un Giro sfortunato, da ieri Pizanzoli è in gara alla Route d’Occitanie, con l’obiettivo di rifarsi
Dopo un Giro sfortunato, da ieri Pizanzoli è in gara alla Route d’Occitanie, con l’obiettivo di rifarsi
Pensi che questa consapevolezza darà buoni frutti?

Certo. Sono convinto che all’Occitanie, Piganzoli farà delle belle cose. Tra sfortune e cadute, il suo Giro è stato al di sotto delle sue e delle nostre attese, ma noi abbiamo il dovere di permettere a un corridore bravo, serio e corretto di 22 anni di fare i suoi sbagli. Penso di poter parlare anche per Reverberi. Quando avevamo Fortunato e lui Pellizzari che magari stantuffavano e ora li vediamo andare forte, un po’ di merito ce lo sentiamo anche noi. Ma se non ci diamo da fare noi per primi, ci rendiamo conto che in Italia non resterà poi molto da applaudire?

Ranking UCI: il punto sulla lotta fra team

10.05.2025
4 min
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L’inizio del Giro d’Italia fa da spartiacque della stagione. Chiude definitivamente quella delle classiche e lancia quella dei grandi Giri. E come spesso avviene in queste fasi, è tempo di bilanci. Ma quali? Quelli della classifica UCI per team. Una graduatoria che appare sempre più al centro dei dibattiti. E trasversalmente emerge anche nei nostri articoli.

Quante volte abbiamo scritto di quel corridore mandato a una corsa con il preciso obiettivo di fare punti? E lo stesso vale per la composizione delle formazioni. In poche parole, stare nel WorldTour è fondamentale o quantomeno estremamente importante. Anche se poi bisogna avere le spalle larghe per restarci (spalle sia economiche che tecniche): guardate cosa sta passando l’Arkéa-B&B Hotels. E’ molto probabile che a fine anno chiuderà i battenti. «Servono 25 milioni di euro», ha detto il patron del team bretone, Emmanuel Hubert. Tuttavia, c’è un ciclismo anche oltre il WorldTour.

Lorenzo Fortunato conquista la tappa al Romandia. Unico successo WT per ora della XDS-Astana
Lorenzo Fortunato conquista la tappa al Romandia. Unico successo WT per ora della XDS-Astana

XDS sul podio nel 2025

E allora qual è la foto ad inizio maggio? Partiamo col considerare l’anno, il 2025. Okay, scontato dire che a dominare è la UAE Team Emirates di sua maestà Tadej Pogacar. La squadra emiratina guida con oltre 13.000 punti. Circa un terzo (4.385) li ha portati lo sloveno, che da solo sarebbe la decima squadra dell’anno!

Alle spalle della UAE c’è la Lidl-Trek: Pedersen, Ciccone, Skjelmose, Nys… per loro ottime prestazioni nelle classiche monumento e tanti punti messi in cascina. E terza? E’ questa la vera notizia: la XDS-Astana.

Per i ragazzi di Vinokourov il discorso è diverso. Ricordate cosa ci disse Mazzoleni a inizio anno? La volontà di costruire un calendario alternativo proprio per risalire la china nel triennio. Ebbene, gli XDS ci sono riusciti in pieno. Hanno vinto 13 corse e sono stati sempre regolari. Sempre piazzati e con più corridori anche nelle gare “minori”, ammesso che oggi esistano davvero gare minori. Lo stesso discorso infatti lo fanno anche altri team in difficoltà nel ranking WT, solo che loro ci stanno riuscendo.

Chi invece non ha brillato nei primi cinque mesi del 2025 sono la Decathlon AG2R La Mondiale, ben più pimpante nel 2024, la Team Jayco-AlUla e la Picnic–PostNL. Mentre va segnalato il crollo verticale della Lotto: 24ª “senza” De Lie.

SQUADRANAZIONESTATUSPUNTI
1. UAE EmiratesEmirati Arabi UnitiWT82.195
2. Visma-Lease a BikeOlandaWT56.328
3. Lidl-TrekStati UnitiWT43.644
4. Soudal-QuickStepBelgioWT42.200
5. Ineos GrenadiersRegno UnitoWT39.075
6. Red Bull-Bora GermaniaWT35.018
7. Alpecin-DeceuninckBelgioWT35.004
8. Groupama-FDJFranciaWT30.943
9. Bahrain-VictoriousBahrainWT29.799
10. Decathlon-AG2RFranciaWT28.796
11. LottoBelgioPRO28.705
12. EF-EasyPostStati UnitiWT27.510
13. MovistarSpagnaWT26.155
14. Israel-PremierTechIsraelePRO24.803
15. Jayco-AlUlaAustraliaWT24.623
16. Intermarché-WantyBelgioWT23.531
17. CofidisFranciaWT21.801
18. Picnic-PostNLOlandaWT21.287
19. XDS-AstanaKazakhstanWT21.167
20. Uno-X MobilityNorvegiaPRO19.651

E il triennio WT?

E passiamo a guardare la classifica del triennio 2023-2025, che decreta la permanenza nel WorldTour. Le prime 18 restano o entrano nella prima categoria, le altre sono (o diventano) professional. Una WT che retrocede, se resta nelle prime venti (cioè se è 19ª o 20ª), può usufruire del paracadute: ha il diritto partecipare ai grandi Giri.

La classifica vede ancora saldamente in testa la UAE Emirates, con quasi 30.000 punti di vantaggio sulla seconda, la Visma–Lease a Bike. Terza, la Lidl-Trek, che dopo la bella primavera sorpassa la Soudal–Quick-Step. Per il resto, posizioni quasi congelate, salvo la discesa della Lotto, che ne perde a vantaggio di Bahrain-Victorious e Decathlon AG2R.

Ma di nuovo è interessante vedere cosa succede in zona retrocessione. E ancora una volta a rendere il tutto vibrante è la risalita della XDS-Astana. Lo scorso anno, i punti di distacco dal 18° posto erano oltre 2.000: un’impresa disperata, anche perché questi team hanno meno occasioni di beccare il “pesce grosso”, quando in giro ci sono squali come Pogacar, Pedersen, Van der Poel, Vingegaard, Roglic… che si prendono le corse più importanti e remunerative.

La XDS è 19ª, ma dista solo 150 punti dal 18° posto della Picnic–PostNL. La partita è del tutto aperta. E poco più avanti c’è la Cofidis. Ventunesima e non certo con vita facile è l’Arkéa, ultima WT del ranking.

Per la Solution Tech 9 vittorie, di cui 4 firmate da Rajovic (foto Instagram). La squadra toscana è la migliore italiana dell’anno
Per la Solution Tech 9 vittorie, di cui 4 firmate da Rajovic (foto Instagram). La squadra toscana è la migliore italiana dell’anno

Le italiane

Chiudiamo con le squadre italiane, che sostanzialmente sono tre: VF Group-Bardiani, Polti–VisitMalta e SolutionTech-Vini Fantini. Qui la “zona salvezza”, e forse in questo caso nel vero senso del termine, è il 30° posto. Sappiamo infatti che solo restando nelle prime 30 del ranking UCI si ha diritto alla Wild Card per un grande Giro.

Guardando alla stagione in corso, la migliore è la squadra toscana, la SolutionTech, che è 29ª, proprio davanti alla VF Group. Mentre è 32ª la Polti. Va detto, però, che queste ultime due squadre sono al Giro d’Italia e avranno modo di riscattarsi. Senza contare, e non ce ne voglia nessuno, che hanno organici un po’ più strutturati.

Se invece facciamo la foto del triennio, la situazione è dura in termini di posizione, ma meno guardando i punti. La VF Group infatti è 26ª, ma ha un tesoretto di 3.600 punti sul 30° posto, occupato dalla Unibet–Tour de Tietema. La Polti è 29ª, ma anche lei ha un margine di sicurezza: 2.000 punti sul team belga e non sono pochi.

Mentre è 31ª, e ha diritto di sperare in una risalita, la SolutionTech. La squadra di Conti e Sbaragli è ad appena 96 punti dalla Unibet. Tutto è da vedere.

Hofstetter, il cacciatore di punti, è pronto per vincere

29.03.2025
6 min
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Dall’inizio di stagione, Hugo Hofstetter ha accumulato finora 10 giorni di corsa: dopo un anonimo Tour des Alpes Maritimes, ha messo insieme 5 presenze consecutive nella top 10, con i podi alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e al GP Criquielion, finendo fra Moschetti e Nizzolo. Per il francese della Israel Premier Tech non è una novità: se si va a guardare il resoconto degli ultimi anni, nessuno fra WorldTour e professional è riuscito a mantenere una costanza di rendimento come la sua. Hofstetter è una garanzia di punti, è forse l’archetipo ideale del professionista odierno, che va contro la tradizione, per il quale vincere conta, ma non è tutto.

Per il trentunenne di Altkirch la caccia al piazzamento è ormai qualcosa di distintivo
Per il trentunenne di Altkirch la caccia al piazzamento è ormai qualcosa di distintivo

In attesa di ricominciare la sua caccia ai piazzamenti, già domani con la Gand-Wevelgem, Hofstetter si è prestato volentieri a un fuoco di fila di domande per conoscere meglio da che cosa nasce questa sua attitudine, che ne fa un elemento preziosissimo per la sua squadra a caccia di un difficile ritorno nel WorldTour.

Quest’anno festeggi i tuoi 10 anni fra i professionisti, com’è cambiato il mondo del ciclismo secondo te in questi anni?

Molto rispetto a quando ho iniziato, ora è più complicato, devi rendere conto ad esempio al nutrizionista pesando il cibo, la tecnologia ha fatto passi avanti. Certe volte penso che siamo un po’ come la Formula Uno o anche le moto GP, dove si investe molto nell’equipaggiamento. Ora la bici è diversa da guidare e stare in gruppo è cambiato perché si va molto più veloci e con molta più facilità.

Alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne Hofstetter coglie la terza piazza, dietro i principi della volata Philipsen e Kooij
Alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne Hofstetter coglie la terza piazza, dietro i principi della volata Philipsen e Kooij
Come giudichi questa tua prima parte di stagione?

Per il momento, ho avuto davvero dei buoni risultati. Ho iniziato aiutando Joseph Blackmore, del mio team. Poi in Belgio sono andato con molta motivazione e molto ben preparato. Ho avuto una prima settimana davvero molto buona, 3° a Kuurne con i migliori velocisti del mondo alla partenza, quindi è stato davvero un podio super bello, poi è stata una settimana molto redditizia, dove mi è spiaciuto solo non aver potuto vincere al Criquielion perché l’occasione era buona. L’occasione persa è stata però mercoledì a De Panne perché sono rimasto coinvolto nella caduta agli 800 metri, quando ero in un’ottima posizione.

Tu sei il corridore con più costanza di risultati e quindi di punti, è un po’ una tua specializzazione quella di cercare sempre il piazzamento?

Sono una persona che ama esserci sempre. Penso che vado in bicicletta per ottenere grandi risultati, dopodiché bisogna essere in ottime condizioni per farlo. Ed è anche abbastanza difficile essere costanti. Diciamo che, sì, mi sono un po’ specializzato in questo, in particolare le gare in Belgio sono qualcosa che conosco davvero molto, molto bene e questo è molto importante. E poi anche essere in buone condizioni per restare davanti, evitare cadute e così via. E’ qualcosa che mi caratterizza, l’essere sempre presente, l’essere sempre lì sul pezzo e penso che sia anche importante per una squadra poter sempre contare su qualcuno che alla fine porta qualcosa a casa. Poi è una cosa che mi piace, essere regolare nelle classifiche ed è questo che mi motiva sempre di più ad allenarmi meglio e a dare il massimo per la prossima gara.

Il podio al GP Criquielion, con Moschetti e Nizzolo. Un secondo posto dal retrogusto amaro
Il podio al GP Criquielion, con Moschetti e Nizzolo. Un secondo posto dal retrogusto amaro
Quali sono le corse dove ti trovi più a tuo agio?

E’ complicato dirlo. Alla fine ce ne sono molte, queste sono gare che conosco molto bene e che ho fatto un sacco di volte. Le Samyn ad esempio, l’ho vinta una volta e ho fatto podio in altre due occasioni. Mi si addice. Ma anche la Gand fa per me. Sono arrivato spesso in finale ma non sono mai riuscito a ottenere un risultato molto molto buono, un anno ho corso per Christophe Laporte e un altro anno sono arrivato davvero tra i primi 10, ma avevo perso un po’ lo sprint. Quindi per domenica sono super motivato.

Tu hai corso molto in Francia e Belgio, eppure sei al quarto anno all’Israel, cambiando quindi anche lingua. Che cos’ha la squadra che ti piace di più?

Quello che mi piace davvero è la mentalità, perché è vero che ci sono tante nazionalità nella squadra e questo ci aiuta a formare un gruppo composito, a metterci a confronto con tutto il nostro background. Rende un gruppo più coeso, non è facile da spiegare come: in Francia avevamo tutti la stessa visione delle cose, ma quando sei in una realtà multinazionale ognuno la vede in modo diverso, ti confronti, cresci. Questo significa essere una buona squadra e c’è sempre una buona mentalità qui. Anche prima ero stato bene, non dimentico i miei primi anni con la Cofidis, ho anche fatto il Tour de France per la prima volta in questa squadra. Quindi nutro anche molto rispetto per loro, per avermi dato delle possibilità.

Tro Bro Leon 2022, il successo in maglia Arkea Samsic. Una delle sue rare vittorie (foto team)
Tro Bro Leon 2022, il successo in maglia Arkea Samsic. Una delle sue rare vittorie (foto team)
Come hai iniziato a correre e come sei arrivato al professionismo?

Un po’ presto, all’età di 3 anni… Era mia sorella ad andare in bici, quindi all’improvviso ho iniziato così, lei andava in bici e ci andavo anche io. L’anno dopo già facevo le prime gare per bambini e non mi sono più fermato, d’altronde non sono mai stufo…

Domenica c’è la Gand-Wevelgem, è una corsa che si adatta a te e chi vedi come favoriti?

E’ complicato dirlo, sì, è una gara che mi si addice, è lunga, è dura, trovi tanto pavé. Spero davvero di fare una prestazione molto molto buona domenica. Per quanto riguarda i favoriti non si esce da quello schema che contraddistingue le ultime gare, io vedo bene Pedersen che è sempre lì e il suo compagno di squadra Milan che su questo percorso può fare molto bene, hanno una squadra molto forte. Ma penso che sia ancora una gara un po’ più aperta delle altre perché manca gente come Van der Poel che fa la differenza.

Il francese a Parigi. L’emozione di chiudere il Tour de France è sempre qualcosa di unico
Il francese a Parigi. L’emozione di chiudere il Tour de France è sempre qualcosa di unico
Qual è stata la corsa che ti ha lasciato più emozioni nel tuo passato?

Beh, non è facile rispondere. E’ chiaro che quando vinci ha tutto un sapore particolare, quando è accaduto alla Tro Bro Leon ero molto felice, ma poi ci sono le emozioni che solo le grandi classiche possono regalarti, come la Roubaix che per me è una gara speciale. L’ho sempre guardata in TV quando ero piccolo e sono già arrivato tra i primi 20. Quindi penso che anche questo sia qualcosa, al mio primo anno quando sono entrato nel Velodromo. E’ stato molto emozionante anche solo concludere questa gara che vedevo sempre in TV. Poi chiaramente il Tour de France che per uno di casa è qualcosa di unico. Quando sono arrivato sugli Champs-Élysées. Il primo Tour de France sugli Champs-Élysées, è stato uno dei miei momenti più belli in bici, diciamo, tra l’orgoglio di aver potuto fare il grande giro, di essere lì. Di essere uno di quelli che l’aveva finito.

L’XDS Astana vola nel ranking e Conci ci mette del suo

26.02.2025
5 min
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Tutti parlano della UAE Emirates, capace nella scorsa settimana di fare en plein di vittorie parziali nello stesso giorno nelle tre principali corse a tappe e di sfiorare il filotto nelle classifiche finali, scongiurato solo da Vingegaard nella Volta ao Algarve. La squadra degli Emirati domina la classifica parziale del ranking Uci per questa stagione, ma la cosa che stupisce è che alle sue spalle c’è l’XDS Astana, capace di un inizio di stagione col botto non solo grazie alle imprese di Christian Scaroni, ma anche di Nicola Conci (i due insieme in apertura).

La volata in Francia premia Godon, alla sua sinistra Conci è terzo davanti a Champoussin
La volata in Francia premia Godon, alla sua sinistra Conci è terzo davanti a Champoussin

Una sfrenata caccia ai punti Uci

La formazione kazaka è alla forte ricerca di punti per evitare la retrocessione dal WorldTour e tutti si sentono parte in causa in questo ambizioso progetto. Nel quale si è subito immerso Conci, arrivato dall’Alpecin per trovare una nuova dimensione. E i risultati premiano anche lui, che domenica al Tour des Alpes Maritimes è tornato ad assaporare il podio.

«La stagione è iniziata bene, team nuovo, nuove motivazioni, un inverno trascorso lavorando senza intoppi – racconta il 28enne trentino mentre si sottopone a una seduta sui rulli – ma se devo essere sincero non mi sento ancora al punto che vorrei, perché in corsa continuo a far fatica, a non sentire che mi viene tutto facile. Significa che devo lavorare ancora e che c’è margine e considerando il risultato di Vence è un bel segnale».

Per Conci il lavoro all’XDS Astana cambia rispetto al passato, ora è anche un finalizzatore
Per Conci il lavoro all’XDS Astana cambia rispetto al passato, ora è anche un finalizzatore
In Francia però sei stato protagonista non solo come spalla di Christian…

Paradossalmente la cosa che mi è piaciuta di più non è tanto il podio della seconda giornata, quanto il lavoro fatto nella prima per posizionarlo davanti all’imbocco della salita. Era fondamentale per permettergli di giocarsi la vittoria, come poi è stato. Io ho tenuto fino a 400 metri dall’arrivo, poi le gambe erano diventate di piombo… Il giorno dopo, quando abbiamo messo al sicuro la vittoria in classifica, Scaroni ci ha lasciati liberi di giocarci le carte in volata, a me e Champoussin e infatti abbiamo fatto 3° e 4°.

E’ quel che ti aspettavi cambiando squadra?

Diciamo che ho trovato un team in piena ricostruzione, teniamo conto che sono stati cambiati più della metà dei corridori. E’ chiaro che questo significa una piena ristrutturazione anche nell’impostazione del gruppo, delle corse. Noi abbiamo portato uno spirito nuovo, forse anche inconsapevolmente. Tutti sappiamo che l’obiettivo in ogni corsa è fare più punti possibile, quindi cambiano completamente le strategie. Ognuno è chiamato a tener duro fino alla fine, a conquistare anche quel piazzamento nelle retrovie che però ti garantisce un gruzzoletto di punti sempre utile alla causa. E’ un bel gruppo, che si sta cementando intorno alla causa.

Conci dopo lo sprint con Fortunato. Il gruppo è l’arma in più della formazione kazaka, che punta alla salvezza
Conci dopo lo sprint con Fortunato. Il gruppo è l’arma in più della formazione kazaka, che punta alla salvezza
Questo però significa anche strategie completamente diverse da quelle alle quali eri abituato, con un team (l’Alpecin Deceuninck) che aveva un leader dichiarato prima del via…

Qui non è che tutti partono per vincere, sia chiaro. Le tattiche le costruiamo in corso d’opera. In Francia ad esempio avevamo tre giovani che lavoravano per gli altri nelle prime fasi di corsa, permettendoci di arrivare più freschi alla fase cruciale. Di base i capitani erano Scaroni e Champoussin che erano gli uomini più in forma. In Australia, dove avevo corso prima, avevamo invece Higuita come leader, che però all’inizio aveva avuto problemi, quindi siamo anche in grado di cambiare in corso d’opera. Infatti abbiamo lavorato per Gate che ha avuto ottimi riscontri. Domenica eravamo davanti io, il francese e Fortunato, almeno uno doveva fare risultato, alla fine l’abbiamo fatto in due… Comunque, per tornare alla domanda, qui la prospettiva è diversa, ci sono sempre almeno 2 o 3 punte.

Il trentino ha fatto la campagna di gennaio in Australia, dove la fatica si è fatta sentire
Il trentino ha fatto la campagna di gennaio in Australia, dove la fatica si è fatta sentire
Quanto influisce questo su di te?

Basterebbe pubblicare i dati per capire a che livello siamo. Domenica era una corsa 2.1, ma i riscontri sono da WorldTour. Noi comunque non guardiamo al livello delle corse perché sono tutte di valore, sappiamo che dobbiamo arrivare davanti e fare di tutto per riuscirci. La sera di sabato, ad esempio, ero in camera con Scaroni e mi ha preannunciato che, se avesse difeso la maglia, nel finale avrebbe dato libertà a noi per fare risultato. Essere coinvolti tutti dà morale, ognuno gioisce per il risultato dell’altro, è questo lo spirito di cui parlavo prima e probabilmente il nostro attuale livello nella “classifica” scaturisce da questo.

E ora che cosa ti aspetta?

Sono ancora in Francia per la Faun Ardeche e la Drone Classic, non dovevo farle ma alcune defezioni mi hanno chiamato in causa e mi fa piacere perché sono corse che mi piacciono molto. Poi avrò il blocco delle corse italiane: nella Strade Bianche per ora sono riserva nel team, invece so che andrò a Laigueglia, Tirreno-Adriatico e Milano-Torino. Poi una pausa prima delle classiche ardennesi, quando a correre sarà il gruppo che attualmente si sta caricando in altura al Teide.

Passato all’Alpecin nel 2022, nello stesso anno aveva colto il suo ultimo podio al Veneto Classic
Passato all’Alpecin nel 2022, nello stesso anno aveva colto il suo ultimo podio al Veneto Classic
Sei tornato sul podio dopo 3 anni, alla vittoria ci pensi?

Come si fa a non farlo? Io sono passato pro’ dopo soli due anni da dilettante, tutti si aspettavano molto, ma la vittoria non è ancora arrivata. Ora so che è però nelle mie corde e devo dire che ho anche un grande mezzo a mia disposizione. Me ne sono accorto sin da quando sono arrivato, per me la bici del brand cinese è all’altezza delle migliori del WorldTour. Ho tutto a disposizione per centrare l’obiettivo, devo solo trovare l’occasione giusta.