SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5

SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5

05.12.2025
6 min
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BOLZANO – Q36.5 ed SRM danno forma ad un innovativo sistema pedale che si basa su tre elementi: pedale, tacchetta e calzatura.

Rivoluzionario perché riduce in modo esponenziale la distanza tra suola e asse del pedale, come mai prima d’ora. Innovativo ed efficiente, perché nasce dalla collaborazione di due brand trainanti per il settore, entrambi focalizzati a spingersi oltre, proprio in termini di resa tecnica. Entriamo nel dettaglio di SRM X-Power Direct, che avevamo già visto ai piedi di Oskar Winkler.

SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5
Si accorcia in modo esponenziale la distanza tra battuta del pedale e suola (foto Alex Faedda)
SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5
Si accorcia in modo esponenziale la distanza tra battuta del pedale e suola (foto Alex Faedda)

L’idea di Q36.5

Per contestualizzare ancora meglio il progetto, abbiamo fatto un po’ di domande a Luigi Bergamo, CEO e Fondatore di Q36.5.

«L’obiettivo principale – spiega – era quello di ridurre la distanza tra il pedale e la scarpa e al tempo stesso rendere proficua questa riduzione. Il progetto parte dalla Unique Pro, scarpa molto tecnica con lo stack più basso del mercato, arrivando al completo sviluppo del sistema grazie alla collaborazione con SRM. Sulla Unique Pro abbiamo aggiunto il quarto foro nella sezione posteriore, ma la suola resta perfettamente compatibile e la geometria esistente non ha subito variazioni.

«L’impiego del sistema completo Q36.5 Unique Pro e SRM X-Power Direct – conclude Bergamo – comporta una rivalutazione della biomeccanica del ciclista, che dovrebbe rivedere la posizione in bici, ma anche una maggiore efficienza aerodinamica, più stabilità e precisione nella guida».

SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5
Luigi Bergamo, a destra, con Ulrich Schoberer: il fondatore di SRM
SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5
Luigi Bergamo, a destra, con Ulrich Schoberer: il fondatore di SRM

Di cosa si tratta

Un nuovo pedale con un design altrettanto nuovo che porta in dote un’ampia superficie di appoggio. Una tacchetta specifica con forma dedicata e una calzatura con una suola con quattro fori per l’aggancio della tacchetta. Tutto molto semplice, ma in realtà c’è molto da spiegare.

Il pedale ha un corpo in alluminio 7075 e mostra una superficie di contatto con la suola di ben 1.653 millimetri quadrati (un’enormità). Rispetto ad un pedale Shimano riduce la distanza tra suola e battuta del pedale di 6 millimetri e mostra un fattore Q di 54. Per l’aggancio/sgancio utilizza delle molle posteriori con una linguetta (in stile Look). SRM X-Power Direct necessita di una tacchetta con disegno specifico che si abbina alla suola grazie a due viti, una anteriore e una posteriore, dando così una motivazione alla suola con quattro asole filettate. Le tacchette disponibili sono tre: quella fissa a 0 gradi di libertà angolare, poi a crescere – un grado per volta – fino a 3. Il valore dichiarato alla bilancia di SRM X-Power Direct è di 254 grammi.

Serve una scarpa con la suola dedicata. La collaborazione tra Q36.5 ed SRM ha portato l’azienda di Bolzano a sviluppare una suola con 4 fori, senza stravolgere la suola standard con i tre fori. E’ stata aggiunta una quarta asola filettata, posizionata alle spalle delle tre esistenti. Significa una scarpa sfruttabile su diversi fronti e direzioni. Il modello è la Q36.5 Unique Pro, dove può essere montata una tacchetta classica a tre fori (Shimano e Look ad esempio) e anche la nuova SRM.

Gli aspetti tecnici da considerare

A parità di lunghezza della pedivella, l’impiego del sistema SRM X-Power Direct comporta un abbassamento del seat-post, compreso tra i 4 e 7 millimetri (se messo a confronto con un sistema Shimano Dura Ace). C’è un delta da considerare ed è legato a fattori soggettivi, ma anche all’arretramento/avanzamento della tacchetta Shimano. Con l’adozione del binomio Q36.5/SRM X-Power Direct è da prevedere anche leggero aggiustamento dello scarrellamento (in avanti) della sella.

Quali benefici? Grazie alla combinazione tra la Unique Pro ed al nuovo pedale SRM, il piede si avvicina in modo esponenziale al punto di cui viene applicata la forza della pedalata. Si può sfruttare un sostegno maggiore al pari di un abbassamento del centro di gravità, fattore che si traduce anche in una maggiore stabilità in diverse fasi della guida. Inoltre, se consideriamo le tendenze attuali legate ad una riduzione della lunghezza delle pedivelle, il binomio scarpa/pedale permette di contenere, se non addirittura azzerare, le variabili legate all’aggiustamento dell’altezza della sella. Aumentano il comfort generale del piede e la forza espressa durante la pedalata.

SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5
Fondamentale adeguare la posizione in sella che, prima di tutto, si abbassa (foto Alex Faedda)
SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5
Fondamentale adeguare la posizione in sella che, prima di tutto, si abbassa (foto Alex Faedda)

Le primissime sensazioni

Per sfruttare a pieno il sistema Q36.5/SRM è fondamentale prendersi tempo, capire cosa cambia nella dinamica della pedalata e quanto è necessario abbassare la sella. Nel nostro caso è stato necessario un abbassamento di 7 millimetri, considerando una tacchetta spostata completamente in avanti ed un avanzamento della sella di 5 millimetri circa.

Gesto pieno, tanta forza da sfruttare sul comparto anteriore del piede e anche nella sezione mediana. Quest’ultima ci colpisce in modo particolare, in quanto con un sistema classico resta più scarica. Una pedalata rotonda che resta, con un movimento della caviglia ampio (che ci appartiene e fa parte del nostro modo di pedalare) che non viene strozzato. In senso generale la dinamica complessiva non cambia in modo importante, per lo meno questa è la sensazione, aumenta invece la forza in fase di spinta.

SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5
Fattore Q a 54 millimetri in linea con la categoria (foto Alex Faedda)
SRM X-Power Direct, il sistema pedale nato con Q36.5
Fattore Q a 54 millimetri in linea con la categoria (foto Alex Faedda)

I prezzi di listino

Le calzature Q36.5 Unique Pro hanno un prezzo di listino di 550 euro, mentre il pacchetto SRM X-Power Direct ha un listino di 500 euro (sono incluse le tacchette con libertà laterale di 1,2°). Significa andare oltre i 1000 euro per un sistema completo, una cifra importante, ma che deve tenere conto di un sistema innovativo, destinato a porre nuovi limiti in questa categoria di strumenti dedicati alla ricerca della performance massima.

Q36.5

SRM

Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea, ingegneria tessile

Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea, ingegneria tessile

03.12.2025
5 min
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Q36.5 alza l’asticella ancora una volta. Grazie alla giacca Dottore Termico Light Mediterranea migliora ulteriormente il concetto di protezione. Si amplia il range di utilizzo di un capo tecnico invernale, sfruttando al massimo lo scambio dell’aria per massimizzare la termoregolazione. Un altro tassello per il “segmento freddo”.

Dottore Termico Light Mediterranea è l’esempio pratico della differenza che esiste tra l’avere caldo durante l’attività e restare al caldo in zona comfort. Una giacca che fa capire quanto può essere utile ed aiutare un capo tecnico che non ha eguali. L’abbiamo provata.

Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea, ingegneria tessile
Una giacca “morbida” ed ergonomica al tempo stesso
Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea, ingegneria tessile
Una giacca “morbida” ed ergonomica al tempo stesso

L’evoluzione del concetto termico

Questa versione, che adotta il suffisso Mediterranea, è ottimizzata per condizioni di freddo non estremo. Dottore Termico Light Mediterranea è perfetta da sfruttare anche con climi leggermente più miti e porta con sé un potere di scambio termico non comune. Adotta una membrana microporosa ed al tempo stesso ha delle aperture frontali e posteriori che agevolano lo scambio tra aria interna ed esterna. Un sistema di ventilazione vero e proprio.

Sempre in merito allo scambio termico ottimale, entrano in gioco anche le aperture (nascoste a dovere) posizionate sopra le tasche. Sono quasi impercettibili alla vista, ma evitano che il calore si accumuli in una parte sensibile della schiena. Il gilet interno è arricchito con fibre di grafene, ideale quando le velocità si abbassano ed è possibile un maggiore accumulo di umidità. Il grafene non trattiene il vapore prodotto durante lo sforzo. La vestibilità complessiva è ergonomica/mediamente morbida, aderente quanto basta anche nelle varie sezioni del busto, non comprime in ogni sua parte ed è un capo facile da indossare.

Alcuni dettagli da considerare

Il range ottimale (dichiarato) di utilizzo è compreso tra i 2 e 12°C. E’ idrorepellente (comunque in modo diverso se paragonata al giubbino Vampire), è impermeabile ed è caratterizzata da un isolamento potenziato nei confronti del vento.

Per essere una giacca di questa categoria e di questa caratura tecnica, con un blend di soluzioni non trascurabili è anche molto leggera. Abbiamo rilevato un peso (taglia small) di 335 grammi. Altro fattore per nulla secondario è la totale schermatura nei confronti dei raggi UV.

I nostri feedback

Il corpo resta caldo, sempre, ventilato ed in zona comfort. Succede quando si pedala e si sforza in salita, dove si può abbassare la zip esterna della giacca, accade anche quando la velocità si alza ed inevitabilmente ci si scontra con l’aria fredda che fa muro. Una delle particolarità di questa giacca Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea risiede proprio nel fatto che in fatto di calore, di accumulo, di potenza termica non è mai eccessiva. Al tempo stesso mostra una versatilità inaspettata, perché una volta indossata è quasi impercettibile. Non è goffa, aderente quanto basta e morbida. Ha le maniche che si allungano grazie ai polsini sottili e svasati. Significa che i polsi non restano mai scoperti e che le stesse maniche non si muovono durante il cambio di posizione in bici. Inoltre non tirano.

Il gilet è un ulteriore valore aggiunto che aumenta la sfruttabilità della Dottore Termico Light Mediterranea. E’ da indossare con un intimo termico e nulla più.

Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea, ingegneria tessile
La maniche non tirano e non sono rigide, ottima soluzione
Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea, ingegneria tessile
La maniche non tirano e non sono rigide, ottima soluzione

In conclusione

IL prezzo di listino è di 450 euro: sono tanti soldi e diventano una sorta di barriera per alcune tipologie di utenza. Crediamo al tempo stesso che un capo del genere faccia balzare la categoria degli indumenti super tecnici, sviluppati per l’inverno, su una linea di versatilità/duttilità di impiego poco affrontata in precedenza.

Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea è una giacca totale, per quello che concerne la resa tecnica, ma anche in fatto di interpretazione. E’ adatta e sfruttabile dall’agonista, quanto dal pedalatore della domenica.

Q36.5

Tom Pidcock, abbigliamento Q36.5

L’innovazione sportiva di Q36.5, una storia da raccontare

29.11.2025
3 min
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Q36.5 è unanimemente riconosciuto a livello internazionale come uno dei brand di abbigliamento tecnico per il ciclismo fra i più innovativi. Pioniere nell’introduzione dei tessuti a navetta nell’abbigliamento tecnico, Q36.5 è oggi leader nella ricerca e nello sviluppo nel campo della termoregolazione, che il marchio bolzanino considera la nuova frontiera dei vantaggi in termini di performance nel ciclismo d’elite, nonché della salute e del comfort di ogni ciclista. Il nome stesso del brand riflette questa missione: Q come “quaerere” in latino, ovvero “ricerca”, e 36.5, la temperatura ideale in °C di un corpo sano.

Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea, ingegneria tessile
Q36.5, azienda di Bolzano, rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy
Q36.5 Dottore Termico Light Mediterranea, ingegneria tessile
Q36.5, azienda di Bolzano, rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy

Un premio all’eccellenza

Oggi arriva per Q36.5 un riconoscimento alla sua eccellenza nel settore sportivo e alla sua capacità di coniugare innovazione, sostenibilità e tradizione Made in Italy. Q36.5 è stato infatti recentemente incluso nel report “100 Storie italiane di sport” e nel volume che ne è seguito. Si tratta di  un racconto di cento aziende italiane che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy, l’innovazione e la sostenibilità nel periodo 2017-2022.

Il report nasce per iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Fondazione Symbola, di Confartigianato Imprese, con il supporto di Deloitte come knowledge partner.

Il volume ed il report sono stati presentati in un incontro che si è svolto il 29 ottobre scorso a Roma presso la sede di Confartigianato, e che ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti delle Istituzioni e di alcune aziende sportive coinvolte. Q36.5 è stata indicata tra le realtà più promettenti, capaci di trasformare il panorama dell’industria sportiva italiana.

Tom Pidcock insieme a Luigi Bergamo, CEO di Q36.5
Tom Pidcock insieme a Luigi Bergamo, CEO di Q36.5

Lo sport come motore di sviluppo sociale

Il volume “100 Storie italiane di sport”, edito da Silvana Editoriale, non solo vuole raccontare l’eccellenza delle imprese italiane nel settore sportivo, ma anche sottolineare il ruolo cruciale dello sport come motore di sviluppo sociale, economico e culturale. La raccolta di case history evidenzia come le aziende italiane stiano coniugando tradizione, innovazione e sostenibilità, migliorando le prestazioni sportive e creando prodotti di alta qualità.

L’Italia punto di riferimento

L’Italia è da sempre leader nel panorama sportivo mondiale, grazie alla sua straordinaria varietà sportiva e alla capacità di combinare tradizione artigianale e avanzata tecnologia, e Q36.5 incarna perfettamente questo spirito. L’azienda investe continuamente in ricerca e sviluppo, creando prodotti che integrano materiali esclusivi e innovativi, testati scientificamente per garantire performance superiori, e gestisce l’intero processo produttivo in Italia, rimanendo saldamente legata al suo territorio e alla tradizione artigianale italiana.

Q36.5 Foul Weather, la collezione nata grazie ai pro'
Per Q36.5 lo sport è un motore di sviluppo sociale capace di unire tradizione, innovazione e sostenibilità
Q36.5 Foul Weather, la collezione nata grazie ai pro'
Per Q36.5 lo sport è un motore di sviluppo sociale capace di unire tradizione, innovazione e sostenibilità

Parla il CEO

Concludiamo con il pensiero di Luigi Bergamo, CEO e Responsabile Ricerca e Sviluppo di Q36.5, co-fondatore nel 2013 del brand insieme Sabrina Emmasi.

«Essere inclusi tra le cento aziende italiane in crescita è per noi motivo di grande orgoglio. Ogni giorno lavoriamo per combinare ricerca scientifica, innovazione e design per offrire ai ciclisti e alle cicliste i prodotti migliori. Questo riconoscimento ci spinge a continuare su questa strada, e ci fa piacere pensare di contribuire così al successo del Made in Italy nel mondo».

Q36.5

Q36.5 Foul Weather, la collezione nata grazie ai pro'

Q36.5 Foul Weather, la collezione nata grazie ai pro’

20.11.2025
5 min
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Q36.5 ha presentato ufficialmente la Foul Weather Capsule Collection, una famiglia di capi super tecnici nati dalla collaborazione con gli atleti professionisti. Foul Weather è di fatto un kit pensato per affrontare condizioni impegnative di pioggia, freddo e vento.

Il tutto parte dalle richieste di atleti come Tom Pidcock – «corridore estremamente esigente, ma in grado di fornire dei riscontri molto interessanti in termini di sviluppo e soluzioni» – come ci ha raccontato Luigi Bergamo, CEO di Q36.5. La collezione Foul Weather prende forma grazie a tre indumenti: la giacca anti-pioggia Rain Shell Aero, Rain Shell Plus a manica lunga e la giacca Vampire Shell. Vediamole nel dettaglio.

Pidcock con Luigi Bergamo, CEO di Q36.5
Pidcock con Luigi Bergamo, CEO di Q36.5

Collaborazione ed ispirazione

«I corridori del team sono sempre stati una grande fonte di ispirazione – racconta Luigi Bergamo – perché sono in grado di fornire dei riscontri interessanti e difficili da immaginare quando non si vive la gara dall’interno. E’ pur vero che l’ingresso di Pidcock nel team ha dato un ulteriore boost ai feedback che arrivano in azienda. E’ un atleta davvero preparato, molto tecnico e super esigente – prosegue Bergamo – tanto sintetico nelle sue argomentazioni, quanto in grado di far capire cosa è necessario fare e cosa vuole come atleta.

«Quando ci è stato chiesto di creare dei capi tecnici protettivi e capaci di contrastare i rigori del meteo – conclude Bergamo – sono stati fatti alcuni esempi di competitor. L’indole di Q36.5 non è quella di mutuare e copiare, ma è innovare e spingersi sempre un poco oltre, cercando di sfruttare al massimo le tecnologie esistenti e dove possibile crearne altre. La collezione Foul nasce con l’obiettivo di accontentare atleti di primo livello e alzare una volta di più l’asticella dei capi tecnici protettivi in termini di efficienza ergonomia ed aerodinamica».

Q36.5 Rain Shell Aero jersey

E’ una sorta di maglia dall’elasticità pronunciata. Aderente e con ingombri particolarmente ridotti, una maglia waterproof che nasce anche per essere aerodinamica. La sua realizzazione avviene impiegando il tessuto proprietario 3L, ovvero una doppia membrana con una struttura completamente diversa tra interno ed esterno. All’interno del capo il tessuto si presenta alla vista con degli esagoni e una ruvidità leggera, quasi come se ci fossero dei micro-pori. Il compito è quello di far uscire umidità, vapore e calore in eccesso.

All’esterno la finitura liscia è completamente impermeabile. La zip ha dimensioni oversize, facile da azionare e raggiungere anche con mani fredde. Rain Shell Aero è una sorta di strato base, utile per proteggere dalla pioggia anche con un clima non troppo freddo, una vera e propria integrazione se abbinata alla giacca Vampire.

La giacca Vampire

E’ un capo pensato, sviluppato e prodotto per proteggere dal freddo intenso, una giacca creata per permettere al corridore di allenarsi anche oltre le tre ore con un meteo gelido e pioggia. Anche in questo caso troviamo una giacca dalla vestibilità race, è isolante e integra una membrana impermeabile fino a 10000 millimetri.

Presenta le cuciture completamente nastrate ed una zip sovradimensionata proprio come la Rain Aero. Vampire è una giacca a tre strati differenziati e ben visibili.

Rain Shell Plus

Si tratta di una giacca impermeabile ed in termini di protezione si pone un grado sopra la Rain Shell Aero. Il taglio è sempre performance race fit, ma rispetto alla Rain Aero questa ha le maniche lunghe, una fodera interna in pile per tenere caldo il corpo ed una serie di dettagli funzionali. E’ creata per proteggere anche in gara durante la pioggia battente, senza sacrificare l’aerodinamica. Integra una membrana impermeabile fino a 20.000 millimetri.

La sezione posteriore ha una tasca esterna di facile accesso, capiente, un particolare richiesto dai corridori professionisti. Interessante il range di impiego della giacca Rain Shell Plus, che si spinge fino agli zero gradi.

Q36.5

Accordo Pinarello, Q36.5 in vista del 2026

Pinarello-Q36.5, squadra svizzera con forte accento italiano

14.11.2025
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Se il buongiorno si vede dal mattino, il Pinarello-Q36.5 Pro Cycling Team annunciato giusto ieri promette di portare una ventata inattesa e nuova (in apertura un’immagine da Instagram/Pinarello_Official). Non si tratta di indossare il mantello di Superman e trasformare l’onesta professional svizzera, che ha chiuso il 2025 nella 19ª posizione del ranking, in una WorldTour. Se tuttavia Ivan Glasenberg, il magnate sudafricano che fra le tante acquisizioni ha preso per sé l’80 per cento di Pinarello e il 45 per cento di Q36.5, ha deciso di scendere in campo in modo così eclatante, allora forse non è impensabile che voglia tentare l’ascesa.

Ivan Glasenberg, magnate sudafricano (foto Corsera)
Ivan Glasenberg, sudafricano, è il proprietario di Pinarello e detiene il 45% di Q36.5 (foto Corsera)
Ivan Glasenberg, magnate sudafricano (foto Corsera)
Ivan Glasenberg, sudafricano, è il proprietario di Pinarello e detiene il 45% di Q36.5 (foto Corsera)

L’esperienza con Ineos

La notizia fa ancora più rumore pensando che il brand di bici veneto è storicamente e per successi la bandiera della Ineos Grenadiers. A partire dalla fondazione nel 2010, con il team britannico ha conquistato per sette volte la maglia gialla, tre volte il Giro e due la Vuelta. Un quantitativo imprecisato di gare a tappe WorldTour e il record dell’Ora con Ganna. Proprio con il piemontese, ieri Fausto Pinarello era a Londra per la due giorni di incontri promossa da Rouler.

«Questa partnership – ha commentato Fausto Pinarello, intercettato sull’aereo prima del decollo per l’Italia – è più di una sponsorizzazione: è una visione condivisa. Facciamo tutti parte della stessa corporate e dei tre marchi, con Q36.5 e gli integratori Amackx. Il nostro è il più grande, quindi è anche giusto che sia così. Non è la Ineos, è pur sempre una professional. Poi per sapere se passeremo WorldTour, dovremo aspettare qualche settimana e capire cosa succede con qualche squadra che sta chiudendo.

«I rapporti con Ineos – prosegue – restano assolutamente uguali. Si sono trovati sempre bene con noi e non avevano alcuna intenzione di cambiare le biciclette. Volevamo solo capire la forma, la quantità, capire quanti corridori avranno ora che hanno messo su finalmente il devo team e anche la squadra juniores. I materiali saranno completamente diversi, uno avrà Shimano e l’altro Sram. Sempre il top di gamma, ma con equipaggiamenti diversi, tranne forse per le selle a causa di contratti precedenti».

Wiggins inaugurò nel 2012 la serie dei 7 Tour vinti da Pinarello con Sky, aiutando poi nello sviluppo della Bolide da crono
Wiggins inaugurò nel 2012 la serie dei 7 Tour vinti da Pinarello con Sky, aiutando poi nello sviluppo della Bolide da crono

L’impegno di Pinarello

Pinarello non è nuovo all’esperienza di avere più di una squadra in gruppo, anche se il livello delle pretese si è alzato rispetto agli anni in cui forniva le bici alla Telekom, ad esempio, e alla Movistar.

«Il lavoro non ci aumenta più di tanto – dice Fausto –  è importante organizzarsi e suddividere le cose. Se abbiamo le misure perfette, se abbiamo tutto sotto controllo, se ci siamo preparati, basta organizzarsi. Non è che dovremo consegnare 150 pezzi domani mattina. Un po’ a novembre, un po’ a dicembre, un po’ a gennaio, piuttosto che prima Giro d’Italia.

«Fino agli anni 90 – prosegue Pinarello – avevamo anche tre squadre, nessuno col primo nome, però avevamo tre squadre in gruppo. Andando ancora più indietro, ricorderete la Del Tongo-Pinarello, la Metauro Mobili-Pinarello di Magrini e la Vini Ricordi-Pinarello. Mai il primo nome, ma il mio socio è molto appassionato di ciclismo e la sua passione ci porta a fare belle cose. Pogacar resterà Pogacar, ma noi cerchiamo di mantenere il nostro impegno nel ciclismo. Credo in questo movimento, nonostante sia un mercato senza grandi emozioni. Il nostro lavoro è investire, non vinceremo il Tour, ma la squadra si è rinforzata».

Nella bacheca di Fausto Pinarello ci sono anche i 5 Tour e i 2 Giri di Indurain, qui con lui
Nella bacheca di Fausto Pinarello ci sono anche i 5 Tour e i 2 Giri di Indurain, qui con lui

Una cassaforte importante

Non tragga in inganno il fatto che il primo sponsor sulle maglie sarà un marchio di bici: un’opzione che di solito viene associata alla difficoltà nel trovare un nome all’altezza. Dietro Pinarello c’è infatti la svizzera Spac, la cassaforte attraverso cui lo scorso anno Glasenberg ha acquistato per 90 milioni di euro anche il 5 per cento di Technogym.

L’accordo raggiunto fa sì che Tom Pidcock tornerà a pedalare su bici Pinarello anche su strada. Lasciata la Ineos per approdare alla Q36.5, il campione olimpico e mondiale della mountain bike ha conquistato il podio della Vuelta in sella a una Scott, ma ha continuato a correre su Pinarello in tutte le specialità del fuoristrada. E’ stato proprio lui infatti a sviluppare i modelli Dogma XC e Crossista, che lo hanno portato ai suoi risultati più prestigiosi.

«Sono davvero felice – ha detto il britannico – di tornare a tempo pieno in Pinarello. E’ davvero come tornare a casa. Ho sempre amato guidare le loro bici e, nel corso degli anni, ho costruito un rapporto davvero forte con il marchio. E’ la reunion perfetta».

Tom Pidcock prova la nuona Pinarello da gravel (foto Roberto Bragotto)
Nonostante usasse Scott su strada, Pidcock ha pedalato in fuoristrada sempre con Pinarello (foto Roberto Bragotto)
Tom Pidcock prova la nuona Pinarello da gravel (foto Roberto Bragotto)
Nonostante usasse Scott su strada, Pidcock ha pedalato in fuoristrada sempre con Pinarello (foto Roberto Bragotto)

La soddisfazione di Bergamo

Per Q36.5, il suo fondatore Luigi Bergamo e per il team manager Douglas Ryder si tratta di un’apertura auspicata, ma forse inattesa per la modalità annunciata. Circolavano da tempo voci che il team avrebbe corso su bici Pinarello, non certo che sarebbe diventato il team ufficiale dell’azienda.

«Come uno dei co-fondatori – ha spiegato Bergamo – sono davvero orgoglioso di vedere questa piccola squadra crescere anno dopo anno grazie a tutta la dedizione, l’impegno, il sacrificio e la passione che i nostri corridori e il nostro staff hanno dimostrato. Il 2026 sarà un altro grande passo avanti, con i giovani corridori che sono stati con noi fin dall’inizio che maturano e diventano vincitori. Abbiamo un podio in un Grande Giro, nuovi grandi corridori che si uniscono alla squadra e naturalmente, infine, i nostri amici di Pinarello che si uniscono al progetto e ci aiutano a portarlo a un altro livello. Le nostre ambizioni sono altissime».

Luigi Bergamo, bolzanino, è fondatore e CEO del marchio Q36.5, come pure della squadra svizzera (foto Jim Merithew)
Luigi Bergamo, bolzanino, è fondatore e CEO del marchio Q36.5, come pure della squadra svizzera (foto Jim Merithew)

Il WorldTour nel mirino?

Il mercato della squadra è stato frizzante, soprattutto con l’arrivo di corridori di indubbio talento, ma in cerca di rilancio. La molla della rivalsa è spesso la chiave di volta per atleti che passano dal WorldTour a una professional in cui, dando per scontata l’alta qualità dei materiali, troveranno soprattutto un ambiente più umano.

L’obiettivo è il WorldTour da subito acquistando una licenza libera? In attesa di capire se sarà possibile, la svolta annunciata ieri potrebbe certamente riaprire le porte del Giro d’Italia, cui la Q36.5 ha partecipato quest’anno per la prima volta. Nonostante l’affiliazione svizzera, i due nomi sulla maglia parlano di due solide aziende italiane. Il nuovo corso targato Paolo Bellino ne terrà certamente conto.

Q36.5 Gregarius Road, la famiglia delle calzature si allarga

Q36.5 Gregarius Road, la famiglia delle calzature si allarga

01.11.2025
3 min
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BOLZANO – Q36.5 non è solo ed esclusivamente abbigliamento super tecnico e ricercato. L’azienda bolzanina spinge forte sull’acceleratore e amplia ulteriormente la famiglia delle calzature.

Nascono le Gregarius (in versione Road e Adventure, queste ultime dedicate al gravel), si posizionano al di sotto delle Unique Pro, ma non perdono di vista i focus di termoregolazione e comfort. Entriamo nelle specificità delle Road.

Q36.5 Gregarius Road, la famiglia delle calzature si allarga
Luigi Bergamo, CEO di Q36.5 ha presentato Gregarius nelle sede di Bolzano
Q36.5 Gregarius Road, la famiglia delle calzature si allarga
Luigi Bergamo, CEO di Q36.5 ha presentato Gregarius nelle sede di Bolzano

Filosofia Q36.5

Allargare la categoria di calzature significa andare anche a toccare una categoria differente di utenti, ecco dove si spinge Q36.5 con le nuove Gregarius. Sono definite maggiormente democratiche rispetto alle Unique Pro lanciate ufficialmente durante la stagione calda, sono meno costose di queste ultime. Sono in ogni caso un prodotto dalla tecnicità elevata, non entry level per concetto e non economico in senso stretto. Il prezzo di listino si attesta a 300 euro.

Le Gregarius riprendono al 100% la filosofia di Q36.5, che vuole comfort e termoregolazione ottimale ai primi posti della scala dei valori. Ereditano una parte delle peculiarità tecniche dalla Gamma Dottore e Clima.

Un blend di soluzioni

Disegno, forme e ricerca dei materiali collimano in modo perfetto in una calzatura che ha l’obiettivo di diventare un riferimento per i ciclisti che vogliono una scarpa moderna, funzionale, ma non estremizzata. Si parte dalla forma, piuttosto ampia nella sezione frontale (DNA Q36.5) a favore della comodità e di una calzata che lascia le dita completamente libere. La tomaia è composta da una microfibra a rete aperta, ai lati e sulla punta, oltre ad un tessuto più compatto e resistente per la linguetta, in tutta la sezione perimetrale e dietro. Questo tessuto ha una resistenza elevata, garantisce longevità e supporto, inoltre permette di integrare completamente la talloniera.

Il sistema di chiusura è delegato al doppio rotore Boa con tiraggio diretto dei cavi. Quello superiore è assecondato da un passante che funge da guida per il cavo stesso. Altro dettaglio da non trascurare è la soletta interna con un importante rialzo mediano a supporto della zona plantare. E’ sviluppata in collaborazione con Solestar. Le taglie disponibili vanno dalla 37 alla 48 e per gli amanti del peso, la taglia 42 è dichiarata a 250 grammi.

Q36.5

Uno sguardo sulla collezione Q36.5 per la stagione fredda

28.08.2025
4 min
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Q36.5 Dottore Pro ed anche Gregarius Hybrid Light Veloce Club, l’azienda di Bolzano mostra in anteprima alcune novità della collezione dedicata all’autunno ed all’inverno.

Come vuole il DNA Q36.5 ogni singolo capo è progettato e realizzato entro i 350 chilometri dalla sede di Bolzano, con cura certosina del più piccolo dettaglio, ricerca ed avanguardia, facendo collimare al meglio comfort e tecnicità dei capi. Uno sguardo ai capi che rappresentano la nuova collezione.

Dottore Pro è una maglia di stampo professionale
Dottore Pro è una maglia di stampo professionale

Q36.5 Dottore Pro, uomo-donna

Entra ufficialmente in gamma la nuova maglia a manica lunga Dottore Pro (categoria che è un riferimento per la ricerca del design e dei tessuti), disponibile per l’uomo e per la donna. E’ stata disegnata per garantire una protezione ottimale, sicuramente dal freddo non estremo, garantendo al tempo stesso una schermatura UV. Il taglio è studiato per ridurre al minimo la presenza di cuciture. Complessivamente è caratterizzata da un tessuto tridimensionale (UF Lx), soluzione che permette di abbassare i tempi di asciugatura del 50% rispetto ad una normale maglia. I benefici si riflettono in modo esponenziale sulla termoregolazione, sulla prestazione atletica, ovviamente sulla salute dell’atleta.

Q36.5 Dottore Pro a manica lunga è caratterizzata da un trattamento idrofilo HeiQ Smart Temp. Si attiva solo quando è necessario, mantiene l’equilibrio ottimale tra freschezza, comfort e gestione dell’umidità indipendentemente dalle variazioni di temperatura esterna. Porta in dote anche un concetto di aerodinamica non banale, grazie alla totale assenza di cuciture frontali. Ha un valore alla bilancia dichiarato di 125 grammi (120 per il taglio dedicato alle donne), è disponibile dalla taglia XS alla XXXL (dalla XS alla XL per le donne) ed esprime le sue potenzialità tecniche con temperature prossime ai 15°.

La maglia del Club sulla base Gregarius

Si tratta sempre di una maglia a manica lunga per la stagione di mezzo/fredda. La Q36.5 Gregarius Hybrid Light Veloce Club unisce tecnicità, morbidezza e protezione, senza dimenticare lo studio body mapping che Q36.5 ha condotto sui capi. Grazie a questo è stato aggiornato il taglio di tutta la categoria Gregarius, senza sacrificare il comfort ed aumentando l’efficienza aerodinamica.

Sono stati eliminati tutti i materiali in eccesso, non indispensabili, le tasche sono invisibili, integrate nella pannellatura posteriore e aderenti. I polsini di questa maglia sono minimali e definiti a taglio grezzo, una tecnica che migliora la gestione dell’umidità in un punto solitamente critico per l’accumulo di sudore. Si tratta di una maglia da 140 grammi di peso, sfruttabile a pieno con temperature prossime ai 18°C e disponibile dalla taglia XS fino alla XXXL.

Q36.5

Q36.5 è anche mountain bike con il kit di Tom Pidcock

24.07.2025
3 min
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La stagione di mountain bike è ormai iniziata da qualche settimana ed è il momento di proiettarsi sugli sterrati. Q36.5, brand di Bolzano che da diverse stagioni lavora nel ciclismo professionistico su strada, quest’anno è atteso da diverse sfide anche nel fuoristrada. L’arrivo nel team di Tom Pidcock ha aperto le porte ai biker e alle loro esigenze. Il britannico, campione olimpico a Parigi 2024 della specialità, ha esordito nella prova di Coppa del mondo UCI ad Andorra. 

Per l’esordio di Tom Pidcock è stato presentato da Q36.5 un kit ufficiale che verrà utilizzato nelle gare della stagione di mountain bike. Una serie di capi d’abbigliamento realizzati seguendo le idee e le esigenze tecniche raccolte durante la stagione su strada da parte di Pidcock. Il kit si compone di: maglia Gregarius Pro Team Offroad, pantaloncini Dottore, calzini Aero e body ufficiale da gara. 

Il nuovo kit realizzato da Q36.5 per la mtb ha debuttato con Tom Pidcock nella prova di Coppa del mondo ad Andorra
Il nuovo kit realizzato da Q36.5 per la mtb ha debuttato con Tom Pidcock nella prova di Coppa del mondo ad Andorra

Debutto in gara

Ogni prodotto è stato studiato, sviluppato e realizzato con l’intento di offrire la miglior prestazione possibile anche in condizioni climatiche difficili. Dato che la stagione calda è ormai nel vivo la maglia Gregarius Clima Pro Team Offroad dispone di un tessuto leggero, con un design innovativo capace di far respirare la pelle. Prestazioni e comfort vanno di pari passo grazie allo sviluppo tecnico avvenuto nei laboratori di Q36.5. 

Il debutto in corsa, avvenuto durante la prova di coppa del mondo UCI ad Andorra, è stato celebrato con una grafica esclusiva che ha voluto celebrare la vittoria a Parigi 2024. 

La maglia è cucita con tre tessuti differenti, sulle maniche Q36.5 ha optato per un design aerodinamico
La maglia è cucita con tre tessuti differenti, sulle maniche Q36.5 ha optato per un design aerodinamico

Caratteristiche tecniche

La maglia Gregarius Clima Q36.5 Pro Team Offroad è progettata con un sistema che permette una mappatura avanzata del corpo. Inoltre, sono stati utilizzati tre tessuti differenti nella fase di cucitura: il primo composto da reti ultraleggere per la parte di petto e schiena. In questo modo si riesce a garantire la giusta termoregolazione anche a velocità minori. Nella zona delle maniche, invece, Q36.5 ha optato per un tessuto aerodinamico a coste da 6 millimetri. Le tasche posteriori in power mesh favoriscono sempre la traspirabilità senza compromettere l’elasticità del tessuto. 

Per gli appassionati di mountain bike e non solo il kit replica, che prevede la sola maglietta, è disponibile alla vendita presso i rivenditori autorizzati Q36.5 e sul sito ufficiale del brand

Prezzo: 140 euro. 

Q36.5

Q36.5 Unique Pro, tutto quello che serve in una calzatura

11.07.2025
6 min
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Q36.5 Unique Pro è e sarà uno dei riferimenti delle calzature di altissima gamma, super tecniche e dedicate all’ambito professionale/agonistico. La suola full carbon, rigida e sottile trova ispirazione dalle tendenze attuali, alta dietro e ultra contenitiva in tutta la sua lunghezza.

La tomaia è un blend di tessuti e soluzioni che ricordano (in parte) l’altra scarpa top di gamma, ovvero la Dottore Clima, ma soprattutto al lato pratico la Unique Pro è una scarpa che non trova accostamenti nel listino Q36.5. L’abbiamo provata in anteprima ed ecco le nostre considerazioni.

Rispetto ad una scarpa con suola classica? Il piede gode di maggiore stabilità e contenimento
Rispetto ad una scarpa con suola classica? Il piede gode di maggiore stabilità e contenimento

Tecnologia proprietaria Q36.5 tutta italiana

Ci piace, ci piace tantissimo sottolineare uno dei fattori rimarcati da Q36.5 durante il lancio ufficiale della nuova Unique Pro. La scarpa è stata sviluppata mettendo insieme diverse tecnologie di produzione proprietarie e tutte italiane, perché, oltre al resto, non bisogna mai dimenticare che l’arte calzaturiera dell’Italia era e resta un’eccellenza copiata da molti.

Si parte dalla suola, prodotta nel comprensorio calzaturiero di Montebelluna, in Veneto, dove molte scarpe (di marchi differenti) hanno origine. E poi c’è tutto il know-how di Q36.5, che proprio con le nuove Unique Pro raggiunge l’apice in termini di design, performance, materiali ed un fitting che lascia di stucco. Tornando per un attimo alla suola, questa ha uno stack di soli 4,4 millimetri dal punto di battuta sul pedale, significa il valore più basso che il mercato è in grado di offrire oggi e fa collimare resa tecnica e comfort.

Una calzatura complessa e molto leggera

Per gli amanti dei numeri e della super leggerezza, Q36.5 Unique Pro ha un valore alla bilancia (rilevato nella misura 42, senza solette) di soli 220 grammi per calzatura. E’ molto basso, se consideriamo il doppio rotore Boa Li2 in alluminio.

La suola è un vero e proprio contenitore che parte dal tallone, dove si alza in modo importante e si abbassa verso l’avampiede dove è più scaricata, ma piuttosto larga. C’è tanto spazio per il piede ed il movimento delle dita, un fattore che si tramuta anche in un comfort “quasi” inaspettato per una calzatura così tecnica e con una suola impattante. Unique Pro ha la pianta larga, fattore che influisce sulla taglia corretta e sulla possibilità di sfruttare al massimo la calzatura. E’ necessario (fondamentale) tenere ben presente la lunghezza effettiva del piede (dei piedi).

La struttura portante della tomaia è forata, ma al tempo stesso compatta e ricorda la vera pelle. La linguetta è diversa dal solito, perché è un tessuto in mesh che funge come una calza. Si adegua al piede, non si arriccia e segue perfettamente l’azione di chiusura dei rotori. Inoltre, grazie alla sua morbidezza, tende a dissipare la pressione generata (inevitabilmente) dai cavi. Quello superiore è diretto, quello inferiore adotta un incrocio e tutti i punti di snodo sono in tessuto.

Il vantaggio nella spinta arriva dalla calzatura nella sua interezza
Il vantaggio nella spinta arriva dalla calzatura nella sua interezza

I nostri feedback

La nuova Q36.5 Unique Pro è una calzatura estremamente comoda e ultra performante al tempo stesso. Il comfort, quasi inaspettato se il giudizio è condizionato dal solo impatto estetico, è hors categorie, grazie ad una pianta larga, un avampiede ampio e grazie al quasi totale azzeramento dei punti di pressioni interni. E poi c’è la stabilità che si genera ed è parallela ad un contenimento del piede che è altrettanto vantaggioso sotto diversi punti di vista.

Chi proviene da una “calzatura classica” con la suola piatta, deve mettere in conto una fase di adattamento prolungata, per via della suola così alta dietro che, contiene il tallone come poche altre. L’imbottitura interna in questo punto aiuta (non poco), ma è necessario comprendere al meglio una suola che è diversa dagli standard. E’ un blocco unico, non ha flessioni. Chi arriva da una tipologia di scarpa simile (o per lo meno che adotta i medesimi concetti, di design e disegno della suola) è sicuramente avvantaggiato nel “capire” la calzatura e sfruttarne le potenzialità. Il plus è la Unique Pro nella sua totalità, sicuramente costosa, ma ben fatta e curata in ogni dettaglio. Infine lo stack ridotto della suola, un altro argomento che merita di essere snocciolato. 4,4 millimetri è un numero ridotto e traducendo, il piede di avvicina tantissimo all’asse di battuta del pedale.

Non c’è da meravigliarsi se, come nel nostro caso, la sensazione è quella di dover abbassare la sella di un paio di millimetri ed al tempo stesso “sentire” il pedale come poche volte è capitato in precedenza. E poi la Unique Pro è una scarpa che non si scalda e non fa ribollire i piedi.

In conclusione

Unique Pro è una tipologia di calzatura che ha un costo importante: 550 euro di listino. Il prezzo è in linea con questa categoria di prodotti, anzi, di strumenti votati a massimizzare la resa tecnico-atletica e rientra in una fascia “artigianale” Made in Italy. Un semplice dettaglio? A nostro parere no, se consideriamo che in questa stessa categoria rientrano pure calzature prodotte in stock nel far east, belle e performanti senza dubbio, che nei termini di qualità dei materiali, design e fattura, non hanno nulla a che fare con il calzaturiero fatto in casa Italia. Non vogliamo essere campanilisti ad ogni costo, ma ci sembra corretto mettere in evidenza una qualità che può fare realmente la differenza e non una semplice scritta impressa sul carbonio.

Q36.5