Salento, l’affascinante conclusione del nostro viaggio in Puglia

20.10.2023
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Abbiamo ammirato la magnificenza della Daunia, la natura viva del Gargano, la quiete del Tavoliere, ci siamo riflessi sulle rive della Costa Imperiale e attraversato le meraviglie di Murgia, Gravine e Valle d’Itria. Siamo arrivati al tacco dello stivale, nel punto più orientale d’Italia. Ecco il Salento, il luogo dove la bici e le bellezze pugliesi trovano l’epilogo di una vacanza in sella. We are in Puglia, dove le due ruote trovano itinerari unici e dove la tradizione e la cultura accolgono il cicloturista a braccia aperte. Saliamo di nuovo in sella e impariamo a conoscere questo angolo circondato dal mare e costellato di meraviglie. 

Gli itinerari si adattano a tutti i tipi di bici
Gli itinerari si adattano a tutti i tipi di bici

Entroterra alle spalle

L’entroterra alle spalle e lo sguardo specchiato in acque cristalline. 78 chilometri con 405 metri di dislivello. L’itinerario ha inizio da Lecce, la città del barocco. Amata dai turisti, ma anche dai suoi cittadini, raccoglie in sé un intreccio irripetibile di arte e cultura. Da qui si dà il primo colpo di pedale e dopo appena 12 chilometri si raggiunge l’antico borgo fortificato di Acaya, impreziosito da un castello risalente ai primi anni del 1500. E poi, il silenzio unito alla bellezza del paesaggio dell’Oasi le Cesine, Riserva Naturale dello Stato. 

Per diversi chilometri si ha il lusso di pedalare tra fitti alberi, prima di giungere a ridosso delle spiagge di San Foca e di Torre dell’Orso, due delle località turistiche più frequentate del Salento, le cui acque cristalline meritano più di un tuffo e d’inverno spiccano come colpi di pennello in un quadro d’autore. Tra le due è possibile ammirare da vicino la suggestiva Grotta della Poesia e le antiche rovine di Roca Vecchia, antica città dell’età del bronzo. Lasciata la vista sul mare, non prima di aver ammirato i Faraglioni di Sant’Andrea, si prosegue in direzione Borgagne, piccolo paese dal carattere tipicamente salentino. Pochi chilometri più a sud si costeggiano i due laghi Alimini prima di terminare l’itinerario, dopo pochi colpi di pedale, dinanzi ai bastioni a picco sul mare di Otranto, la “Porta d’Oriente”. 

Bellezza senza fine

La Puglia ci ha abituati a una continua sfumatura di epoche storiche e tradizioni gastronomiche senza eguali. Ma anche luoghi dove l’uomo non può fare altro che ammirare. A circa 20 chilometri da Otranto, c’è una struttura cava erosa dal mare, ricca di numerose iscrizioni votive che la rendono una biblioteca nell’Adriatico. E’ un luogo dal grande fascino archeologico e naturalistico, dove fare letteralmente un bagno nella storia. Poco distante da San Cataldo, nota come la spiaggia dei leccesi, si apre la meravigliosa oasi naturale le Cesine. Qui è possibile ammirare le rare orchidee spontanee e il volo degli aironi e dei germani reali. Le Cesine è infatti un’oasi del WWF, che trovandosi lungo una delle principali rotte migratorie, ospita tantissimi uccelli acquatici. 

Tra Torre Sant’Andrea e Otranto, la spiaggia di Alimini – con le sue dune di sabbia finissima, il mare trasparente e i fondali bassi – è l’ideale per i più piccoli. Ma il lungo tratto di costa, aperto a tutti i venti, è un vero paradiso anche per i surfisti. Poco distante da Lecce, tra la località turistica di Torre dell’Orso e la Baia dei turchi, si trova Torre Sant’Andrea, un antico villaggio di pescatori con l’omonima torre di difesa cinquecentesca. I Faraglioni sono una scultura naturale, in cui l’acqua ha modellato la roccia bianca. Tra tutti, il più suggestivo è l’Arco degli innamorati. 

Santa Maria di Leuca si trova nel punto più a oriente d’Italia (foto Italia.it)
Santa Maria di Leuca si trova nel punto più a oriente d’Italia (foto Italia.it)

Fino al tacco

Giù fino al tacco dello Stivale e lenta riconquista del cuore rurale del Salento. Questo itinerario di 186 chilometri e 1.500 metri di dislivello procede a passo lento, lungo gli spot più belli della macchia mediterranea. Si parte dall’interno, da Maglie, per andare verso la costa e assaporare le diverse facce del salento attraverso Muro Leccese, Giurdignano e Otranto. Per poi approdare a Punta Palascia, il punto più orientale d’Italia, dove si ammira l’alba prima che in qualsiasi altro angolo del Belpaese. Da qui, l’Albania è distante appena 70 chilometri. Inseguendo la brulla costa adriatica, si giunge alla piccola baia di Porto Badisco, dove approdò Enea in fuga da Troia e, infine, a Santa Maria di Leuca, la spartiacque dei due mari: lo Ionio e l’Adriatico.

Il percorso da qui risale lungo il versante ionico, spingendosi alla scoperta del nucleo medioevale di Castrignano e del mausoleo Centopietre a Patù. Dopo un’immersione tra i filari di ulivi perfettamente allineati, si ritorna, per pochi chilometri, a rimettere gli occhi sul mare e su una delle città storiche del Mediterraneo: Gallipoli. L’anello che celebra il certo matrimonio tra il cicloturista e il Salento regala il magnifico spettacolo barocco di Nardò e i tesori d’arte di Galatina. Si conclude con il ritorno a Maglie. 

I muretti a secco sono patrimonio Unesco e accompagnano ai lati le pedalate dei cicloturisti (foto Salento Bici Tour)
I muretti a secco sono patrimonio Unesco e accompagnano ai lati le pedalate dei cicloturisti (foto Salento Bici Tour)

Epilogo salentino

Tanti luoghi abbiamo citato e tanti ce ne sarebbero da citare. Il Salento non è esente da questo incipit. Mettersi in sella e pedalare sulle strade tracciate dagli itinerari è però un ottimo modo per incontrare le bellezze storiche. A due passi da Otranto, le cave di bauxite, un tempo utilizzate per l’estrazione di alluminio, oggi si lasciano ammirare nel gioco di dune rosse a picco su un laghetto sorto dalla falda freatica nata dopo la loro dismissione. Nel cuore della Grecia salentina, dove ancora si parla il griko, antico idioma di origine greca, risplende Melpignano. Il piccolo borgo che ogni estate accoglie il concertone de “La notte della Taranta”, una grande festa dai ritmi incalzanti e danze sfrenate, legate alle storie della tradizione.

Accompagnati lungo la strada si notano i famosi muretti a secco. Un’arte antichissima, ostinata e paziente, in armonia con gli equilibri della natura. Dividono i terreni tra gli ulivi e, senza l’aggiunta di malta o cemento, permettono all’acqua di penetrare. L’arte dei muretti a secco oggi è riconosciuta come patrimonio Unesco. Meritano una visita il Parco naturale regionale Costa Otranto, le torri costiere di Gallipoli, alcune delle quali visitabili. E ancora, il piccolo fiordo salentino, il Ciolo, vicino Santa Maria di Leuca che regala panorami a picco sul mare. La monumentale fontana a cascata di Santa Maria di Leuca, con la scalinata e la colonna romana, sono le opere terminali dell’Acquedotto Pugliese. Infine Punta Meliso, il punto d’incontro tra i due Mari, lo Ionio e l’Adriatico. 

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Puglia coast to coast, poesia tra i due Mari

Puglia coast to coast, poesia tra i due Mari

13.10.2023
6 min
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Vedere il sole tuffarsi o nascere dal mare è una delle esperienze più belle a cui ognuno almeno una volta della vita deve assistere. In Puglia questa possibilità viene divisa da pochi chilometri. Ci troviamo nel tacco dello stivale, gli itinerari che scopriamo oggi sono un vero e proprio coast to coast da affrontare in sella. Da Brindisi a Taranto, dall’Adriatico allo Ionio. Alba e tramonti, pronti ad ammaliare i cicloturisti alla partenza e all’arrivo con un viaggio nell’entroterra salentino tra tradizioni e paesaggi mozzafiato.

Il magnifico Parco degli Ulivi di Ostuni (foto BigUp Eventi)
Il magnifico Parco degli Ulivi di Ostuni (foto BigUp Eventi)

Adriatico e Ionio

Dall’Adriatico allo Ionio, un emozionante viaggio tra spiagge, torri e aree naturali protette, l’alba su un versante ed il tramonto sull’altro. L’itinerario parte da Ostuni, con il suo grappolo di case bianche incastonate l’una sull’altra. Da qui si pedala alla volta del Castello di Ceglie Messapica, capitale dell’enogastronomia pugliese. Si prosegue in direzione Grottaglie, avamposto tra la Murgia e il Salento. Accompagnati da atmosfere magiche e ricche di storie, si attraversano i paesi della murgia tarantina. 

Raggiunta la costa nei pressi del Parco Archeologico di Saturo, l’itinerario si fa più semplice e adatto a tutte le gambe. Inseguendo la litoranea ionica-tarantina, si incontrano alcune delle più belle località marine della Puglia. Un susseguirsi di spiagge, prevalentemente sabbiose, con acque basse e cristalline, accompagnano il cicloturista a Torre Lapillo e a Porto Cesareo, due delle più iconiche e famose rive sullo Ionio. Dopo una boccata di ossigeno nell’Area naturale di Porto Selvaggio, il coast to coast, dall’Adriatico allo Ionio, si conclude tra le mura che cingono la splendida Gallipoli. 

Perle da vedere

L’itinerario descritto si snoda in 153 chilometri con 916 metri di dislivello. Tra una pedalata e l’altra si incontrano luoghi unici e caratteristici di questo territorio pugliese. A partire dalla spiaggia di Torre Lapillo, con la sua acqua verde smeraldo e la sabbia bianca finissima. La sua maestosa torre di avvistamento è tra gli antichi baluardi voluti da Carlo V per difendere le coste pugliesi dalle incursioni saracene. 

A pochi colpi di pedale si trova anche l’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, ideale per snorkeling e immersioni tra coralli. Il biologo pioniere Pietro Parenzan, trovando una grande concentrazione di ha- bitat marini diversi, fondò qui il Museo di Biologia Marina. Perla dello Ionio è sicuramente il borgo antico di Gallipoli, arroccato su un’isola è collegato alla terraferma da un ponte in muratura. Il Castello Angioino Aragonese, la Cattedrale, la Fontana Greca e le spiagge, sono solo alcuni dei motivi che valgono una sosta. 

Gallipoli è stata anche teatro del Giro d’Italia ciclocross (foto Roberto Roca)
Gallipoli è stata anche teatro del Giro d’Italia ciclocross (foto Roberto Roca)

Profumi salentini

Da un lato all’altro è possibile spingersi e fare chilometri tra un mare e l’altro anche nell’entroterra, accarezzando il Salento e i suoi vini. L’itinerario è semplice dal punto di vista altimetrico con 385 metri di dislivello, ma capace di regalare emozioni indimenticabili, da gustare al ritmo morbido delle pedalate. 97 chilometri che partono da Grottaglie e si esauriscono a Brindisi. Il primo incontro sono le grandi città di origine messapica, Francavilla Fontana e Oria, scrigno di storie antichissime, dell’epoca romana e medioevale. Da qui le ruote ripercorrono, per diversi chilometri, le antiche tracce della regina viarum dei romani, la via Appia. 

Da Manduria ad Avetrana, il cicloturista affonda i respiri tra i vigneti del pregiato Primitivo, il famoso vino dal colore rosso rubino intenso. Lasciata Avetrana, il paesaggio continua tra nuovi vigneti. Da quelli del Primitivo, senza nemmeno avere il tempo di accorgersene, si passa ben presto a quelli del Negroamao, vino dal colore quasi nero e dal retrogusto amarognolo, tra Guagnano e Campi Salentina. Questa avventura si conclude nell’esuberante e superbo barocco di Lecce, la capitale del Salento, protagonista del nostro prossimo appuntamento. 

Assaggiare per credere

Il viaggio verso Sud in questa bike destination è costellata da specialità gastronomiche a cui il ciclotuirista può solo dire di sì. Prodotti unici al mondo che la terra e la tradizione sono in grado di regalare ad ogni viandante. Passando per Ceglie Messapica, paesino delle Murge sud-orientali, si può assaggiare il biscotto cegliese, a base di mandorle autoctone tostate, con marmellata di amarene, ciliegie, mela cotogna o uva, secondo le varietà locali. Famose in tutto il mondo invece a Taranto non ci si può esimere dall’assaggio della regina delle acque, la cozza. Quella Tarantina è particolarmente saporita perché cresce lì dove le acque salate del Mar Piccolo si mescolano continuamente con le correnti di acqua dolce chiamate Citri. Uno spettacolo culinario con un paloscenico che varia di chilometro in chilometro. 

Oltre al suo cibo, la terra pugliese è in grado di offrire eccellenze da bere. Come il primitivo negramaro Manduria. Vino DOC il cui vitigno si narra fu portato in Puglia dai Greci. Guagnano è centro produttivo DOC del Salice Salentino, dal vitigno negroamaro, il cui nome, ripetizione dell’aggettivo nero in latino e greco ne indica il caratteristico colore. Infine per riprendere lo spunto e proseguire il proprio viaggio nel Salento che ci aspetta c’è il caffè leccese. Chiedere un caffè in Salento, vuol dire far incontrare la tradizione araba del caffè con il latte di mandorla. Ecco il particolare caffè al ghiaccio salentino, l’esaltazione del dolce e dell’amaro stretti in un fresco abbraccio. Il pieno di energia per una giornata su due ruote. 

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Murgia, Gravine e Valle d’Itria: la Puglia che non smette di stupire

Murgia, Gravine e Valle d’Itria: la Puglia che non smette di stupire

06.10.2023
6 min
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C’è una Puglia che grazie al ritmo lento della bici è pronta a accogliere il cicloturista in un territorio abituato a stupire, chilometro dopo chilometro. Murgia, Gravine e Valle d’Itria: qui si incontra un vero e proprio eden. E’ infatti possibile sfiorare e toccare con mano, pedalata dopo pedalata, alcuni dei luoghi che hanno reso famosa questa Regione nel mondo e lo continuano a fare da secoli. Dai trulli di Alberobello, alla vista mozzafiato di Polignano a Mare. Dalla Cattedrale di Ostuni al maestoso Castel del Monte (foto in apertura Shimano Steps). 

Bellezze inestimabili che si accompagnano a una gastronomia sempre ricca e ideale per deliziare il palato tra una tappa e l’altra. Per scoprire il territorio ed entrare nello spirito di queste magnifiche mete, faremo un viaggio in quattro differenti itinerari.

Viaggio nell’entroterra

Si parte da Margherita di Savoia per arrivare ad Altamura: 115 chilometri con 1.420 metri di dislivello. Si pedala attraverso il parco nazionale dell’Alta Murgia: un territorio aspro e sconfinato. Dalla costa ci si addentra verso i monti senza affrontare pendenze proibitive. A 540 metri di quota, su una delle colline più elevate dell’Alta Murgia, si incontra il maestoso Castel del Monte, dal 1996 inserito nel Patrimonio Unesco, iconica fortezza voluta da Federico II di Svevia e da sempre uno dei simboli più famosi della Puglia. Da qui si prosegue tra paesaggi lunari, che cambiano colore ad ogni stagione dell’anno e meritano di essere ammirati ogni volta. 

Dopo 100 chilometri si raggiungono Gravina in Puglia, arroccata su un imponente canyon, e il borgo medioevale di Altamura che vanta una delle più belle cattedrali del Sud Italia, tra le quattro chiese palatine pugliesi. Lungo questo itinerario, a Canosa di Puglia, il cicloturista ha una doppia possibilità: affrontare l’Altipiano delle Murge dal versante est o dal versante ovest. Lunghezza e difficoltà altimetriche sono pressoché le stesse. Il versante che confina con le terre della Lucania, nella periferia rurale della Puglia, offre la possibilità di ammirare da vicino gli splendidi borghi di Minervino Murge, il “Balcone di Puglia”, Spinazzola e Poggiorsini. 

Nel 2022 i trulli hanno fatto da cornice al campionato italiano su strada
Nel 2022 i trulli hanno fatto da cornice al campionato italiano su strada

In bici tra i trulli

Un lento viaggio adatto a tutti per un percorso che fa toccare con mano la Puglia più iconica. L’itinerario comincia da Bari, custode delle sacre spoglie di San Nicola, puntando la torre normanna di Rutigliano. Superata Conversano, città d’arte con importanti vestigia medievali, ci si tuffa nelle tranquille stradine di campagna costantemente circondate da coltivazioni di alberi da frutto, ciliegi e mandorli. Si prosegue pedalando immersi in uno spettacolo per gli occhi, dai forti contrasti cromatici, specie in primavera, quando il verde dei campi non arati e il rosso-marrone della terra appena lavorata si mischiano con il bianco della pietra, delle nuvole e l’azzurro del mare. 

Immancabile una sosta per una visita al complesso speleologico più importante d’Italia: le grotte di Castellana. Risalire il territorio della Murgia da qui è piuttosto morbido e conduce ai 400 metri di quota delle colline di Putignano, la “Città del Carnevale”. Le strette stradine, una scenografia fiabesca punteggiata dai tipici trulli, accompagnano il cicloturista tra i vicoli bianchi di Alberobello, patrimonio Unesco e arrivo di tappa di questo itinerario. Un viaggio senza tempo tra storia e rituali, che si spalma su 92 chilometri per 950 metri di dislivello.

Polignano a Mare e il suo golfo caratteristico (foto Veloce Bike Rental)
Polignano a Mare e il suo golfo caratteristico (foto Veloce Bike Rental)

Di nuovo sulla costa

In questo itinerario la costa adriatica ritorna protagonista, con 136 chilometri per 825 metri di dislivello, pronti ad accompagnare il ciclista con il mare a sinistra e la terra pugliese sulla destra. Si parte da Bari e si prosegue verso sud, lungo baie dall’acqua limpidissima, da ammirare senza fretta. Passato il nuovissimo lungomare di Mola di Bari, si incontrano diversi trulli (qui ammirabili con le mille sfumature del blu del mare sullo sfondo). La tavolozza dei colori dei paesaggi è impreziosito anche dal verde degli ulivi e dalle mille tonalità degli orti della campagna. 

Ecco che si raggiunge il centro storico di Polignano a Mare, sviluppato su un promontorio a picco sull’Adriatico da cui riecheggiano le melodie di Modugno. Qui si tira dritti verso le mura che delineano il lungomare di Monopoli. Arrivati a Ostuni le ruote si fanno strada tra i maestosi ulivi secolari. Il passato e il presente si intrecciano e, per diversi chilometri, si inseguono le tracce dei centurioni romani che marciavano lungo la via Traiana e dei pellegrini che conducevano il loro cammino sulla via Francigena. L’itinerario termina nell’antica e nobile Brindisi, la porta d’Oriente, scalo dei Crociati verso la Terra Santa. Una meta che sarà protagonista anche della prossima puntata del nostro viaggio in Puglia. 

La magnifica Cattedrale nel centro storico di Ostuni (foto Brundarte)
La magnifica Cattedrale nel centro storico di Ostuni (foto Brundarte)

In lungo e in largo

Per chi vuole una vacanza in sella da non dimenticare, scegliere questo territorio delimitato tra Murgia, Gravine e Valle d’Itria è una scelta vincente. Il viaggio in questi quattro itinerari si chiude con 131 chilometri e 1.240 metri di dislivello distribuiti tra Altamura e Ostuni. Dallo splendido centro storico di Altamura, la cui Cattedrale fu commissionata da Federico II in persona, questo tracciato taglia in due la Puglia e trasporta il cicloturista alla scoperta del fascino senza tempo della Valle d’Itria. Le prime due tappe sono Santeramo in Colle, abitata sin dal Neolitico, e Gioia del Colle, stretta all’ombra del suo castello di origine svevo-normanna. Dalle terre del Primitivo a Noci, “Citta dell’Enogastronomia”, il percorso si snoda tra i campi coltivati e i muretti a secco, quest’ultimi realizzati con le pietre che venivano su dalla lavorazione della terra. 

In pochi respiri, scanditi dalle pedalate, si incontrano i maggiori luoghi di interesse della Valle d’Itria: Alberobello, Locorotondo, Martina Franca e Cisternino. L’itinerario termina dinanzi alla Cattedrale di Ostuni, che nasconde alle sue spalle una vista mozzafiato su due panorami. Il primo è l’infinita distesa di ulivi, la seconda è l’Adriatico in uno dei suoi tratti piu suggestivi. 

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Puglia, da Manfredonia a Bari, incantati dalla Costa Imperiale

Puglia, da Manfredonia a Bari, incantati dalla Costa Imperiale

03.10.2023
5 min
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Puglia e mare sono un binomio imprescindibile. La bici è un mezzo gentile che permette di ammirare il blu del Mediterraneo a un ritmo lento e prezioso, per godersi ogni momento. La Costa Imperiale è il luogo ideale dove pedalare da soli, in compagnia o in famiglia, gustando le prelibatezze locali e visitando le città e i paesi che da secoli hanno messo le radici nella cultura e nella bellezza della costa. 

A riassumere questo contesto ricco di opportunità e storie da scoprire c’è un itinerario che parte da Manfredonia e arriva a Bari, disegnato appositamente per le due ruote.

La riserva naturale Salina di Margherita di Savoia è un’area naturale protetta (foto Vania Biffani)
La riserva naturale Salina di Margherita di Savoia è un’area naturale protetta (foto Vania Biffani)

Prima parte

Dal romanico del Nord alla tradizione mercantile di Bari. Questo itinerario tracciato sulla Costa Imperiale con 150 chilometri pianeggianti costellati da panorami e tradizione è pronto a stupire. I ciclisti che decideranno di percorrerlo saranno accompagnati da una brezza marina e dal mar Adriatico sempre sullo sfondo. 

Si parte quindi da Manfredonia, la città portuale e marittima per eccellenza in provincia di Foggia situata ai margini del Tavoliere e del Parco del Gargano. Il primo monumento ammaliante che si incontra è sicuramente la chiesa Santa Maria Maggiore di Siponto, capolavoro del romanico pugliese. Da qui si prosegue e si giunge senza difficoltà tra le saline di Margherita di Savoia, serbatoio di biodiversità e riserva dal 1977. Un luogo unico dove hanno trovato casa anche i fenicotteri rosa. Importante segnalare che da Trinitapoli a Trani il percorso è di solito molto trafficato, si consiglia pertanto di affrontare questo tratto in treno o di sostare per dividere l’itinerario in più tratte per una vera vacanza in sella.

Seconda parte

Arrivati a metà itinerario, si giunge a Trani. Una cittadina della costa pugliese che ha saputo conservare intatto il suo ricco patrimonio storico e architettonico. Caratterizzata da un suggestivo e antico porto, la cittadina è nota anche con l’appellativo “perla dell’Adriatico” per la sua ineguagliabile bellezza. Raggiunta Trani si resta letteralmente incantati dinanzi al bianco accecante della Cattedrale di San Nicola Pellegrino, tra le più belle e scenografiche del Mediterraneo. 

Nei successivi chilometri gli occhi si trovano a sbirciare gli splendidi borghi che devono la loro fortuna al mare: Bisceglie, Molfetta e Giovinazzo, tre dei più importanti segnavia tra l’Occidente e l’Oriente. Infine si lascia solo per un attimo la costa alla volta di Bitonto, prima di terminare questa frizzante pedalata nel caratteristico borgo di Bari Vecchia. Un concentrato di quotidianità pugliese, tra edicole religiose e quadri votivi, tra banchetti su cui le massaie preparano orecchiette fatte a mano e marinai che tessono reti. Un paradiso da solcare sulle ruote della propria bici in qualsiasi mese dell’anno, accompagnati da un clima mite e soleggiato. 

Le vie di Bari Vecchia sono una vera e propria cartolina della città
Le vie di Bari Vecchia sono una vera e propria cartolina della città

Cultura da ammirare

Puglia è storia. Una regione in grado di raccontarsi attraverso una cultura rigogliosa e tradizioni che si tramandano da generazioni. Una volta saltati sulla bici, i monumenti e i punti di interesse sono molteplici ed è bene farne l’elenco prima di dare il primo colpo di pedale.  A Siponto, l’arte contemporanea ricostruisce il tempo. Accanto alla bellissima Basilica di Santa Maria Maggiore stupisce l’installazione in rete metallica dell’arista Edoardo Tresoldi. L’evanescente opera d’arte ricostruisce i volumi originari dell’antica Basiica paleocristiana. 

Barletta, è un altra città da cerchiare in rosso. Riconosciuta come la Porta per l’Oriente per pellegrini e soldati, sorge sulla via Francigena. Teatro della famosa Disfida, tra le mura del Castello riecheggiano le leggende su Templari e Imperatori. Diede i natali al pittore De Nittis, cui è dedicata l’omonima Pinacoteca. 

Infine perdersi per le vie di Bari Vecchia, tra i profumi dei forni e quello dei panni stesi, è un piccolo rituale di felicità da non farsi mancare. D’obbligo una passeggiata sul lungomare passando per il Teatro Petruzzelli, il Teatro Margherita e sul corso per il Teatro Piccinni.

Gastronomia della Costa

Arrivati al quinto appuntamento di questo viaggio a pedali in Puglia, si è capito che la gastronomia è uno dei pilastri su cui si fonda la tradizione locale. Basterebbe seguire il proprio olfatto per farsi guidare nelle specialità che ogni giorno finiscono sulle tavole pugliesi. La Costa Imperiale a conferma di tutto ciò vanta una serie ricca di prodotti e piatti tipici a cui il ciclista non può esimersi dal provare.

Durante l’itinerario si ha l’occasione di lasciare la costa per dirigersi verso Bitonto, città dell’olio d’oliva. Il clima, l’aria e la composizione del suolo del territorio circostante offrono l’habitat naturale per gli ulivi, i cui frutti, raccolti direttamente dall’albero al punto giusto di maturazione, permettono di produrre olio evo dalle caratteristiche organolettiche pregiate. 

Se si parla di Costa Imperiale non si può non menzionare il faro di Molfetta, ed il suo porto, popolato di pescherecci. Immancabile fare una passeggiata sul lungomare per assaggiare un’ottima zuppa di pesce con il pescato del giorno.

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Il Tavoliere delle Puglie, la pace del ciclista

Il Tavoliere delle Puglie, la pace del ciclista

29.09.2023
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La pianura è quel luogo dove il ciclista trova pace e riposo. Un terreno in cui alzare lo sguardo e godere dei panorami ponendo il limite solo dove l’occhio non arriva. La Puglia gode della seconda più vasta pianura d’Italia, quest’area geografica è chiamata Tavoliere delle Puglie: 4.000 chilometri quadrati delimitati a ovest dai Monti Dauni, a est dal Gargano e dal Mare Adriatico. Una tavola naturale, appunto, che ospita itinerari e una cultura che fonda le radici nell’agricoltura. 

Il Tavoliere è la più vasta pianura d’Italia dopo la Pianura Padana (foto Puglia.com)
Il Tavoliere è la più vasta pianura d’Italia dopo la Pianura Padana (foto Puglia.com)

Alto e Basso Tavoliere

A livello geografico, il Tavoliere viene solitamente suddiviso in Alto Tavoliere e Basso, aree che si distinguono per una serie di caratteristiche. L’Alto Tavoliere è caratterizzato da una serie di terrazzamenti e da un clima continentale. Il Basso Tavoliere è quasi tutto pianeggiante, con pendenze molto lievi. Un paradiso per il ciclista. 

La storia racconta che Federico II di Svevia sottolineava la bellezza di tale posto, tanto da dire che se Dio fosse stato a conoscenza di questa piana in Puglia, si sarebbe fermato a vivere proprio qui.

In epoca medievale questa zona della Puglia fu abbandonata dalle attività di monitoraggio per l’agricoltura e della regolamentazione fluviale, tant’é vero che successivamente fu sfruttata per secoli come terra di pascolo in inverno. Oggi quest’area pianeggiate è coltivata e tra i prodotti pugliesi che si ottengono spiccano il frumento, la barbabietola, i pomodori, e anche oliveti e vitigni che permettono la produzione di pregiati vini ed oli.

Un luogo che si sposa con l’animo avventuriero del cicloturista
Un luogo che si sposa con l’animo avventuriero del cicloturista

Una pianura ricca

L’autore di romanzi francese, René Fallet in una sua opera disse “quelli che vanno in bicicletta sanno che nella vita niente è mai piatto”. Una citazione che mostra un’interpretazione profonda di più concetti. Il cicloturista sa che questa è una delle verità che si incontra ogni volta che si sale in sella. 

«Il Tavoliere è un posto unico – ci racconta l’ex pro’ Giuseppe Muraglia – andare in bici e muoversi tra la zona dell’Alto e del Basso Tavoliere è uno spettacolo. Ci sono percorsi adatti a tutti e i panorami sono bellissimi. Essendo una pianura non è difficile incontrare il vento. Una condizione che può essere amica o nemica del ciclista. Quando il Giro d’Italia è passato da queste parti e ha incontrato il vento, si è trovato a far fronte a una corsa dura ma affascinante, fatta di tattica e fatica come una tappa dolomitica. 

«Per chi invece viene in Puglia per godersi una vacanza in bici – conclude Muraglia – pedalare qua è una scoperta che non lascia indifferenti. Pianure su cui muoversi con qualsiasi bici per conoscere tradizioni e gastronomia che a distanza di 5/10 chilometri offrono sempre qualcosa di nuovo».

Tra natura e cultura è anche teatro di grande ciclismo
Tra natura e cultura è anche teatro di grande ciclismo

A spasso tra i confini

Da una parte il Gargano e il mare, dall’altra i Monti Dauni. I cicloturisti hanno tutto quello che gli serve per spaziare in percorsi da consumare in sella. Come quello che da San Severo arrivo a Foggia: 33 chilometri con 100 metri di dislivello, adatto a tutti, anche alle famiglie. Un primo approccio al Tavoliere dove si saggia la scorrevolezza della propria bici in sinotonia con la cultura e una grande realtà come quella foggiana.

Oppure, da Foggia a Canosa. Un itinerario più lungo che conta 73 chilometri spalmati in appena 300 metri di dislivello. Strade amiche della bici che passano per paesi e città come Cerignola. Un comune che sorge su una piccola collina dove lo sguardo spazia sull’immensa pianura. Per arrivare infine a Canosa soprannominata la “piccola Roma”, per via dei sette colli. Un’occasione per ammirare e pedalare sul Ponte Romano (foto in apertura di Daniela Binetti) costruito tra I e II sec. d.C. lungo il tracciato della via Traiana, che fu anche importante snodo viario e punto di passaggio della Via Francigena, il cammino dei pellegrini verso la Terra Santa che arrivava proprio in Puglia. Un’opera iconica che attraversa il fiume Ofanto e unisce la provincia di Barletta-Andria-Trani a quella di Foggia.

Dal Gargano ai Monti Dauni c’è invece un percorso che abbraccia i territorio che fino ad oggi vi abbiamo raccontato. Da Manfredonia passando per Biccari fino a Roseto Val Fortore: 75 chilometri, dalla pianura ai monti per un totale di 1165 metri di dislivello che si districano tra le bellezze di una Puglia da vivere a colpi di pedale.

La tradizione che resiste

La natura del Tavoliere delle Puglie racchiusa tra due fiumi, Fortore ed Ofanto è nota ai più per la sua estetica inconfondibile. La tradizione però è uno degli aspetti che ancora oggi mantiene questo luogo vivo e riconosciuto nel trascorrere degli anni. L’area è stata ribattezzata il granaio d’Italia, sebbene non sia famosa unicamente per questo prodotto, bensì, anche per tanti altri ortaggi ed altri frutti di questa terra, fertile al punto giusto da regalare specialità davvero degne di nota. I prodotti tipici sono i veri protagonisti.

Sceso dalla bici, il ciclista ha l’occasione di saggiare i regali della terra e le leccornie gastronomiche. Non sarà infatti difficile incontrare feste patronali e sagre, fra degustazioni, momenti di relax, musica, ballo e tanto altro ancora. Punti panoramici da dove ammirare il Tavoliere, come Lucera, tenendo per mano un calice di “Cacc’e mmitte“. Oppure fermarsi a Cerignola per assaggiare la più grande oliva da tavola del mondo, la “La Bella della Daunia DOP” ottima da degustare nell’aperitivo pugliese. 

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Da Corropoli a Crotone, l’AIR (turistica) che si è fatta

27.09.2023
6 min
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Storia di un insolito viaggio da Corropoli, in Abruzzo, a Crotone, in Calabria. I più attenti già avranno capito che queste due località sarebbero dovute essere la sede di partenza e di arrivo dell’Adriatica Ionica Race, la corsa che non c’è mai stata e annullata a poche ore dal via.

Quello però che si sapeva meno è che parallelamente alla gara dei pro’ era in programma un percorso cicloturistico, a forte impatto enogastronomico, che ricalcava per alcuni tratti il tracciato dei corridori. O comunque quelle zone. 

Si parte comunque

E questa Adriatica Ionica Race parallela di fatto c’è stata. Rivista, modificata, ampliata in alcuni aspetti, ridotta in altri… ma c’è stata. L’organizzazione ha passato la palla ad Alex Kornfeind, esperto di cicloturismo, che si è fatto carico di un manipolo di giornalisti arrivati persino dall’Australia! Ma anche da Germania, Olanda, Inghilterra.

Partenza da Corropoli, nella piazza era attesa la corsa e invece i cittadini si sono ritrovati questo drappello di giornalisti. La guida, Silvio Cappelli, accortosi dai social dell’annullamento del programma, si era offerto di guidarci comunque nelle sue zone, esaltando l’accoglienza dell’Abruzzo, che tanto aveva creduto in questo evento. Corropoli in primis.

E così eccoci partire alla volta della Val Vibrata. Da Corropoli a Torricella sul Tronto: 46 chilometri, 800 metri di dislivello e tante, ma proprio tante, cose da visitare.

Le ciclabili e le strade bianche scorrono lente sotto le nostre ruote. Chiese millenarie, basiliche, borghi abbandonati una volta fucina di ricchezza, paesaggi che vanno dal Gran Sasso al mare Adriatico si susseguono come in un’altalena. Silvio è un fiume in piena e vorrebbe raccontare ogni centimetro e ogni scampolo della sua terra.

Lo ascoltiamo e intanto lo seguiamo. Fino ad un pranzo che è un trionfo d’Abruzzo: “ceppe” una pasta fatta con i ferri delle maglie, tipica proprio di Torricella, e gli immancabili arrosticini.

Poi di corsa tutti dentro al pullmino Ford alla volta di Vasto, ma con la Puglia nel mirino.

In Puglia…

I trasferimenti dell’Adriatica Ionica Race in effetti erano mastodontici, ma questo ci ha consentito di unire territori e culture molto diverse tra loro.

La Puglia avrebbe visto una frazione non troppo dura, tuttavia le alture di Alberobello, sede lo scorso anno del tricolore vinto da Zana, un po’ d’impegno lo richiedevano. 

Ma a noi questo aspetto proprio non ha interessato. I muretti a secco, le strade incredibilmente pulite di Locorotondo e quelle più caotiche dei trulli ci hanno condotto ad Alberobello, la perla della nostra seconda tappa e simbolo, forse, di un intera regione.

Vigneti, uliveti e queste casine tonde, bianche col tetto a punta nero… Abbiamo scoperto Alberobello mischiati tra i tanti turisti che a metà settembre ancora girovagavano per le sue stradine.

Il tutto chiaramente dopo aver assaporato burrata ed orecchiette alle cime di rapa.

Di nuovo tutti sul pullmino. Stavolta il viaggio è lungo. Da Alberobello alla zona di Crotone i chilometri sono quasi 250 e di autostrada non c’è neanche un metro. Un po’ come se fossimo stati in sella, ma questo ci ha fatto godere il Metaponto. Il Mar Ionio alla nostra sinistra e le alture della Lucania alla nostra destra, fra calanchi e lo splendido Pollino, che faceva il prezioso nascondendosi fra le nuvole.

Calabria, la meta

Una volta in Calabria ecco però le prime difficoltà logistiche. Senza la corsa dei pro’ a fare da spina dorsale, era tutto nelle mani del buon Alex, che non si è mai perso d’animo. 

L’avventura in Calabria inizia con un tuffo al mare, per recuperare le fatiche del lungo viaggio dalla Puglia. Poi tutti alla scoperta di questa porzione davvero poco conosciuta ai ciclisti: il crotonese.

Michele, la guida per l’occasione, ci ha portato al Museo della Liquirizia, uno dei più antichi e importanti del mondo. Al Castello di Corigliano, la cui veduta è qualcosa di unico, e spaziava dal Pollino da una parte, alla Sila d’altra e di fonte al Salento, visibile nei giorni più puliti al di là dello Ionio. E per finire una visita all’antica Rossano.

Restava poi Crotone, meta finale della corsa dei pro’ e, in parte, del nostro viaggio. Crotone vecchia capitale. Nessuno direbbe che questa città ai tempi della Magna Grecia potesse contare due milioni di abitanti. Fu, ed è, una patria di cultura e di vino.

Poco più a Nord, nel frattempo ci siamo spostati a Cirò Marina, eccoci entrare di nuovo nella storia. La storia del vino. Quello più vero, più antico. Il Gaglioppo è un vitigno che da oltre 2.000 anni regala lo stesso pregiato vino.

Ammirare questi appezzamenti, dormirci nel mezzo presso Le Cantine De Mare, è stata un’esperienza unica. Così come la cena e la degustazione di vini che ancora devono essere imbottigliati, di ostriche, di formaggi locali, di paccheri al pesto. E’ la magia della Calabria, del Sud e del cicloturismo.

Portare avanti questa esperienza è stato davvero importante. E chissà che non ne possa nascere qualcosa di bello. Veramente bello.

In bici dalle spiagge alla Foresta, il Gargano che incanta

22.09.2023
5 min
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Dall’azzurro del mare al verde della natura. Pedalare nel Gargano è un viaggio nei colori e nelle tonalità che la flora e la fauna del luogo regalano. Il nostro viaggio in sella in terra di Puglia prosegue. Per cui, dopo aver esplorato i Monti Dauni e aver fatto un primo giro nel Gargano, in questo appuntamento resteremo sullo “sperone d’Italia”, cercando itinerari adatti a tutti, dalle famiglie ai ciclisti più navigati. Chilometri di sentieri e strade asfaltate già tracciati da solcare in bici, con delle soste immancabili da spendere all’insegna della cultura e della gastronomia. 

Vieste è una delle mete irrinunciabili della Puglia
Vieste è una delle mete irrinunciabili della Puglia

Da Vieste a Monte Sant’Angelo

Da Vieste a Monte Sant’angelo e viceversa. Per chi vuole conoscere il Gargano in tutto il suo splendore pedalando per 58 chilometri, questo itinerario è l’ideale: 1.400 metri di dislivello, distribuiti su un percorso panoramico che parte dal mare (in apertura foto Pedalando sul Gargano) e arriva sulla collina. Da Vieste il cicloturista ha la possibilità di accorciare l’impegnativa panoramica del Gargano, di circa 80 chilometri. Dal livello del mare, seguendo la tortuosa SP52B, con 25 chilometri in costante ascesa ci si addentra nel polmone verde della Foresta Umbra. 

Dopo aver infatti guadagnato 800 metri di quota, accompagnati da faggi e cerri ad alto fusto, mancano pochi chilometri a Monte sant’Angelo, meta di arrivo di questo itinerario. Un percorso dalla difficoltà intermedia che apre però un’infinità di ramificazioni servite dal contesto unico e ideale per le due ruote che si chiama Foresta Umbra. Basterà infatti farsi accompagnare dallo spirito d’avventura e affidarsi alla rete di sentieri lunga circa 54 chilometri, segnalati con cartelli in legno o pietra, con aree pic-nic e tabelle che riportano località di partenza/arrivo ed il tempo di percorrenza. 

L’entroterra è fatto di strade sterrate che si perdono nella magia di boschi e riserve naturali (foto Pedalando sul Gargano)
L’entroterra è fatto di strade sterrate che si perdono nella magia di boschi e riserve naturali (foto Pedalando sul Gargano)

Itinerari per tutti

Oltre alla gentilezza e il fascino naturale della Foresta Umbra, il Gargano offre una ramificazione di strade per bici da strada, e-bike e gravel che si estende per tutto il Parco Nazionale. Scegliere dove alloggiare sarà una scelta facile e senza stress che si coniugherà con tutta una serie di itinerari disegnati per i ciclosturisti. 

Per chi vuole macinare chilometri all’insegna dei sali scendi e panorami mozzafiato c’è la Ciclovia degli Appennini. Un tracciato che attraversa tutto l’entroterra appenninico del Gargano e sale su e giù come una montagna russa da cavalcare con il proprio mezzo a pedali. Da Vieste a Rignano Gargano per un’avventura indimenticabile. 

Non mancano le opportunità e i percorsi, anche per chi sulla bici non è così abituato ad andarci. Ma anche per chi ha deciso di passare la vacanza in famiglia e vuole affrontare il viaggio godendosi le bellezze pugliesi a un ritmo lento e piacevole. Come per esempio seguendo l’itinerario che va da Rodi Garganico a Ischitella: 5 chilometri a sbalzo sul mare accompagnati dal profumo dei pini. Oppure da Carpino a Foce Varano in 14 chilometri con 230 metri di dislivello tra musei e cultura.

Le coste del Gargano sono pronte per incantare i cicloturisti
Le coste del Gargano sono pronte per incantare i cicloturisti

Cosa vedere

Il Gargano è un biglietto da visita internazionale che la Puglia mostra ogni anno al mondo intero. Un primo approccio a questa maestosa Regione che gode di storia, natura e un animo ospitale che si tramanda da generazioni. 

I trabucchi disegnano i profili del promontorio garganico. Sono antichissime macchine da pesca per ripararsi da un mare insidioso, diffusi lungo la costa da Vieste a Peschici, alcuni oggi ospitano poetici ristoranti in cui rifocillarsi dopo aver macinato chilometri. 

Da una costa all’altra basterà scegliere la base da cui spiccare con la bici per creare un diario di attrazioni da vedere. Dal Castello Svevo Angioino di Manfredonia, ad esempio, che affonda le radici nel XIII secolo, un vero e proprio scrigno di storia con la ricca collezione del Museo archeologico. Un’interessante collezione di reperti archeologici riempie gli spazi dell’Antiquarium Civico di Vico del Gargano, che si articola in due sezioni tematiche.

Soste per il palato

Immancabile l’appuntamento con la gastronomia pugliese che in ogni angolo custodisce ricette e tradizioni da gustare. Su tutti, gli agrumi del Parco nazionale del Gargano. Apprezzati in tutto il mondo per la qualità e per il sapore delicato, gli agrumi del Gargano rappresentano l’identità culturale di questa terra. 

Al centro della tradizione troviamo anche l’olio extra vergine d’oliva del Gargano. Il microclima della piana pedegarganica e le caratteristiche geologiche del terreno fanno sì che questo prodotto abbia una finezza, una ricchezza e una purezza uniche, in grado di renderlo un prodotto armonico e dall’acidità molto bassa. Un tocca sana irrinunciabile per ogni ciclista

Prodotto di punta del centro garganico, insieme all’olio, sono le fave di Carpino. Si distinguono per la cucinabilità e l’alto contenuto proteico. Fattori bio-climatici legati al territorio garantiscono la qualità ed il sapore che caratterizzano le gustose minestre della cucina tradizionale locale.

Chiudiamo il viaggio sulla tavola pugliese con l‘anguilla di Lesina, famosa in tutto il mondo per il suo sapore delicato e genuino. Viene esportata in tutto il mondo e apprezzata nei più importanti ristoranti. In Puglia, Omega 3, proteine e un’attività che favorisce il benessere come la bici, sono la ricetta perfetta per curare oltre che l’anima anche il corpo. 

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Pedalare sul Gargano, fra scoperte, gusto e strade da sogno

15.09.2023
5 min
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Se si dovesse scoprire la Puglia da Nord a Sud, dopo avervi raccontato la Daunia, il primo meraviglioso incontro illuminato dal mare cristallino sarebbe il Gargano. Un angolo di Mediterraneo in cui la natura è protagonista assoluta, una realtà antica e sacra che affascina per le tradizioni e incanta con i colori ed i profumi dei suoi paesaggi. 

Luoghi da scoprire rigorosamente in sella, con ciclovie, salite, discese e strade sterrate che si immergono in questo gioiello pugliese. Considerato lo “sperone dello stivale d’Italia”, questo Parco Nazionale è un’esaltazione della bellezza pugliese, arricchito da specialità gastronomiche e itinerari unici da pedalare.

Vieste nella sua parte storica e affascinante (foto turismovieste.it)
Vieste nella sua parte storica e affascinante (foto turismovieste.it)

Bici e natura

Il Gargano è un promontorio di natura carsica che viene accarezzato dal Mare Adriatico e si affaccia sulle coste balcaniche a cui in età preistorica era collegato. Un territorio montuoso dominato dal Monte Calvo con bacini, caverne e grotte, il Lago di Lesina ed il Lago di Varano, separati fra loro dal Monte Elio. I confini geografici del Gargano verso terra sono delimitati dal fiume Candelaro e dalla sottostante pianura, con ripidi pendii, in una indipendenza che ha consentito alla zona di conservarsi allo stato naturale, mantenendo le antiche tradizioni e diventando una delle principali aree turistiche in Italia.

«Quando ero professionista – dice Giuseppe Muraglia, pugliese doc – mi allenavo su queste strade, specialmente sulla salita di Monte sant’Angelo che ha più versanti ed è un vero parco giochi per le bici da strada, con paesaggi bellissimi. Il Gargano offre anche una costa magnifica. Dal Lago di Lesina parte la ciclovia Adriatica adatta a famiglie e cicloturisti. Un tracciato magnifico che si divide in due varianti. La prima che costeggia tutto il Gargano passando per la costa. La seconda che percorre tutta la prima parte del Tavoliere. Strade e percorsi in cui la bici è sempre nel suo habitat ideale».

Itinerario unico

La bici è un mezzo ideale per addentrarsi in questo magnifico luogo che tutela flora e fauna. C’è un itinerario che percorre questa terra per 233 chilometri con 3.870 metri di dislivello. Frazionabile in più tappe per gustarsi al meglio il Parco pugliese. L’entusiasmante periplo del Gargano è un lungo anello intorno al promontorio, dalla scogliera alla foresta. Ha inizio a Manfredonia passando per i faraglioni della Baia delle Zagare a pochi passi da Mattinata e per il monolite di Pizzomunno, a Vieste. Un susseguirsi di curve con lo sguardo rivolto al mare con scorci unici al mondo. Superata Peschici, si lascia il mare a Rodi Garganico. 

Le Isole tremiti non lontane sono facilmente raggiungibili. Da Rodi Garganico si prosegue per 20 chilometri lungo le sponde del lago di Varano, una delle più grandi zone umide d’Europa. Lasciata la costa l’itinerario si fa più impegnativo, e si incontra uno dei conventi più antichi della Puglia: San Matteo, sito in San Marco in Lamis. Qui, un’avventura avvincente per tutta la famiglia è il Museo paleontologico dei dinosauri. Procedendo ancora ci si imbatterà in San Giovanni Rotondo, dove si potrà visitare la chiesa dedicata a San Pio. Il tour del Gargano termina a Manfredonia dopo le tappe obbligatorie a Monte sant’Angelo, storicamente crocevia dei pellegrini sulla via di Gerusalemme.

La Foresta Umbra è un’area verde che comprende 11.000 ettari e una fauna ricchissima (foto Mario Brambilla)
La Foresta Umbra è un’area verde che comprende 11.000 ettari e una fauna ricchissima (foto Mario Brambilla)

Le bellezze naturali

Centinaia di milioni di anni fa il Gargano era un’isola ricoperta da foreste. Quando si congiunse con la terraferma rimase solo la Foresta Umbra, così chiamata per la fitta vegetazione. Dal 2017, la sua antica faggeta è stata riconosciuta Patrimonio Naturale dell’Unesco. Un vero e proprio polmone verde in cui addentrarsi con MTB e gravel. Nel cuore di Monte sant’Angelo la grotta di San Michele è un santuario che riceve migliaia di pellegrini da tutto il mondo. Riconosciuta patrimonio Unesco dell’Umanità è un’attrazione dal parterre mondiale facilmente raggiungibile a colpi di pedale. 

Quando si parla di Gargano, la costa è uno di quei luoghi in cui è doveroso imbattersi. Oltre ai panorami mozzafiato ci sono anche leggende caratteristiche che immergono in una Puglia da scoprire, come quella del Pizzomunno. Uno scoglio bianco imponente, di fronte ad una delle spiagge più belle di Vieste e simbolo della cittadina. Ad esso si lega la leggenda della struggente storia d’amore tra il giovane pescatore Pizzomunno e la bella Cristalda, rapita negli abissi del mare dalle sirene invidiose del loro amore.

Gli scaldattelli pugliesi sono una delle specialità gastronomiche che si possono assaggiare nel Gargano
Gli scaldattelli pugliesi sono una delle specialità gastronomiche che si possono assaggiare nel Gargano

A tavola

Tra una pedalata e l’altra la Puglia offre inoltre, soste da gustare per ricaricare le batterie di anima, corpo e bici. Chi decide di scoprire queste strade non potrà fare a meno di assaggiare gli scaldatelli. Taralli di farina di grano tenero con olio extra vergine di oliva, vino e semi di finocchio, originari della provincia di Foggia, soprattutto nei comuni di Manfredonia e Cerignola. Perfetti come spuntino tra una tappa e l’altra. 

Per chi vuole conoscere la gastronomia più a fondo è possibile assaggiare anche l’acquasala fredda. Carosello, cipolla, sale, acqua, olio, poche calorie e tanti sali minerali. Con una sbriciolata di origano del Gargano e pane di Monte, è l’ideale dopo le faticose salite. Un piatto povero della cucina garganica. Non sarà difficile sentirne il profumo tra vicoli storici di Monte sant’Angelo. Un’altra specialità irrinunciabile di queste zone è il caciocavallo podolico. Un formaggio nobile, tra i più aromatici. Le vacche podoliche del Gargano fanno pochissimo latte e solo in certi periodi dell’anno, per questo è un formaggio da tavola, non usato in cucina, e destinato alla sola commercializzazione locale. Non resta che assaggiare queste perle gastronomiche e godersi il viaggio.

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Puglia in sella, alla scoperta della Daunia

08.09.2023
5 min
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Una regione in grado di incantare ogni turista attraverso le sue magnifiche coste, la cultura millenaria, la gastronomia conosciuta in tutto il mondo e un popolo che ha fatto dell’ospitalità uno dei suoi tratti distintivi. Inizia il nostro viaggio in Puglia: otto appuntamenti per scoprire il tacco dello stivale a suon di pedalate in questa nuova “bike destination”. Proprio così, perché la bici da queste parti trova il suo terreno ideale, per scoprire un territorio lentamente attraverso luoghi ed emozioni. 

Il cicloturista che decide di approdare in Puglia avrà a disposizione ciclovie, itinerari che vi faremo scoprire e un clima mediterraneo ideale per quasi tutto l’anno. Dal Gargano, al Salento, passando per il Tavoliere, la Costa Imperiale, la Murgia, la Valle d’Itria e tante altre chicche da scovare. Partiamo dalla Daunia, un luogo magico che comprende pianura, monti e tanto altro.

I borghi storici visitabili sui Monti Dauni sono tutti da scoprire (foto visitmontidauni.it)
I borghi storici visitabili sui Monti Dauni sono tutti da scoprire (foto visitmontidauni.it)

Dal mare ai monti

La Daunia è quell’area geografica che comprende il Tavoliere delle Puglie, il Gargano e il Subappennino Dauno che è situato nella parte nord-orientale della regione, al confine con il Molise e con la Campania. Qui la natura regna sovrana ed è in armonia con l’uomo. Si viene accolti dalla costa con insenature e grotte spettacolari, spiagge dorate e mare cristallino, per poi addentrarsi nei boschi e le foreste del Parco Nazionale del Gargano, con un cuore antico mille anni, e la Foresta Umbra (cuore verde del Parco Nazionale del Gargano che racchiude la Faggeta Vetusta Patrimonio naturale Unesco dal 2017) da percorrere in bici. 

Allontanandosi dal mare pugliese si incontra il Subappennino Dauno che alterna zone collinari a foreste formate prevalentemente da faggi e da querce. L’area abbonda di piccoli corsi d’acqua e di laghi naturali, tra cui il Lago Pescara. I Monti Dauni sono una caratteristica unica da visitare e apprezzare in sella. Qui si può infatti incontrare il Bosco Faeto che si estende per circa 6.500 ettari e ha nel Monte Cornacchia la vetta più alta di tutta la Puglia, grazie ai suoi 1.100 metri. Tra zone boschive e praterie è possibile ammirare delle vere e proprie distese di orchidee. La fauna vede la presenza di varie specie, come lupi, picchi, barbagianni e allocchi che permettono di immergersi in luoghi unici e mai visti in sella alla propria bici da corsa, gravel o MTB che sia.

La natura regna sovrana e in armonia con l’uomo e la bici
La natura regna sovrana e in armonia con l’uomo e la bici

Daunia in bici

La Puglia ha fatto del suo turismo marittimo la vetrina che l’ha resa una delle Regioni più ambite ogni estate. Il territorio della Daunia ha però tanto da far scoprire e la bici è il mezzo ideale per esplorare pedalata dopo pedalata, all’ombra di querce millenarie, ulivi monumentali, nel rispetto dell’ambiente godendoselo a ritmo lento. 

Chi su queste strade ha consumato chilometri e sudore è Giuseppe Muraglia, ex pro’ che in veste di ciclista pugliese doc ci aiuterà nella scoperta della Puglia da pedalare. «Questo è il contesto ideale per il ciclista. La Puglia è una piccola Spagna. Ci sono salite di tre o quattro chilometri dove si possono venire ad allenare atleti e professionisti anche nel periodo autunnale e primaverile. La temperatura è sempre sui 15/20 gradi, tranne per gennaio e febbraio dove comunque è più caldo rispetto al resto dello stivale. I cicloturisti trovano il clima e le strade perfette per vivere una vacanza in bici».

Il mare cristallino che accompagna tutta la Puglia è un tratto inconfondibile del Gargano (foto Vanda Biffani)
Il mare cristallino che accompagna tutta la Puglia è un tratto inconfondibile del Gargano (foto Vanda Biffani)

L’unicità del Gargano

Conosciuto come lo “sperone d’Italia”, il Gargano è un promontorio montuoso che si estende nella parte più settentrionale della Puglia, in quei territori che un tempo erano noti come “antica Daunia”. Un luogo davvero unico e speciale che si presta come la destinazione ideale per un viaggio all’insegna di natura, storia e relax.

Nel Gargano la devozione affonda le radici nei luoghi di Padre Pio a San Giovanni Rotondo e nel Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco. Circondati dal silenzio mistico delle pietre qui le biciclette trovano strade disegnate per loro. Ai boschi rigogliosi si alternano giardini e frutteti profumati e in tavola si servono i sapori di una gastronomia autentica. Nei prossimi appuntamenti ne apprezzeremo gli itinerari che si immergono nel Parco nazionale e si specchiano nel Mar Adriatico più cristallino. 

Anche a tavola, i Monti Dauni hanno dei punti di forza da prima classe (foto La Tiella)
Anche a tavola, i Monti Dauni hanno dei punti di forza da prima classe (foto La Tiella)

Monti Dauni e Tavoliere

Il Subappennino Dauno è la prima catena montuosa più importante della Puglia. Qui, chi vuole misurarsi con salite e discese tecniche, ma comunque pedalabili e affrontabili da tutti, troverà pane per i suoi denti. Quest’angolo pugliese si sta ritagliando uno spazio sempre più consistente nel panorama turistico, imponendosi nell’immaginario come un’area ricca di paesaggi e di luoghi pieni di storia che incantano e stupiscono ogni turista. Tanti itinerari tra boschi, pascoli, sorgenti d’acqua e dolci colline, da percorrere in bici ma anche a piedi e a cavallo, ma anche centri abitati che regalano scorci su antichi borghi, edifici storici e monumenti religiosi.

Le infinite pianure del Tavoliere sono una tavolozza di colori che prende le tonalità delle stagioni (foto imondonauti.it)
Le infinite pianure del Tavoliere sono una tavolozza di colori che prende le tonalità delle stagioni (foto imondonauti.it)

Prima di pedalare verso sud in direzione delle altre mete pugliesi per le due ruote, la Daunia si mostra in pianure sconfinate e piatte, famose al mondo come Tavoliere delle Puglie. E’ ritenuta la più vasta pianura dell’Italia Centro-Meridionale, anche se in realtà è un territorio pianeggiante che presenta cinque differenti aspetti: colline, ripiani, la pianura interna e la pianura costiera ed una zona litoranea. Considerato “il granaio d’Italia” per le sconfinate coltivazioni di grano e frumento di alta qualità. Luoghi che impareremo a conoscere con itinerari e percorsi cuciti su misura per vacanze ed esperienze in sella. Non resta che rimanere aggiornati e farsi accompagnare in questo viaggio in terra pugliese.

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