Il Giro Next Gen di De Pretto: fatica e tanta esperienza

21.06.2023
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La strada che porterà Davide De Pretto ai campionati italiani under 23 è scandita dalle fatiche accumulate al Giro Next Gen. Il corridore della Zalf Euromobil Desirée Fior è sempre stato di poche parole, ma la corsa rosa per under 23 gli ha sciolto la lingua. Lui, atleta di una continental italiana, da tempo nel gruppo azzurro di Amadori, ha corso sempre con i primi. Ragazzi della sua stessa età che tuttavia hanno alle spalle un calendario di gran lunga differente

Sul traguardo di Povegliano De Pretto è stato anticipato da Romele, terzo Meris (foto LaPresse)
Sul traguardo di Povegliano De Pretto è stato anticipato da Romele, terzo Meris (foto LaPresse)

La maglia ciclamino

De Pretto ha vinto la classifica a punti (immagine photors.it in apertura), portata a casa con certezza solamente sulle rive della città di Trieste, con un settimo posto. Cinque top 10 in otto tappe, è mancata la vittoria, ma la costanza del ragazzo di Thiene è stata premiata. Così il 21enne è tornato a casa con una maglia diversa da quella con la quale era partito: quella ciclamino. 

«Il principale obiettivo del Giro Next Gen – racconta da casa – era vincere una tappa. Mi è sfuggita per un pelo, proprio a Povegliano sono arrivato secondo alle spalle di Romele. Quel giorno ho conquistato la maglia ciclamino e l’ho portata fino a Trieste. Non senza fatica, visto che la fuga di Cretti all’ultima tappa l’ha messa in pericolo. Dovevo finire in top ten e ci sono riuscito».

Il secondo posto gli ha portato la maglia ciclamino, difesa poi fino a Trieste (photors.it)
Il secondo posto gli ha portato la maglia ciclamino, difesa poi fino a Trieste (photors.it)

Buone premesse

Due piazzamenti sul podio, ma mai sul gradino più alto: il rammarico c’è, però De Pretto si è confrontato con i migliori al mondo. Non è un atleta da corse a tappe ed i suoi piazzamenti lo hanno messo comunque in buona luce. 

«Arrivavo dalla vittoria del De Gasperi – riprende – quindi mi sentivo bene ed ero fiducioso riguardo le mie qualità. Non aver corso con la nazionale in Polonia mi ha tolto qualcosa, questo Giro Next Gen è stata la prima corsa a tappe della mia stagione. Però una volta in strada sono andato subito forte. Il terzo posto di Cherasco, sul quel traguardo che tirava all’insù, si sposava bene con le mie caratteristiche». 

Proprio in mixed zone ad Agliè, un addetto ai lavori aveva fatto notare a Busatto che la tappa di Cherasco si avvicinava al finale della Liegi U23. Corsa vinta dal portacolori della Circus-ReUz, nella quale De Pretto è arrivato terzo, piazzamento replicato anche sul traguardo piemontese. 

Sulle strade di casa si è trovato ancora una volta in inferiorità numerica, proprio come al Belvedere (photors.it)
Sulle strade di casa si è trovato ancora una volta in inferiorità numerica, proprio come al Belvedere (photors.it)

Il rammarico di casa

Ma è a Povegliano che De Pretto ha quasi messo le mani sulla vittoria di tappa. Ancora una volta è stato ingabbiato in una morsa a due, come successo al Belvedere. I colori questa volta erano quella della Colpack-Ballan e non quelli della Jumbo-Visma Development. 

«Ci tenevo particolarmente a quella tappa – dice con un filo di rammarico ancora incastrato in gola – sapevo che i velocisti avrebbero fatto fatica. Quelle strade le conosco bene, sono vicine a casa, sono un susseguirsi di mangia e bevi senza respiro. Siamo andati via dopo tanti tentativi, ma anche questa volta gli avversari erano in superiorità numerica e mi hanno messo nel sacco».

In aprile De Pretto si era già confrontato con Staune-Mittet (al centro), il vincitore del Giro Next Gen (photors.it)
In aprile De Pretto si era già confrontato con Staune-Mittet (al centro), il vincitore del Giro Next Gen (photors.it)

Gli stranieri

Gli stranieri hanno fatto incetta di vittorie di tappa in questo Giro Next Gen, i nostri colori si sono difesi bene. De Pretto è stato sempre uno dei più attivi, il veneto è tornato a confrontarsi con Staune-Mittet, vincitore del Giro, a mesi di distanza. Cosa ha visto di diverso in lui?

«Staune-Mittet – dice il corridore della Zalf – andava forte ad aprile nelle gare di un giorno ed è andato forte anche al Giro. In primavera, nelle corse secche, avevamo lo stesso livello più o meno. Una volta entrati in una corsa a tappe la differenza si è vista maggiormente. Durante le otto giornate non ha mai avuto cali, anzi: a Trieste ha addirittura attaccato per primo».

«Ne abbiamo parlato anche tra di noi in squadra – continua – un esempio della diversa preparazione è Segaert. Ha vinto la crono, e nelle tappe dopo, anche sullo Stelvio, non è mai andato in crisi. Alla fine ha terminato il Giro in undicesima posizione, è un segnale che se fai tante corse a tappe stai bene. Da qui in avanti ne farò altre, ma prima di giugno ero a quota zero. Nel nostro caso o si va all’estero oppure la nazionale diventa fondamentale da questo punto di vista. Proprio con Amadori andrò a correre in Francia a breve».

Grazie alla nazionale di Amadori De Pretto ha avuto modo di confrontarsi con i migliori corridori U23 al mondo
Grazie alla nazionale di Amadori De Pretto ha avuto modo di confrontarsi con i migliori corridori U23 al mondo

Bilancio positivo

Tutto sommato De Pretto porta a casa un bilancio positivo alla sua seconda partecipazione al Giro dedicato agli under 23. 

«Pensavo di andare peggio (ammette, ndr). Rispetto al 2022 sono migliorato tanto, nel recupero e nella gestione della fatica. Il giorno più difficile è stato quello del Cansiglio, dove ho provato a tenere duro su San Boldo e Nevegal. In discesa sono tornato sulla testa della corsa ma sulla salita di Malga Cate, la penultima di giornata, le gambe mi hanno abbandonato».

«La condizione c’è – conclude – sto bene, in questi giorni (lunedì e martedì, ndr) ho fatto un po’ di defaticamento. Ora inizierò a fare qualche lavoro in vista degli italiani, qualcosa per rimettere in moto la gamba. Il percorso è cambiato e mi si addice molto, ci proverò».