Copertoni Schwalbe Tudor

Quali gomme invernali? Le scelte in casa Tudor

21.11.2025
4 min
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Per pedalare d’inverno, lo sappiamo, occorre attrezzarsi bene. Gambe coperte e giacca pesante, copriscarpe, guanti e chi più ne ha più ne metta. Ma nella brutta stagione anche la bici necessita di un “abbigliamento” particolare, a partire dai copertoni.

Che differenze ci sono tra gli pneumatici estivi e quelli invernali? Come utilizzarli al meglio? L’abbiamo chiesto a Diego Costa, una vita da meccanico di altissimo livello e ora Head of Operations nel Tudor Pro Cycling Team.

Diego Costa, meccanico, head of operations Tudor Pro Cycling
Diego Costa è passato alla Tudor dopo anni alla Ineos. Dal 2026 sarà Head of Operations (foto Tudor Pro Cycling)
Diego Costa, meccanico, head of operations Tudor Pro Cycling
Diego Costa è passato alla Tudor dopo anni alla Ineos. Dal 2026 sarà Head of Operations (foto Tudor Pro Cycling)
Diego, come prima cosa ci dici quali sono le differenze tra una gomma estiva e una invernale?

La differenza principale riguarda il rotolamento. Con quelle estive si cerca il massimo della performance e della velocità, ma si perde qualcosa per quanto riguarda il grip. Quelle invernali invece sono più strutturate come carcassa, quindi leggermente meno veloci, ma più aderenti. Una differenza che infatti si vede anche nel peso.

Alla Tudor siete sponsorizzati da Schwalbe, che modelli utilizzate e quanto pesano?

Durante la stagione montiamo sempre gli Schwalbe Pro One da 28 mm, anche a cronometro. Invece per l’inverno diamo ai corridori gli Schwalbe One 365 sempre da 28, uno pneumatico quattro stagioni. Pesano rispettivamente 260 e 360 grammi, quindi come dicevo c’è una bella differenza.

Cambia anche la resistenza alle forature?

Esatto, i 365 hanno la protezione RaceGuard, oltre ad una carcassa più robusta e una mescola diversa. Per questo paga qualcosa in termini di resistenza al rotolamento, ma per gli allenamenti invernali vanno più che bene. Poi dipende anche dalle condizioni atmosferiche e da dove si abita. Abbiamo corridori spagnoli che usano sempre i Pro One, anche per avere sempre lo stesso setup. Allo stesso tempo ci sono altri corridori, per esempio gli olandesi, che utilizzano i 365 durante tutto l’anno.

E questo cambiamento tra pneumatici da allenamento e gara non si sente?

Molto poco direi, perché comunque giochiamo anche con le pressioni per fare in modo che abbiano le stesse sensazioni. Per esempio tenendo i Pro One a un gonfiaggio più basso.

A proposito di pressioni, quali sono quelle giuste per il modello invernale 365?

Parlando della versione tubeless, che consiglio senz’altro, noi le usiamo dai 4 a 5,3 bar. Secondo me anche per gli amatori durante l’inverno conviene certamente un copertone un po’ più robusto e più sicuro, e quello è un ottimo modello. Anche per quanto riguarda il design, il 360 ha le scanalature più accentuate di quello estivo, un dettaglio importante in questa stagione, quando spesso le strade restano umide anche con il bel tempo.

Negli Schwalbe One 365 anche la scanalatura è più marcata, per un migliore grip sul bagnato
Negli Schwalbe One 365 anche la scanalatura è più marcata, per un migliore grip sul bagnato
Torniamo un attimo alla vostra scelta durante le gare. Come mai avete optato per la misura da 28 mm?

Abbiamo esplorato molte combinazioni, fatto molti test, e quella sezione, nell’insieme del sistema copertone-ruota-bici, si è dimostrata la migliore. L’anno scorso per esempio utilizzavamo il 25 mm all’anteriore e il 28 mm al posteriore, da quest’anno invece siamo passati solo alla sezione più grande. E rimarremo così anche per la prossima stagione. Tranne che per le gare sulle pietre, dove utilizzeremo i Pro One ma da 30 mm.

Qualcuno dei vostri durante l’inverno fa anche gravel? In questo caso che pneumatici consiglieresti?

Sì qualche corridore che abita in nord Europa lo fa, anche per diversificare la preparazione, ma è una cosa che chiedono direttamente loro. Per il gravel un’ottima opzione sono gli G-One Overland 365 da 40 mm, per i quali vale più o meno lo stesso discorso fatto per gli One 365 stradali. Sono degli pneumatici quattro stagioni, quindi con protezione antiforatura e con maggior durata, la scelta giusta per chi li usa a livello amatoriale senza l’ossessione del risultato agonistico

Schwalbe Pro One Aero, precisione di guida ed aerodinamica

25.07.2025
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Schwalbe entra dalla porta principale nella categoria degli pneumatici aero concept. Che piaccia oppure no, quando si entra nella categoria top level e performance, confrontarsi con l’aerodinamica (e tutto quello che gli ruota intorno) è un passo obbligato.

I nuovi Schwalbe Pro One Aero TLR fanno parte della linea EVO, famiglia di prodotti sviluppati per il professionismo e per le massime performance, sono tubeless ready differenziati tra anteriore e posteriore. Li abbiamo provati.

Schwalbe Pro One Aero TLR

Siamo all’apice dello sviluppo, ricerca del design, forme e materiali legati alla categoria degli pneumatici. Oggi come oggi non è più sufficiente la qualità della gomma, intesa come accessorio e come punto di primo contatto con l’asfalto. La gomma anteriore è il primo punto di impatto con l’aria, quello posteriore ottimizza i flussi del telaio. Inoltre, tutte le gomme di nuova generazione si confrontano con un settore ruote/cerchi che è cambiato profondamente rispetto al passato, soprattutto nelle forme e nelle larghezze. Schwalbe Pro One Aero seguono questo filone di sviluppo che vede l’aerodinamica tra i soggetti principali.

Sono tubeless ready, hanno una sezione di 28 millimetri (ETRTO 28×622) e sono pneumatici pieghevoli. Hanno una mescola Addix Race, quella sviluppata per l’agonismo ai massimi livelli ed una carcassa EPI 127 (127 fili per pollice quadrato, la stessa carcassa avvolge anche il tallone). La versione è Super Race con inserto centrale Super Race Guard, una bandella protettiva dal peso ridotto. Il design del battistrada riprende il classico intaglio Schwalbe. I nuovi Schwalbe Pro One Aero sono differenziati (nella struttura e per quanto concerne la superficie degli intagli) tra anteriore (front) e posteriore (rear), lo si percepisce anche al tatto. Il prezzo di listino recita 79,90 euro (per singolo pneumatico), non poco, ma perfettamente nella media se consideriamo questa categoria ultra performance di strumenti, perché di questo si tratta.

I nostri feedback

Prima di tutto, sono facili da montare e tallonano in un amen. Ci piace molto questo fattore, perché montare un tubeless deve essere possibile anche tra le mura di casa. Non bisogna essere per forza degli ingegneri, non bisogna essere dei body-builder e deve essere possibile farlo con strumentazioni comuni. Grazie alla costruzione tubeless-easy, che da Schwalbe porta con se da sempre, tutto resta molto semplice. L’anteriore è più morbido e sottile, il posteriore è maggiormente strutturato. Quello davanti ha una sorta di “forma a pera”, più puntuto al centro, mentre quello dietro è più rotondo e anche alla prova del calibro (per la misurazione della larghezza una volta montato sul cerchio) le differenze si vedono. L’anteriore deve fendere l’aria, senza perdere di equilibrio, quello dietro si deve interfacciare con la tubazione del piantone e deve anche essere più comodo, non sacrificare la trazione e la tenuta.

Sotto il profilo dell’utilizzo il nuovo kit Schwalbe (perché di kit si tratta) è tanta roba ed è anche una sorta di pneumatico Dottor Jekill e Mister Hide. Perché? Perché entrambi gli pneumatici sono velocissimi a prescindere, ma cambiano le risposte in base alla situazione di scorrimento. Più duri e secchi nella parte centrale, velocissimi sul dritto. Pastosi, trasmettono una morbidezza ed elasticità maggiore, con una aderenza eccellente e una buona capacità di smorzamento sui lati, ovvero quando si affrontano curve. Un misto tra una performance legata alla velocità e percezione di scorrevolezza estrema che collima con una tenuta elevata quando si piega la bici, un blend non così comune. Abbiamo trovato ottimale l’impiego di pressioni, 5/5,2 per l’anteriore, 5,4 per il tubeless posteriore. Il nostro peso è di 66 chilogrammi.

Tubeless ready da gara, molto versatili in puro stile Schwalbe
Tubeless ready da gara, molto versatili in puro stile Schwalbe

In conclusione

Il nuovo set di pneumatici Schwalbe Pro One Aero non è un compromesso. Sono un vero e proprio strumento dedicato a chi ricerca la massima tecnicità dei prodotti, a chi sa cogliere anche le più piccole differenze in fatto di performance, un prodotto pensato per conciliare in modo ottimale l’aerodinamica e l’utilizzo quotidiano ed anche con differenti condizioni meteo.

Come vuole la tradizione, uno pneumatico Schwalbe funge bene sull’asciutto e anche sul bagnato, merito della mescola, del design e anche di quegli intagli laterali che donano un grande equilibrio alla gomma. E poi il valore alla bilancia, ottimo e ridotto, quindi un kit tubeless ready dedicata a chi ama questa tipologia di pneumatici e butta sempre un occhio al peso. Anche il prezzo di listino è buono, tenendo ben presente che si argomenta uno pneumatico che entra a fare parte di una fascia alta/altissima, dove tutta la tecnologia sviluppata ha un costo.

Schwalbe

Continental lancia Archetype, lo pneumatico per il Tour di Pogacar

26.06.2025
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Dopo mesi di progettazione, test e collaudi, oggi Continental lancia Archetype, il nuovo pneumatico sviluppato con la UAE Team Emirates, che vedremo in azione nel prossimo Tour de France.

Archetype è nato proprio dalle esigenze di Pogacar e compagni, che hanno chiesto al brand tedesco uno pneumatico da 30 millimetri che assicurasse le massime prestazioni possibili. In termini di velocità, leggerezza e tenuta.

Archetype arriva direttamente dalla richiesta di Pogacar e compagni di avere un nuovo pneumatico da 30 mm super performante
Archetype arriva direttamente dalla richiesta di Pogacar e compagni di avere un nuovo pneumatico da 30 mm super performante

Dai fondamentali al futuro

Il nome stesso, Archetype, testimonia il lavoro che è stato fatto dall’azienda: un prototipo reso reale, e un modello per il futuro degli pneumatici da gara. Come ha detto Hannah Ferle, Road Product Manager di Continental: «La UAE Emirates – XRG ci ha chiesto uno pneumatico che offrisse prestazioni ancora più veloci con una larghezza di 30 millimetri. E’ stata una grande sfida, quindi siamo tornati ai fondamentali».

Continua Ferle: «Il risultato è l’Archetype: un pneumatico che distilla i nostri decenni di esperienza nelle corse in un prodotto puro e specifico. È minimale, veloce e fatto per coloro che vivono per competere».

Il disegno del battistrada richiama quello del modello Grand Prix 5000, ma il peso è di 35 grammi inferiore
Il disegno del battistrada richiama quello del modello Grand Prix 5000, ma il peso è di 35 grammi inferiore

Leggerezza, velocità, comfort

Dovendo rispondere agli altissimi standard richiesti dalla squadra che domina il World Tour, molta attenzione è stata rivolta al peso. Infatti Archetype pesa 35 grammi in meno rispetto ad un modello molto apprezzato dai professionisti, il Grand Prix 5000 S TR (di cui richiama anche il disegno del battistrada). 

La sua carcassa è ultra-morbida e garantisce la massima reattività e un grande livello comfort. Lavora assieme alla mescola BlackChili di Continental, che riduce la resistenza al rotolamento pur mantenendo un’aderenza che è – e non potrebbe essere altrimenti – ai massimi livelli disponibili.

Inoltre si avvale della lavorazione LazerGrip, il trattamento micro-profilato di Continental sulla spalla del copertoncino, che permette di affrontare le curve in modo sicuro anche ad alte velocità. L’Archetype integra infine anche Active Comfort, una tecnologia che assorbe le vibrazioni della strada. Questo garantisce una guida più fluida e controllata, caratteristica fondamentale per chi deve stare molte ore in sella. 

Archetype è in versione limitata, e un prodotto ufficiale del Tour de France 2025
Archetype è in versione limitata, e un prodotto ufficiale del Tour de France 2025

Dettagli e prezzo

In linea con l’ormai consolidata tendenza tra i professionisti (e non solo) gli Archetype sono naturalmente tubeless ready e compatibili con i cerchi hookless. Il nuovo, anzi nuovissimo, Continental Archetype è disponibile da oggi, in edizione limitata, in tutti i rivenditori ufficiali Continental al prezzo di 105,95 euro.

Continental Tyres

Michelin Pro5 tubeless ready, super scorrevole e immediato

23.05.2025
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Abbiamo provato il nuovo tubeless ready Michelin Pro5, ovvero l’ultima evoluzione del tubeless più versatile dell’azienda francese. Rispetto alla versione precedente è migliorato (è cambiato completamente) nelle differenti sfaccettature tecniche.

E’ più scorrevole e veloce, lo si percepisce fin dalle prime pedalate. E’ più comodo, un comfort che arriva principalmente dalla capacità di adattarsi alle differenti tipologie di asfalto.

Il test completo del tubeless ready Michelin Pro5
Il test completo del tubeless ready Michelin Pro5

I punti chiave del nuovo Michelin Pro5

Adotta la mescola Michelin Gum-X, opportunamente riprogettata per adeguarsi al meglio ed essere ancora più efficace nel contesto tubeless ready road. Ha una carcassa da 3×120 Tpi, una sorta di scheletro con 3 strati diversi e 120 fili di nylon per pollice quadrato.

Michelin Pro5 è pieghevole. Risponde perfettamente alle nuove richieste dello standard ETRTO in merito alla compatibilità con cerchi hook e hookless (fattore dimostrato anche dal design squadrato del tallone, che si ancora perfettamente sui cerchi senza uncino). Sono cinque le larghezze disponibili: 28 e 30, 32 e 35 millimetri. Il prezzo di listino è di 64 euro, a nostro parere ottimo.

Pneumatico tubeless tanto veloce

Fin dai primi chilometri emerge un carattere brioso, diretto e perentorio nelle risposte. A tratti sembra un tubeless ready da crono montato con la camera d’aria in TPU. E’ un lato della performance non comune nella categoria dei tubeless ready sviluppati per il mondo road/training che, a nostro parere, contestualizza il nuovo Michelin Pro5 in un segmento racing dove però è necessario avere uno pneumatico robusto.

Competizione, ma anche endurance e questo secondo aspetto è da interpretare come longevità tecnica dello pneumatico. Pro5 tubeless ready fa parte del segmento Competition Line di Michelin (non un dettaglio).

Pressioni di esercizio da gestire

L’estrema reattività di questo tubeless comporta anche una gestione oculata delle pressioni di esercizio, il tutto per sfruttare le caratteristiche tecniche del binomio pneumatico/ruota. Non solo, perché il Pro5 ha una struttura compatta, sostenuta e robusta e necessita di un range ottimale di pressioni per dare modo alla stessa gomma di lavorare in maniera corretta.

Un esempio: siamo partiti da pressioni di 5,2 e 5,5, rispettivamente per anteriore e posteriore, trovando in 4,6 e 5 bar il setting ottimale (il nostro peso è di 66 chilogrammi e lo stile di guida è aggressivo), nell’ottica di sfruttare una buona scorrevolezza abbinata ad un buon grado di comfort. Queste pressioni ci hanno permesso di avere a disposizione un tubeless molto preciso anche in curva e su asfalti con consistenza differente. Il range consigliato da Michelin, considerando il nostro peso corporeo ed il canale da 21 millimetri, è 4,4/4,6 atmosfere.

In conclusione

Michelin torna a proporre un tubeless ready completo, prestazionale sotto diversi punti di vista e per differenti tipologie di utenza/interpretazione. Ad un eccellente blend di caratteristiche tecniche (nell’ottica della performance) viene abbinata una durata non secondaria dello pneumatico. E poi non costa una follia, il che permette di sfruttare un tubeless vantaggioso anche per il rapporto qualità/prezzo/longevità.

Michelin Pro5 è molto più che un tubeless da allenamento, è uno pneumatico che si spinge ad uno step successivo, in termini di resa tecnica, affidabilità e piena sfruttabilità del prodotto.

Michelin

Vredestein Superpasso PRO TLR, il tubeless per correre

29.04.2025
5 min
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Evolve il tubeless di punta della gamma Vredestein. Ora il Superpasso TLR adotta il suffisso PRO ed incorpora una nuova soluzione tecnologica relativa alla costruzione della carcassa.

Active Control Technology viene introdotta con il nuovo pneumatico TLR (disponibile anche nella versione copertoncino). Si tratta di una carcassa con fili direzionali e non sovrapposti, con una drastica riduzione di peso. Entriamo nel dettaglio.

Vredestein Superpasso PRO TLR, il tubeless per le competizioni
Vredestein Superpasso PRO TLR, il tubeless per le competizioni

Superpasso PRO TLR vs TLR

Il DNA Vredestein resta ed è ben visibile anche nell’ultima versione. Non cambia il design del battistrada (che rimane pastoso e quasi malleabile, in special modo con l’aumento della temperatura esterna), caratterizzato dai lunghi intagli laterali con le classiche “punte” che si spingono verso il centro dello pneumatico. La mescola adotta un blend di tre densità differenti (TriComp Technology). Resta anche la forma tipica di Vredestein, con un tubeless molto rotondo una volta montato/gonfiato alla pressione adeguata.

La nuova tecnologia Active Control del battistrada è introdotta per la prima volta su gomme tubeless. Si riferisce alla carcassa, dove un singolo layer direzionale di tessuto (senza sovrapposizioni), permette di risparmiare peso e aumenta le performance. Lo pneumatico, a parità di sezione e se messo a confronto con la versione più anziana, è più veloce e reattivo, più leggero e più resistente.

Tre larghezze disponibili

25, 28 e 32 millimetri di larghezza, misure mutuate anche dalla versione per camera d’aria, così come le colorazioni, total black o con i fianchi beige. Molto interessanti i valori alla bilancia dichiarati, soprattutto per la versione tubeless: 265, 280/290 e 315/325 grammi (è piuttosto leggero, al di sotto della media della categoria).

Resta nel range di una categoria top level il copertoncino, con pesi dichiarati compresi tra i 195 e 245 grammi (da evidenziare che la colorazione beige/transparent risparmia qualche grammo, rispetto alla total black). Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 288 grammi per lo pneumatico da noi utilizzato durante il test, 28×622 nella colorazione beige/transparent.

I nostri feedback

Rispetto alla generazione precedente il tubeless è stato migliorato di molto, soprattutto nella tenuta (anche in curva ad andatura elevata) della velocità e nelle fasi in cui lo pneumatico deve assecondare/aiutare i cambi di ritmo. Il nuovo Superpasso PRO è decisamente più reattivo. Resta un comfort di buon livello, considerando la categoria del quale fa parte. Il nuovo si spinge in modo maggiore verso una prestazione di livello top.

Ottimale la gestione del range di pressione, fattore che aumenta la sfruttabilità dello pneumatico. Raggiunge il suo massimo quando l’asfalto è secco, asciutto e la temperatura passa i 20°, ma si comporta bene anche con asfalto umido e temperature che scendono sotto i 15°. Come tutti i Vredestein, anche il nuovo PRO (una volta montato e gonfiato alla pressione di esercizio adeguata/preferita) è molto rotondo e presenta dei fianchi dritti (non bombati verso l’esterno). Questo aspetto è da considerare nell’ottica della misura effettiva dello pneumatico, che tende ad essere più abbondante della dichiarata. L’esempio è il nostro doppio test: con un canale interno del cerchio la misura effettiva è di 29 millimetri, con un canale da 23 il Superpasso PRO arriva a 31. Quindi, attenzione alle tolleranze con il telaio e alla pressione di gonfiaggio.

Cerchio con canale interno da 23 millimetri, larghezza effettiva della gomma 31 millimetri
Cerchio con canale interno da 23 millimetri, larghezza effettiva della gomma 31 millimetri

In conclusione

Il nuovo Vredestein Superpasso PRO TLR è uno di quegli pneumatici fatti per essere sfruttati durante le gare. E’ cucito sulle esigenze di chi vuole sentire la gomma, che ama una certa secchezza da parte dello pneumatico in fase di accelerazione cambio ritmo, senza mai rinunciare al grip. E’ dedicato anche a chi vuole sentire girare la gomma sulla strada, ben inteso che non è uno pneumatico rumoroso.

La tenuta di strada è eccellente ai lati dove entra in gioco anche la forma rotonda che permette di sfruttare tutto il tubeless. Infine, il nuovo Vredestein è uno di quei tubeless che mette tutto sul piatto quando fa caldo e la temperatura dell’asfalto si alza.

Vredestein

Aprono i Vittoria Labs: ricerca e test all’avanguardia

07.11.2024
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“Vittoria, leader globale nel settore degli pneumatici e accessori per ciclismo, annuncia con orgoglio l’apertura dei VittoriaLabs, centro di ricerca e sviluppo all’avanguardia progettato per ridefinire il futuro delle performance ciclistiche.”

Iniziava con queste parole il comunicato stampa che Vittoria ha inviato nei giorni scorsi ai media specializzati ciclismo. Lo scorso 30 ottobre è stato inaugurato il VittoriaLabs di Brembate, presso il quartier generale dell’azienda. Il nuovo centro segue a ruota quello già operativo in Thailandia. Nelle intenzioni di Vittoria si tratta di laboratori progettati per generare innovazioni tecnologiche nel ciclismo e garantire che l’azienda mantenga una posizione di leadership in termini di prestazioni, sicurezza e sostenibilità.

Innovazione, sostenibilità e passione, queste sono le parole chiave del VittoriaLabs
Innovazione, sostenibilità e passione, queste sono le parole chiave del VittoriaLabs

Centri all’avanguardia

Il VittoriaLabs situato in Thailandia occupa una superficie di 330 metri quadrati ed è dotato dotato di 15 macchine all’avanguardia per la ricerca e sviluppo su sistemi di pneumatici e accessori. Il nuovo centro di Brembate ha invece un’estensione di 430 metri quadrati e 8 macchinari ad alte prestazioni.

Vittoria ha voluto sottolineare come i due nuovi laboratori si trovino in due regioni note per l’eccellenza accademica e l’esperienza industriale. Questo consente all’azienda di collaborare con università di alto livello e industrie locali per un’innovazione continua. La vicinanza a queste istituzioni facilita la collaborazione e l’accesso alla ricerca di primo livello, garantendo a Vittoria un vantaggio nelle sue iniziative all’avanguardia. La loro posizione consente inoltre un collegamento diretto tra il quartier generale di Vittoria e le fabbriche, assicurando comunicazione e produzione fluide e rapide.

C’è anche il VittoriaPark

Il VittoriaLabs di Brembate è strettamente legato al VittoriaPark, luogo di divertimento nato nel 2022 e oggi supporto ai nuovi laboratori interni. Un posto che consente test completi sul campo in condizioni variabili. Questa combinazione di precisione indoor e prove reali outdoor assicura a Vittoria un primato e una posizione unica nell’industria globale degli pneumatici e accessori.

Grazie alla nuova struttura globale dei VittoriaLabs e del VittoriaPark, Vittoria possiede oggi la capacità unica di quantificare i benefici dei sistemi per pneumatici su base ingegneristica. Attraverso test rigorosi, sia indoor sia outdoor, i laboratori possono misurare e analizzare con precisione i miglioramenti di performance su una serie di parametri, consentendo all’azienda di sviluppare prodotti ottimizzati per condizioni reali. Questo approccio basato sui dati assicura che ogni sistema di pneumatici sia progettato per offrire la massima sicurezza, efficienza e sostenibilità per ciclisti di ogni livello. 

Stijn Vriends Vittoria President & CEO
Stijn Vriends Vittoria President & CEO

Parola a Vittoria 

Stijn Vriends, Chairman e CEO di Vittoria si è espresso con queste parole in merito ai nuovi centri di ricerca e test: «I VittoriaLabs saranno il motore che alimenterà le nostre ambizioni di leadership nel mercato dell’innovazione in un futuro che stiamo già scrivendo.

Vanessa ten Hoff, Chief Innovation & Marketing Officer di Vittoria, ha aggiunto: «Combinando strutture di test indoor e outdoor all’avanguardia, possiamo spingere i limiti di ciò che è possibile nei pneumatici e accessori per ciclismo, mantenendo al contempo la sostenibilità al centro delle nostre innovazioni».

Vittoria

Vredestein Superpasso: tubeless vs copertoncino

01.07.2024
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Abbiamo messo a confronto i due pneumatici top di gamma Vredestein, ma di categorie diverse. Superpasso TLR versus Superpasso copertoncino. Quali sono le grandi differenze? Come sfruttarle e quali sono le peculiarità dei due pneumatici?

A prescindere dalla natura della gomma, entrambi i Vredestein sono comodi e portano in dote una pastosità non comune del battistrada, caratteristica mutuata da entrambi. Tutto il resto cambia, anche la dimensione una volta montati sul cerchio (a parità di canale interno). Entriamo nel dettaglio.

L’intaglio laterale uguale per TLR e copertoncino
L’intaglio laterale uguale per TLR e copertoncino

Vredestein Superpasso, come sono fatti

La versione tubeless ed il copertoncino hanno il medesimo disegno del battistrada. Si basa su una sorta di scanalatura a freccia posizionata al limite del bordo utile che tocca l’asfalto. Entrambi sono direzionali ed hanno una carcassa sintetica da 150 Tpi (fili per pollice quadrato). Tubeless ready e clincher hanno il TWI, ovvero il piccolo incavo che identifica l’usura della gomma.

Abbiamo provato la larghezza da 28 (per entrambi) in modo da creare una sovrapposizione. La sostanza e la robustezza delle gomme cambia completamente (il tubeless è più tosto). Ovviamente il copertoncino è più leggero, ma la differenza non è così accentuata.

La versione TLR è davvero comoda

E’ di sicuro uno dei tubeless ready di alta gamma più comodi ed elastici provati fino ad oggi. E’ molto versatile in fatto di utilizzo, non soffre il cambio di asfalto ed il cambio repentino di temperatura (dall’alto verso il basso). Quando si scende in modo importante non indurisce offrendo dei vantaggi non banali quando si affrontando anche discese alpine con le cime in quota.

Ha un delta di sfruttabilità delle pressioni abbastanza ampio e anche quando si “sale troppo” a livello di bar, tende ad indurire pur mantenendo un elevato grado di pastosità (soprattutto nella porzione centrale). Vredestein Superpasso copertoncino è più “secco” e diretto, ma comunque più comodo rispetto alla media della categoria (clincher di alta gamma) e non è mai eccessivo.

Il copertoncino diventa più grande

La grande differenza, che influisce inevitabilmente sulla performance, è relativa alle dimensioni delle due gomme. Una volta montate e gonfiate alla medesima pressione, con lo stesso canale interno del cerchio (19 millimetri), il tubeless rimane a 28 millimetri, mentre il copertoncino spancia leggermente a 29.

Questa differenza, se pur minima, si nota nella rotondità dello pneumatico: il copertoncino è più rotondo. Ben inteso che Superpasso è uno di quegli pneumatici “rotondi”.

Un range di pressioni molto simile

Se per il TLR è naturale inserire il liquido anti-foratura, per il test del copertoncino abbiamo utilizzato il binomio con le camere d’aria in TPU. Perché questa soluzione? Il copertoncino fa parte della categoria dei leggeri e di conseguenza gli abbiamo dato ulteriore merito utilizzando le camere in poliuretano. Per i maniaci del peso e amanti delle camere d’aria questa soluzione offre qualche vantaggio anche per il risparmio di peso.

Il range di sfruttabilità delle pressioni è compreso tra le 5 e 5,5 atmosfere, interessante sottolineare che anche il copertoncino ha questo delta. Mentre il tubeless ready può scendere anche a 4,4, senza mai accartocciarsi su se stesso, non oltre le 5,6 atomosfere (oltre diventa eccessivamente duro), il copertoncino funziona molto bene anche a 6 bar (onestamente lo abbiamo portato fino a 6,2).

In conclusione

Vredestein Superpasso si dimostra un gran bel prodotto. TLR oppure copertoncino, completo, rubusto e versatile. Si adatta facilmente e conserva costantemente un elevato grado di comodità. Entrambe le versioni si adattano molto bene al cambio repentino delle condizioni climatiche esterne e anche alla variabile legata alla tipologia di asfalto. Riteniamo Vredestein Superpasso uno penumatico adatto a chi pratica endurance, o comunque fa tanti chilometri, ma ama anche spingere sull’acceleratore e al tempo stesso non ama gli pneumatici “troppo secchi”.

Entrambe lo coperture hanno bisogno di un minimo di adattamento e di presa di confidenza, considerando questa sorta di morbidezza non così comune agli pneumatici di alta gamma. I prezzi di listino: Superpasso TLR 65 euro, mentre Vredestein Superpasso copertoncino 59 euro. Un ottimo rapporto tra la qualità ed il prezzo.

Vredestein

La vetrina di Eurobike per il nuovo logo Schwalbe

28.06.2023
3 min
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FRANCOFORTE – Il 2023 si conferma per Schwalbe un anno tutt’altro che banale. Archiviato il 2022 con il record di fatturato, l’azienda tedesca festeggia quest’anno i suoi “primi” 50 anni di attività e per farlo ha deciso di rinnovare il proprio storico logo. Per svelarlo è stata scelta la fiera di casa, Eurobike, che si è svolta la scorsa settimana a Francoforte. L’azienda di Reichshof si è presentata a stampa, operatori del settore e pubblico con uno stand completamente rinnovato a testimonianza che siamo di fronte ad una svolta importante.

Il logo rinnovato, in onore dei 50 anni dell’azienda
Il logo rinnovato, in onore dei 50 anni dell’azienda

Uno sguardo al futuro

Il nuovo logo, rinnovato nella grafica e nei colori, è stato pensato con l’obiettivo preciso di rispecchiare al meglio quello che è lo spirito attuale di Schwalbe: la consapevolezza della propria storia unita ad uno sguardo rivolto al futuro. La fiducia nel cambiamento è ciò che ha guidato la Ralf Bohle GmbH, proprietaria del brand Schwalbe, in tutti questi anni. Questo messaggio è espresso perfettamente nel nuovo motto del marchio: “Get there”. Uno slogan che è allo stesso tempo una promessa e un invito motivante: partiamo subito e raggiungiamo il nostro obiettivo, ovunque esso sia. 

Anche l‘identità del marchio è stata ripensata in modo coerente. L’obiettivo è quello di rendere visibile e tangibile ciò che Schwalbe promette e offre. Il nuovo logo raffigura una rondine che si innalza verso nuove altezze, simboleggiando i valori dell‘azienda: libertà, gioia della scoperta e ottimismo. 

Contemporaneamente è stato cambiato il colore che da sempre ha contraddistinto il logo Schwalbe. Si è passati infatti a una tonalità di blu molto più chiara. Nelle intenzioni di chi lo ha realizzato e voluto lo “Schwalbe Skyblue“ rappresenta il cielo del mattino e incarna l‘inizio fiducioso di un viaggio. 

Lo staff di Schwalbe Italia alla fiera di Eurobike a Francoforte
Lo staff di Schwalbe Italia alla fiera di Eurobike a Francoforte

La chiusura di un cerchio

A Eurobike, oltre al nuovo logo, Schwalbe ha presentato il Green Marathon, il primo pneumatico al mondo realizzato con pneumatici riciclati. Si è trattato della chiusura di un cerchio in quanto il progetto per la sua realizzazione era stato presentato un anno fa, sempre a Eurobike. Il Green Marathon rispecchia pienamente la filosofia di Schwalbe: realizzare pneumatici con una percentuale del 70% di materiali riciclati e rinnovabili per rispettare al meglio l’ambiente.

Philipp Jahn, Brand Manager di Schwalbe, ha riassunto con questo parole il percorso intrapreso dalla propria azienda in materia di sostenibilità: «Stiamo portando avanti la nostra responsabilità ecologica per i nostri prodotti come pionieri nel riciclo di camere d‘aria e pneumatici, che trova la sua prossima pietra miliare nel Green Marathon. Allo stesso tempo, è necessario uno sforzo congiunto da parte di tutti per rafforzare la cultura della bicicletta per una mobilità più ecologica. Schwalbe vuole essere una forza trainante di questo movimento, nella convinzione che possiamo davvero fare la differenza». 

Schwalbe

Un nuovo record per i 50 anni di Schwalbe

30.03.2023
3 min
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Il 2023 è un anno davvero importante per il marchio Schwalbe, in quanto coincide con il 50° anniversario dalla sua creazione. Il brand tedesco è stato infatti creato nel 1973 da Ralf Bohle, padre di Frank, attuale CEO della Ralf Bohle GmbH, l‘azienda proprietaria del marchio Schwalbe.

Proprio nel 1973 Ralf Bohle decise di trasformare l’azienda di famiglia, specializzata nell’esportazioni di componenti nel settore ciclo, in un’azienda focalizzata esclusivamente sulla produzione di pneumatici ugualmente per bicicletta. Da allora il brand Schwalbe non ha conosciuto momenti di appannamento nella sua crescita, tanto da consolidare la sua attuale posizione di leader del mercato europeo di produttore pneumatici per biciclette.

La nuova e futuristica sede di Schwalbe
La nuova e futuristica sede di Schwalbe

Un nuovo record

Ad allietare i cinquant’anni dalla sua creazione, nei giorni scorsi è arrivato per Schwalbe un dato estremamente importante. L’azienda tedesca ha infatti raggiunto nel 2022 un fatturato di 335 milioni di euro, con una crescita di oltre il 20% rispetto all‘anno precedente (277 milioni di euro). Questo significa un nuovo record per Schwalbe proprio nell‘anno del 50° anniversario dalla sua fondazione. 

Frank Bohle ha voluto commentare con queste parole il risultato positivo conseguito dalla sua azienda nel 2022: «L‘anno commerciale appena trascorso segna un altro capitolo della storia di successo che Schwalbe sta scrivendo da 50 anni a questa parte. Questo sviluppo mi rende molto felice. La base è costituita soprattutto dai nostri prodotti di alta qualità e dal nostro costante spirito innovativo».

A determinare l’ottimo risultato ottenuto da Schwalbe nel 2022 un ruolo fondamentale l’ha avuto la domanda in costante crescita di biciclette elettriche, soprattutto nel settore turistico e urbano, ma anche di e-MTB. Si tratta di una domanda alla quale Schwalbe ha saputo rispondere con una gamma di prodotti ampia e di alta qualità

Il 2023 da monitorare

Se il 2022 è stato un anno estremamente positivo, per l‘esercizio 2023 Schwalbe prevede un calo del fatturato a due cifre percentuali. Ciò è dovuto principalmente alla situazione economica generale e al calo di fiducia dei consumatori causato dalla guerra in Ucraina e dall‘inflazione. A ciò si aggiungono fattori specifici del settore, come gli elevati livelli di scorte a tutti i livelli commerciali. A medio e lungo termine, l‘azienda è ottimista sul futuro, come conferma lo stesso Fran Bohle.

«I fattori esterni – spiega – offuscano le prospettive per quest‘anno, ma sono convinto che l‘industria della bicicletta continuerà il suo sviluppo estremamente positivo degli ultimi anni nel medio termine. Non c‘è modo di aggirare la svolta della mobilità, anche se naturalmente vorremmo vedere un ritmo più veloce». 

Frank Bohle, figlio di Ralf, il fondatore di Schwalbe nel 1973
Frank Bohle, figlio di Ralf, il fondatore di Schwalbe nel 1973

Qualche numero

Per capire il valore mondiale del brand Schwalbe basta elencare qualche numero. Sono circa 200 i dipendenti che lavorano presso la sede centrale dell‘azienda a Reichshof, in Germania. Quest’ultima è stata rinnovata nel 2021 e costruita interamente secondo criteri di sostenibilità. Altri 65 dipendenti lavorano nelle filiali in Francia, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi e Nord America. Schwalbe vende i suoi prodotti in tutto il mondo.

Gli pneumatici e le camere d‘aria sono realizzati insieme al partner Hung-A, i cui impianti di produzione si trovano in Indonesia e Vietnam. Le due aziende sono legate non solo da una joint venture, ma anche da un‘amicizia cinquantennale che non ha eguali nel settore. 

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