Dal pattinaggio al ciclismo. Le mille vite della Adegeest

08.02.2023
5 min
Salva

Facciamo un passo indietro. Australia, Cadel Evans Ocean Race riservata alle donne, gara da quest’anno nel WorldTour. Fa caldo, molto caldo e le atlete di casa hanno vita facile, essendo più avanti nella preparazione rispetto alle colleghe europee. Non tutte, però. Alla fine la vittoria se la giocano infatti Amanda Spratt, la stella del ciclismo australiano e rivale di tante battaglie con olandesi e italiane alle classiche, e Loes Adegeest, olandese della FDJ-Suez. E quest’ultima, non senza sorpresa, mette la firma sulla corsa.

Per molti la 26enne di Wageningen è una perfetta sconosciuta, ma quando vai a scavare nella sua storia, scopri che questo è solo l’ultimo capitolo di un’evoluzione passata per molte altre strade. Un personaggio da scoprire, perché ha mille sfaccettature e lo si capisce già quando parla della sua passione per il ciclismo.

Dopo una vittoria di tappa al Tour de l’Ardeche 2022, in Australia arriva il successo più grande
Dopo una vittoria di tappa al Tour de l’Ardeche 2022, in Australia arriva il successo più grande

«Non so esattamente come sia nata – racconta di ritorno dalla presentazione del team avvenuta nel fine settimana a Parigi – ma quando ero giovanissima, tipo otto anni, ero già affascinata dalla bici da corsa. Qualche anno dopo l’ho voluta a tutti i costi: all’inizio doveva essere solo utile per allenarmi per il pattinaggio di velocità, così mi sono iscritta a una società di ciclismo e ho fatto una piccola gara. La passione pian piano ha preso piede, fino a convincermi a investire tutta me stessa in questa disciplina».

Tu eri destinata a una carriera importante nello speed skating, hai anche vinto un titolo mondiale junior nella prova d’inseguimento a squadre. Poi hai scelto di cambiare e dedicarti al ciclismo a tempo pieno.

Il motivo scatenante è sempre la passione. Avevo fatto grandi risultati, sì, ma proprio quando vinsi il titolo iridato sentii che qualcosa mi mancava. Decisi di tirare avanti ancora un anno, ma intanto iniziavo ad apprezzare di più il ciclismo. Sono passata alle maratone del pattinaggio di velocità proprio perché sono più simili al ciclismo e la combinazione fra le due specialità è più facile. Ma mi piace mettermi alla prova nella guida, vivere le dinamiche del gruppo in corsa e fuori, giocare con le tattiche. Nel pattinaggio di velocità su pista lunga, devi solo correre per ottenere un tempo, tutto da sola. Può diventare un po’ noioso. E poi con il ciclismo puoi pedalare in tutto il mondo. Ogni gara è diversa.

La Adegeest in gara nel pattinaggio di velocità. E’ stata iridata junior a squadre nel 2016 (foto Flickr)
La Adegeest in gara nel pattinaggio di velocità. E’ stata iridata junior a squadre nel 2016 (foto Flickr)
Nella storia femminile ci sono stati altri casi di campionesse del pattinaggio di velocità che poi sono passate al ciclismo. Qual è il punto in comune fra le due discipline?

Penso che entrambi gli sport siano importanti nei Paesi Bassi e quando fai pattinaggio di velocità, ti alleni in bicicletta in estate. Quindi il passo non è così grande perché ti alleni già in bici. Non tutti i pattinatori di velocità sono buoni ciclisti, se però mostri di avere delle capacità, allora è facile provare una gara. E una volta provato, se ti accorgi che ti piace, il passo non è troppo grande per diventare un vero ciclista. Usi più o meno gli stessi muscoli.

Prima della tua vittoria in Australia, eri conosciuta per essere la campionessa del mondo di Esports. Come riesci a impostare tatticamente una gara su Zwift non essendo a contatto con le avversarie?

E’ un fattore importante nelle prove di Esports. Ti alleni molto, devi sapere come e quando rilanciare, provare tattiche diverse. Certo, non sono la stessa cosa che la strada, ma l’idea è la stessa. Non vuoi alzarti sui pedali per troppo tempo. Vuoi risparmiare energia per le parti importanti. Spingi forte al momento giusto, sai quali sono i tuoi più grandi avversari e li valuti in gara. In questo è paragonabile alla strada, funziona solo in modo leggermente diverso. Ma usi più o meno le stesse tecniche e devi rilanciare molto per scoprire cosa funziona e cosa no. Ora non vedo l’ora di difendere la mia maglia iridata, il 18 febbraio.

Il fermo immagine della vittoria dell’olandese nel mondiale Esports del 2022
Il fermo immagine della vittoria dell’olandese nel mondiale Esports del 2022
Quali sono le tue caratteristiche principali, quali i percorsi che ti piacciono di più?

Sicuramente le gare con le salite, anche in condizioni di clima freddo. Nelle difficoltà riesco ad esaltarmi. Ma mi piacciono anche le prove a cronometro e voglio concentrarmi di più anche quest’anno su questa disciplina per migliorare ancora. Come voglio vedere cosa posso fare sulle salite più lunghe. A lungo termine, i miei sforzi sono aumentati molto sulle lunghe salite, ma penso che se continuo a migliorare, potrebbe andare bene anche per me. Voglio mettermi alla prova in una grande corsa a tappe, vedere se posso rimanere con le migliori.

Preferisci le gare di un giorno o le corse a tappe?

Mi piacciono le corse a tappe, perché le mie prestazioni non peggiorano molto col passare dei giorni. Nella squadra, ovviamente, abbiamo due grandi leader per le gare principali come Cavalli e Ludwig. E’ giusto lavorare per loro e intanto migliorare di più nel corso degli anni, per vedere se potrò anch’io essere una leader in una grande corsa. Non sicuramente per quest’anno, ma forse per il prossimo o per quello successivo.

La Adegeest è approdata alla FDJ Suez quest’anno. Nel 2022 era nel team irlandese IBCT
La Adegeest è approdata alla FDJ Suez quest’anno. Nel 2022 era nel team irlandese IBCT
Speed skating e ciclismo femminile sono due sport nei quali l’Olanda è al vertice mondiale. Quale dei due ha maggiore risalto sui media nazionali e fra la gente?

Penso che per il momento il pattinaggio di velocità femminile sia forse più importante nei media rispetto al ciclismo femminile, perché il pattinaggio di velocità è uno sport abbastanza uguale per uomini e donne, ricevono la stessa attenzione. E il ciclismo maschile viene trasmesso in modo molto simile al Tour de France sul canale nazionale. Per le donne, la popolarità del ciclismo diventa sempre più grande. Quindi ci arriveremo tra qualche anno, penso, ma per ora direi che il pattinaggio di velocità riceve più attenzione.

Quali sono i tuoi obiettivi adesso?

Ora punto sulle classiche. Quelle sono i grandi appuntamenti per ora, poi voglio solo migliorare per scalare le gerarchie ed essere una punta per il mio team. Ci vuole tempo, ma ce la posso fare.

Alice Toniolli, il mondiale come il paese delle meraviglie

21.09.2022
5 min
Salva

Velo ha appena finito di dirle che durante l’inverno dovrà lavorare soprattutto sulle curve. Non è tanto perché ci entra piano, ma perché così facendo è costretta ogni volta a dei rilanci faticosissimi che la costringono a spendere troppo. Alice Toniolli lo osserva in silenzio e mentalmente annota. Tutto quello che la circonda la stupisce. Le attenzioni a tratto la commuovono. Tutto quello che serve per crescere merita attenzione e lei, che è nata a Trento nel 2005 e vive a Mezzocorona, sulla bici c’è salita per la prima volta a marzo del 2021. E cose da imparare ne ha a palate.

«Quest’inverno niente palestra – mormora – quest’inverno solo curve».

La sua è una storia molto interessante. Prima di salire in bici infatti, faceva pattinaggio artistico su ghiaccio. Di lei ci aveva parlato Paolo Sangalli, che dopo averla vista arrivare 7ª ai campionati italiani, l’ha convocata per gli europei di Anadia, dove ha vinto il Team Relay e ottenuto il 12° posto nella crono. Così è arrivata anche la chiamata per i mondiali, nel senso di un importante investimento. E la crono juniores appena finita diventa l’occasione per conoscerla.

Primo anno che corri e ti convocano per i mondiali…

Non me lo aspettavo proprio. Sinceramente non sapevo neanche cosa fosse un mondiale crono e neanche la bicicletta, fino a poco più di un anno fa.

Quanto c’è in comune tra pattinaggio e questo sport?

Niente, sono passata da un estremo all’altro. Forse a livello muscolare. Sicuramente le gambe col pattinaggio le allenavo tanto. Per saltare in aria e avere della stabilità lavoravo sia con la destra che con la sinistra su un piede solo. Perciò la muscolatura si vede che c’è. Infatti a cronometro è quello che tutto sommato mi fa andare forte, perché sulla tecnica ancora siamo un po’ indietro. Ma stiamo lavorando…

Il passaggio com’è nato? 

Ho lasciato il pattinaggio perché, essendo uno sport competitivo, non riuscivo a farlo combaciare con la scuola (studia a Trento al Liceo delle Scienze Umane, ndr). Allora ho deciso di abbandonarlo, perché lo sport mi piace e non lo voglio praticare solo come hobby. E mi son buttata sulla bici. Il perché specifico non si sa, però mi piace far fatica e sicuramente il pattinaggio è un altro sport faticoso.

Alice durante il riscaldamento prima della crono di Wollongong
Alice durante il riscaldamento prima della crono di Wollongong
Chi ti ha proposto di provare la bici

No, no, sono tutte scelte mie. I miei genitori non mi forzano sicuramente a scegliere lo sport più adatto. Mi hanno lasciato decidere, io ho scelto e loro mi sostengono sempre (si commuove, ndr).

Facciamo il punto sulla tecnica mancante?

Sicuramente ho migliorato tantissimo rispetto all’inizio della stagione, però c’è ancora da lavorare. Ovviamente perché devo portarmi al livello delle altre. Ma intanto come forza e potenza ci sono, l’unica cosa adesso è che quest’inverno miglioro la tecnica e poi il prossimo anno sarà tutto un altro andare.

Quando ti hanno detto che andavi al mondiale cosa hai pensato?

Che fosse uno scherzo, perché sinceramente da un giorno all’altro in maglia azzurra… Dici: «Vabbè, questo mi prende in giro!». Non ci credevo nemmeno io, sinceramente, anche perché un mondiale è un mondiale. Poi dall’altra parte del mondo, io che ho iniziato l’anno scorso, subito così sulla bici, con la nazionale… Cioè, era troppo grande!

Ad Anadia a luglio, ha conquistato il titolo europeo juniores del Team Relay
Ad Anadia a luglio, ha conquistato il titolo europeo juniores del Team Relay
Su quel blocco in partenza a cosa hai pensato?

Ero agitata, avevo un po’ di tensione. Ma era tensione non tanto perché so che non ce la faccio, ma perché non ci credo nemmeno io, sinceramente, di essere qua in maglia azzurra.

Seguivi il ciclismo prima di cominciare?

Proprio no, io seguivo tanto il pattinaggio. Ho fatto solamente un anno da G1, solo perché mio nonno conosceva degli amici del paese che facevano ciclismo e lo insegnavano. Avevano questa squadretta del paese, però io ho fatto quella stagione G1 tutto tramite gioco. Andavo, mi divertivo, non ero così impostata, però facevo sempre podio, seconda, terza. Poi ho smesso da G2 perché volevo fare pattinaggio. Seguivo Carolina Kostner, era proprio bello. Poi è sempre stato uno sport particolare. Saltare, trottole… e niente, mi sono buttata sui balletti e sul tutù, per poi dopo arrivare di nuovo alla bicicletta e al body.

Alice ha chiuso la crono delle donne junior in 15ª posizione a 2’22” da Zoe Backstedt: un punto di partenza
Alice ha chiuso la crono delle donne junior in 15ª posizione a 2’22” da Zoe Backstedt: un punto di partenza
E’ la vittoria del nonno, in fondo…

E’ più contento di me. M’ha detto: «Stai tranquilla, l’importante è che ti diverti». Perché sinceramente non ci crede neanche lui che dopo così poco, io sono andata all’europeo e al mondiale. E allora m’ha detto: «Prendila già come traguardo. E poi per il prossimo anno è tutto un punto di partenza». E io comincerò a lavorare già tra due settimane, quando la stagione sarà finita. Ritorno in Italia, faccio un po’ di vacanza e poi si riparte. Da questo fantastico punto di partenza