Trek Domane SLR7 eTap, endurance oltre l’immaginario

04.12.2022
6 min
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Il test della nuova Trek Domane

Abbiamo provato la nuova Trek Domane SLR con allestimento 7 eTap. Il comfort e il piacere di guida emergono fin da quando si monta in sella per la prima volta, ma è la fluidità di marcia a fare la differenza, anche e soprattutto sullo sterrato.

La nuova Domane non è solo una bicicletta sviluppata per andare ovunque e con ogni tipo di ciclista, ma il mezzo da strada che si distacca in modo netto da Emonda e Madone, pur mantenendo un feeling diretto con la famiglia road di ultima generazione.

Nuova Domane, il comfort su tutto
Nuova Domane, il comfort su tutto

Domane SLR, geometria endurance

L’ultima versione della Domane SLR prevede una geometria endurance e un carbonio OCLV800, il medesimo utilizzato per Emonda SLR e Madone SLR, ma con delle quote geometriche molto differenti (la geometria H1.5 usata per le superleggera e per la bici aero è diversa). La Domane ha uno stack maggiorato e un reach più contenuto. A parità di taglia una Trek Domane è più alta. Tradotto: è più facile andare in presa bassa e farlo anche per chi non è avvezzo alla posizione, sfruttando una posizione efficiente e mai troppo esigente.

E’ più alta. Significa meno estremizzazioni per chi la guida, meno affaticamento anche per la parte alta del corpo e una respirazione senza costrizioni dell’addome. Un setting rialzato influisce anche sulla stabilità e sulla conduzione della bici anche sullo sconnesso importante.

La nuova Domane è questo e non solo, perché la componentistica contribuisce al completamento di un pacchetto con delle performances inaspettate quando si percorrono tratti di strada al limite della percorribilità.

Sterzo alto, ma rimane la forma sloping
Sterzo alto, ma rimane la forma sloping

La Domane SLR in test

Una 54 da 8,1 chilogrammi di peso (rilevati e con gli accessori nell’obliquo). Il framekit è un full carbon OCLV800 monoscocca, con scatola del movimento centrale bb86 e calotte T47.

C’è il nuovo IsoSpeed, il dissipatore/sdoppiatore delle vibrazioni, diverso rispetto a quello utilizzato sulle Domane delle generazioni precedenti. Il suo comportamento è simile a quello utilizzato sulla gravel Checkpoint SLR, progressivo e “soffice”, che sembra sparire quando si tratta la Domane come una bici da gara, sull’asfalto. Questa versione dell’IsoSpeed ha la variabile (rispetto alla Checkpoint) di un reggisella diverso, diciamo tradizionale e non integrato nel piantone.

C’è una trasmissione Sram Force AXS eTap 2×12 (46-33 e 10-33) con il power meter Quarq. Ci sono le ruote Bontrager Aeolus Pro37 tubeless ready con gli pneumatici tubeless R3 da 32. Una larghezza importante per uno stradista duro e puro, ma una soluzione che permette di sfruttare la stabilità della bicicletta anche su percorsi dove, non si andrebbe con una bici “standard”. Lo stem è il Bontrager RCS Pro in alluminio, mentre la piega è sempre Bontrager, ma in carbonio.

Orizzontale inconfondibile

Lo è perché vicino allo sterzo ci sono le due asole utili per posizionare un piccolo bag, soluzione spesso adottata per le bici gravel. E poi c’è l’IsoSpeed che è ancorato all’interno della tubazione, nella zona del nodo sella.

Questo profilato ha un design “ergonomico”, mutuato da Emonda e Domane, voluminoso alle estremità, più stretto nella parte mediana. Un vantaggio per chi tende a chiudere le ginocchia verso l’orizzontale.

Lo sterzo sagomato con una sorta di family feeling design
Lo sterzo sagomato con una sorta di family feeling design

Il vano portaoggetti

Uno spazio abbondante dove mettere un minitool e una sacca porta attrezzi, proprio come sulla Checkpoint e comunque presente anche sulla generazione più anziana. Per chi sfrutta la Domane nell’ottica del viaggio non è un aspetto secondario.

Alcuni numeri interessanti

Lo sterzo (nella taglia 54) è alto ben 16 centimetri. Il carro posteriore è lungo 42 centimetri, più corto rispetto alla media della categoria. Questo fattore si fa sentire in salita, perché la Trek Domane si sfrutta bene con il naso all’insù, pur non essendo una scattista. E’ ridotto anche il passo totale, con i suoi 101 centimetri, considerando che si scrive di una endurance.

Gravel, ma non gravel race

La nuova Trek Domane SLR è un gran cavallo sullo sconnesso, quei tratti percoribili da non capire più nulla, quelli che fanno ballare il cervello dentro la scatola cranica. Eppure avantreno e retrotreno, soprattutto quest’ultimo non fanno una piega, ecco perché questa bicicletta è al limite dell’utilizzo gravel.

L’eventuale utilizzo di gomme da 38 è un valore aggiunto non da poco. In discesa è una belva e ha una precisione invidiabile, comunque un marchio di fabbrica Trek, che ritroviamo anche sulla Emonda (non abbiamo ancora approfondito la nuova Madone).

In salita su asfalto l’Iso Speed sparisce
In salita su asfalto l’Iso Speed sparisce

In conclusione

Il distacco dalle bici road dedicate all’agonismo spinto come la Emonda e la Madone è netto. La nuova Trek Emonda è la bici comoda, che mette il comfort in cima alla scala dei valori. Di seguito vengono la stabilità, la fluidità di marcia e la possibilità di sfruttare la bici con diversi allestimenti e nei diversi contesti ambientali, ma sempre con la certezza di avere un mezzo meccanico che asseconda in tutto e per tutto le richieste di chi la guida.

Il prezzo di questa versione, la SLR7 eTap, è di quelli importanti, ma dalla sua possiamo scrivere che è una sorta di bici totale.

Trek e monocorona: la Roubaix Femmes è anche questo

16.04.2022
4 min
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La maglia tricolore di Elisa Longo Borghini colora il podio e fa risuonare l’inno di Mameli al velodromo di Roubaix, ma ci sono delle curiosità tecniche che devono trovare una menzione particolare. C’è una nuova Trek ed è la nuova Domane. E poi il monocorona anteriore e qui c’è uno sdoganamento in senso assoluto. Siamo a Roubaix e abbiamo rubato qualche scatto.

La Trek sull’ammiraglia prima della partenza
La Trek sull’ammiraglia prima della partenza

Una nuova Trek Domane?

Tutto ci porta a scrivere che quella vittoriosa è l’ultima versione della Trek Domane, la bici sviluppata dal brand americano e specifica per la Paris-Roubaix. Di sicuro è stato ripreso il concetto dell’IsoSpeed posteriore, tra piantone, tubo orizzontale e foderi obliqui (con un nuovo shape), con tutta probabilità, invece, scompare il dissipatore anteriore. L’IsoSpeed coinvolge il design totale del nodo sella e del seat-post. Inoltre, il primo impatto estetico ci mostra una bici piuttosto compatta nella sezione centrale e posteriore, con una “forcella più aperta”.

Dalla piattaforma Emonda

Lo sterzo, il profilato obliquo e il design dell’orizzontale richiamano da vicino la Emonda, con quello sviluppo aero concept che accomuna l’ultima generazione delle biciclette Trek.

Ci sono le ruote Bontrager full carbon con profilo da 37 millimetri e tubeless da 30 millimetri di sezione, una scelta che trova conferme anche nell’intervista fatta qualche giorno a dietro a Mauro Adobati, meccanico del Team Trek-Segafredo. I tubeless sono Pirelli PZero Race, ma di sicuro in edizione “non ufficiale”.

Sram Red AXS con monocorona

Se la trasmissione Sram a 12 rapporti non rappresenta una novità, la vittoria di una bici con single speed anteriore lo è. Corona piena da 52 denti con guida K-Edge e pignoni posteriori con scala 10/33. C’è il power meter Quarq. Inoltre la Longo Borghini ha utilizzato i pulsanti Blips sulla piega manubrio, molto sfruttati lungo i settori di pavé.

Elisa ha utilizzato un body Santini
Elisa ha utilizzato un body Santini

Abbigliamento non banale

Elisa Longo Borghini ha utilizzato un body Santini, ben visibile nelle immagini, con le finiture delle maniche comuni a quella utilizzata per i capi specifici da cronometro. Questa è un’ulteriore conferma della ricerca del dettaglio e di una categoria, quella dell’abbigliamento tecnico, soggetta ad una evoluzione davvero importante anche in ambito femminile.