La Trek Checkpoint SLR si spinge verso il gravel race, ma non dimentica il cuore del progetto Checkpoint che vuole un mezzo meccanico che va bene ovunque.
E’ veloce e scorrevole, con tanta trazione anche sui terreni più complicati. L’IsoSpeed ha uno sviluppo differente dalla versione SL.
Trek Checkpoint SLR, un’anima diversa
Rispetto alla versione SL ha un carbonio e un IsoSpeed differenti. Il tessuto composito è l’OCLV700, con un peso specifico più basso, rispetto all’OCLV500 e un disaccoppiatore che si allunga all’interno della tubazione orizzontale. L’IsoSpeed non è un ammortizzatore e non è una sospensione.
La SLR 9 eTap, versione racing
Il design è quello che accomuna tutta la piattaforma Checkpoint in carbonio, dove coincidono l’aerodinamica e una geometria con l’orizzontale allungato, ma anche la possibilità di montare tanti borsoni e bag per il bikepacking. Come per la versione SL c’è il vano portaoggetti nel profilato obliquo dove di base è contenuto un minitool e alcuni attrezzi per un intervento di fortuna.
La SLR però strizza l’occhio alla competizione e all’agonismo, lo fa senza mezzi termini grazie ad un ridotto valore alla bilancia e ad un allestimento da paura.
L’allestimento
C’è la trasmissione Sram Red eTap AXS a 12 rapporti e con la monocorona anteriore da 40 denti che integra il power meter Quarq (i pignoni sono XPLR 10/44).
Le ruote sono le Bontrager RSL 37V, quelle con il cerchio full carbon e tubeless ready. Sono gommate con gli pneumatici Bontrager GR1. La sezione è da 40.
Interessante il cockpit, che non è integrato perché la piega e lo stem sono separati. Sono full carbon RSL e sono leggerissimi.
Trek Checkpoint SLR 9 eTap in taglia 54: abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 8,5 chilogrammi, che diventano 8,26 estraendo gli attrezzi del vano. Il prezzo di listino è di 12.499 euro.
Test alla Monsterrato Gravel
Ci vuol poco a prendere il giusto feeling con la Checkpoint e si capisce subito che è diversa dalla sorella SL. Il modello SLR è più brioso e questa sfaccettatura del suo carattere emerge fin dalle prime pedalate. E’ più scattante ed è particolarmente scorrevole. Con le dovute proporzioni, non si discosta molto dalla endurance Domane. E alla La Monsterrato abbiamo goduto nell’avere una bicicletta gravel, tanto veloce quanto stabile e confidente.
Sulle strade bianche e sulle ghiaiate sembra galleggiare, anche se è necessario tarare bene la pressione delle gomme, perché le ruote full carbon dal profilo medio sono più esigenti rispetto a quelle basse in alluminio.
Quando si affrontano dei tratti smossi e con della roccia la Checkpoint è come un carro armato, non ha paura di nulla e passa ovunque. Anche in questo caso la geometria e l’IsoSpeed vengono in aiuto. La prima permette di sfruttare a pieno lo stem corto e una posizione raccolta il giusto. I vantaggi si riflettono anche sulla distribuzione dei pesi.
L’IsoSpeed in dotazione alla SLR lavora in modo differente, se paragonato a quello della SL. È maggiormente progressivo e ha una performance lineare lungo tutto il suo percorso. E’ impercettibile quando su asfalto ci si alza in piedi sui pedali e si spinge in modo perentorio.
Una belva in discesa
Se è vero che in salita ci vuole gamba, è altrettanto vero che la geometria e la ciclistica possono fare la differenza, specialmente se le pendenze superano il 20%. Il retrotreno spinge ed è attaccato al terreno, l’anteriore non beccheggia e la ruota non si alza da terra. Quando ci si alza in piedi sui pedali non c’è l’effetto schiacciamento del carro. Il comfort e la concentrazione ne guadagnano.
In discesa è una macchina da guerra, che oltre ad essere stabile è anche rapida nei cambi di direzione fatti all’ultimo istante.