Il test della Trek Checkpoint SLR 9 eTap

29.09.2022
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Il test della Trek Checkpoint SLR 9 eTap

La Trek Checkpoint SLR si spinge verso il gravel race, ma non dimentica il cuore del progetto Checkpoint che vuole un mezzo meccanico che va bene ovunque.

E’ veloce e scorrevole, con tanta trazione anche sui terreni più complicati. L’IsoSpeed ha uno sviluppo differente dalla versione SL.

SLR con carbonio OCLV700
SLR con carbonio OCLV700

Trek Checkpoint SLR, un’anima diversa

Rispetto alla versione SL ha un carbonio e un IsoSpeed differenti. Il tessuto composito è l’OCLV700, con un peso specifico più basso, rispetto all’OCLV500 e un disaccoppiatore che si allunga all’interno della tubazione orizzontale. L’IsoSpeed non è un ammortizzatore e non è una sospensione.

La SLR 9 eTap, versione racing

Il design è quello che accomuna tutta la piattaforma Checkpoint in carbonio, dove coincidono l’aerodinamica e una geometria con l’orizzontale allungato, ma anche la possibilità di montare tanti borsoni e bag per il bikepacking. Come per la versione SL c’è il vano portaoggetti nel profilato obliquo dove di base è contenuto un minitool e alcuni attrezzi per un intervento di fortuna.

La SLR però strizza l’occhio alla competizione e all’agonismo, lo fa senza mezzi termini grazie ad un ridotto valore alla bilancia e ad un allestimento da paura.

L’allestimento

C’è la trasmissione Sram Red eTap AXS a 12 rapporti e con la monocorona anteriore da 40 denti che integra il power meter Quarq (i pignoni sono XPLR 10/44).

Le ruote sono le Bontrager RSL 37V, quelle con il cerchio full carbon e tubeless ready. Sono gommate con gli pneumatici Bontrager GR1. La sezione è da 40.

Interessante il cockpit, che non è integrato perché la piega e lo stem sono separati. Sono full carbon RSL e sono leggerissimi.

Trek Checkpoint SLR 9 eTap in taglia 54: abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 8,5 chilogrammi, che diventano 8,26 estraendo gli attrezzi del vano. Il prezzo di listino è di 12.499 euro.

In azione alla Monsterrato Gravel
In azione alla Monsterrato Gravel

Test alla Monsterrato Gravel

Ci vuol poco a prendere il giusto feeling con la Checkpoint e si capisce subito che è diversa dalla sorella SL. Il modello SLR è più brioso e questa sfaccettatura del suo carattere emerge fin dalle prime pedalate. E’ più scattante ed è particolarmente scorrevole. Con le dovute proporzioni, non si discosta molto dalla endurance Domane. E alla La Monsterrato abbiamo goduto nell’avere una bicicletta gravel, tanto veloce quanto stabile e confidente.

Sulle strade bianche e sulle ghiaiate sembra galleggiare, anche se è necessario tarare bene la pressione delle gomme, perché le ruote full carbon dal profilo medio sono più esigenti rispetto a quelle basse in alluminio.

Quando si affrontano dei tratti smossi e con della roccia la Checkpoint è come un carro armato, non ha paura di nulla e passa ovunque. Anche in questo caso la geometria e l’IsoSpeed vengono in aiuto. La prima permette di sfruttare a pieno lo stem corto e una posizione raccolta il giusto. I vantaggi si riflettono anche sulla distribuzione dei pesi.

L’IsoSpeed in dotazione alla SLR lavora in modo differente, se paragonato a quello della SL. È maggiormente progressivo e ha una performance lineare lungo tutto il suo percorso. E’ impercettibile quando su asfalto ci si alza in piedi sui pedali e si spinge in modo perentorio.

Al termine della La Monsterrato, anche la bici ha sofferto
Al termine della La Monsterrato, anche la bici ha sofferto

Una belva in discesa

Se è vero che in salita ci vuole gamba, è altrettanto vero che la geometria e la ciclistica possono fare la differenza, specialmente se le pendenze superano il 20%. Il retrotreno spinge ed è attaccato al terreno, l’anteriore non beccheggia e la ruota non si alza da terra. Quando ci si alza in piedi sui pedali non c’è l’effetto schiacciamento del carro. Il comfort e la concentrazione ne guadagnano.

In discesa è una macchina da guerra, che oltre ad essere stabile è anche rapida nei cambi di direzione fatti all’ultimo istante.